E' quando si protrae l'attendere
che mi congiungo al silenzio
come rimboccarsi nelle iridi il plenilunio
In veridicità ingurgito gli orizzonti, tutti,
l'eclatante fragore del mare
e dell'esistenza unicamente il fulgore
Nella metamorfosi le parole
dimorano quest'orbe terracqueo
in un linguaggio che il mondo misconosce
Eppure la replica è la voce stessa
guadata dalla follia lungo il tragitto
Cristallizzarsi è il confine ultimo
tra il mare e noi
a due passi di distacco quando avanza
un perimetro che non conosce albore
Ciascheduno scopre le sagome del vuoto
mentre l'oggi si squama tra le vene
perseguendo l'alba
per ammantare la sua ignuda carne
alla mercé dei venti
Ma chissà, forse è il tempo che separa
a scombuiarci tutti
in cui qualunque cosa a partire della notte
pervicace s'ostina a reiterarsi luce
Inviato da: cassetta2
il 12/07/2020 alle 18:17
Inviato da: EMMEGRACE
il 20/11/2016 alle 16:47
Inviato da: spageti
il 17/11/2016 alle 14:35
Inviato da: deteriora_sequor
il 17/11/2016 alle 12:33
Inviato da: Essayer
il 15/11/2016 alle 17:29