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Le Piramidi egizie e la Costellazione di Orione

Post n°6 pubblicato il 13 Agosto 2009 da GinTad
 

I significati reali delle piramidi e gli scopi per cui erano state costruite potrebbero quindi appartenere a quella cultura, forse di derivazione atlantidea, che caratterizzò le prime dinastie e che poi, per motivi che non possiamo conoscere, andò contaminandosi fino a perdere la sua efficacia. E' opinione corrente che Giza ed il monumento di Cheope racchiudano tutti i misteri associati alla costruzione delle piramidi.

Tanto per cominciare, qual era lo scopo della Grande Piramide?

L' ipotesi più ovvia, come abbiamo detto, è che sia stata una tomba. C' è anche un sarcofago in quella che viene chiamata ora "La camera del Re". Eppure non vi è alcuna indicazione dello svolgimento di un funerale. Il passaggio terminale che conduce alla stanza stessa è la stupenda "Grande Galleria", lunga 47,5 metri, alta 8,5 e larga 2, che si dirige verso la sommità e con una pendenza notevole, un angolo di 26°. Forse i ritualisti di Cheope avevano progettato una processione finale lungo questo passaggio inclinato, ma non lo si può affermare con sicurezza: il corridoio che conduce alla "Grande Galleria", infatti, è talmente basso che per percorrerlo è necessario camminare chini.

Perchè la Grande Piramide fu costruita in quel luogo? Forse per la semplice ragione che gli antichi Egizi vivevano, in maggioranza, proprio là. Ma, in seguito a varie supposizioni, si giunse anche ad altre ipotesi, illustrate dal professor Livio Catullo Stecchini nel libro di Peter Tompkin "Secrets of the Great Pyramids". Secondo lui ed altri studiosi, i figli del Nilo possedevano conoscenze molto più avanzate in fatto di geografia e cosmologia di quanto si ritenga generalmente. Stecchini sostiene che conoscevano la sfericità della Terra e che erano giunti a calcolarne i gradi di latitudine e longitudine.

I già citati scrittori Hancock, Bauval e Wilson hanno avanzato delle teorie sul vero significato delle piramidi, collegandole a culti stellari e religiosi; chi ha trovato coincidenze con alcune costellazioni, come nel caso di Robert Bauval, che nel suo libro "Il mistero di Orione" mette in evidenza la correlazione tra i condotti della Grande Piramide di Cheope, che dalle camere interne atraversano tutta la struttura della piramide, per sbucare all' aperto, come canali di aerazione; ebbene, Bauval ha scoperto che questi condotti, all' epoca in cui fu costruita la piramide puntavano rispettivamente, quelli posti a sud verso la Cintura di Orione e verso Sirio, Osiride e Iside nella concezione mitologica;


I condotti della Grande Piramide

i due condotti nord erano diretti verso la stella polare, Alpha Draconis, e verso la testa dell' Orsa Minore, l' ascia celeste di Horus, chiamata anche "ascia di Upuaut". Bauval è giunto a questa scoperta calcolando la precessione degli equinozi ed il moto proprio di tutte le stelle risalendo all' epoca intorno al 2500 a.C. Hancock e Wilson hanno constatato che le piramidi di Giza sono perfettamente allineate al nord magnetico e nello stesso tempo riproducono sulla Terra la disposizione delle tre stelle principali della Cintura di Orione, mentre John Anthony West ha descritto nel suo libro "Il Serpente Celeste" l' Egitto dei faraoni come la rappresentazione in scala terrestre della Via Lattea. Tutto questo per collegare il popolo Egizio alle stelle, da dove questi autori pensano siano giunti gli Dèi degli Egizi, a portare loro la conoscenza.


La perfetta correlazione tra le tre piramidi di Giza e le stelle della cintura di Orione

Ipotesi troppo azzardate, forse, ma nel mistero delle piramidi può starci anche questo, fino al giorno in cui tutti i segreti saranno svelati. La piramide di Cheope sarebbe costituita da circa due milioni e mezzo di blocchi di calcare, ognuno misurante in media 1,2x1,2,x0,75 metri e pesante circa 2,5 tonnellate, con massi più pesanti, fino a 15 tonnellate. Complessivamente la costruzione contiene circa 2.700.000 metri cubi di pietra e pesa circa 6 milioni di tonnellate, quasi il doppio dell' Empire State Building di New York.

Misurazioni più accurate della Grande Piramide vennero effettuate nel 1925 da James Humphrey Cole, che fu in grado di identificare la posizione originale dei vertici, anche se ne mancano i blocchi, e di misurare i lati con un margine di errore inferiore a 3,8 centimetri. Cole calcolò così le dimensioni del monumento: lato nord 230,253 metri; lato sud 230,454 metri; lato est 230,391 metri; lato ovest 230,357 metri. La differenza tra il lato più lungo e quello più corto è quindi di soli 20,1 centimetri. Gran parte dei massi di qualità inferiore utilizzati per il nucleo centrale proveniva dalle cave vicine, ma il granito che servì per rivestire le pareti delle stanze interne proveniva da un luogo molto distante, lungo il Nilo ed il calcare ancora più prezioso utilizzato per i rivestimenti esterni aveva origine nelle cave di Tura, ad est del Cairo. Tralasciando il sistema usato per portare alla Piana di Giza i massi estratti da queste cave, il problema che assilla gli studiosi è questo: come hanno fatto ad issare a certe altezze massi di svariate tonnellate? Ai nostri giorni un lavoro del genere sarebbe possibile soltanto se si utilizzassero moderni macchinari di sollevamento. Resta il fatto che gli antichi Egizi, senza disporre delle nostre tecnologie, hanno compiuto ugualmente un lavoro a dir poco incredibile. C' è chi ha alluso a piani inclinati, chi ha pensato a rulli ricavati da tronchi d' albero, a rampe a spirale costruite man mano che la piramide si innalzava, ma queste ipotesi non convincono i tecnici.

Una recente teoria ipotizza che i blocchi di pietra... non siano di pietra, ma di una sorta di calcestruzzo usato a quei tempi. Così si spiegherebbe la facilità di sitemazione di questi blocchi giganteschi.

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