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Perché occorre Santificare il Nome di Dio ?

Post n°24 pubblicato il 25 Luglio 2011 da GinTad
 
Tag: Dio, Nome, Santo
Foto di GinTad

. « Sia santificato il tuo nome »

2807 Il termine « santificare » qui va inteso non già nel suo senso causativo (Dio solo santifica, rende santo), ma piuttosto nel suo senso estimativo: riconoscere come santo, trattare in una maniera santa. Per questo, nell'adorazione, tale invocazione talvolta è sentita come una lode e un'azione di grazie.57 Ma questa petizione ci è insegnata da Gesù come un ottativo: una domanda, un desiderio e un'attesa in cui sono impegnati Dio e l'uomo. Fin dalla prima domanda al Padre nostro, siamo immersi nell'intimo mistero della sua divinità e nel dramma della salvezza della nostra umanità. Chiedergli che il suo nome sia santificato ci coinvolge nel disegno che egli « nella sua benevolenza aveva [...] prestabilito » (Ef 1,9), « per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità » (Ef 1,4).

2808 Nei momenti decisivi della sua Economia, Dio rivela il suo nome, ma lo rivela compiendo la sua opera. Questa però si realizza per noi e in noi solo se il suo nome da noi e in noi è santificato.

2809 La santità di Dio è il centro inaccessibile del suo mistero eterno. Ciò che di esso è manifestato nella creazione e nella storia, dalla Scrittura viene chiamato la gloria, l'irradiazione della sua maestà.58 Creando l'uomo « a sua immagine e somiglianza » (Gn 1,26), Dio lo corona di gloria,59 ma l'uomo, peccando, viene privato « della gloria di Dio ».60 Da allora, Dio manifesta la propria santità rivelando e donando il proprio nome per restaurare l'uomo « a immagine del suo Creatore » (Col 3,10).

2810 Nella Promessa fatta ad Abramo e nel giuramento che l'accompagna,61 Dio si impegna personalmente ma senza svelare il proprio nome. Incomincia a rivelarlo a Mosè62 e lo manifesta agli occhi di tutto il popolo salvandolo dagli Egiziani: « Ha mirabilmente trionfato » (Es 15,1). Dopo l'Alleanza del Sinai, questo popolo è « suo » e deve essere una « nazione santa » (o consacrata, poiché in ebraico è la stessa parola),63 perché il nome di Dio abita in mezzo ad essa.

2811 Ma, nonostante la Legge santa che il Dio Santo64 gli dà e torna a dargli, e benché il Signore, « per riguardo al suo nome », usi pazienza, il popolo si allontana dal Santo d'Israele e « profana il suo nome in mezzo alle nazioni ».65 Per questo i giusti dell'Antica Alleanza, i poveri tornati dall'esilio e i profeti sono stati infiammati dalla passione per il suo nome.

2812 Infine, è in Gesù che il nome del Dio Santo ci viene rivelato e donato, nella carne, come Salvatore:66 rivelato da ciò che egli È, dalla sua parola e dal suo sacrificio.67 È il cuore della sua preghiera sacerdotale: Padre santo, « per loro io consacro me stesso; perché siano anch'essi consacrati nella verità » (Gv 17,19). È perché egli stesso « santifica » il suo nome68 che Gesù « ci fa conoscere » il nome del Padre.69 Compiuta la sua pasqua, il Padre gli dà il nome che è al di sopra di ogni altro nome: Gesù è il Signore a gloria di Dio Padre.70

2813 Nell'acqua del Battesimo siamo stati « lavati [...], santificati [...], giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio » (1 Cor 6,11). Lungo tutta la nostra vita il Padre nostro ci chiama « alla santificazione » (1 Ts 4,7), e, poiché è per lui che noi siamo « in Cristo Gesù, il quale [...] è diventato per noi santificazione » (1 Cor 1,30), riguarda la sua gloria e la nostra vita che il suo nome sia santificato in noi e da noi. Sta qui l'urgenza della nostra prima domanda.

« Chi potrebbe santificare Dio, giacché è lui che santifica? Ma traendo ispirazione da queste parole: "Siate santi, perché io sono santo" (Lv 11,44), noi chiediamo che, santificati dal Battesimo, possiamo perseverare in ciò che abbiamo incominciato ad essere. E lo chiediamo ogni giorno, perché ogni giorno ci lasciamo sedurre dal male, e perciò dobbiamo purificarci dai nostri peccati con una purificazione incessantemente ricominciata [...]. Ricorriamo, dunque, alla preghiera perché la santità dimori in noi ».71

 
 
 

L'Amore puro in Meister Eckhart

Post n°22 pubblicato il 10 Aprile 2010 da GinTad
 
Foto di GinTad

'L'Amore puro in Meister Eckhart' di Gianfranco Bertagni (dal sito 'in quiete' di Gianfranco Bertagni, che ringrazio) -

 
 
 

ARHANT e BODHISATTVA

Post n°21 pubblicato il 14 Marzo 2010 da GinTad
 
Foto di GinTad

ARAHANT

Nel Buddhismo Theravāda e nel Buddhismo dei Nikāya, gli arhant — sanscrito arhant (अरिहन्त), "degno di venerazione"; pāli arahant; cinese 阿羅漢 (pinyin luóhàn); giapponese rakan (阿羅漢, rakan?); tibetano dgra.bcom.pa — sono coloro che hanno raggiunto il pieno risveglio spirituale, diventando degni di essere venerati dal sangha.

Un arhat ha quindi percorso lo stesso cammino di un Buddha raggiungendo il nibbāṇa (pāli, nirvāṇa sans.), ma non attraverso una dottrina e una disciplina sviluppati autonomamente, bensì grazie all'insegnamento di un Buddha, vivente o passato.

Nelle altre scuole di buddhismo, e in particolare nel buddhismo Mahāyāna, gli arhat sono dei Buddha a tutti gli effetti, detti śrāvakabuddha, ma comunque inferiori a coloro che, pur potendo ormai conseguire tale stato, prendono il voto di continuare a rinascere innumerevoli volte come bodhisattva fintanto che resteranno al mondo esseri senzienti non illuminati, e sono detti Bodhisattvabuddha o Samyaksambuddha.


BODHISATTVA

Nel Buddhismo, un bodhisattva — dal sanscrito, lett. "Essere (sattva) dell'illuminazione (bodhi)"; pāli: bodhisatta; cinese púsà (菩薩)?; giapponese bosatsu (菩薩, bosatsu?); coreano bosal (보살); tibetano changchub sempa (byang-chub sems-dpa); vietnamita: bồ tát — è un essere vivente che ha intrapreso il cammino per l'illuminazione ma sceglie di dedicarsi ad aiutare tutti gli altri esseri senzienti a raggiungere l'illuminazione.


Interpretazioni
Il loro ruolo varia tra le diverse scuole di pensiero buddhista, e sono popolarmente considerati delle vere e proprie divinità.

Buddhismo Theravada
Nel Buddhismo Theravada, il bodhisattva è un essere che cerca l'illuminazione aiutando gli altri esseri senzienti grazie all'esperienza della suprema conoscenza. Gautama Buddha nella sua vita precedente a quella in cui raggiunse lo stato di Buddha era un bodhisattva, e le sue opere sono raccontate nel Jataka, in cui i fedeli cercano ispirazione, leggendo di come il Sakyamuni abbia meritato la sua illuminazione nelle sue precedenti vite. Lo stesso Gautama, quando si riferisce a sé nella sua esistenza pre-Buddha, dice "quando ero ancora un Bodhisattva".

In questa tradizione lo stato di bodhisattva è differente da quello di buddha, una volta raggiunto il quale il bodhisattva cessa di predicare il Dharma e raggiunge il Nirvāṇa. L'unico altro bodhisattva di cui si dice nel Canone Pali che ancora non abbia raggiunto lo stato di Buddha è il prossimo Buddha, Maitreya. Nella tradizione Theravada, perciò, non esistono altri bodhisattva.


Nel Buddhismo Mahayana, un bodhisattva è un essere che rinuncia a completare il suo cammino verso il Nirvāṇa per aiutare tutti gli altri esseri senzienti nella loro ricerca dell'illuminazione: questa decisione, motivata da una grande pietà e compassione, è detta bodhicitta. Rimanendo nel ciclo delle rinascite (Saṃsāra), il Bodhisattva fa voto di raggiungere lo stato di Buddha il prima possibile (passerà ad un nuovo bhumi ad ogni rinascita), in modo di poter insegnare il Dharma ed aiutare quanti più esseri possibile nel loro cammino verso l'illuminazione. In questa interpretazione il bodhisattva resta tale anche dopo essere diventato un Buddha; anche quando hanno realizzato il Nirvana, decidono di non porre fine al ciclo di nascita e morte e scelgono di riprendere forma come esseri senzienti per aiutare gli altri a comprendere l'insegnamento del Buddha. Quindi il Bodhisattva non raggiungerà unicamente lo stato di Arhat, di liberazione, ma porterà a completo compimento lo stato di Buddha, uno stato della mente totalmente illuminato in cui tutto viene sperimentato come manifestazione dell'infinita potenzialità, ricchezza, della mente onnisciente e senza-tempo. Per tali motivi i Bodhisattva sono in genere maggiormente tenuti in considerazione rispetto agli Arhat.

Altre tradizioni
Un'altra interpretazione comune è che il Bodhisattva rimandi il suo raggiungimento dello stato di Buddha fino a che non abbia compiuto il suo Voto fino in fondo, salvando tutti gli esseri senzienti; questa interpretazione è comune nel Buddhismo Tibetano, in cui ad esempio il Voto di Chenrezig di aiutare tutte le anime in pena si concretizza nella sua costante rinascita come Dalai Lama.

Molte tradizioni buddhiste venerano dei propri bodhisattva, spesso originati dallo stesso ma con nomi o caratteristiche differenti; ad esempio, la già citata venerazione di Chenrezig in Tibet, conosciuto come Avalokitesvara in India, Guanyin in Cina e Kannon in Giappone, e che nelle ultime due forme è una donna.

Recentemente, molti buddhisti occidentali (come l'americano Jack Kerouac), hanno interpretato la figura di Gesù come un bodhisattva, e non mancano i casi di identificazione del bodhisattva Maitreya con i profeti e i Salvatori delle religioni occidentali.

 
 
 

Perché il terremoto cileno ha accorciato la durata del giorno ...

Post n°20 pubblicato il 14 Marzo 2010 da GinTad
 
Foto di GinTad

Perchè il terremoto in Cile ha accorciato il giorno ?La domanda è: "Perchè le masse spostandosi all'interno fanno girare più velocemente la Terra?"

E' cambiato il baricentro, il centro di gravità, la densità ... per cui la Terra ha perso l'equilibrio e non gira più sul suo asse come prima ? (infatti si è spostato di 8 cm).

E che relazione c'è tra lo spostamento dell'asse di rotazione con l'aumento della velocità di rotazione?

Per la legge di consevazione del momento angolare. Il terremoto è stato formato da due placche che si stanno scontrando, e una sprofonda sotto all'altra (in particolare la zolla di Natzca sprofonda sotto a quella sudamericana). Questo sprofondare porta del materiale pesante verso il centro della Terra (la zolla sprofondando si sposta verso il basso, quindi si avvicina al centro della Terra anche se di poco) il quale materiale è in rotazione insieme ala Terra stessa. Ora, se del materiale pesante si avvicina al centro della Terra in rfotazione, diminuisce la sua velocità tangenziale (infatti la Terra è circa sferica, sulla superficie la velocità tangenziale è massima, al centro è nulla. Spostandosi dalla superficie ad un punto un po' più in basso la velocità risulta minore). Capito questo, passiamo alla quantità di moto di una massa in movimento. Essa è definita come P=mv (la quantità di moto P è uguale alla massa per la velocità con cui si muove tale massa). Visto che la quantità di moto "P" deve necessariamente rimanere costante (cioè non deve cambiare) e visto che la massa "m" non può cambiare, questa massa che tenderebbe a rallentare perchè si avvicina al nucleo che fa? Spinge, cioè cede una parte di energia al sistema in rotazione (in questo caso la Terra stessa) facendolo accelerare. Accelerando la Terra, essa ruota su se stessa più velocemente e il giorno risulta accorciato. Questa accelerazione è calcolabile mediante complessi calcoli e modelli matematici della struttura del nostro pianeta. Gli scienziati così cercano di scoprire nuovi elementi utili per capire come è formata internamente la Terra e moltre altre cos

Un esperimento casalingo sulla conservazione della quantità di moto puoi farlo tenendo in mano dei bilancieri da palestra e roteando su di una sedia da ufficio. Quando distenderai le braccia (allontanando i pesi dal tuo asse di rotazione) avrai una certa velocità, mentre non appena porterai i pesi verso il petto (avvicinandoli al tuo asse di rotazione) girerai più velocemente. è anche il principio usato dai pattinatori su ghiaccio per girare su se stessi velocemente (stringono le braccia al petto girano veloci, le distendono e rallentano

Non avevo detto il perchè si fosse spostato l'asse terrestre:
La Terra non è una sfera perfetta, e non possiede nemmeno una massa distribuita omogeneamente. Quindi il suo asse di rotazione non coincide con l'asse geometrico di una sfera. In più, lo spostamento di masse dovuto al terremoto cileno ha spstato la massa solo in un punto (il Cile appunto). Questo spostamento ha fatto sì che il sistema Terra che è in rotazione si è trovato per un attimo sbilanciato (il baricentro, o centro di massa che dir si voglia, si è spostato dall'asse di rotazione). Ovviamente la Terra ha cambiato di pochissimo il suo asse di rotazione per trovare un nuovo equilibrio in modo che l'asse di rotazione stesso tornasse a passare per il nuovo centro di massa.
 
 
 

Il primo UOMO o Gabriele ...

Post n°19 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da GinTad
 
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       ll Padre di Tutti, o Primo Uomo, emanò il Figlio (il Pensiero), o Secondo Uomo. Poi comparve l'Agape (Spirito Santo), o Prima Donna. Questa terna generò Cristo e sua sorella Sophia (la Saggezza). Anche Sophia ebbe dei figli, uno dei quali, il Demiurgo Ialdabaoth, si ribellò all'autorità e creò il mondo materiale e l'uomo. Costui, identificato col dio veterotestamentario, rinchiuse i primi uomini, Adamo ed Eva nell'Eden, in maniera da essere venerato da loro. Però Sophia mandò il serpente a spingerli a mangiare il frutto proibito e così risvegliare la loro conoscenza, i cui livelli erano superiori a quelli di Ialdabaoth. Infatti, Sophia aveva instillato negli uomini, all'insaputa del loro creatore, una scintilla divina che, per le manovre del Demiurgo, restava sopita. Gesù, a volte identificato col serpente, quindi discese dal cielo per accendere questa scintilla e liberare gli uomini dalla tirannia di Ialdabaoth. Per questo motivo gli ofiti veneravano il serpente e tutti i personaggi del Vecchio Testamento che si erano in qualche modo opposti a Yahweh, cioè il Demiurgo.

      Sul Monte Nebo, in Giordania, c'è il santuario costruito dove si dice che Mosè vide la Terra promessa e poi morì. Il santuario è cristiano e sulla sommità del monte svetta un crocifisso, questo qui: http://www.globalgeografia.com/album/gio…
Ricorda il Nehushtan, il serpente di rame creato da Mosè http://it.wikipedia.org/wiki/Nehushtan

« Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un'asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita »
(Numeri 21:9)

e, allo stesso tempo, la croce sopra la quale fu crocifisso Gesù CRISTO (Giovanni, 3:14).

 
 
 

VIRATARUPA blogger delinquente ... ( MA PERCHE' ? - PERCHE' ? - PERCHE' ?)

Post n°18 pubblicato il 14 Febbraio 2010 da GinTad
 
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Filma disabile in corsia e lo mette su YouTube

Filma un disabile legato a un letto del Fatebenefratelli e lo inserisce nella categoria «umorismo» di YouTube. Un video-shock di 41 secondi in rete dal 15 dicembre nonostante i solleciti agli amministratori del sito e al provider Google Italia. A rischiare la condanna per una serie infinita di reati, tra i quali la diffamazione, il blogger autore dello stesso filmato «rubato» in corsia, nickname Shanti o Viratarupa, all’anagrafe Gino T., fiorentino di nascita, romano di adozione, 57 anni. Un pittore-grafico con la passione per la meditazione cinese Chan e, soprattutto, frequentatore di luoghi particolari. Come l’Spdc, il reparto psichiatrico dell’ospedale sull’isola Tiberina. La vittima un giovane di Ostia, chiamiamolo Andrea, 27 anni, con problemi intellettivi e relazionali, solo al mondo e affidato dal Comune di Roma a una onlus del territorio, la cooperativa Futura. «Un paziente ben inserito anche nel mondo del lavoro - spiega il legale della Futura, l’avvocato Rita Mautone - ma che, quando è sottoposto a periodi di forte stress e interrompe la terapia farmacologica entra in crisi e prova in tutti i modi a farsi del male». Superata la fase acuta Andrea, che non è tetraplegico come afferma il blogger su YouTube, torna a una vita quasi normale nella casa-famiglia della Futura sul Lido di Levante.

fonte: ilgiornale.it - A.C/R.F

 

 
 
 

Pranava OM

Post n°16 pubblicato il 05 Febbraio 2010 da GinTad
 
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Aum (also Om, written in Devanagari as ॐ, in Chinese and Japanese as 唵, in Tibetan as ༀ, in Sanskrit known as praṇava प्रणव lit. "to sound out loudly" or oṃkāra ओंकार lit. "oṃ syllable") is a mystical or sacred syllable in the Indian religions which originated from Hinduism, Sikhism, Jainism and Buddhism, and in Bön.

"Ohm" is a very holy & godly word accalaimed and recognised all over the world.It means supreme,selfless & clourless.Even ,all those who carry out every morning & evening yogic exercises,they are aware that by chanting it with full concentration,they are bound to have Godly bliss.Let us begin chanting this Mahamantra gifted to us by bliss of Lord Shiva who is always caring for our welfare for our well-being irrespective of our race,relgion& nationality!

 
 
 

Buddha di pietra e Buddha in carne ed ossa ...

Post n°15 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da GinTad
 
Foto di GinTad

Se sali fino a un Buddha di pietra e lo percuoti forte sul capo non succede nulla. Ti fai male alla mano oppure spezzi il bastone. Ma se percuoti un Buddha vivente, potrà anche dire «Ahi!» e potrà sentire dolore, perché se non sentisse nulla non sarebbe umano. I Buddha sono uomini, non deva, non sono dei. Sono uomini e donne risvegliati.

Ma il punto è che non hanno paura d'essere umani, non si tirano indietro di fronte ai dolori e alle difficoltà che sono parte dell'esistenza umana. L'unica differenza è — ed è una differenza difficilmente ravvisabile — che ce ne vuole uno per riconoscerne un altro. Come dice una poesia Zen, «Quando due maestri Zen si incontrano per la via, non hanno bisogno di presentazioni. Quando gli amici s'incontrano, si riconoscono l'un l'altro all'istante». Perciò una persona che ha un'eccellente comprensione dello Zen non va in giro a dire: «Ehi, io capisco lo Zen, ho ottenuto questo conseguimento» perché, se lo dicesse sarebbe un segno sicuro che, invece, non ha capito proprio niente.

L'uomo perfetto usa la propria mente come uno
specchio. Non afferra nulla, non rifiuta nulla.

Una poesia dello Zenrin esprime il medesimo concetto con la metafora delle oche selvatiche in volo sopra un lago:

"Le oche selvatiche non intendono proiettare il loro riflesso;
l'acqua non ha intenzione di ricevere la loro immagine.".

In altre parole ciò equivale, per dirlo in lingua corrente, a vivere senza appigli. La parola «appigli» sta qui in luogo del giapponese bonnô o del sanscrito klesa, parole che di solito vengono tradotte con «attaccamenti» o «contaminazioni». Ma questi concetti suonano un po' religiosi, sapete quel che voglio dire... Nello Zen si dice che puzzano. Perciò diciamo che bisogna non avere più appigli, ossia esser capaci di procedere come una nuvola e di fluire come l'acqua, vedendo che la vita intera è una magnifica illusione, un livello energetico e che non c'è assolutamente nulla da temere.

 
 
 

Dharma (ovvero Religione) e sessualità ...

Post n°14 pubblicato il 20 Gennaio 2010 da GinTad
 
Foto di GinTad

Così come il Budda all'inizio della sua predicazione aveva escluso le donne dal Sangha, anche il Cristo aveva chiaramente enunciato il suo rapporto con la donna fin dall'inizio della sua missione: infatti alla Madre che alle nozze di Cana gli chiedeva di intervenire perché mancava il vino, aveva risposto: "Donna che ho a che fare io con te?" - "Non è arrivata ancora la mia ora!" - Sapendo bene che compiere un segno in quel momento equivaleva ad accettare la soddisfazione di una volontà inferiore: quella della donna, che in un prosieguo di tempo lo avrebbe portato anche alla testimonianza suprema: la morte in croce. Perché il Cristo si abbandona a questa volontà inferiore? La risposta non può essere che la stessa data dal Budda all'ingresso della donna nella comunità del Sangha: il male minore. Ecco, il morire in croce è il male minore. Questo significa accettare di dare un segno tangibile della propria missione trascendente proprio nelle condizioni peggiori.

E' vero che la Chiesa ha imposto il celibato per tutti i preti soltanto nel 1530 con il Concilio di Trento, ma questo non ha ancora risolto il problema. Ovvero: o le cose sono state ormai compromesse, dati i 1500 anni di lassismo, oppure è diventato un problema insolubile.

Così il Budda aveva dichiarato che dato l'ingresso delle donne nella comunità del Sangha la religione sarebbe durata 500 anni di meno: vale a dire, il Dharma sarebbe stato accolto nella sua integrale purezza dall'umanità fino a 500 anni, riducendolo in durata di 500 anni. C'è da dire che lo stesso Sangha maschile si è corrotto: infatti nel prosieguo delle speculazioni e manomissioni umane si è arrivati a comunità in cui perfino i monaci avevano una compagna, con la possibilità che falsi monaci facessero il loro mondano comodo.

E' chiaro che non è sul piano mondano che occorre accogliere l'istanza di Karuna, amorevolezza e compassione, per unirla alla Prajna o Saggezza, ma è nella mente dell'uomo. E' chiaro che chi abbraccia la trascendenza deve rinunciare alla donna: ne va della sua realizzazione effettiva e della possibilità stessa della sua missione in questo mondo.

Accenno al problema dei preti pedofili per dire quanto sia difficile mantenersi in un ambito di correttezza e integrità senza cedere alla componente sessuale. Insomma: chi cede al sesso dimostra di non aver ancora capito dove sta il problema umano nella sua interezza. L'apostolo Pietro dopo una conversazione con il Cristo, a proposito della situazione umana, gli diceva: "Se le cose tra uomo e donna stanno così, non conviene ad un uomo prendere moglie".

L'ideale del Tantra è reintegrare nei fatti anche la componente sessuale, cioè utilizzarla come un medicamento pericoloso, o velenoso, pur rimanendone distaccati o immuni: cioè senza cedere ad esso. L'ideale del Graal è cercare l'unione tra l’uomo e la donna per la effettiva ricostituzione sul piano terrestre dell'Archetipo umano. Dove sta la falsità di queste posizioni?

Nel Tantra, la possibilità che si metta in dubbio la serietà del ricercatore dato che inevitabilmente, nella vita di tutti i giorni dovrà scendere a compromessi. Nel caso del Graal c'è da dire che ogni uomo, maschio, rappresenta già nel piano terrestre la realizzazione dell'Archetipo Umano e quindi non c'è un'effettiva necessità di una convivenza con una compagna per realizzarlo.

Questo non significa che, per la componente di compassione, non si possa avere un rapporto con la donna, ma questo deve essere ben inteso però. Occorre sapere che è come dar da mangiare, occasionalmente, a un gatto affamato.

 
 
 

luz

Post n°13 pubblicato il 26 Ottobre 2009 da GinTad
 
Foto di GinTad

Il Luz nella mistica ebraica è una metafora... si dice che sia l'osso indistruttibile da cui l'uomo verrà ricostruito nel giorno della resurrezione... Noi sappiamo bene che assolutamente nulla sopravvive alla decomposizione del cadavere... Nella cabala si dice anche che il Luz sia un atomo, una singola e unica particella corporea indistruttibile, essenza del nostro essere... Il fatto che sia collocato alla base della colonna vertebrale rimanda ad un inevitabile parallelo con la kundalini, importantissimo centro vitale dell'uomo tanto caro alla tradizione orientale e a quella esoterica di tutto il mondo... Una metafora simile esiste nel rosicrucianesimo, mistico ordine di origine cristiano (nato, si narra da un incontro filosofico tra i cavalieri templari e alcuni mistici musulmani), nel quale si parla dell'atomo indistruttibile, l'atomo-scintilla di spirito, che i Rosacroce però non collocano alla base della colonna vertebrale (sebbene molto presa in considerazione da loro, poichè parlano anche loro di "kundalini", che loro chiamano "serpente di fuoco") ma al centro del cuore... la metafora degli atomi indistruttibili non è altro che un modo per indicare la coscienza, che per quasi tutte le tradizioni del mondo è indistruttibile e sopravvive alla decomposizione del corpo... la coscienza è quindi l'unico "atomo" che non si decompone mai... non è molto dissimile da quello che in oriente si indica con il termine atman o che alcuni filosofi hanno chiamato "monade spirituale"... no, l'osso è solo una metafora spirituale... del resto sarebbe proprio ironico che la parte più importate dell'uomo e unica a sopravvivergli fosse... il suo sedere

 
 
 

Alcune mie considerazioni ...

Post n°12 pubblicato il 15 Settembre 2009 da GinTad
 
Foto di GinTad

Distinguo Forma e forma, ed intendo per la prima l’idea che fa nascere un oggetto nella sua concretezza. Nelle relazioni umane esistono anche queste distinzioni quando si passa da un rapporto formale, e la cui sostanza è prestabilita, ad uno più aperto in cui si scende in profondità ed in dettagli che implicano una maggiore ed esclusiva confidenza. Quando questa soglia viene superata e la fiducia prevale allora non si può parlare più neanche di confidenza, ma di vera comunione di anime e di spiriti. In quest’ultimo caso le vicende della vita sono condivise e vissute, oltreché interpretate, insieme. Quando però il dono di sé implicato nella relazione è totale allora si entra nel campo del puro misticismo ed ogni azione, parola e pensiero è rivolto al bene superiore che è la salvezza eterna dell’altro.

 

 
 
 

wabi e sabi

Post n°11 pubblicato il 25 Agosto 2009 da GinTad
 

Wabi-sabi (in Kanji: 侘寂) costituisce una completa visione del mondo giapponese o estetica centrata sull'accettazione della transitorietà. L'espressione deriva dalle due parole wabi e sabi. L'estetica è talvolta descritta come quella della bellezza "imperfetta, impermanente e incompleta" (secondo quanto scritto da Leonard Koren nel proprio libro Wabi-Sabi: for Artists, Designers, Poets and Philosophers). È un concetto derivato dall'affermazione buddista dei Tre regni dell'esistenza — Anicca o, in giapponese, 無常 (mujyou), impermanenza.

Secondo Koren, il wabi-sabi è la più evidente e particolare caratteristica di ciò che consideriamo come tradizionale bellezza giapponese e nel pantheon giapponese "occupa all'incirca lo stesso posto dei valori estetici come accade per gli ideali di bellezza e perfezione dell'Antica Grecia in Occidente". Andrew Juniper afferma che "se un oggetto o un'espressione può provocare dentro noi stessi una sensazione di serena malinconia e un ardore spirituale, allora si può dire che quell'oggetto è wabi-sabi". Richard R. Powell riassume dicendo "(il wabi-sabi) nutre tutto ciò che è autentico accettando tre semplici verità: nulla dura, nulla è finito, nulla è perfetto".

Le parole wabi e sabi non si traducono facilmente. Wabi si riferiva originariamente alla solitudine della vita nella natura, lontana dalla società; sabi significava "freddo", "povero" o "appassito". Verso il 14esimo secolo questi significati iniziarono a mutare, assumendo connotazioni più positive. .[1] Wabi identifica oggi la semplicità rustica, la freschezza o il silenzio, e può essere applicata sia a oggetti naturali che artificiali, o anche l'eleganza non ostentata. Può anche riferirsi a stranezze o difetti generatisi nel processo di costruzione, che aggiungono unicità ed eleganza all'oggetto. Sabi è la bellezza o la serenità che accompagna l'avanzare dell'età, quando la vita degli oggetti e la sua impermanenza sono evidenziati dalla patina e dall'usura o da eventuali visibili riparazioni.

Sia wabi che sabi suggeriscono sentimenti di desolazione e solitudine. Nella visione dell'universo secondo il Buddhismo Mayahana, questi possono essere visti come caratteristiche positive, che rappresentano la liberazione dal mondo materiale e la trascendenza verso una vita più semplice. La filosofia mahayana stessa, comunque, avverte che la compresione genuina non può essere raggiunta attraverso le parole o il linguaggio, per questo l'accettazione del wabi-sabi in termini non verbali può costituire l'approccio più giusto.

I concetti di wabi e sabi sono originariamente religiosi, ma l'uso che si fa attualmente di queste parola in giapponese è spesso abbastanza causale. In ciò si può notare la natura sincretica dei sistemi di credenze giapponesi.

Una traduzione molto semplice di wabi-sabi potrebbe essere bellezza triste.
Fonti:
Molte arti giapponesi negli scorsi millenni sono state influenzate dallo Zen e dalla filosofia Mahayana, in particolare la contemplazione dell'imperfezione, il flusso costante e l'impermanenza di tutte le cose. Tali arti possono essere esempio di un'estetica wabi-sabi. Eccone una lista incompleta:

Honkyoku (musica tradizionale di shakuhachi di monaci Zen vagabondi)
Ikebana (disposizione dei fiori)
giardino giapponese, giardino Zen e bonsai (giardini in vaso)
Poesia giapponese, in particolare gli haiku
Porcellane giapponesi
Cerimonia del tè giapponese

 
 
 

Il dolce stil novo ...

Post n°10 pubblicato il 25 Agosto 2009 da GinTad
 
Foto di GinTad

Al cor gentil rempaira sempre amore
come l’ausello in selva a la verdura;
né fe’ amor anti che gentil core,
né gentil core anti ch’amor, natura:
ch’adesso con’ fu ’l sole,
sì tosto lo splendore fu lucente,
né fu davanti ’l sole;
e prende amore in gentilezza loco
così propïamente
come calore in clarità di foco.
Foco d’amore in gentil cor s’aprende
come vertute in petra prezïosa,
che da la stella valor no i discende
anti che ’l sol la faccia gentil cosa;
poi che n’ha tratto fòre
per sua forza lo sol ciò che li è vile,
stella li dà valore:
così lo cor ch’è fatto da natura
asletto, pur, gentile,
donna a guisa di stella lo ’nnamora.
Amor per tal ragion sta ’n cor gentile
per qual lo foco in cima del doplero:
splendeli al su’ diletto, clar, sottile;
no li stari’ altra guisa, tant’è fero.
Così prava natura
recontra amor come fa l’aigua il foco
caldo, per la freddura.
Amore in gentil cor prende rivera
per suo consimel loco
com’ adamàs del ferro in la minera.
Fere lo sol lo fango tutto ’l giorno:
vile reman, né ’l sol perde calore;
dis’omo alter: «Gentil per sclatta torno»;
lui semblo al fango, al sol gentil valore:
ché non dé dar om fé
che gentilezza sia fòr di coraggio
in degnità d’ere’
sed a vertute non ha gentil core,
com’aigua porta raggio
e ’l ciel riten le stelle e lo splendore.
Splende ’n la ’ntelligenzïa del cielo
Deo crïator più che ’n nostr’occhi ’l sole:
ella intende suo fattor oltra ’l cielo,
e ’l ciel volgiando, a Lui obedir tole;
e con’ segue, al primero,
del giusto Deo beato compimento,
così dar dovria, al vero,
la bella donna, poi che ’n gli occhi splende
del suo gentil, talento
che mai di lei obedir non si disprende.
Donna, Deo mi dirà: «Che presomisti?»,
sïando l’alma mia a lui davanti.
«Lo ciel passasti e ’nfin a Me venisti
e desti in vano amor Me per semblanti:
ch’a Me conven le laude
e a la reina del regname degno,
per cui cessa onne fraude».
Dir Li porò: «Tenne d’angel sembianza
che fosse del Tuo regno;
non me fu fallo, s’in lei posi amanza».

 
 
 

Cubo e Croce ...

Post n°9 pubblicato il 18 Agosto 2009 da GinTad
 

La forma del cubo sezionato e rivoltato, è quella della piramide.

La piramide è dunque la forma simbolica dell'uomo-dio che
riveste la propria natura divina e disinteressata, realizzando
pienamente Dio sulla terra.

La salvezza della terra, la spiritualizzazione della materia si
compie nella persona dell'uomo-dio.

Il Sé divino, il creatore è seduto maestosamente sul proprio
trono e regna sulla materia, sul corpo.

La rappresentazione simbolica dell'uomo materiale che si
serve del proprio intelletto per soddisfare unicamente il
proprio essere fisico è formata dalla croce che compone le superfici del cubo: è su questa croce, ossia sulla T, che il Sé divino
nascosto è crocifisso.

In queste creature il divino è privo di autorità, non può manifestarsi,
e deve sottomettersi alle leggi del mondo materiale;
è crocifisso sulle due grandi braccia del mondo a tre dimensioni,
sullo spazio e sul tempo e muore su questa croce della materia.

Ma la sua morte non è definitiva! in una coscienza sprofondata
al livello più basso, il Sé divino-creatore resusciterà e salverà
colui che soffre.

Nella sua ignoranza l' uomo materiale crocificce il proprio Sé
superiore, Dio in lui e si prepara così ogni sorta di tortura e di
tormento.

Le sofferenze lo risvegliano, la sua coscienza superiore si sveglia e
nella resurrezione del suo Sé divino, vive la propria salvezza
perché si riconosce in Lui !!!

La rappresentazione della croce , così come descritta, l'ho trovata
in una chiesina" cattolica" in Francia....ho fatto le riprese in quanto
per me è stato molto insolito vedere una croce che simboleggia un
percorso filosofico diverso da quello che siamo abituati a sentire.

Forse il fatto di trovare quest'interpretazione all'interno di una
chiesa può significare che all'interno del cattolicesimo ufficiale
esistono gradi diversi di conoscenza .

 
 
 

Bodhidharma

Post n°8 pubblicato il 15 Agosto 2009 da GinTad
 
Foto di GinTad

L'imperatore Wu di Liang chiese a Bodhidharma:" Dall'inizio del mio regno ho fatto costruire molti templi, ho fatto trascrivere tanti libri sacri, ho aiutato numerosi monaci; quale pensi che sia il mio merito? "
" Proprio nessun merito, Maestà! " rispose seccamente Bodhidharma.
" Perché?" chiese, stupito, l'imperatore.
" Tutte queste opere sono d'un ordine inferiore ", rispose in modo significativo Bodhidharma, " le quali possono far sì che il loro autore rinasca nei cieli o sulla terra. Esse però recano ancora le tracce del mondo, sono come le ombre che accompagnano gli oggetti. Malgrado le apparenze esse non sono altro che delle irrealtà. Il vero atto che procura merito è pieno di sapienza pura, è perfetto e misterioso, la sua vera natura è fuori dalla portata dell'umano intelletto. Essendo tale, nessuna opera di questo mondo può condurre ad esso ".
Allora l'imperatore Wu chiese a Bodhidharma: " Qual è il primo principio della santa dottrina? "
" È il vasto vuoto, Maestà, e nulla vi è in esso che sia da chiamarsi santo! " rispose Bodhidharma.
" E allora chi è colui che ora mi sta dinanzi? ".
" Non lo so, Maestà! "

Un secondo aneddoto narra di un missionario cristiano che, vedendo un monaco cinese in preghiera, gli chiese:

- Chi stai pregando?
- Nessuno, rispose il monaco.
- Per che cosa stai pregando?, precisò allora il missionario.
- Per nulla, rispose ancora il monaco.
E, mentre il missionario se ne stava andando con visibile disappunto, il monaco aggiunse: - Comunque, guarda che non c'è nessuno che sta pregando.

La consapevolezza dell'Assoluto che è al di la' di tutti i pensieri umani, la' dove si incontrano le Anime fatte di solo Spirito...Dove tutto e' e non e'...dove l'uomo e la donna non sono ne' uomo ne' donna... ma solo Uno...L'origine di tutte le cose...Quell'anima che anela a dissetarsi a quell'Unica Fonte creatrice di tutte le cose...
Li' ..non ci sono religioni che dividono.. parole che differenziano...realta' sovrapposte o parallele...
Dio e' il Colui che è...il vero Maestro che non scende a compromessi con le sue creature...
Il grande dualismo dell'uomo e' il conflitto tra la volontà nostra e la Volontà divina, una sorta di dimenticanza del fatto che " nel progetto divino è previsto tutto e tutto vi possiede un'unità ".
La Vera Saggezza, Sapienza, Consapevolezza....non hanno etichette scritte dagli uomini....ma e' nell'Anima stessa che possiamo tutti riconoscerci davvero Uno in Dio...
E non ci sono bisogno di parole per descrivere la perfezione....
Essa parla da sola...ai nostri cuori aperti.

 
 
 

Il conte di Saint Germain

Post n°7 pubblicato il 14 Agosto 2009 da GinTad
 
Foto di GinTad

Si hanno segnalazioni del Conte di Saint Germain in Italia, in Olanda, in Gran Bretagna ma le sue tracce si faranno in breve tempo confuse anche perché Saint Germain si fa chiamare spesso con altri nomi, come "Conte di Bellamye" o "Conte del Monferrato".
Non dimentichiamo, però, che il XVIII secolo è stato anche il secolo degli avventurieri e, per molti versi, la figura del Conte di Saint Germain pare adattarsi benissimo al cliché dell'avventuriero settecentesco.
Quest'uomo, dunque, a pieno titolo uomo del suo tempo, pare sia anche andato in India. Ce ne parla lo scrittore ottocentesco Lascalles Wraxall in "Adventures remarquadles" (1865) lasciando sottintendere una sorta di viaggio iniziatico, volto all'apprendimento di misteriosi poteri e, forse, di oscure iniziazioni. Ma, a proposito dell'origine di questo misterioso personaggio, ci dà una consistente mano Horace Walpole, il quale, in una lettera datata 9 dicembre 1745, accenna ad una possibile origine... italiana del "Conte di Saint Germain". Secondo una testimonianza inglese, era nato vicino ad Asti all'inizio del 1700 e parlava sia l'italiano, sia il francese con un leggero accento piemontese. Una sorta di "contro-cagliostro", insomma. Anzi, una tradizione, peraltro non molto accreditabile, vorrebbe che l'avventuriero siciliano fosse stato allievo del Conte di Saint Germain.
Quanto al suo aspetto fisico, Charles Henri, barone di Gleichen, lo descrive così: "...un uomo di taglia media, assai robusto, vestito con semplicità magnifica e ricercata...".
Se ne avrebbero notizie, a Parigi, a partire dal 1857, quando, secondo il Wraxall, iniziò a stupire il pubblico della città in riva alla Senna.
Nel suo scanzonato e fascinoso eloquio, Saint Germain assicura il suo pubblico, e lo convince, che egli avrebbe parlato con personaggi del passato, da lui ben conosciuti e si ammanta di un alone volutamente imprecisabile di "uomo misterioso" perfettamente padrone delle tecniche di ammaliamento del pubblico, fino ai più alti livelli della società del tempo. La cortigiana Pompadour ne è magnetizzata al pari delle altre dame di corte e nemmeno re Luigi XV ed un numero imprecisabile di suoi cortigiani è esente dall'esserne attratto.
Saint Germain aveva una cultura sbalorditiva, che spaziava in svariati campi del sapere: non esisteva, pare, lingua, antica o moderna, al di fuori della sua conoscenza; la storia sembrava non avesse segreti per lui e, in effetti, uno dei punti di forza del suo personaggio era l'affermazione di sapersi muovere a piacimento nel tempo essendo testimone "interattivo", diremmo oggi, degli eventi e degli uomini che vissero in secoli diversi. Ma un aspetto, in particolare, dei presunti poteri del Conte di Saint Germain colpì i suoi contemporanei: la capacità di non invecchiare. Aveva forse scoperto il segreto dell'eterna giovinezza? Era per quello che si era recato in estremo Oriente?
Fatto sta che Saint Germain pareva non invecchiare mai: si presentava al pubblico a distanza di anni ed aveva sempre lo stesso aspetto di uomo sulla quarantina. Di questa, chiamiamola "virtù", Saint Germain ne approfitterà per distribuire senza lucro unguenti ed impiastri vari alle vecchie dame rattrappite della corte di Luigi XV. Presto si aggiunse al suo nome l'appellativo di "Immortale".

 
 
 

Le Piramidi egizie e la Costellazione di Orione

Post n°6 pubblicato il 13 Agosto 2009 da GinTad
 
Foto di GinTad

I significati reali delle piramidi e gli scopi per cui erano state costruite potrebbero quindi appartenere a quella cultura, forse di derivazione atlantidea, che caratterizzò le prime dinastie e che poi, per motivi che non possiamo conoscere, andò contaminandosi fino a perdere la sua efficacia. E' opinione corrente che Giza ed il monumento di Cheope racchiudano tutti i misteri associati alla costruzione delle piramidi.

Tanto per cominciare, qual era lo scopo della Grande Piramide?

L' ipotesi più ovvia, come abbiamo detto, è che sia stata una tomba. C' è anche un sarcofago in quella che viene chiamata ora "La camera del Re". Eppure non vi è alcuna indicazione dello svolgimento di un funerale. Il passaggio terminale che conduce alla stanza stessa è la stupenda "Grande Galleria", lunga 47,5 metri, alta 8,5 e larga 2, che si dirige verso la sommità e con una pendenza notevole, un angolo di 26°. Forse i ritualisti di Cheope avevano progettato una processione finale lungo questo passaggio inclinato, ma non lo si può affermare con sicurezza: il corridoio che conduce alla "Grande Galleria", infatti, è talmente basso che per percorrerlo è necessario camminare chini.

Perchè la Grande Piramide fu costruita in quel luogo? Forse per la semplice ragione che gli antichi Egizi vivevano, in maggioranza, proprio là. Ma, in seguito a varie supposizioni, si giunse anche ad altre ipotesi, illustrate dal professor Livio Catullo Stecchini nel libro di Peter Tompkin "Secrets of the Great Pyramids". Secondo lui ed altri studiosi, i figli del Nilo possedevano conoscenze molto più avanzate in fatto di geografia e cosmologia di quanto si ritenga generalmente. Stecchini sostiene che conoscevano la sfericità della Terra e che erano giunti a calcolarne i gradi di latitudine e longitudine.

I già citati scrittori Hancock, Bauval e Wilson hanno avanzato delle teorie sul vero significato delle piramidi, collegandole a culti stellari e religiosi; chi ha trovato coincidenze con alcune costellazioni, come nel caso di Robert Bauval, che nel suo libro "Il mistero di Orione" mette in evidenza la correlazione tra i condotti della Grande Piramide di Cheope, che dalle camere interne atraversano tutta la struttura della piramide, per sbucare all' aperto, come canali di aerazione; ebbene, Bauval ha scoperto che questi condotti, all' epoca in cui fu costruita la piramide puntavano rispettivamente, quelli posti a sud verso la Cintura di Orione e verso Sirio, Osiride e Iside nella concezione mitologica;


I condotti della Grande Piramide

i due condotti nord erano diretti verso la stella polare, Alpha Draconis, e verso la testa dell' Orsa Minore, l' ascia celeste di Horus, chiamata anche "ascia di Upuaut". Bauval è giunto a questa scoperta calcolando la precessione degli equinozi ed il moto proprio di tutte le stelle risalendo all' epoca intorno al 2500 a.C. Hancock e Wilson hanno constatato che le piramidi di Giza sono perfettamente allineate al nord magnetico e nello stesso tempo riproducono sulla Terra la disposizione delle tre stelle principali della Cintura di Orione, mentre John Anthony West ha descritto nel suo libro "Il Serpente Celeste" l' Egitto dei faraoni come la rappresentazione in scala terrestre della Via Lattea. Tutto questo per collegare il popolo Egizio alle stelle, da dove questi autori pensano siano giunti gli Dèi degli Egizi, a portare loro la conoscenza.


La perfetta correlazione tra le tre piramidi di Giza e le stelle della cintura di Orione

Ipotesi troppo azzardate, forse, ma nel mistero delle piramidi può starci anche questo, fino al giorno in cui tutti i segreti saranno svelati. La piramide di Cheope sarebbe costituita da circa due milioni e mezzo di blocchi di calcare, ognuno misurante in media 1,2x1,2,x0,75 metri e pesante circa 2,5 tonnellate, con massi più pesanti, fino a 15 tonnellate. Complessivamente la costruzione contiene circa 2.700.000 metri cubi di pietra e pesa circa 6 milioni di tonnellate, quasi il doppio dell' Empire State Building di New York.

Misurazioni più accurate della Grande Piramide vennero effettuate nel 1925 da James Humphrey Cole, che fu in grado di identificare la posizione originale dei vertici, anche se ne mancano i blocchi, e di misurare i lati con un margine di errore inferiore a 3,8 centimetri. Cole calcolò così le dimensioni del monumento: lato nord 230,253 metri; lato sud 230,454 metri; lato est 230,391 metri; lato ovest 230,357 metri. La differenza tra il lato più lungo e quello più corto è quindi di soli 20,1 centimetri. Gran parte dei massi di qualità inferiore utilizzati per il nucleo centrale proveniva dalle cave vicine, ma il granito che servì per rivestire le pareti delle stanze interne proveniva da un luogo molto distante, lungo il Nilo ed il calcare ancora più prezioso utilizzato per i rivestimenti esterni aveva origine nelle cave di Tura, ad est del Cairo. Tralasciando il sistema usato per portare alla Piana di Giza i massi estratti da queste cave, il problema che assilla gli studiosi è questo: come hanno fatto ad issare a certe altezze massi di svariate tonnellate? Ai nostri giorni un lavoro del genere sarebbe possibile soltanto se si utilizzassero moderni macchinari di sollevamento. Resta il fatto che gli antichi Egizi, senza disporre delle nostre tecnologie, hanno compiuto ugualmente un lavoro a dir poco incredibile. C' è chi ha alluso a piani inclinati, chi ha pensato a rulli ricavati da tronchi d' albero, a rampe a spirale costruite man mano che la piramide si innalzava, ma queste ipotesi non convincono i tecnici.

Una recente teoria ipotizza che i blocchi di pietra... non siano di pietra, ma di una sorta di calcestruzzo usato a quei tempi. Così si spiegherebbe la facilità di sitemazione di questi blocchi giganteschi.

 
 
 

Appena dopo la Lemuride ... ?

Post n°5 pubblicato il 12 Agosto 2009 da GinTad
 
Foto di GinTad

I primati, di cui noi umani siamo l’ultima versione, hanno da ieri l’avo, anzi l’ava più antica. Si chiama Ida e ha 47 milioni di anni, secondo la carta d’identità custodita nel fossile, benissimo conservato e riassemblato al 95%.

Un gruppo di scienziati l’ha studiato in gran segreto per un paio d’anni, ma la presentazione al mondo è stata fatta ieri, al Museo di Storia Naturale di New York in pompa magna multimediale, con un libro già stampato in 100 mila copie, un film per la tv «History Channel», un accordo di esclusiva con il network ABC News e un sito web dedicato al fenomeno. Come ha fatto notare con malizia il «New York Times», benvenuti nella «scienza per l’Età del Mediocene», la fase attuale dell’evoluzione del mondo dove tutto è show, con audience e copyright sparsi in tempo reale per il grande pubblico globale.

La scoperta, secondo i dati forniti dai protagonisti, merita del resto tutto il clamore minuziosamente preparato. La proscimmia promette d’essere l’«anello mancante» capace di portare l’orologio della preistoria indietro laddove non s’era mai spinto, 20 volte più lontano rispetto all’ultima data conosciuta per gli esseri viventi, bipedi mammiferi, che la teoria di Darwin ha censito quali nostri antenati. Il fossile è quello di una specie di transizione, un pre-lemuride che mostra le caratteristiche di una linea evolutiva molto primitiva di non-umani (prosimians), ma anche aspetti propri delle famiglie degli antropodi, come le scimmie e gli scimpanzè.

E’ questa convergenza che porrebbe Ida alla radice dell’evoluzione che è arrivata fino a noi, collegandoci con i primati. «L’annuncio è destinato a rivoluzionare la nostra comprensione dell’evoluzione umana», titola il comunicato ufficiale del Museo, ma la comunità scientifica è prudente nell’abbracciare la novità come un fatto provato. La rivista scientifica «PLoS», nel riportare la notizia, ha per esempio scritto che gli scienziati scopritori sostengono che il fossile potrebbe essere «un ramo» dell’albero evolutivo. Ma «noi non lo sosteniamo», ha precisato «PLoS».

Per Jorn Hurum, lo scienziato dell’Università di Oslo che ha acquistato il fossile in Germania e ha poi coordinato il team di specialisti che l’hanno analizzato, non ci sono invece più segreti. Come per Michael Novacek, il rettore per la scienza del Museo di Storia Naturale, che ha difeso la cerimonia del lancio e l’esposizione del fossile: «Non l’avremmo ospitato, se non fossimo stati convinti dell’importanza della scoperta». Hurum iniziò l’avventura di Ida nel 2006, quando ad una fiera tedesca ad Amburgo la comprò da un venditore privato di resti fossili, che la teneva in un cassetto da 25 anni e disse che era stata trovata nel Pozzo di Messel, un cratere largo oltre un chilometro, ricco di greggio e con una buona quantità di residui fossili dall’Età dell’Eocene.

A differenza di Lucy e degli altri fossili di primati trovati nella «culla dell’umanità» in Africa, Ida è dunque vissuta in Europa, il che se non altro restituisce lustro alla definizione di Vecchio Continente. L’analisi fossile ha rivelato che si tratta di una giovanissima femmina, con le dita e le unghie dei piedi al posto delle zampe a «dimostrare» che è una pre-umanoide. La presenza del pollice opponibile nelle due mani e dell’astragalo, l’osso breve del tarso, lega, anzi, ancora più direttamente Ida agli umani. Il fossile permette anche di risalire alla forma completa di una corporatura di carne soffice, con tanto di resti di cibo nello stomaco. Erbivora, alta all’incirca 60 centimetri, la «ragazza» si nutriva di frutta, semi e foglie: i raggi X hanno mostrato che aveva, insieme, denti sia da bambina sia da adulta. Morì per aver bevuto l’acqua del lago Messel, prima vittima dell’inquinamento da ossido di carbonio, sprigionato dal vicino vulcano. La sua età è stata calcolata attorno ai nove mesi, che tradotti in età da umani significa circa sei anni. I lemuridi, altra prova dell’«anello mancante», erano noti invece per avere una «dentatura a pettine».

Ida visse 47 milioni di anni fa, un periodo critico della storia della Terra, l’Eocene, quando cominciarono a stabilizzarsi le specie dei mammiferi. Dopo l’estinzione dei dinosauri, i primi cavalli, i pipistrelli, le balene e molte altre creature iniziarono ad apparire nel pianeta subtropicale. La Terra cominciava a prendere la sembianza che noi conosciamo oggi, con i monti dell’Himalaya e le evoluzioni della flora e della fauna. I mammiferi di terra, compresi i primati, convivevano nella giungla. Gli scienziati dovranno spiegare la migrazione verso la Germania di questa piccola prozia di scimmie e umani, orgogliosamente diversa dei lemuridi che avevano finora occupato la casella al di sopra della scala evolutiva degli umani. Ma intanto, con gli occhi già simili ai nostri e lo sguardo fisso in avanti che la rendeva capace di vedere a distanza e a tre dimensioni, Ida ha già conquistato uno spot da prima donna.

 
 
 

Chi l'avrebbe immaginato ... ?

Post n°4 pubblicato il 11 Agosto 2009 da GinTad
 

Anticamente per eliminare rivali politici, amorosi o solamente per rivalità personali, era in voga la pratica dell’avvelenamento. Per difendersi da questo potenziale rischio, papi, regnanti, nobili, politici e signorotti, prima di iniziare qualsiasi pasto facevano assaggiare le portate a personaggi destinati a questa funzione, o ai cuochi stessi.
Considerando tutta la spazzatura documentata, contenuta nei vaccini, non vi piacerebbe vedere i responsabili assumere la loro creazione avvelenata?
E’ quello che deve aver pensato Jock Doubleday, presidente dell’associazione non-profit Natural Woman, Natural Man Inc. che nel lontano 2001 offrì 20.000 dollari al primo dottore in medicina o CEO di un’azienda farmaceutica che avesse bevuto una miscela di additivi standard contenuti nei vaccini, nella stessa quantità somministrata ad un bambino di sei anni, così come raccomandato dalla direttiva del Centers for Disease Control and Prevention.

L’offerta però cadde nel nulla, nessuno si fece avanti per il test, sempre valido anche negli anni a seguire. Molto probabilmente, pensò Jock la cifra è troppo bassa, alzò la posta nell’agosto del 2006, portando l’offerta a 75.000 dollari, anche così nessun pretendente si fece avanti. A partire da giugno 2007 i rialzi proseguirono fino ad arrivare a 110.000 dollari nel mese di dicembre, dei volontari nemmeno l’ombra. Jock allora decise di incrementare l’offerta di 5000 dollari ogni mese in perpetuo, se uno degli interessati avesse accettato la prova. Ad oggi agosto 2009, la cifra è arrivata a 210.000 dollari, senza che nessuno si sia offerto per l’assaggio del cocktail, che verrebbe calibrato per il peso dell’eventuale volontario, preparato con gli additivi, così come iniettato all’umanità nel nome della salute.

Cosa dovrebbe assumere il volontario?

Il siero non dovrà contenere virus depotenziati o batteri vivi o morti, come nel vaccino reale, ma solo gli ingredienti standard dell’abituale composizione delle vaccinazioni.

Il siero dovrà contenere almeno i seguenti additivi:

-thimerosal (un derivato del mercurio)
-glicole etilenico (anticongelante) non è un errore si tratta proprio di anticongelante
-phenol (colorante disinfettante)
-benzethonium chloride (disinfettante)
-formaldeide (conservante disinfettante)
-alluminio
...Ma che bello sembrano gli ingredienti di una vernice,interessante.

Questi non sono i soli additivi impiegati, ma la mistura dovrà contenere almeno questi.

La mistura sarà preparata da Jock Doubleday più tre medici professionali da esso nominati, più tre medici professionali nominati dal volontario.

Volontari di Big Pharma e medici cercasi!!!!

...dal sito di Jock Doubleday's,leggiamo:

L'offerta continuerà ad aumentare di 5.000 dollari al mese fino a quando un M.D. o un amministratore delegato di un'azienda farmaceutica o qualcuno dei membri di rilievo dell'ACIP (potete vedere la pagina web dell'ACIP per avere una lista di possibili candidati) acconsenta a bersi una dose calibrata sul proprio peso corporeo dei velenosi additivi che il medici iniettano di routine nei bambini nel nome della salute [l' "Advisory Committee on Immunization Practices" ovvero "Comitato Consultivo per le pratiche d'immunizzazione", è un organo che si occupa delle vaccinazioni e che fa parte dell'ente governativo CDC, Center for Disease Control CDC; N.d.T.]

DOMANDA: Perchè mai i medici non vogliono bere i veleni che iniettano giornalmente ai bambini...?

DOMANDA: Perchè i membri dell'ACIP non vogliono bere gli additivi presenti nei vaccini che essi affermano essere sicuri...?

Il dottor Paul Offit dell'ACIP ha ricevuto almeno29 millioni di dollari dalla sua parte di diritti [royalties] per il vaccino Rotateq dell'azienda Merck dopo avere usato la sua posizione per assicurare che l'inoculazione di tale vaccino ai bambini divenisse obbligatoria.(perchè non lo bevi stro.nzo!!)

Visto l'evidente conflitto d'interesse (uno dei tanti aspetti) come possono i genitori avere fiducia nella sicurezza ed efficacia dei vaccini...?

Cosa penserà il nobile se il suo cuoco non assaggia il cibo da lui preparato...?

 
 
 

Quando l'inverosimile accade ?

Post n°3 pubblicato il 06 Agosto 2009 da GinTad
 
Foto di GinTad

Ogni cristiano rigenerato è un mistero che non si può spiegare. L'opera soprannaturale dello Spirito Santo, che trasforma il peccatore in un santo, non si può scandagliare appieno. Gesù disse:"il vento soffia dove vuole,e tu odi il rumore,ma non sai nè donde viene nè donde va; così chiunque è nato dallo spirito". La rigenerazione non deve essere capita ma sperimentata. Per convincermi che ho bisogno di nutrirmi, non c'è bisogno che mi venga spiegato il mistero della nutrizione. Che lo comprenda o no, io mangio lo stesso. Spiegare tutto questo non è compito nostro. Non mi so spiegare nè comprendere come la tenera erba verde,mangiata da una pecora,si tramuti in lana.Tuttavia il fatto che non lo capisca, non mi impedisce di godermi il piacevole tepore di un maglione di lana.
Se una persona si rifiuta di mangiare perchè non riesce a capire nè a spiegarsi la digestione, oppure si rifiuta di respirare fino a quando non potrà dimostrare in che modo il sangue si riempie d'ossigeno, sicuramente morirà. è da insensati aspettare finchè non si riesca a capire il funzionamento di una cosa,semplicemente per il fatto che non la comprendiamo.
Nicodemo disse a Gesù: Come possono avvenire queste cose?" Gesù rispose:''Tu sei il dottore d'Israele e non sai queste cose?Se vi ho parlato delle cose terrene e non credete, come credereste se vi parlerò delle cose celesti?'' [giov 3:12]. La risposta a Nicodemo significava ''accettami per fede e sii liberato nello spirito'', esattamente come avvenne agli israeliti nel deserto che guardarono il serpente di rame e furono guariti. Ricevi per fede Cristo!

 
 
 
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