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Buddha di pietra e Buddha in carne ed ossa ...

Post n°15 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da GinTad
 

Se sali fino a un Buddha di pietra e lo percuoti forte sul capo non succede nulla. Ti fai male alla mano oppure spezzi il bastone. Ma se percuoti un Buddha vivente, potrà anche dire «Ahi!» e potrà sentire dolore, perché se non sentisse nulla non sarebbe umano. I Buddha sono uomini, non deva, non sono dei. Sono uomini e donne risvegliati.

Ma il punto è che non hanno paura d'essere umani, non si tirano indietro di fronte ai dolori e alle difficoltà che sono parte dell'esistenza umana. L'unica differenza è — ed è una differenza difficilmente ravvisabile — che ce ne vuole uno per riconoscerne un altro. Come dice una poesia Zen, «Quando due maestri Zen si incontrano per la via, non hanno bisogno di presentazioni. Quando gli amici s'incontrano, si riconoscono l'un l'altro all'istante». Perciò una persona che ha un'eccellente comprensione dello Zen non va in giro a dire: «Ehi, io capisco lo Zen, ho ottenuto questo conseguimento» perché, se lo dicesse sarebbe un segno sicuro che, invece, non ha capito proprio niente.

L'uomo perfetto usa la propria mente come uno
specchio. Non afferra nulla, non rifiuta nulla.

Una poesia dello Zenrin esprime il medesimo concetto con la metafora delle oche selvatiche in volo sopra un lago:

"Le oche selvatiche non intendono proiettare il loro riflesso;
l'acqua non ha intenzione di ricevere la loro immagine.".

In altre parole ciò equivale, per dirlo in lingua corrente, a vivere senza appigli. La parola «appigli» sta qui in luogo del giapponese bonnô o del sanscrito klesa, parole che di solito vengono tradotte con «attaccamenti» o «contaminazioni». Ma questi concetti suonano un po' religiosi, sapete quel che voglio dire... Nello Zen si dice che puzzano. Perciò diciamo che bisogna non avere più appigli, ossia esser capaci di procedere come una nuvola e di fluire come l'acqua, vedendo che la vita intera è una magnifica illusione, un livello energetico e che non c'è assolutamente nulla da temere.

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