Creato da AeAInsiemePerLoro il 01/06/2012
 

Insieme per loro

sito contro il maltrattamento degli animali

 

Messaggi di Giugno 2012

«I governi e il calcio fermino il massacro»

Post n°27 pubblicato il 02 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Cane sopravvissuto a un incendioCane sopravvissuto a un incendio
MILANO – «I governi e il calcio fermino il massacro». E’ all’insegna di questo slogan che le principali associazioni animaliste italiane – dall’Enpa all’Oipa, dalla Lav alla Lega nazionale per la difesa del cane, passando per l’Arca, la Leal e la Leidaa dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla – si sono date appuntamento a Roma, sabato 5 maggio, per dire basta alla strage di cani randagi in Ucraina. Un Paese dove gli animali senza proprietario vengono rastrellati per le strade ed eliminati. L’eccidio, in atto da decenni nel Paese ex Sovietico, si è incrudelito assumendo un ritmo vertiginoso dopo che l’Ucraina, insieme alla Polonia, è stata scelta dalla Uefa qualche anno fa quale sede ospitante delle partite dei Campionati Europei di Calcio.

 

VIDEO SHOCK - Saranno mostrati al pubblico video dall’Ucraina e personaggi noti interverranno con le loro testimonianze e le loro opinioni sui modi per fermare la strage. I partecipanti all’evento sono invitati a portare con sé i propri cani (in rappresentanza di quelli che vengono uccisi in Ucraina) e un pallone da calcio, simbolo dell’intensificazione e dell’imbarbarimento della strage degli animali senza padrone nelle città in cui avranno luogo le partite: Kiev, la capitale, Leopoli, Donetsk e Kharkiv.

 

Cane ucciso a fucilate (Cisternino  - Oipa)Cane ucciso a fucilate (Cisternino - Oipa)
SGARBO DIPLOMATICO - In Italia, una manifestazione nazionale contro l’eccidio ucraino sarebbe stata probabilmente indetta comunque perché il fischio dell’arbitro che darà il via alla prima partita ucraina degli Europei a Khrakiv il 9 giugno si avvicina. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il contegno sprezzante dell’ambasciatore ucraino a Roma quando, alla fine di aprile, ha deciso, senza avvisare, di non presentarsi all’appuntamento ufficiale preso con alcuni esponenti del Consiglio Comunale capitolino, tra i quali Federico Coccia, delegato del sindaco alla salute degli animali, e con una delegazione di Oipa, Enpa, Lav e volontari del canile di Porta Portese che chiedevano con una speciale mozione la fine immediata delle uccisioni nel Paese ex-Sovietico. Al suo posto ha fatto trovare un funzionario di secondo livello che ha parlato di montatura politica contro l’Ucraina vedendo il materiale fotografico del massacro.

 

BOICOTTAGGIO - Di fronte a questo chiaro rifiuto al dialogo la delegazione romana ha lasciato gli uffici dell’Ambasciata promettendo di boicottare gli Europei e di continuare a mobilitarsi a favore dei cani con una grande manifestazione, quella organizzata a Roma per domani. A livello diplomatico è andata meglio ad Andrea Cisternino, fotografo di professione e delegato dell’Oipa a nella capitale ucraina, che sta documentando con dovizia di particolari la strage ormai da più di un anno. Il 30 aprile Cisternino ha avuto un colloquio con l’Ambasciatore italiano a Kiev, Fabrizio Romano, che si è reso disponibile a incontrare un ministro del governo ucraino o il sindaco di Kiev per mettere a punto strategie più umane ed efficaci per la gestione del randagismo.

 

Cani uccisi (Cisternino-Oipa)Cani uccisi (Cisternino-Oipa)
RANDAGI - Cisternino ha realizzato un libro fotografico con 180 immagini in bianco e nero scattate per le strade di Kiev in cui mostra tutta la sua sensibilità per il disagio in genere, indipendentemente dalla specie cui si appartiene. Il titolo è significativo della sua compassione per tutte le creature che soffrono: «Randagi. Storie di uomini e animali». L’opera può essere ordinata scrivendo a photoandycis@yahoo.it. Il ricavato sarà utilizzato per aiutare i cani di Kiev.

 

INTERROGAZIONE - Sempre italiana l’iniziativa dell’Eurodeputato dell’Idv Andrea Zanoni che ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere che la Ue usi tutto il suo peso per costringere le autorità ucraine a fermare la strage rifacendosi all’articolo 19 del Trattato di Lisbona che definisce gli animali «esseri senzienti tutelati dalla legge dell’uomo». Zanoni si chiede anche quanto la Ue stia finanziando la Uefa e siccome i soldi della Ue sono soldi di tutti i cittadini europei, quanto questi ultimi stiano finanziando il massacro senza volerlo.

 

Volontari al lavoro Volontari al lavoro
FALSO STOP - Ma i metodi della diplomazia pare non servano molto alla soluzione del problema. Lo scorso 13 novembre il direttore per la raccolta dei fondi dell’associazione protezionistica britannica Naturewatch, John Ruane, ha avuto un incontro con il ministro dell'ambiente, Mykola Zlochevsky, che ha promesso di modificare la legislazione ucraina in materia di randagismo e di applicare una moratoria immediata sull’uccisione dei cani randagi. Naturewatch, dal canto suo, avrebbe fornito indicazioni sulle pratiche migliori per la gestione dei cani di strada e sulla costruzione di rifugi. Eppure, questo incontro si è palesato solo un mare di chiacchiere. Sulla carta, dal novembre 2011 è illegale uccidere i randagi ma l’eccidio è continuato e continua tuttora, senza che le autorità ucraine intervengano.

 

FORNI CREMATORI MOBILI - In Ucraina gli animali di strada venivano uccisi anche durante il periodo sovietico ma dopo la caduta dell’Urss la situazione si è aggravata. La società si divise in modo netto tra ricchi e poveri e così fu anche per i cani: dall’inizio degli anni Novanta ci sono animali che viaggiano in Mercedes a fianco dei loro proprietari e animali scheletriti e ammalati che vagano barcollando alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Per uccidere i cani una società privata paradossalmente chiamata Shelter for Municipal Dogs (Rifugio per i cani municipali), profumatamente pagata e protetta dalla municipalità della capitale ucraina, utilizzava (e probabilmente ancora lo fa) fucilazioni sommarie di branchi, anche pacifici e accuditi da volontari, o dolorosissimi avvelenamenti, seguiti dalla costruzione di fosse comuni per i cadaveri che venivano poi ricoperti con colate di cemento. Dal 2009 allo scorso novembre nell’Ucraina Orientale le atrocità si sono spinte fino al limite della barbarie. Le municipalità di Mariupol e di Lisichansk hanno scoperto con orgoglio un metodo, a loro dire geniale e veloce, per sbarazzarsi dei randagi: un piccolo forno crematorio mobile dove gli animali venivano gettati vivi o agonizzanti. Il forno costava circa 20mila euro, una cifra che, impiegata diversamente, avrebbe permesso di sterilizzare migliaia di animali. Per fortuna, l’uso del forno è stato oggi proibito, così come è stato chiuso un sito Internet chiamato «l’ammazzacani», (vreditelyam.net), che dava consigli pratici su come uccidere i randagi con veleni o trappole fai da te.

FAI DA TE - Comunque, non sono solo le istituzioni, con i loro «dog hunter» (cacciatori di cani) a spargere la morte sulle strade ma anche tanti privati cittadini che operano soprattutto di notte. Il 6 gennaio scorso, per esempio, fuori Kiev, è stato appiccato il fuoco ai sei piccoli rifugi improvvisati che un volontario aveva costruito con grande sforzo per dare protezione a quaranta randagi dei quali si prendeva cura. Gli atti di violenza dei privati sono da imputare anche a una campagna mediatica istituzionale che ha sparso il panico sulla pericolosità dei cani e sulle malattie che questi potrebbero portare. Grave è la risposta delle autorità quando vengono interpellate sugli eccidi. Scelgono di negare e basta. Un esempio su tutti: la polizia di Brovarì, cui era stata portata dall’Oipa Ucraina una documentazione fotografica sulla fucilazione di alcuni randagi, non ha voluto ravvisare alcun illecito e non ha preso alcun provvedimento contro gli «ammazzacani».

 
 
 

La Lav in piazza: «Basta test sugli animali»

Post n°26 pubblicato il 02 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Uno dei banchetti della Lav per la petizione a sostegno di norme contro la sperimentazione animale (Ansa)LA LEGGE IN EUROPA E IN ITALIA - La direttiva comunitaria dovrà essere approvata entro il 10 novembre. La Lav chiede di sostenere una serie di emendamenti che puntano ad incentivare i metodi alternativi. Ad esempio si chiedono il divieto di allevare in Italia primati ma anche cani e gatti da destinare alla vivisezione, il divieto di utilizzare animali vivi per esercitazioni didattiche ed esperimenti bellici, ispezioni e sanzioni appropriate per le violazioni. «Ogni anno - sottolinea la Lav - nei laboratori italiani si mandano a morte circa 900 mila animali, che salgono a ben 12 milioni nell'Unione europea: morti inaccettabili, rifiutate da un numero crescente di cittadini informati, sensibili ed esigenti tanto sul piano etico che sul piano scientifico». «Dalla cattura in natura alla detenzione nelle gabbie e infine all'esperimento nei laboratori l'animale è costantemente sottoposto a violenze fisiche e psicologiche che lo privano delle basilari necessità - sottolinea poi la biologa Michela Kuan che per la Lav è responsabile del settore Vivisezione -. Non esiste una buona sperimentazione animale: i primati destinati alla vivisezione sono trasportati e catalogati come merce deperibile. Trattati come oggetti, vivono la loro breve esistenza nel terrore tra sofferenza e agonia».

 
 
 

Gettati nel cassonetto e poi salvati La nuova vita di Vegan, Romeo e Giulietta

Post n°25 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

I due vitelli Romeo e Giulietta salvati a Ragusa dall'EnpaI due vitelli Romeo e Giulietta salvati a Ragusa dall'Enpa
MILANO - Gettati in un cassonetto ancora vivi. Tolti di mezzo come spazzatura inutile. Scaricati tra il pattume senza alcuna remora e senza alcuna preoccupazione per quella che avrebbe potuto essere la loro sorte. La barbarie contro gli animali unisce l'Italia, dal profondo Nord di Lodi al profondo Sud di Ragusa. Ma per fortuna in questi casi l'Italia è unita anche dal lieto fine di questa storia che vede protagonisti due vitellini e una capretta. E' la storia di Romeo e Giulietta e della piccola Vegan. Sono due storie che ne fanno una sola. Quella che oggi possiamo per fortuna raccontare con un sorriso.

 

QUI RAGUSA - Romeo e Giulietta sono due vitellini dal musetto simpatico. Sono nati in Sicilia e in quella splendida terra potranno ora davvero crescere. Non sarebbe stato così se fosse stato per il loro ignoto proprietario che, subito dopo la loro nascita, aveva deciso di sbarazzarsene. Nel modo che probabilmente gli era apparso il più comodo e indolore: scaricandoli all'interno di un cassonetto per la raccolta stradale dei rifiuti. L'episodio avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche per i due animali, se non fosse stato per un passante che si è accorto della loro presenza e ha dato l'allarme. Sul posto sono subito intervenuti polizia locale, vigili del fuoco e guardie zoofile dell'Enpa di Ragusa. Tratti in salvo, sono stati affidati temporaneamente ad un’azienda agricola. Ma non era ancora il momento di tirare un sospiro di sollievo. «In casi come questo – ha spiegato Antonio Tringali, coordinatore Enpa per la Sicilia -, la prassi legale prevede che si proceda all’abbattimento. Sarebbe stata una beffa insopportabile». L'intervento di vari soggetti istituzionali ha però permesso di trovare una soluzione. E oggi, a pochi giorni dalla Pasqua, per Romeo e Giulietta è iniziata una nuova vita, affidati alle cure di una fattoria gestita dall’associazione “Filodoro” in contrada Giubiliana. «Non abbiamo salvato due animali soltanto da un pericolo immediato, abbiamo anche evitato che finissero in un mattatoio – ha commentato il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi –. Vogliamo che Romeo e Giulietta diventino il simbolo della nostra battaglia a favore dell’alimentazione vegetariana e vegana, tanto più che proprio in questi giorni centinaia di migliaia di agnelli vengono uccisi in nome di una tradizione anacronistica e crudele».

 

La capretta Vegan con l'ex agnello CharlieLa capretta Vegan con l'ex agnello Charlie
QUI LODI - Una storia non dissimile è quella della capretta Vegan: nel marzo 2008 un pastore e il suo aiutante decisero di gettarla in un cassonetto a Lodi perché non riusciva a stare al passo del resto del gregge. Erano stati gli agenti della polizia locale, allertati da una donna che aveva assistito alla scena, a recuperare l'animaletto e a rintracciare i responsabili dell'atto. I due in un primo tempo avevano cercato di negare, poi hanno provato a sostenere di averla lasciata solo temporaneamente. Alla fine però la verità è venuta a galla. E nei giorni scorsi è stata decisa la definitiva confisca della capretta. Il giudice ha anche inflitto ai due uomini una multa di 2.280 euro ciascuno. Vegan era stata affidata alle cure della Lav, che aveva poi provveduto alla denuncia dei due pastori per maltrattamento e abbandono di animale. «Ora è finalmente libera e al sicuro - spiegano all'associazione -. L'animale ha trovato accoglienza al centro ippico L’Ortica, presso la Cascina Santa Maria Bassa di San Martino in Strada (Lodi), dove tuttora vive liberamente, insieme a Charlie, agnello ormai cresciuto e scampato, anche lui, 10 anni fa dai pranzi pasquali».

 
 
 

Bracconaggio, inquinamento e penuria d'acqua La lontra scompare dai fiumi italiani

Post n°24 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Un esemplare di lontra, animale sempre meno presente nei corsi d'acqua italiani Un esemplare di lontra, animale sempre meno presente nei corsi d'acqua italiani
MILANO - La lontra rischia di scomparire dai nostri fiumi: l'animale, classificato come «in pericolo» nella Lista rossa nazionale delle specie minacciate di estinzione, conta meno di 250 individui sul territorio nazionale. I ceppi più compromessi sono quelli piccoli e isolati, come quelli molisano e calabrese. Motivo per cui il Corpo Forestale dello Stato – in occasione della “Giornata mondiale dell'acqua” – ha promosso un incontro sulla salvaguardia del mustelide.

 

La lontra a rischio scomparsaLa lontra a rischio scomparsa    La lontra a rischio scomparsa    La lontra a rischio scomparsa    La lontra a rischio scomparsa    La lontra a rischio scomparsa

INQUINAMENTO E INCIDENTI - In Italia, i maggiori fattori di declino sono la distruzione dell'habitat, l'inquinamento e gli incidenti stradali: dalle segnalazioni raccolte sul sito «La lontra» dell'Università di Trieste gli esemplari morti o feriti sono 27 sul totale stimato in 220-260. Il controllo del territorio, perciò, risulta fondamentale: «Il trend positivo nella riproduzione – spiega Livia Mattei, primo dirigente del Corpo Forestale – va incoraggiato. Dall'Italia meridionale, le lontre stanno risalendo verso il centro, in Molise e Abruzzo. Dobbiamo preservarle dal pericolo di essere investite, perché così morirebbero una seconda volta». Altra causa di spopolamento è la scarsa disponibilità di risorse alimentari, dovuta all'instabilità del regime idrico, all'eccessivo sfruttamento dei bacini e alla cattiva gestione della pesca. «Siamo in allerta – conferma la Mattei – dato che i nostri fiumi sono molto degradati e discontinui, mentre il mustelide per diffondersi e colonizzare nuovi territori ha bisogno di muoversi per chilometri». Se i bacini fluviali sono in secca, l'animale riesce a sopravvivere solo in presenza di pozze d'acqua residue, laghi e invasi artificiali. L'insufficienza di acqua è più accentuata in Italia, dove il consumo medio pro capite è superiore alla media europea.

IL BRACCONAGGIO - La lontra è anche vittima del bracconaggio, per la sua naturale conflittualità con la pesca e l'itticoltura: tra il 1963 e il 1973 sono stati uccisi illegalmente circa 660 esemplari, mentre tra il 1999 e il 2008 in Puglia e Basilicata ne sono stati abbattuti 9 malgrado il divieto di caccia. Tra gli agenti inquinanti che incidono di più sulla scomparsa del mammifero si segnalano i pesticidi e i metalli pesanti, assorbiti per via diretta o tramite la catena alimentare. I danni maggiori si riscontrano nell'apparato riproduttivo. Le contromisure? «Il Piano d'azione nazionale per la conservazione della lontra – ricorda la Mattei – ha individuato una serie di interventi per incrementare la popolazione e migliorare l'ecosistema».

PREVENZIONE E RECUPERO - Non solo: il Corpo Forestale, oltre all'azione di monitoraggio e prevenzione dei reati ambientali, è impegnato nel Centro Visita di Caramanico Terme, nel Parco della Majella. Il centro svolge attività di ricerca su mustelidi in cattività, non idonei al ripopolamento. «Studiamo il comportamento del mammifero e raccogliamo informazioni», precisa la Mattei. L'attività divulgativa punta sul coinvolgimento emotivo del pubblico per stimolare maggiore consapevolezza: dall'allestimento museale per i più piccoli, che si immedesimano nei cuccioli di lontra, ai filmati sulla nascita e le cure parentali. La prossima sfida? «Riuscire a recuperare gli esemplari feriti e a reinserirli nel loro habitat», auspica la dirigente del Corpo Forestale. Già, perché se la lontra è in lento recupero, il processo va difeso e incentivato. Complici le “sentinelle” in divisa, pronte a intervenire nelle zone più colpite dall'urbanizzazione e dall'inquinamento.

 
 
 

Lotta dei cani, bandiere Heineken sul ring Assalto al profilo Facebook della nota birra

Post n°23 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Il ring mongolo con gli stendardi dell'HeinekenIl ring mongolo con gli stendardi dell'Heineken
MILANO - La rete non dimentica e non perdona. E per rendersene conto basta dare un’occhiata alla pagina Facebook della Heineken. Il profilo della nota marca di birra è stato letteralmente preso d’assalto nelle ultime ore dagli utenti indignati. E il motivo è un’immagine di un combattimento tra cani, scattata un anno fa, in cui compaiono stendardi con il logo del brand. Come se la Heineken avesse sponsorizzato e appoggiato una pratica così cruenta e considerata illegale in molti paesi del mondo e che solo in Italia, secondo Enpa, provoca la morte di 5.000 esemplari ogni anno.

 

PETIZIONI E BLOG FURIOSI - La fotografia in questione mostra le bestie che si accaniscono una contro l’altra, con il pubblico che le sta a guardare divertito in un’arena improvvisata, all’interno della discoteca Oasis di Ulaanbaatar in Mongolia, paese dove la pratica del dogfighting è molto diffusa. Sullo sfondo gli striscioni verdi con il marchio della birra. E, nonostante l’immagine sia apparsa per la prima volta in rete l’anno scorso, solo negli ultimi giorni ha avuto una propagazione virale. Ispirando petizioni on-line, articoli furenti dei blogger di settore e insulti contro i criminali che sfruttano questi animali per le scommesse, salvo poi farli vivere (e morire) in condizioni terribili. Ma non solo. Furiose lamentele sono piovute anche sul profilo Facebook dei birrai olandesi, accusati di trarre vantaggio e appoggiare una crudeltà simile. La replica? Dalla sede ufficiale di Amsterdam si sono subito dissociati con un comunicato ufficiale. «Siamo sotto shock e dispiaciuti e condanniamo pratiche così cruente nei confronti degli animali».

IL CONTROLLO DEL MERCHANDISING - Poi la precisazione. «Dopo un’indagine abbiamo appurato che il gestore del locale non aveva rimosso gli addobbi della serata promozionale avvenuta il giorno precedente al combattimento». E all’azienda non sono bastate le scuse del proprietario del locale che è stato immediatamente privato della licenza e delle forniture di birra. Dalla Heineken è arrivato anche l’invito agli utenti a segnalare altri episodi simili. «Quella foto è lontanissima dalle nostre politiche aziendali. Abbiamo sempre portato avanti campagne di comunicazione responsabili. Addirittura non sponsorizziamo nemmeno la boxe» dichiara Alfredo Pratolongo di Hieneken Italia. Il problema? «controllare che i distributori cui viene appaltata la gestione del merchandasing facciano rispettare le nostre policies aziendali».

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2012 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

Ninnina45macleanarturoraptorxcristinaromitoventurinocarmelovalguarneragiannigrisu20030bianca28.brgossipcoccinellamicheluccio.53demonio66PerlaViolaKmetalvetro.sasEngy.thebestmah.bo
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
Template creato da STELLINACADENTE20