Creato da AeAInsiemePerLoro il 01/06/2012
 

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Messaggi di Giugno 2012

Nuda e in tacchi a spillo uccideva pulcini, conigli e altri piccoli animali, condannata a 4 mesi

Post n°22 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Pulcini (foto Epa)
MILANO – Nei sotterranei del web trova spazio ogni genere di crudeltà e perversione ma il «crush movie» è pratica che è ancora sconosciuta ai più: consiste nell’infliggere crudeltà a piccoli animali fino a provocarne la morte e a caricare on line il filmato di tali atrocità. Il tribunale di Milano (sezione distaccata di Rho) ha condannato oggi - e si tratta del primo pronunciamento di questo genere – una donna protagonista di alcuni di questi video: nuda e in tacchi a spillo uccideva pulcini, conigli e altri piccoli animali. Ne dà notizia l’ufficio stampa della Lav (Lega anti vivisezione) che assistita dall’avvocato Paolo Iosca ha ottenuta la condanna a quattro mesi di reclusione (convertiti in 4.400 euro di multa) della donna, di 40 anni residente a Rho: il fascicolo di inchiesta ha acquisito agli atti i filmati in cui l’imputata, seminuda e indossando solo scarpe con il tacco si divertiva a schiacciare animaletti o insetti e a filmarne poi l’agonia. Le immagini, nel frattempo già rimosse dalla rete, venivano poi caricate su siti specializzati nel cosiddetto «crush fetish».

 

LE INDAGINI - Sono iniziate addirittura nel 2006 quando le associazioni animaliste avevano rintracciato i video sul web e avevano fatto un esposto alla polizia postale. Gli inquirenti sono risaliti alla donna di Rho, madre di tre figli minori, protagonisti dei crush movie. «Le immagini sono vomitevoli, si fatica a reggerne la visione», conferma l’avvocato Iosca. «Finalmente per le vittime di tanta crudeltà – annota invece la Lav – è stato compiuto un paso in avanti per rendere loro giustizia, portando alla ribalta un fenomeno ancora troppo sommerso. Va ricordato che in Italia l’uccisione di animali è un reato punito grazie alla legge 201 del 2010, con la reclusione». Alla donna di Rho, data la sua incensuratezza, è stata concessa la condizionale.

 
 
 

Murava i cani nell'intercapedine della cantina

Post n°21 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Uno dei cani murati vivi nell'intercapedine di una cantina di SarajevoUno dei cani murati vivi nell'intercapedine di una cantina di Sarajevo
MILANO - Anche se sembra impossibile, la storia andava avanti da anni ed erano in molti a Sarajevo, capitale della Bosnia Herzegovina, a conoscerla. Ma nessuno, tranne Jelena Paunovic, ha veramente cercato di fermare questa barbarie. Oggi, finalmente, la sadica responsabile di chissà quante migliaia di uccisioni di cani è stata fermata e arrestata. Il suo nome è Senka Saric e per anni ha raccolto cani randagi dalla strada per infilarli in un’intercapedine muraria della cantina della sua casa nel centro di Sarajevo per poi portarli nella sua casa di campagna dove li massacrava insieme al marito per poi venderne la carne a macellai e ristoranti.

 

APPELLI NEL VUOTO - Per anni Jelena Paunovic ha cercato aiuto dalle istituzioni per bloccare questo scempio ma nessuno è mai intervenuto con la scusa che il luogo dove erano tenuti prigionieri i cani era proprietà privata e, quindi, sarebbe stato necessario un mandato di perquisizione che sembrava impossibile ottenere da parte di un giudice. Tutto quello che la volontaria Jelena è riuscita a fare negli anni era portare a questi cani che aspettavano di diventare carne da macello un po’ di cibo appoggiandolo a delle feritoie nel muro che la Saric aveva scavato per non far soffocare gli animali.

Uno dei cani liberati Uno dei cani liberati
L'INTERVENTO DEI VICINI - Per anni dal palazzo è fuoriuscita una puzza orribile e i vicini non potevano dormire di notte per il guaito disperato degli animali. Eppure nessuno è mai intervenuto. Una volta tanto, però, una storia così orribile ha conosciuto il lieto fine, grazie alla perseveranza della Paunovic, ai suoi appelli e alle sue petizioni in Internet e alla diffusione di questa maledetta storia presso i suoi concittadini. Come? Grazie ai cittadini che hanno circondato la casa dove venivano tenuti prigionieri i cani fino a che la polizia è dovuta intervenire aprendo la porta del condominio, liberando dall’orrore i sei cani prigionieri e arrestando Senka Saric. I poliziotti sono convinti che nella casa, piena di feci e immondizia, ci sia nascosto qualche altro cane e nelle prossime ore si recheranno ancora sul posto per cercarlo e portarlo in salvo.

 
 
 

Quei canili come lager, l'Europa si mobilita

Post n°20 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

MILANO - Avete presente il senso di tristezza e di impotenza che vi prende visitando uno dei tanti canili italiani gestiti da associazioni animaliste, gruppi di volontari, Asl o consorzi comunali? Per quanto si possa provare a trovare consolazione nel fatto che i trovatelli presenti in questi rifugi abbiano un tetto sotto cui ripararsi dalle intemperie, non soffrano la fame, siano controllati dai veterinari e accuditi con professionalità e quasi sempre anche con amore non ci si riesce mai a togliere dalla testa l'idea di quanto possa comunque essere triste per loro trascorrere una parte della propria esistenza - che in alcun casi significa mesi o addirittura anni - dietro alle sbarre di una gabbia. Eppure è davvero nulla rispetto alla realtà delle perreras, i canili municipali spagnoli, che sono veri e propri bracci della morte, dove cani e gatti vengono sipati in condizioni precarie in attesa di adozione o, molto più spesso, di esecuzione. Il tempo per trovare una famiglia disposta ad accoglierli è infatti brevissimo, una decina di giorni o poco più. Dopo di che la legge consente di eliminare il problema alla fonte, ovvero sopprimendo gli animali.

 

LA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI - Contro questa pratica è in atto da anni una forte mobilitazione popolare in tutta Europa, dove generalmente le politiche di gestione del randagismo, salvo alcuni casi - vedi gli stermini di massa dei cani di strada praticati in Romania -, sono più rispettose del benessere degli animali. E l'Italia è uno dei Paesi in prima fila in questa campagna. Nei giorni scorsi è stata l'Oipa a farsi carico del problema, incontrando a Bruxelles il rappresentante del commissario europeo John Dalli, per chiedere azioni concrete per la tutela di cani e gatti randagi in tutta l'area comunitaria. Il presidente dell'associazione Massimo Pradella e l'eurodeputato Andrea Zanoni non erano però soli: idealmente, con loro, c'erano anche 112.683 cittadini che hanno firmato una petizione chiedendo l'immediato stop delle esecuzioni nei canili spagnoli. Esecuzioni che avvengono spesso con metodi barbari, dal soffocamento in vere e proprie camere a gas al ricorso a percosse o a farmaci che agiscono sul sistema nervoso. E che, in alcuni casi denunciati dagli animalisti che hanno potuto assistervi o raccogliere testimonianze, hanno sfiorato il pulp, con animali cremati ancora vivi o solo semicoscienti.

MA LA UE TENTENNA - I membri dello staff di Dalli hanno spiegato di essere a conoscenza del problema e di ricevere molte pressioni da cittadini e politici delle varie nazioni. Ma al tempo stesso hanno dovuto ammettere che la Ue ha ancora le mani legate, perché per quanto il Trattato di Lisbona accenda i riflettori sull'esigenza di tutelare gli animali in quanto esseri senzienti, non ci sono ancora leggi applicative che vadano oltre il principio generale e che consentano di intervenire sulle legislazioni nazionali. Tuttavia è stato ribadito l'impegno a fare fonte al più presto a questa lacuna. La petizione italiana è stata affiancata da altre tre presentate da gruppi tedeschi, finlandesi e spagnoli. «E' necessario continuare a fare pressione affinché lo sdegno dei cittadini europei venga ascoltato - ha commentato Massimo Pradella -. Azioni vergognose e indegne di una società civile, come il trattamento riservato ai randagi in Spagna e Romania, devono essere portate sul tavolo di chi ha il potere di porvi fine».

I VIAGGI DELLA SPERANZA - Nel frattempo però c'è chi non resta alla finestra. Diverse associazioni italiane si prendono in carico i cani delle perreras e li portano in Italia per farli adottare. Veri e propri viaggi della speranza, che spesso hanno un epilogo a lieto fine. Ma il lavoro è immane, perché per quanti animali si possano portare nel nostro Paese, dove peraltro sono già molti i trovatelli in attesa di adozione, sono tanti quelli che ogni giorno dovrebbero essere riscattati. Va da sè che quelli che riescono a salvarsi siano solo una minoranza, piccole gocce in mezzo ad un mare di abbandono, di violenze e sopraffazione. Per questo motivo è indispensabile un'azione di tipo istituzionale. «L’intervento dell’Ue nei confronti degli Stati membri che quotidianamente sopprimono migliaia di randagi - dice ancora Pradella - dovrebbe essere tempestivo, perché nei prossimi due anni verranno uccisi e maltrattati ancora moltissimi animali. Tuttavia accogliamo positivamente l’apertura della Commissione Europea e ci auguriamo che ora dia effettivamente seguito alle pressanti richieste dei cittadini».

 
 
 

Australia sotto choc per la foto dei koala morti

Post n°19 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Un koala ucciso da un'auto su una strada australianaUn koala ucciso da un'auto su una strada australiana
MILANO - La foto dei koala senza vita sciocca la comunità australiana. È l'animale simbolo del Paese e dopo una lunga campagna promossa dai suoi sostenitori lo scorso mese è stato inserito in una lista di specie protette dal governo federale. Tuttavia la strage dei marsupiali non si arresta. Lo racconta un reportage del National Geographic che nel numero di maggio rivela come in Nuovo Galles del sud e Queensland la popolazione dei koala si sia ridotta fra il 30 e il 40% negli ultimi vent'anni. Per rendere ancora più efficace la denuncia, il celebremagazine ha pubblicato un'immagine, scattata in una clinica del Queensland, nella quale si vedono una dozzina di koala privi di vita stesi su un grande telo blu.

 

CARNEFICINA - Tutti gli animali presenti nella foto sono morti dopo essere stati investiti da auto o dopo essere stati sbranati da cani. Sono stati gli stessi veterinari della clinica a proporre al fotografo Joel Sartore di raccontare questa quotidiana strage attraverso un'immagine cruda ed eloquente. Lo scopo è far conoscere anche a chi vive fuori dai confini australiani quest’inutile mattanza. A commuovere i lettori è soprattutto la presenza nella foto di cuccioli di koala senza vita, stretti tra le braccia delle loro mamme: «Vedere questi piccoli morti abbracciati alle loro genitrici è stato davvero deprimente», ha spiegato all'australiano Herald Sun l'autore dello scatto. «In questi giorni ne ho visti tanti morire così. Li ho guardati mentre spiravano sul tavolo operatorio. È stato davvero triste. Questi che compaiono nella foto sono quelli morti in una sola settimana».

NUOVE MISURE - La vera causa di questa carneficina, affermano gli animalisti, è la nuova espansione urbanistica e l'irresponsabilità dei costruttori che non si fanno scrupoli a cementificare intere zone di campagna che fino a ieri erano l'habitat naturale dei marsupiali. Lo scorso 30 aprile il ministro dell'Ambiente Tony Burke, sotto la pressione delle associazioni animaliste, ha dichiarato i koala animali «vulnerabili» e ha promosso una campagna di sensibilizzazione nell'intero Paese. Adesso i difensori dei koala sperano che severe norme siano adottate per frenare la mattanza: «Il koala è l'animale simbolo dell'Australia», ha dichiarato il ministro Burke. «Occupa un ruolo speciale nella nostra comunità. I nostri concittadini vogliono che l'esistenza di questa specie sia assicurata e desiderano che i koala siano protetti per le future generazioni».

 
 
 

Cane e gatto in vacanza con noi Sul web l'estate a quattro zampe

Post n°18 pubblicato il 01 Giugno 2012 da AeAInsiemePerLoro

Uno scorcio del portale «Vacanze a 4 zampe»Uno scorcio del portale «Vacanze a 4 zampe»
MILANO - Hotel, ristoranti, bar campeggi e spiagge animal friendly. Tutti gli indirizzi e i servizi offerti ai proprietari di animali domestici sono ora a disposizione dei turisti grazie al sito www.vacanzea4zampe.info. Il portale, presentato a Palazzo Chigi dal sottosegretario alla Salute Adelfio Elio Cardinale, e dalla deputata del Pdl Michela Brambilla, fondatrice della Federazione italiana Associazione diritti animali e ambiente, raccoglie in un data-base tutte le informazioni che consentono a proprietari e animali domestici di trascorrere insieme i periodi di vacanza.

 

AGGIORNAMENTO CONTINUO - Luoghi, strutture, servizi: chi parte sa dove soggiornare senza privarsi della compagnia del gatto o del cane. L'aggiornamento del sito, realizzato in collaborazione con l'Anci e gli esercenti, è continuo. Chiunque può comunicare di essersi «messo in regola» e chiedere di essere inserito. Gli utenti, poi, possono esercitare un controllo diretto, segnalando disservizi ma anche punti di merito. L'iniziativa vuol prevenire il randagismo, sostenere i proprietari di animali domestici (22 milioni in Italia), in qualche modo aiutare anche lo sviluppo del turismo.

Michela Vittoria Brambilla e il sottosegretario  Adelfio Elio Cardinale Michela Vittoria Brambilla e il sottosegretario Adelfio Elio Cardinale
«LOTTA AL RANDAGISMO» - «È un primo passo, importante, per combattere la piaga del randagismo. Ed è un atto culturale per il riconoscimento dei diritti degli animali», spiega a tal proposito Cardinale. «Ma è anche un'iniziativa che aiuta la crescita. Dove c'è meno randagismo, c'è più sostenibilità economica e civile e maggiore sviluppo. Lo dico io che sono siciliano». Lampedusa, in effetti, è quasi un caso simbolo: nella bellissima isola siciliana c'è il più alto numero di randagi per area geografica. Ma è l'Italia intera a dovere fare i conti, dicono le stime, con 600mila-700mila cani abbandonati sulle strade. Rimuovere l'alibi, di chi partendo per le vacanze si sbarazza del cane, è il primo passo per combattere il randagismo.

 

UNA SCELTA CHE PAGA - Michela Brambilla condivide in pieno. «Occuparsi di animali significa occuparsi delle persone», osserva la deputata, tra le più attive sul fronte dei diritti animali. Da ex ministro del turismo, può testimoniare l'importanza di gestire una struttura turistica accogliente anche per cani e gatti. «I dati parlano chiaro: chi è in grado di accogliere anche gli animali domestici, fa il tutto esaurito o quasi», spiega Brambilla mostrando ai giornalisti l'adesivo di «vacanzea4zampe». Potranno esporlo solo le strutture accoglienti e ritrae un cane e un gatto mentre sorseggiano una bibita, sotto l'ombrellone. Anche per loro, per una volta, un posto al sole

 
 
 

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