Fra le righe

Friendship work

Da quando ci siamo scambiati il contatto skype per me Andrea è
 diventato un appuntamento giornaliero a cui non posso rinunciare.

Quando lui arriva io sono qui da più di un’ora.  I nostri saluti si perdono
nelle altre voci che gli augurano un buon giorno e spesso neanche
ci guardiamo.

Ma il tempo che si siede, sistema le sue cose, accende il pc e mi arriva il
fumettino di skype che annuncia la sua presenza con il suo nome,
 e subito dopo il suo saluto seguito da un disegnino del caffè.

La cosa che mi diverte, a parte avere buona compagnia negli attimi
di pausa, leggittimi e sacrosanti, pranzo o caffè, è la complicità
che si crea come quando a scuola ti passavi i foglietti di nascosto
con commenti vari su ciò che succedeva in classe.

Queste nostre conversazioni virtuali sono più o meno la stessa cosa,
scrivo e alzo gli occhi per vedere in diretta la sua reazione, ma
 raramente succede al contrario e mi risponde a volte col chiaro
 intento di farmi sbottare in una risata a voce alta.

Si parla di musica, di quello che succede intorno, ci scambiamo
link di siti o suggerimenti su film... niente di che, eppure per me è tanto.

E’ raro trovare persone così, rendono rosee anche le giornate più cupe.

The Smith - Girlfriend in a coma

Una canzone...

Ragionamenti a voce alta...

Chiariamo subito un fatto molto importante: non è che io non rispondo mai al telefono, è che le persone mi chiamano sempre nei momenti in cui io non posso rispondere.

E così Davide si lamenta con un messaggino che leggo circa un’ora dopo “Se fossi in pericolo di vita non sei assolutamente la persona che chiamerei... fatti viva”

Tu non sei in pericolo di vita, ma il mio smalto appena messo si, alzandomi per prendere il cellulare lasciato sul piano della cucina, sicuramente si sarebbe sbeccato.

Ok, parliamoci chiaro, lo smalto è una scusa, carina, ma pur sempre una scusa: la voglia di sentirlo è pari allo zero.

L’ultima volta che ci siamo visti siamo stati molto bene certo, troppo bene per parlare di vacanza insieme.

Ma  è così difficile da capire che non sono pronta?

La vancanza insieme implica lo stare insieme 24 ore al giorno per 7 giorni consecutivi, implica il dormire insieme, il mangiare insieme, implica l’essere scambiati per una coppia di fidanzati decennale e innamoratissima, cosa che (ancora) non siamo e che non sento, significherebbe far sapere di avere una relazione stabile e più o meno seria cosa che (ancora) non è.
[sospiro] ...Il mio cuore non reggerebbe.

E Chiariamo subito anche un’altra cosa: il fatto che io stia uscendo più frequentemente e soltanto con un ragazzo non autorizza nessuno a chiedermi “E quando me lo fai conoscere?”

Afterhours - Voglio Una Pelle Splendida

...Quello che si aspettano

 -          Ale allora com’è andata ieri sera?

Chiede la mia collega Vanessa con l’espressione un pò ammiccante.

Lo sapevo vogliono l’happy ending... La single incuriosisce sempre, crea dialogo, è sempre “quella da accasare”.

Ok, e love story sia...

-          Benissimo, siamo stati in un ristorante molto bello, si mangiava benissimo  poi Davide è davvero carino, pieno di attenzioni...

E via a blablabla di aneddoti pieni di miele, con 5-6 colleghi intorno al tavolino delle macchinette del caffè che immaginano sognanti le varie scene romantiche.

All’ennesimo scenario Andrea si alza di scatto e se ne va.

-          Oh ma dove vai? –  chiede Vanessa

-          Fumo, vado sul terrazzino

-          Fa bene lui, è un single convinto, gli viene l’orticaria se sente queste cose, mica come me che sotto sotto ci spero sogno il grande amore

Dico, mentendo, e sorrido nella sua direzione.

In realtà è tutto vero, la bella serata, il bel ristorante, la gentilezza di Davide,  peccato però che il problema rimango sempre io... l’happy endindg in realtà non c’è, la scintilla non è scattata.

Ma Certe volte mi piace regalare ciò che gli altri si aspettano.

A me non costa niente...

David Bowie - Telling Lies

Questa sostenibilissima leggerezza lavorativa...

Questa mattina a lavoro c’è un’aria strana, sarà che siamo in 5 in un open space di 40 posti, sarà il caldo o la voglia di mare che non si placa.

Nonostante il luogo grigio, che richiama ad un certo rigore, l’estate si sente e i vari ospiti con nomi esotici, ora pare che tocchi a Lucifero che già dal nome non dovrebbe promettere nulla di buono, non hanno affatto intenzione di lasciare la città.

L’estate si sente anche nei modi di lavorare, più lenti, e scappano più sorrisi.
O almeno a quello di fronte a me.
Ho le cuffie non sento, magari il clima leggero estivo non centra, forse mi sorride perchè mi stava semplicemente dicendo qualcosa...

Non lo conosco bene so solo che si chiama Andrea e poche altre informazioni che capto da discorsi vari, è da poco che mi sono trasferita in questo reparto, e non credo che mi fermerò molto qui, forse anche per questo non mi sono soffermata ad intrattenere rapporti sociali.

Tolgo una cuffia,

-          Hai detto qualcosa?

-          Learn to fly, Foo Fighters?

Ha indovinato. Sorrido sorpresa, mi fa sempre piacere trovare qualcuno con cui condividere musica.

-          Si, mi mette allegria

-          Io sto ascoltando i SOAD, ma non aiutano

-          No, io non ascolto i SOAD con queste bellissime giornate estive...

Sarà che ho poco lavoro da fare, sarà che la cosa mi ha fatto particolarmente piacere ma inizio a cercare nel mio hardisk e preparo una lista di una decina di brani allegri a tratti demenziali, li zippo e gli invio una mail:

“Queste riescono a mettermi di buon umore... speriamo che con te abbiano lo stesso effetto!”

Riceve la mail, mi sa che non se l’aspettava, mi sorride di nuovo.

Iniziamo così a scambiarci un pò di musica, mica male il lavoro così... 

Learn to fly - Foo Fighters