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Chi muore?

Post n°15 pubblicato il 10 Giugno 2012 da hack_lab
 

Lentamente muore 
chi diventa schiavo dell'abitudine, 
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle "i" 
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore 
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.

Muore lentamente,
chi distrugge l'amor proprio, 
chi non si lascia aiutare.

Muore lentamente, 
chi passa i giorni a lamentarsi 
della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore,
chi abbandona un progetto 
prima di iniziarlo,
chi non fa domande 
sugli argomenti che non conosce, 
chi non risponde 
quando gli chiedono 
qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, 
ricordando sempre che essere vivo 
richiede uno sforzo 
di gran lunga maggiore 
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà 
al raggiungimento 
di una splendida felicità.


Pablo Neruda

Commenti al Post:
myria30
myria30 il 10/06/12 alle 20:52 via WEB
Non mi interessa cosa fai per vivere, voglio sapere per cosa sospiri e se rischi il tutto per trovare i sogni del tuo cuore. Non mi interessa quanti anni hai, voglio sapere se ancora vuoi rischiare di sembrare stupido per l'amore, per i sogni, per l'avventura di essere vivo. Non voglio sapere che pianeti minacciano la tua luna, voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei rimasto aperto dopo i tradimenti della vita o se ti sei rinchiuso per paura del dolore futuro. Voglio sapere se puoi sederti con il dolore, il mio o il tuo; se puoi ballare pazzamente e lasciare l'estasi riempirti fino alla punta delle dita senza prevenirti di cautela, di essere realisti, o di ricordarci le limitazioni degli esseri umani. Non voglio sapere se la storia che mi stai raccontando sia vera. Voglio sapere se sei capace di deludere un altro per essere autentico a te stesso, se puoi subire l'accusa di un tradimento e non tradire la tua anima. Voglio sapere se sei fedele e quindi hai fiducia. Voglio sapere se sai vedere la bellezza anche quando non è bella tutti i giorni. Se sei capace di far sorgere la tua vita con la tua sola presenza. Voglio sapere se puoi vivere con il fracasso, tuo o mio e continuare a gridare all'argento di una luna piena: SI! Non mi interessa sapere dove abiti o quanti soldi hai, mi interessa se ti puoi alzare dopo una notte di dolore, triste o spaccato in due, e fare quel che si deve fare per i bambini. Non mi interessa chi sei, o come hai fatto per arrivare qui, voglio sapere se sapresti restare in mezzo al fuoco con me e non retrocedere. Non voglio sapere cosa hai studiato, o con chi o dove, voglio sapere cosa ti sostiene dentro, quando tutto il resto non l'ha fatto. Voglio sapere se sai stare da solo con te stesso, e se veramente ti piace la compagnia che hai ....nei momenti vuoti. Scritto da un'indiana della tribù degli Oriah - 1890
 
 
hack_lab
hack_lab il 11/06/12 alle 07:05 via WEB
Sono quello che già sai, quello che hai letto e ancor prima udito. Sono la fame e la miseria, la carestia e povertà. Sono la gloria e l'oblio, la vita e la morte... un piccolo torrente o il mare... sono il sogno e l'incubo, il pianto e la disperazione, la luce e le tenebre. Sono io, il caos che trova il suo giusto ordine, il coraggio di esistere e di vivere. Sfido la mia sorte e il mio destino, e se le stelle saranno contrarie a quelle che saranno le mie scelte, le soffocherò nel loro sangue... À bientot, François.
 
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