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Post n°122 pubblicato il 08 Settembre 2006 da fregonaboys
Più pacato ma non meno incisiva l'invettiva lanciata dall'«altro fronte» da Elie Wiesel. A 78 anni l'azzurro degli occhi di quell'uomo esile sopravvissuto ad Auschwitz è più vivo che mai e si accende ancora di più quando il passato fa corto circuito con il presente: «Israele non sta utilizzando l'Olocausto per giustificare i suoi comportamenti. Piuttosto c'è un folle, il capo del governo iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, che è una persona corrotta a livello politico e mentale, è un personaggio pericoloso che dovrebbe essere scomunicato dalla società civile. Dobbiamo condannarlo, isolarlo. E rivolgerci alle forze moderate dell'Islam per spiegare che è un pericolo anche per loro» dice quasi tutto d'un fiato con tono calmo e fermo l'autore de «La notte», la sua testimonianza di deportato divenuta un classico della letteratura mondiale. Lui non ha smesso di sperare, proprio come 60 anni fa davanti all'orrore che gli ha strappato genitori e fratelli: «Ancora c'è una speranza, anche se debole» confida ai giornalisti. Una speranza che lo vede impegnato in prima linea anche su un altro fronte, quello del Darfur fonte: http://www.corriere.it/Speciali/Spettacoli/2006/Mantova/index2.shtml
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