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Drammi e fallimenti sulle strade d'Italia E' tempo di cambiare

Post n°144 pubblicato il 08 Marzo 2007 da fregonaboys

Questo stesso pezzo oggi esce anche nel "Buongiorno" di Massimo Gramellini su La Stampa e ne "L'Amaca" di Michele Serra su la Repubblica.

Dall'inizio dell'anno sono morti sulla strada più giovani italiani (138) che in tutte le missioni militari dal 1945 in poi (106). Per interrompere questo suicidio collettivo a puntate, il governo si accinge a dettare regole e inasprire sanzioni. Come già il governo precedente, ingrandisce il cartello "Attenti al cane" senza rendersi conto che il cane non c'è. Il cane sono le auto di polizia e carabinieri che dovrebbero controllare il territorio, dissuadendo gli ubriachi dal salire in auto e sottoponendo i sospetti alla prova del palloncino. In Germania, dove bevono peggio ma non meno che da noi, le stragi del sabato sera non esistono più. In Francia neppure.

E non in un virtù di un miracolo o della particolare resistenza alcolica degli indigeni. Il crollo degli incidenti ha coinciso con la decisione di mettere una pattuglia di agenti davanti ai locali a rischio. Cosa costa imitarli? Nelle casse dello Stato ci sono 37 miliardi di entrate fiscali extra: potremo permetterci di usarne qualcuno per pagare gli straordinari alle forze dell'ordine. Persino la Federvini ha promesso un aiuto. Se il numero d'incidenti crollasse di colpo, sapremo di essere sulla strada giusta. Coraggio, ministri Amato, Bianchi e Melandri. Fatelo per i ragazzi e un po' anche per i genitori: passano le notti in bianco in attesa di una porta che si apre.
Massimo Gramellini, Michele Serra, Beppe Severgnini

 
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OSCAR: TUTTI IN PIEDI PER ENNIO MORRICONE

Post n°143 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da fregonaboys

Tutti in piedi al Kodak Theatre di Los Angeles, per Ennio Morricone. Mentre sugli schermi della cerimonia di consegna degli Oscar scorrevano le immagini dei piu' importanti film musicati dal compositore italiano e le sue note riempivano la sala, tutte le 3.400 persone presenti gli hanno tributato un applauso cosi' caldo e sincero che il maestro ha ceduto alla commozione. Una singolare coincidenza accomuna Morricone a un altro grande maestro che nella note degli Oscar ha avuto 'giustizia': Martin Scorsese. Sia il regista di 'The Departed' che il 'Mozart delle colonne sonore' (come e' stato definito dalla stampa Usa), sono stati per cinque volte a un passo dalla statuetta, ma non l'hanno mai raggiunta. Fino a questa sera, quando Morricone ha ricevuto l'Oscar alla carriera e Scorsese ha fatto l'en plein dei premi piu' prestigiosi: miglior film e miglior regia. Nonostante alla notizia che gli sarebbe stato consegnato l'Oscar onorario, Morricone avesse mostrato una certa freddezza, sul palco del Kodak Theatre si e' commosso e, parlando in italiano, ha assicurato che "non si tratta di un traguardo, ma di un punto di partenza" e che, a 78 anni, continuera' a dedicarsi "con passione al mondo del cinema". A tradurre in inglese le sue parole l'uomo che dei temi musicali di Morricone e' divenuto il volto: Clint Eastwood. Poi, tra le lacrime, ha dedicato la statuetta alla moglie Maria che, ha detto, "spero mi ami quanto io amo lei". In 50 anni di carriera, il compositore italiano ha musicato circa 500 tra produzioni cinematografiche e televisive. A rendergli un particolare omaggio e' stata Celine Dion che ha interpretato per lui 'I knew I loved you', scritta per 'C'era una volta in America', ultimo film di Sergio Leone.

fonte: www.repubblica.it

 
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Gb, è dei Queen il disco più venduto

Post n°142 pubblicato il 20 Novembre 2006 da fregonaboys

LONDRA - «Bohemian Rapsody», «We are the champions», «Another one bites the dust», «We will rock you». Sono alcune delle canzoni contenute nell'album più venduto di tutti i tempi in Gran Bretagna: il primo «Greatest Hits» dei Queen comanda la classifica stilata dalla Uk Charts Company. La raccolta ha venduto ben 5 milioni, 407 mila e 587 copie. Al secondo posto il «Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Hand» dei Beatles, che si ferma a immagine«soli» 4 milioni e 800 mila copie. A completare il podio, gli Oasis con il loro «(What's the Story) Morning Glory». Ecco la classifica dei primi 20:

1. «Greatest Hits,» Queen, 5,407,587
2. «Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band,» The Beatles, 4,811,996
3. «(What's The Story) Morning Glory?» Oasis, 4,314,715
4. «Brothers In Arms,» Dire Straits, 3,956,704
5. «Gold,» Abba, 3,943,950
6. «The Dark Side Of The Moon,» Pink Floyd, 3,781,993
7. «Greatest Hits II,» Queen, 3,644,619
8. «Thriller,» Michael Jackson, 3,578,107
9. «Bad,» Michael Jackson, 3,554,301
10. «The Immaculate Collection,» Madonna, 3,402,160
11. «Stars,» Simply Red 3,361,115
12. «Come On Over,» Shania Twain 3,344,280
13. «Rumours,» Fleetwood Mac 3,135,844
14. «Urban Hymns,» Verve 3,054,374
15. «No Angel,» Dido 3,002,194
16. «Bridge Over Troubled Water,» Simon and Garfunkel 3,001,062
17. «Talk On Corners,» The Corrs 2,944,547
18. «Spice,» Spice Girls 2,920,669
19. «Back To Bedlam,» James Blunt 2,895,874
20. «White Ladder,» David Gray 2,851,429

 
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Cannavaro vince il Pallone d'Oro

Post n°141 pubblicato il 17 Novembre 2006 da fregonaboys

immagineSarà premiato il 27 novembre. Battuto Buffon. A Madrid è stato smascherato il fotografo che stava preparando il servizio
Ve lo ricordate il faccione da scugnizzo di Fabio Cannavaro, il nostro capitano, mentre nella notte infinita e dolcissima di Berlino sollevava al cielo la Coppa del mondo? Una scena simile si ripeterà la sera del 27 novembre, negli studi di Tf1, il primo canale francese, quando il direttore di France Football gli consegnerà il Pallone d’oro 2006. Ora è ufficiale. Lo ha vinto un italiano, lo ha vinto Cannavaro, allo sprint su Gigi Buffon. Sono stati gli spagnoli, segugi formidabili, a rovinare la festa ai francesi, che volevano tenere nascosta il più possibile la notizia. Invece a Madrid è stato smascherato il fotografo che stava preparando il servizio pronto a uscire sul numero del 28 novembre diFrance Football.
Così adesso non è più un segreto. Cannavaro è il quarto italiano dopo Gianni Rivera, Paolo Rossi e Roberto Baggio ed è il terzo difensore nella storia del premio, il secondo da quando sono stati ammessi gli extracomunitari che giocano in Europa. Prima di lui lo hanno vinto Franz Beckenbauer, due volte (’72 e ’76) e Matthias Sammer nel ’96.
Dieci anni dopo, Parigi incoronerà questo italiano che ha collezionato centocinque presenze in nazionale e non ha nessuna intenzione di mollare la maglia azzurra. Nel momento in cui Totti e Nesta fanno un passo indietro, ci consola l’amore di Cannavaro per i colori azzurri. Lui, insieme con Buffon, Gattuso, Zambrotta e tutti gli altri, ha portato l’Italia sul tetto del mondo, l’ha aiutata a superare l’emergenza di Calciopoli e a restituire a tutti noi un briciolo di fiducia nel pallone.

Ma il favore, in qualche modo, gli è stato ricambiato. Perché l’impressione è che sia stato scelto Cannavaro come simbolo di una squadra che non ha mollato un istante ed è arrivata in fondo perché aveva qualcosa più degli altri: l’anima. In Germania non eravamo i più forti, ma i più coraggiosi, tenaci, determinati. Per Cannavaro è un momento d’oro. Era andato alla Juventus perché all’Inter non avvertiva fiducia. È andato alla Juventus perché in carriera non aveva mai vinto lo scudetto. Ed è ancora a zero, i due conquistati a Torino sono stati cancellati dalla giustizia sportiva. Fabio li sente suoi e lo ripete in continuazione, ma sa che nella pratica non è così.
Forse anche per questo ha scelto Madrid; forse anche per questo motivo non ha accettato, come Del Piero e Nedved, di scendere in serie B. Niente scudetti, per ora, ma un Pallone d’oro. A Bergamo, nel dopo partita, si schermiva con chi lo tampinava cercando di strappargli una frase sull’argomento. E ieri, per fronteggiare l’assalto dei cronisti di mezza Europa, ha staccato in fretta i cellulari e affidato il suo pensiero al sito ufficiale del Real Madrid: «Vincere sarebbe emozionante. Un sogno che diventa realtà».
L’annuncio ufficiale arriverà il 27 novembre, il giorno stesso della premiazione. A Parigi, in casa del nemico, lo accompagnerà il suo presidente, Ramon Calderon, ma è come se ci fossero i compagni di quella impagabile avventura e chi l’Italia l’ha seguita palpitando dal primo all’ultimo giorno del Mondiale tedesco.
Buffon è destinato al secondo posto. La maledizione dei portieri. Uno solo ha vinto il Pallone d’oro: Jashin nel 1963. Thierry Henry, il più pericoloso non solo sul prato dell’Olympiastadion di Berlino, dovrebbe essere arrivato terzo. Ma in queste sfide conta vincere. Ha vinto Cannavaro. Lui dopo Ronaldo, Nedved, Shevchenko e Ronaldinho. Roba da sballo. Ma sarà proprio vero?
Alessandro Bocci - www.corriere.it

 
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Legge elettorale, Di Pietro contro l'Unione -

Post n°140 pubblicato il 10 Novembre 2006 da fregonaboys

Antonio Di Pietro annuncia sul suo blog che ostacolerà una legge che vuole «eliminare i partiti scomodi per l'alleanza bipartisan»

ROMA - «Invece di abrogare la legge elettorale "porcata", come definita dagli stessi estensori del centro destra con un tratto di penna, l'Unione sta valutando l'adozione di una legge elettorale se possibile ancora peggiore. Una ulteriore "porcata"»: lo afferma il ministro Antonio Di Pietro, leader dell'Idv, sul suo blog internet.
«La nuova legge - sintetizza - si propone, in sostanza, di eliminare i partiti scomodi per l'alleanza bipartisan maggioranza-opposizione che si è manifestata in aula più volte a partire dalla votazione sull'indulto. La nuova legge eliminerebbe ogni partito minore dal Senato, per il quale è previsto lo sbarramento all'8%».

«Sulle logiche di potere - sottolinea Di Pietro - i partiti maggiori, Ds, Margherita e Forza Italia, tendono purtroppo a convergere. La coalizione di governo ha osteggiato in ogni modo l'attuale legge elettorale prima del voto. Dopo l'insediamento del Governo nulla è stato fatto per cancellarla. Il motivo è chiaro: tutti gli eletti sono stati scelti dalle segreterie di partito e non dai cittadini. I partiti non vedono alcun vantaggio a privarsi di deputati fedeli, in pratica degli impiegati, in cambio di deputati eletti dai cittadini». «L'Italia dei Valori farà di tutto sia per eliminare la legge porcata, sia per impedire - conclude - che ne vengano fatte altre peggiori».

fonte www.corriere.it

 
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