Creato da Gioiasole il 24/11/2006

Funambola

Il segreto per andare avanti è iniziare (S. Berger)

 

 

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Particolari

Post n°113 pubblicato il 25 Novembre 2007 da Gioiasole

Prologo.
Ci sono cose che sembrano accadere apposta per poi rincorrerti nel tempo. I miei primi tempi all’università sono stati segnati da un professore tremendo. Era capace di spaccarti l’autostima in due con un’ironia talmente pesante, che di notte sognavi ubriacature di alka seltzer per riuscire ad alzarti al mattino e presentarti a lezione con l’orgoglio un po’ meno ammaccato della volta prima. Quando gli mostravi i tuoi disegni, te li guardava in assoluto silenzio, allontanandoli da sé con il tipico gesto che fanno i presbiti per vederci meglio, mentre tu dall’altra parte attendevi il responso all’erta, spostando nervosamente il peso, ora sull’uno, ora sull’altro piede, come fanno i bambini quando devono far pipì. Immancabilmente, alla fine, se ne usciva con una delle sue sparate che facevano più morti che feriti – e quelli in fila dietro di te che si sbellicavano dalle risate. D’altra parte, non ho mai capito – né saputo – se il suo fosse uno show a beneficio degli astanti o se fosse un particolare modo di essere che esprimeva anche quando era dal dentista. A me è capitato, piuttosto banalmente, di vedermi buttare il foglio quasi in faccia ed essere apostrofata bruscamente con un “Ma che sei, un lanciatore di coltelli? Hai disegnato delle frecce che paiono delle baionette”. A me sembravano delle normalissime frecce. Ma chi se le scorda più.

Il fatto.
Ci sono cose che, dicevo, nel tempo, sembrano rincorrerti. Alcuni giorni fa, infatti, la stessa scena si è ripetuta, quasi identica, nel mio studio. Riuniti attorno ad un tavolo, il mio capo ed un giovane architetto neoabilitato, appena entrato a far parte della nostra ‘scuderia’, discutevano tranquilli attorno ad un progetto, quando, ad un certo punto, il mio capo ha levato urla tanto disumane che sembrava dovesse venir giù il soffitto. Allarmata, ho subito pensato che il mio giovane collega dovesse averne combinata una davvero grossa, tipo mettere il bagno al centro della sala da pranzo, tanto per dirne una. E invece, quando mi sono avvicinata al tavolo, ho avuto una stranissima sensazione di dejà-vù alla vista di un paio di frecce circondate da un segnaccio rosso. Eccole lì, le frecce incriminate. Le mie ex frecce. Ho alzato lo sguardo, immediatamente comprensiva, verso il volto paonazzo del povero ragazzo, che ha fatto spallucce, come a dire “che cavolo hanno, stè frecce, che non va”. Eh, ragazzo. Dillo a me.
In seguito, in macchina, diretti verso un cantiere, mi azzardo a far notare al mio capo che, forse, la sua reazione è stata un tantino esagerata (la memoria delle umiliazioni è tenace). Per un paio di frecce - e vabbè che abbiamo l’occhio clinico. Al che lui, ancora urtato, mi fa notare che “sono i particolari, che mi fanno capire tante cose dei miei collaboratori”.
Mi scappa un “Eh” talmente intriso di ironia, che lui mi guarda di traverso e mi affretto a modificare l’espressione della mia faccia in una più adeguata, comprensiva, e faccio sissì con la testa. Mi chiedo se anche lui ha avuto un professore come il mio. A guardarlo, sono sicura di sì. Anzi, il suo dev’essere stato peggio, vista l’intransigenza (esagerata) che ha sulla grafica delle frecce. Allora divento comprensiva sul serio, poveraccio. E penso: che c…, ehm, che fortuna che ho avuto.

Epilogo.
Che volete che vi dica. Il mio capo non è pazzo (almeno lo spero; esagerato, lo è sicuramente), né lo era il mio professore (non oso immaginare cosa possa essere diventato oggi). È che quello che noi mostriamo agli altri - di solito particolari che riteniamo insignificanti - dice molto di ciò attraverso cui siamo passati, ed è ciò che, per molti ma non per tutti, fa la differenza. Quelle frecce, da un lato la dicevano lunga sul grado dell’attenzione e dell’interesse per i particolari del mio povero collega, che nel nostro campo è fondamentale; dall'altro, erano la prova dell’insegnamento ricevuto e della volontà/capacità di apprendere ciò che gli era stato insegnato. Come sempre, sono le piccole cose che rivelano di noi più di quanto immaginiamo. E che o ci fregano o fanno la nostra fortuna.

Commenti al Post:
rattopennugu2
rattopennugu2 il 25/11/07 alle 20:32 via WEB
:D
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/11/07 alle 20:10 via WEB
Ciao ratto! Bentornato :D
 
aldo_caposaldo
aldo_caposaldo il 26/11/07 alle 00:12 via WEB
Lo ho scritto una volta in un post: Mies van der Rohe diceva "Dio è nei dettagli" :-)
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/11/07 alle 20:17 via WEB
Ed è per questo che mi chiamano La signorina (Miss) Van Der Rohe... :)
 
   
aldo_caposaldo
aldo_caposaldo il 27/11/07 alle 00:06 via WEB
:-)
 
upmarine
upmarine il 26/11/07 alle 06:41 via WEB
Il tuo giovane collega è un superficiale. Io al posto del tuo capo lo avrei sostituito. A meno che sia lì a titolo gratuito. Io dei miei collaboratori ne ho piene le tasche. Il loro atteggiamento è quello di essere approssimativi: tanto, poi, c'è lo stronzo (indovina chi?) che mette a posto le cose. Forse non capiscono che meno si fanno apprezzare e meno mi do' da fare per trovare fondi per pagarli il prossimo anno. La precarietà degli incarichi è proporzionale al loro impegno. Ho solo una collaboratrice (una ricercatrice) a tempo indeterminato e mi basta. Anzi, mi avanza.
Ho un caratteraccio ma anche il mio è frutto di esasperazione. Buona giornata Lu.
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/11/07 alle 21:20 via WEB
Ciccio, se non ti conoscessi come il grande provocatore che sei... :) Lo immagino, che sei esasperato (anzi: lo so). E sono d'accordo con te. Ma umiliare un collaboratore (o uno studente) non serve a renderlo più qualificato o più utile, se non si tratta, almeno, di uno di quelli che o non fanno il proprio dovere o lo fanno male per indolenza e svogliatezza. Purtroppo il mio capo ha la pessima abitudine di aggredire, sempre e comunque; il mio collega riguardo alle frecce non ha capito nulla: ha pensato - e male - che il boss avesse solo la luna storta. Senza pensare neanche per un momento che la luna storta gliel'avesse fatta venire lui. Anche se non mi piacciono i modi che ha, capisco e condivido il pensiero del mio capo. Forse è per questo che sono stata l'unica che è riuscita a sopportarlo per così tanto tempo. Un bacione, Lu :)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 26/11/07 alle 08:01 via WEB
Mio Dio, commentare dopo Attila, il flagello di Dio, che come nickname ha quello di Up....(e ti credo che ha una sola collaboratrice, gli altri, li ha eliminati tutti a colpi di micidiali Zot!)...Insomma stavo per dire che "spine" (per usare un linguaggio militare) o "ultime ruote del carro" in linguaggio corrente, lo siamo stati tutti...mi chiedo però se sia giusto infierire così, solo perchè sono giovani, inesperti e senza il coltello dalla parte del manico...Al momento sono piuttosto "sensibilizzata" all'argomento arroganza, per le vicende della mia grande che, insegue invano un irritato professore da cui aspetta una indicazione di data. L'illustrissimo, quando parla con lei, in contemporanea digita sul telefonino,inviando il chiaro e deprimente messaggio, "Tu per me sei più rarefatta dell'aria"...un bacio, dolce Archi, e non dimenticare mai come sei stata, aiuta ad essere persone migliori...:-)))
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/11/07 alle 21:44 via WEB
Carissima Cd, il mio passato universitario non è così lontano da farmi dimenticare ciò che ho subìto... :) d'altra parte, non possiamo neanche trascurare il fatto che molti giovani collaboratori hanno la tendenza a comportarsi sul posto di lavoro come se fossero ancora all'Università e per chi ha delle responsabilità è un problema (e una fatica) non da poco. Per quanto riguarda tua figlia, è successa una cosa simile anche a me, con il mio professore di tesi: mi aveva liquidata con poche parole, affibbiandomi di malavoglia una tesi che non mi interessava affatto. Quando è uscito, gli sono corsa dietro e l'ho afferrato per la giacca, sillabandogli a chiare lettere che non mi era piaciuto affatto nè il suo comportamento, nè la tesi che mi aveva proposto. Ne ho guadagnato in tutti i sensi, visto che ora siamo amici, oltre che colleghi. Chissà, forse una bella lavata di capo da parte di tua figlia al prof menefreghista non farebbe poi tanto male, che ne dici? Mal che vada, si toglierà una bella soddisfazione. Un bacione e un grosso in bocca al lupo alla tua grande :))
 
   
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 27/11/07 alle 19:07 via WEB
Mi sembra un ottimo consiglio, per cui inviterò la ragazza a leggere e farne tesoro...un bacio;-))))
 
     
upmarine
upmarine il 27/11/07 alle 23:07 via WEB
Aspetta un po', Carpédine, e vediamo se riusciamo a non far danni, che GioiaLu' mi sembra un po' troppo ingenua e pensa di essere in un mondo perfetto. La tua doberm... ehm bimba è meglio che adotti una strategia più soft. I professori sono brutte bestie da maneggiare, e certi sono anche vendicativi quanto ottusi. A scanso di equivoci, è meglio che lo studente cerchi di dimostrarsi interessato allo studio ed interessante come studente. Per quest'ultima cosa basta documentarsi sugli argomenti di ricerca del professore e prepararsi una serie di domande stuzzicanti. A chiunque fa piacere sentirsi interpellati per qualcosa che costituisce il proprio interesse principale. E forse la figliola verrebbe vista sotto un altra luce piuttosto che come significante rompiballe.
Per quanto riguarda te, mio dolce angelo Gioialuccicante, hai capito bene cosa volevo dire tra le mie zottate da Attila: esiste una gran quantità di superficialità tra i subordinati, semplicemente perché ritengono che un maggior impegno non porti una lira di più nelle tasche. Sembra che la soddisfazione di aver fatto bene non sia una merce appetibile. Ognuno, va da se, parla secondo la propria esperienza. Io quando ero agli albori della mia carriera ero anche più pignolo di ora: volevo emergere tra gli altri. Sai, non sono figlio d'arte ed ogni gradino della mia scala l'ho sudato fino in fondo. Con piacere e passione. E buona notte.
A proposito: zot zot zot!
 
     
Gioiasole
Gioiasole il 27/11/07 alle 23:38 via WEB
Eh no. Non è certo l'ingenuità che mi ha portata fino a dove sono adesso. Neanch'io sono figlia d'arte, anzi sono stata più volte ostacolata nella mia scelta finora più importante, quella che non mi dà soltanto da mangiare, ma anche qualche grossa soddisfazione, visto che tutto quello che ho fatto - e faccio - non me lo hanno affatto regalato. Che certi docenti siano brutte bestie da maneggiare non è una scoperta per nessuno. Invece per me è stata un'autentica scoperta il risultato della mia reazione a suo tempo. Chiedere udienza ad un docente e ricevere le dovute attenzioni è un diritto di ogni studente, non foss'altro che perchè viene da lui stesso pagato. Da quel che racconta Carpe, mi sembra piuttosto evidente che il professore in questione faccia abuso del suo potere e non mi sembra che mostrare una certa autorevolezza, sempre con la giusta educazione e pertinenza, nelle proprie richieste possa fare più danni di una testa supinamente abbassata. L'episodio della mia tesi è avvalorato dal fatto che la mia amica e collega di studi, che avrebbe dovuto laurearsi con me, sempre con lo stesso docente, non ha fatto una piega, nonostante io l'avessi stimolata più volte a reagire: si è laureata l'anno successivo e su un argomento che non le piaceva assolutamente. Chiamalo mondo perfetto. Buona notte. Zot.
 
     
upmarine
upmarine il 27/11/07 alle 23:49 via WEB
Bene, allora non resta che attendere la reazione del professore della figlia di Carpédine. Poi se lui è permaloso possiamo sempre dire che però l'amica di GioiaLù s'è laureata l'anno successivo. GioiaLù il 31 dicembre e PincoPalla il primo gennaio. Sei contenta? Vuoi ragione? Va bene te la do. Basta che fai la brava e vai a dormire. Che se no vivi d'arte e vivi d'amore, mia dolce MimìLù.
 
     
Gioiasole
Gioiasole il 28/11/07 alle 00:03 via WEB
Vabbè, andiamo a dormire. Del resto il docente sei tu, non io. Per Carpe: Up ha ragione, la mia esperienza non è indicativa.
 
     
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 29/11/07 alle 08:25 via WEB
Il dober...ehm, la ragazza in fiore, sembra condividere l'opinione dell'esimio prof. Up (non è "a caso" che, ogni tanto, la definisco un dobermann...anche se è una ragazza dolcissima!). Alla lettura del commento, ha semplicemente risposto: "Mamma, con lui debbo dare ancora due materie...." . Comunicazione sintetica, ma pregna di significato...Comunque (e qui Up si incazzerà) l'Università è piena di gente che, con la Cultura e l'educazione dei giovani al rispetto e alla scoperta delle proprie vocazioni, non ha niente a che fare...:-(
 
     
upmarine
upmarine il 30/11/07 alle 01:13 via WEB
L'Università non è migliore del mondo che viviamo. Dormire, sognare, forse. Tuttavia non devi insegnare a tua figlia che deve subire le ingiustizie solo perché deve tirare avanti. Piuttosto deve ottenere le cose col sorriso sulle labbra e con intelligenza. Era quello che volevo dire, non di subire obtorto collo. Deve imparare a conquistare l'attenzione con l'autorevolezza della cultura. Sempre che l'interlocutore non sia l'ennesimo incapace arrivato, per incompetenza o interesse personale del selezionatore, ad occupare la posizione strategica di professore. Non posso incazzarmi se mi si dice qualcosa che anche gli occhi di un un partigiano come me non può fare a meno di vedere. Purtroppo. Piuttosto, resto colpito molto favorevolmente da GioiaLù. Ho notato. Non che ce ne fosse bisogno ma ha dimostrato molto carattere, ma soprattutto una bella dote. E non per aver assecondato la mia prosopopea ma per aver rinunciato alla sterile polemica. Chapeau.
 
     
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 30/11/07 alle 08:08 via WEB
Consiglierò, alla virgulta, una riflessione su quanto meditato, sia da te che dalla dolce Gioia...:-)
 
     
upmarine
upmarine il 30/11/07 alle 10:32 via WEB
Errata corrige: ... anche gli occhi di un partigiano come me non possono fare a meno di vedere.
Ed infatti non hanno visto l'errore madornale di grammatica. :(
 
arimatec
arimatec il 26/11/07 alle 09:34 via WEB
I dettagli come rivelatori del carattere di una persona: è proprio così, Gioia e tu con la tua scrittura sempre vivace e accattivante lo hai dimostrato perfettamente. Con grande amicizia e stima. Ari :))
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/11/07 alle 21:57 via WEB
Infatti, Ari, sono i dettagli che ci contraddistinguono, e questo vale per tutte le cose: il modo in cui ci muoviamo e parliamo, la cura che abbiamo della nostra persona, il nostro modo di sorridere e di comunicare con gli altri. Sono sempre i dettagli che ci fanno capire - se abbiamo la voglia e la pazienza di osservarli - tante cose di chi abbiamo di fronte, anche senza una lunga frequentazione. Un unico appunto, me lo farei: l'eccessiva attenzione per i particolari mi porta spesso ad essere troppo severa... con me stessa. Grazie per il tuo commento, sono sempre felice di averti qui. Ti abbraccio forte, Gioia :))
 
Xeinar
Xeinar il 26/11/07 alle 13:38 via WEB
E a volte, la differenza la fanno proprio quei particolari, quei risultati di un addestramento/insegnamento cosi' duro. Differenza fra successo e sconfitta, in ogni campo.
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/11/07 alle 22:14 via WEB
Infatti, Xein, la mia conclusione porta proprio a questo. Io ne ho fatto una regola di vita. Però devo ammettere che ho avuto la fortuna di aver avuto al mio fianco chi mi ha insegnato ad amarli e a dar loro il ruolo di protagonisti, ogni volta che è necessario. Di recente ho letto un libro carico di ironia - di Diego De Silva, un avvocato penalista - dal titolo "Non avevo capito niente", che mi è piaciuto molto. Te ne riporto questa frase: "Dicono che la felicità si trova nelle piccole cose. Sapeste l'infelicità". Un bacione :-))
 
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 26/11/07 alle 16:32 via WEB
non ho capito, non so, se tu, alal fin fine, a quel vecchio professore del tuo passato sei grata oppure no.
io ricordo e sono grata solo a quelli che mi hanno insegnato i dettagli. non si insegna lo scibile, non si insegna il metodo. o meglio: lo si insegna attarverso i dettagli. e più la lezione ha colpito nel vivo, più si è certi che sarà stat imparata.
passo per essere una gran rompiscatole (e dotata di una certa dose di cattiveria) da parte dei miei allievi, ma dio sa se imparano!
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/11/07 alle 22:43 via WEB
Pensavo fosse chiaro almeno nell'epilogo! Il guaio, quando ci si diletta con l'ironia, è che si corre il rischio di non essere capiti o, peggio ancora, di essere fraintesi :-)) Gli sono grata, e molto, Ody. Forse non per i metodi poco civili - non mi piacciono le persone che approfittano del loro ruolo per umiliare in pubblico, come anche nel caso del mio capo, che 'ama' aggredire verbalmente il prossimo. Ma forse questa è la chiave del loro successo. Amo la cura dei particolari al punto da sapere benissimo di essere anch'io una gran rompiscatole, ma - forse grazie ai miei precedenti studi pedagogici - preferisco insegnare ai miei giovani collaboratori ad amare quello che fanno, piuttosto che a temere le mie reazioni, al contrario del boss, anche se certe volte è dura contenere la pazienza. Ho avuto la fortuna di incontrare una persona straordinaria che mi ha insegnato a 'osservare', a leggere le linee ed i colori. Quello che mi occorre per lavorare nel campo dell'interior design, la mia passione. Un bacio grande ;-)
 
evasoxcaso
evasoxcaso il 26/11/07 alle 16:53 via WEB
Le frecce sono sempre importanti. Quando si è in auto, se ti chiami Custer, quelle che indicano un ristorante aperto....secondo me, si tende a dare poca importanza alle frecce....occhio.....
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 26/11/07 alle 22:45 via WEB
E non solo alle frecce... anche a dove portano :-)
 
ilmondodiAle
ilmondodiAle il 27/11/07 alle 22:15 via WEB
I dettagli sono importanti e su questo non ci piove, ma ci sono modi e modi per far notare le mancanze. Forse il collega è stato un pò superficiale, ma ha dalla sua l'inesperienza...Un capo che miri alla stima dei suoi collaboratori non dovrebbe comportarsi come ha fatto il tuo...Ciao Gioia, un bacione, Ale:-))
 
 
Gioiasole
Gioiasole il 27/11/07 alle 22:36 via WEB
Come si nota dal mio racconto, spesso e volentieri chi ha il potere lo usa male. Col rischio di far perdere importanza a ciò che lo ha. Tanto è vero che lui ha ottenuto soltanto il risultato di rendere il mio collega più insicuro, visto che quest'ultimo non ha compreso il nocciolo della questione: ho dovuto spiegarglielo io, raccontandogli - per consolarlo -anche quello che è successo a me... un milione di anni fa. Passando sopra - pietosamente - al fatto elementare che un capo si aspetta, giustamente, che sul lavoro non si dovrebbero spiegare le 'basi'. Un bacio grande a te, amica mia :) Lu
 
releardgl
releardgl il 30/11/07 alle 12:11 via WEB
capisco...sono anni che inseguo le frecce...insieme ad Achille ed anche alla tartaruga...sono quei particolari (e il tempo che passa) che non riusciamo a volte a capire perche`agli altri non piacciono e che a noi sembrano perfetti....anzi non sembrano lo sono...
 
hunkapi_genova
hunkapi_genova il 01/12/07 alle 01:12 via WEB
Ti auguriamo un felice e sereno fine settimana ciao a presto
 
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