Creato da marco.aliaslosciccos il 05/12/2007
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STEMMA DELL'A.M.

 

STEMMA DELL'A.M.

Ascolta la marcia d'ordinanza dell'Aeronautica
 

1. Il quadrupede chimerico alato con fiaccola, con la parte anteriore da leone e quella posteriore da cavallo, raffigura il distintivo della "X Squadriglia Farman", costituita il 1° aprile 1913. Tale reparto durante la 1ª Guerra Mondiale prese parte a numerosissime operazioni belliche di ricognizione e bombardamento leggero. Denominata successivamente "27a Squadriglia Aeroplani" eseguì, durante il primo conflitto mondiale, oltre 900 voli di guerra.
2. Il "Grifo Rampante" rappresenta l'insegna della "91ª Squadriglia da Caccia". Nota come "Squadriglia degli assi", ebbe tra le sue file eroi come Francesco Baracca, Piccio, Ruffo e Ranza.
3. Il "Quadrifoglio" riproduce il simbolo della "10ª Squadriglia da bombardamento Caproni", anch'essa impiegata in audaci azioni belliche durante la Grande Guerra.
4. Il celebre "Leone di S.Marco" fu adottato come emblema dalla "87ª Squadriglia Aeroplani", ribattezzata "La Serenissima" in omaggio alla città di Venezia. E' di questa squadriglia l'epico volo su Vienna al comando di D'Annunzio.
 

 

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UN PO' DI STORIA

Post n°186 pubblicato il 24 Maggio 2010 da marco.aliaslosciccos

AERONAUTICA

A.D.R.A.                  Arditi Distruttori Regia Aeronautica
REGGIMENTO D’AVIAZIONE DUCA D’AOSTA: BATTAGLIONI LORETO E PARA
La Regia Aeronautica, viste le esperienze tedesche in Belgio e Inglesi in Africa aveva dato avvio, nell'estate del 1942, alla costituzione di propri "reparti speciali" con la formazione del I Battaglione Paracadutisti d'Assalto e del Battaglione Riattatori Loreto. L'operazione C3, detta anche occupazione di Malta, offriva loro la prospettiva di un impiego, alla quale la Regia Aeronautica non intendeva mancare con un proprio contingente "terrestre" studiato apposta per la riattivazione in tempi rapidi di strutture aeroportuali. I due reparti, che nel novembre 1942 sarebbero stati riuniti nel Reggimento d’Aviazione d'Assalto Amedeo duca d'Aosta, avrebbero dovuto concorrere alla conquista ed al presidio degli aeroporti dell'isola, garantendonepattuglia paracadutata a Philippeville (Algeria), dopo una marcia forzata di 4 giorni sulle montagne dell'Atlante, fece saltare in aria il ponte ferroviario di Beni Mansur. Due incursori del gruppo destinato all'aeroporto di Benina, Vito Procida e Franco Cargnel, riuscirono a raggiungere il loro obiettivo. Scampati alla cattura del fallito lancio, dopo giorni penosi per il caldo e la mancanza d'acqua, raggiunsero il campo d'aviazione. Nella notte del 21 giugno si infiltrarono fra le sentinelle e collocarono 18 cariche esplosive sotto il ventre di altrettanti quadrimotori. Mentre si allontanavano trovarono, abbandonata all'interno del campo, una grossa bomba tedesca e Innescarono anche quella. Ritiratisi a distanza di sicurezza stettero ad aspettare sino a che l'ultima carica non fu esplosa. La notte successiva venivano catturati da una pattuglia inglese.
l'agibilità durante le fasi di afflusso delle truppe aerotrasportate della forza d’invasione dell’isola (le stesse cose dei "diavoli verdi" di Hitler). Nel contempo, lo Stato Maggiore della Regia Aeronautica aveva individuato nelle azioni di sabotaggio un modo idoneo a colpire invece il potenziale aereo nemico, portando l’offesa in Nord Africa. La costituzione del Battaglione Arditi Distruttori per effettuare missioni di sabotaggio con esplosivi, avvenne però solo nel febbraio 1943, sette mesi dopo l'emanazione della circolare di nascita. Inizialmente inquadrato nel Reggimento Amedeo d'Aosta, il Battaglione passa poi alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore Aeronautica. Ad Africa abbandonata (maggio 43) il corpo conta poco più di 300 uomini (14 ufficiali, 24 sottufficiali e 270 uomini di truppa), al comando del capitano Araldo De Angelis. Il comando dell'ADRA passerà a breve al T.Col. pilota Edvino Dalmas, già comandante del I° Battaglione Paracadutisti, distintosi in Tunisia e ripresosi dopo le ferite riportate. Gli uomini del Reggimento d'Aviazione Duca d’Aosta raggiunsero il Nordafrica il 16 novembre 1942, all’indomani degli sbarchi americani che da Ovest (Algeria, Marocco) avrebbero investito la Tunisia. In quei giorni un gruppo misto italo-tedesco, comandato dal maggiore Witzig (l'uomo del forte di Eben Emael in Belgio) era entrato in contatto con gli Inglesi e necessitava urgentemente di truppe di rincalzo. il 17 in uno dei salienti più esposti, il Gebel Abiod, giungeva il battaglione Parà. I 308 uomini del colonnello Dalmas stupirono i tedeschi. La loro resistenza, protrattasi per circa 10 giorni, permise, con i reparti arrivati nel frattempo dall'Italia, di costruire quella linea di difesa che consenti la resistenza delle truppe italo tedesche in Tunisia fino al 13 maggio 1943. Nella battaglia del Gebel Abiod il battaglione venne letteralmente decimato; lo stesso comandante fu seriamente ferito. Nella notte fra il 13 e il 14 giugno 1943, in una operazione di commando dal territorio metropolitano, tra la mezzanotte e le 2,15, tutti gli uomini avevano lasciato gli aerei gettandosi nella scura notte africana verso l'obiettivo loro assegnato. La quasi totalità degli incursori, come spesso succede, finì fuori rotta e catturata. Alcuni gruppi però riuscirono a sganciarsi e a resistere alcuni giorni tentando di portare a termine l'incarico ricevuto. La pattuglia paracadutata a Philippeville (Algeria), dopo una marcia forzata di 4  giorni sulle montagne dell'Atlante, fece saltare in aria il ponte ferroviario di Beni Mansur. Due incursori del gruppo destinato all'aeroporto di Benina, Vito Procida e Franco Cargnel, riuscirono a raggiungere il loro obiettivo. Scampati alla cattura del fallito lancio, dopo giorni penosi per il caldo e la mancanza d'acqua, raggiunsero il campo d'aviazione. Nella notte del 21 giugno si infiltrarono fra le sentinelle e collocarono 18 cariche esplosive sotto il ventre di altrettanti quadrimotori. Mentre si allontanavano trovarono, abbandonata all'interno del campo, una grossa bomba tedesca e Innescarono anche quella. Ritiratisi a distanza di sicurezza stettero ad aspettare sino a che l'ultima carica non fu esplosa. La notte successiva venivano catturati da una pattuglia inglese.

 
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