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LA MIA MAMMA

Post n°8 pubblicato il 12 Novembre 2006 da Gigio.lg


LA MAMMA

Ho sempre amato profondamente mia mamma.

Quando avevo una trentina di anni ho fatto con uno psicologo un Rorschach.

Poi ho letto gli appunti: ed ho letto fra tante altre cose, messa lì in mezzo fra le altre, la frase “ PROBLEMI CON LA MADRE”. Non ho capito che significasse ma ne ho sofferto moltissimo.

Anche di notte sognavo intorno a quella frase ed il turbamento doloroso che me ne veniva era sempre uguale. Non capivo, e continuavo ad amare mamma con un amore che mi prendeva tutto. Per mamma avrei fatto qualsiasi cosa; ero geloso del suo amore nei confronti dei miei fratelli.

Mamma si chiamava Elena e papà Tommaso, ma in casa mamma lo chiamava Masino, diminutivo di Maso che era il nome con cui chiamavano papà in famiglia.

Mamma e papà si erano conosciuti dopo il ritorno dalla Grande Guerra di papà, maggiore dei bersaglieri e mutilato di guerra. Non so come si sono conosciuti, ma so che l’amore nato fra di loro era un amore di quelli che non lasciava respiro. Si sono sposati un po’ avanti negli anni, ed hanno avuto tre figlioli. Una femminuccia e due maschi, l’ultimo dei quali sono io.

Mamma era una donna bellissima e papà, anche lui, un uomo molto bello.

L’amore fra mamma è papà ha condizionato tutta la nostra vita. Tutti venivano dopo, e sono sicuro che se avessero posto la mamma di fronte al dilemma : Tommaso o i tuoi figli? Non avrebbe avuto dubbi nello scegliere papà.

Con noi era tenerissima, ma il fatto che papà ci fosse mille miglia avanti nel suo amore era palpabile. Ma quando piccoletto correvo fra le dolcissime braccia di mamma, quando mi stringevo a lei che ricambiava abbracci e baci, mi sembrava di essere solo con lei ed unico nel suo amore.

Più in là negli anni, superai i quaranta, sono andato a farmi aiutare da un amico psicologo che cominciò col farmi dei test. Ne ricordo uno. C’erano delle piccole miniature di legno che riproducevano le parti di un villaggio. Ricordo che c’erano villette, case e palazzi, il municipio, la chiesa, opifici e fabbriche, un recinto ed una fontana. Mi chiese di disporle in modo da costruire un villaggio. Ho posizionato tutti i pezzi con logica urbanistica perfetta. Unico particolare stonato…”la fontana”. Alla fine me la sono ritrovata in mano senza averle trovato un posto nel villaggio. Avrei dovuto disfare tutto e ricominciare da capo, ma non mi sembrò il caso ed ho restituito la fontana al mio psicologo pensando che non fosse importante per quello che avevo costruito.

Ed invece, quando cominciò l’interpretazione di quel che avevo fatto, saltò fuori che la fontana era la figura della mamma e che il fatto che non avessi trovato per lei un posto nel villaggio (la mia vita!) aveva un significato ben preciso: Tornavano PROBLEMI CON LA MADRE: ma non capivo.

Adoravo, riamato la mamma. Fra di noi non c’era mai stato nessuno screzio, né ostilità, né litigi.

Della mia educazione si occupava più mia sorella, più grande di me di 7 anni, ed una zia che abitava con noi. Quali questi problemi? Mi sono portata dietro questa domanda per anni ed anni. La casa di papà, per grossi inconvenienti di autonomia per i miei tre vecchietti (papà, mamma e la zia), diventò una piccola casetta dove vivevano in ristrettezze sostenuti da noi figli, e non c’era giorno che non andassimo a trovarli con grande rispetto e grandissimo amore. Poi è morto papà. Lo strazio di mamma, durò per i ventitré anni che gli sopravvisse. La zia andò a vivere a Firenze in casa di un suo figliolo. Mamma si trasferì in casa di mia sorella. Per me continuò ad essere , ogni giorno, la figura di riferimento. L’andavo a trovare ogni giorno e le raccontavo ogni mia pena; a lei riservavo i miei dispiaceri, le mie lamentele, ma anche, spero le gioie.

Poi, a 87 anni mamma si ammalò con la certezza che ci avrebbe lasciato nel giro di pochi giorni. Andava in cancrena una sua gamba, e ci dissero che non avrebbe superata una amputazione. E così accanto a lei abbiamo vissuto i suoi ultimi 5 giorni.

La sera prima di morire eravamo attorno a lei tutti i figli, con mogli e mariti. Ci parlò per ore ed ore, facendoci ridere di cuore ricordando i fatti buffi della sua vita, i fatti buffi della nostra vita, e tanti episodi di vita di famiglia che ci davano allegria e tenerezza. Ci tenne tutti attorno, rendendoci leggere quelle ore altrimenti tremende. Morì il giorno dopo, dolcemente e serenamente, con un sorriso sulle labbra.

“Problemi con la madre “.

Col passare degli anni ho cominciato a capire. Si trattava dell’esclusività dell’amore di mamma verso papà. Che l’aveva portata a dimenticare di farmi crescere sotto la sua costante attenzione e cure. L’affetto non c’entrava. Ma oggi non ricordo che mamma si sia occupata di insegnarmi a vivere. Mi lavavo i denti come, quando e quanto volevo io. Le mie cose più intime ho imparato a farle da solo, Ricordo che una volta ho scoperto dei vermini nelle feci. In silenzio ho continuato nei giorni a verificarne l’evoluzione senza curarmi e senza dirlo fin quando non sono spariti. Nessuno mi ha mai pulito le orecchie . Anche il bagno, da bambino, lo facevo da solo, quando volevo. Ho imparato da solo a fare il bidè. Non ricordo una sua confidenza per i fatti della vita, e constato ed un suo disinteresse completo nei confronti delle mie difficoltà. Mai un rimprovero costruttivo, né un consiglio che non si riferisse al mio comportamento con papà. Questo da sempre nella mia vita, dall’età in cui cominciano i miei ricordi, e su, su fino agli anni della pubertà. Poi ero cresciuto…un poco segnato da questo, ma oramai cresciuto. Mia sorella ha sempre avuto la zia a farle da mamma. Mio fratello è andato alla scuola militare che lo ha temprato.

Io non sono stato molto bravo come autodidatta e sono cresciuto…un po’ così…

Ci ha però formato l’atmosfera di amore che si respirava in casa. Una atmosfera densa e piena piena e che coinvolgeva tutti.

Ora che mamma non c’è più devo dire che non ho mai provato alcun risentimento nei suoi confronti . Solo rimpianto. E’ lei che mi ha insegnato l’amore, ed è il più grande dono della mia vita.


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Commenti al Post:
nineinchnails74
nineinchnails74 il 12/11/06 alle 19:21 via WEB
mi hai fatto scendere una lacrima. Niente, dovevo dirla sta cosa. Saluti.
 
luisa_127
luisa_127 il 14/11/06 alle 21:27 via WEB
Gigi caro, ti ho raggiunto anche qui, io ti seguo ovunque tu vada! Ho visto con immenso piacere il volto splendido di chi ti ha dato la vita...e quello che sei ora.....un bacio
 
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