15/10/2007

Post n°14 pubblicato il 23 Novembre 2009 da eials88
 

L’autunno ormai, aveva lasciato dietro sè l’estate senza che ne avessimo avuto il tempo d’accorgercene. 

La sera del 15 Ottobre del 2007, la nebbia ricopriva le strade come in un film ambientato a Londra, dove tra la foschia e la nebbia, a malapena si riesce a scorgere il proprio naso.Stanca della solita routine e rassegnata  al fatto di dover stare rintanata in casa entrai nella chat dove, da tempo, mi ero iscritta. Una chat nella quale si ha la possibilità di accedere in una stanza dedicata esclusivamente alle donne e, nella quale di tanto in tanto, vi facevo accesso per salutare le solite amiche.

La serata procedeva tranquillamente, tra una risata e l’altra virtuale quando, d’improvviso, nejmek di Verona richiese la mia presenza in privato. Ho sempre evitato di accettare il pvt semplicemente per il fatto che, il più delle volte, capita che dietro ci siamo uomini iscritti come donne per la curiosità di sapere l’evolversi dei discorsi…e non solo ovviamente.

Quella sera, non so perchè, non esitai d’accetare. Iniziammo così a parlare in maniera del tutto tranquilla e naturale…cosa che facemmo per l’intera settimana quando, una sera, decise di lasciarmi il suo numero.  La mia prospettiva era ben diversa dal voler rimorchiare, visto e considerato che uscivo da molte situazioni non semplici…eppure…non esitai a memorizzare quel numero nella rubrica del mio telefono. Le feci semplicemente uno squillo in modo tale che anche lei potesse memorizzare il mio.

Ci sentimmo così, durante la settimana,, parlando del più e del meno… delle nostre abitudini, io la scuola e lei il lavoro, dei nostri hobby… della nostra profonda passione per la lettura. Peccato che mi sfuggì un piccolo particolare. Le rivelai, da subito, l’istituto presso il quale stavo svolgendo le superiori.

Chi mai poteva pensare che potesse esserci una riconciliazione tra Carmagnola e Verona?!?!

Eppure….

 
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STAND BY

Post n°13 pubblicato il 23 Novembre 2009 da eials88
 

E’ strano come, quasi improvvisamente, ci si renda conto di quanto le situazioni passate, intense o meno che siano state, facciano maturare senza neanche darci il tempo di focalizzare il nostro cambiamento.

Ero riuscita finalmente a liberarmi da tutti gli scheletri nascosti nell’armadio e sentivo il bisogno di un cambiamento. Ma non un cambiamento riguardo al mio stile di vita tanto meno riguardo alle conoscienze.

Un cambiamento in merito al mio aspetto fisico che sorse quasi spontaneamente direi.

In qualche mese, buttai alle spalle i kg in eccesso che ormai regnavano sovrastanti all’interno del mio corpo senza alcuna difficoltà. D’altra parte non c’è forza maggiore del volere mentale quando ci si punta in qualcosa.

Ma non mi resi conto che, effettivamente, non solo stavo cambiando fisicamente…

Oggi, col senno di poi, credo che le esperienze negative, che fino ad allora avevo passato, mi portarono al non voler cercare alcun tipo di relazione seria. Fu così che mi ritrovai a ricoprire molteplici ruoli uno dei quali, l’amante  di una donna di 31 anni(anche se inconsciamente considerando che non ero al corrente del fatto che l’altra lei avesse già una relazione).

In casa ero tornata ad essere scontrosa, ma non perchè effettivamente ci fosse qualcosa che non andava, ma perchè, pur sapendo che mia madre stava iniziando ad accettare la situazione, mi sentivo costretta a dover mantenere segreto questo “stile di vita” per paura di ciò che potesse pensare di me. E lei, inevitabilmente, vedendomi restia a qualsiasi forma d’approccio familiare, interrogava mia sorella per cercare di ricavare qualche informazione in più.. cosa che ovviamente non accadeva perchè non parlavo neanche con lei.

Dopo poco però, mi resi conto che effettivamente quello “stile di vita” non rispecchiava la mia personalità.

Mi capitavano dei giorni in cui sentissi davvero la necessità di star da sola con me stessa affinchè potessi fare un pò di chiarezza… così passavo i pomeriggi in palestra con l’ i-pod mentre la mente vagava interrogandosi.

“Ma cosa sto facendo?” mi chiedevo…

“Io che per prima sono stata tradita, io che per prima ho sempre boicottato le scappatelle perchè convinta che non portassero a nulla, io che sono sempre stata amante delle forti sensazioni, del piacere che dona anche un semplice incontro di sguardi (ma realmente sentito, con interesse reciproco), un intreccio di mani… l’emozione di un bacio a fior di labbra, il condividere le proprie emozioni, i propri pensieri… che cosa stavo facendo?”

Stavo negando a me stessa la possibilità d’essere me stessa…e quindi d’essere felice 

Chiusi i rapporti con quelle che, in quel momento, sembravano situazioni a me surreali senza però prefissarmi come “meta” la creazione di un rapporto di coppia. Sarebbe arrivato quando ne sarebbe stato il tempo

 
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LA CONSAPEVOLEZZA...

Post n°12 pubblicato il 23 Novembre 2009 da eials88
 

Non è una novità, per chi mi conosce, che non sia mai andata d’accordo con mio padre. Ma non mi dilungherò nel raccontare i reali motivi in questo spazio dedicato solo a me stessa…Mi basta sapere che la mia famiglia è formata da due componenti, mia sorella e mia madre.

I mesi passavano…e la mancanza del rapporto continuava comunque,anche se in minor acutezza, a farsi sentire. Nel frattempo l’amicizia con Sabrina, stava iniziando a prendere un’altra piega. Con lei stavo bene, ero caratterialmente me stessa (entità diversa) ma mi dava la forza d’affrontare le situazioni e di non pensare all’accaduto, sebbene lei non sapesse nulla al riguardo. Il rapporto stava procedendo ormai talmente tanto freneticamente, che diventava sempre più complicato e difficile prendere una decisione. Non volevo farle del male (anche se, inconsciamente e per una cazzata del principio, l’avevo fatto) tanto meno volevo perderla. Se le avessi rivelato la mia vera identità probabilmente non mi avrebbe neanche più voluta sentire e, allo stesso tempo, non potevo pensare che non avesse più fatto parte della mia vita.

Ma le cose si complicarono quando mi resi conto che davvero stavo iniziando a provare per lei quel qualcosa in più rispetto alla semplice amicizia. E’ inspiegabile come certe persone abbiano la forza involontaria di cambiarti la vita, di farti crescere, maturare … ebbene, con lei accadde qualcosa di davvero magico. Si creò una complicità e un’intimità fuori dal normale. Ricordo ancora i mille film visti insieme attraverso il telefono. Il film dei modelli o quel film di cui non ricordo il titolo un sabato pomeriggio che aveva come personaggio principale una simpatica scimmietta con il vestito rosa! Non le avessi fatto vedere quel film! Tutt’oggi parlandone al telefono esaltata mi continua a ribadire che quella scimmia è troppo bella!!! O i 7 bacardi bevuti in una sera sola ostinandosi a ribadirmi di non sgridarla perché non stava gridando così come effettivamente insinuassi io. Ma cosa ancora più complicata, ci ritrovammo innamorate l’una dell’altra (senza che però lei sapesse chi realmente io fossi). I mesi trascorrevano a vista d’occhio … il rapporto anche … e la mia coscienza, talmente sporca a causa della menzogna, mi comportava sbalzi d’umore nei suoi confronti davvero esuberanti … talvolta, come l’ultimo scontro, irreparabili. Non ci sentimmo per tanto tempo fino al momento in cui, io stessa, benché tenessi a lei da morire, le rivelò tutto a costo anche di perderla. Ero sicura che da quel momento in poi l’avrei persa per sempre… ma ne valeva della mia serenità…e della sua libertà oltre che del suo più totale rispetto.

Quale fu la sua reazione?!? Scontato è dire che quando venne a sapere che non era Daniele la persona che sentiva e della quale si era innamorata ma era Elisa, il mondo le cadde addosso. Le promisi che, considerando che le avevo fatto già troppo del male, non mi sarei più fatta sentire anche se l’avrei ,come tutt’ora è, portata nel cuore. Non ci sentimmo per delle settimane. Quando, un giorno, squillò il mio telefono. Mi era arrivato un messaggio … era lei, aveva bisogno di parlarmi. Così la chiamai e per ore parlammo dell’accaduto. Il suo animo nobile, dolce nonché maturo… mi diede una risposta inaspettata. Mi disse che non le importava di quale fosse l’entità della persona che per tutto quel tempo, tra amicizia e amore, le aveva fatto tremare il cuore. Ma che mi voleva bene per ciò che ero, per le caratteristiche del mio carattere nonché personalità. Che non le importava se ero Elisa invece che Daniele… quello che di certo sapeva, è che ero diventata ormai parte integrante della sua vita. Cosa che tutt’oggi, continua a ripetermi con l’affetto di una dolce e tenera amica. Di cose da raccontare ce ne sarebbero. Ma la cosa più importante è che, entrambe, sappiamo ciò che è stato e continuiamo, malgrado tutto, a portarlo nel cuore.

 
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IL MATTINO SEGUENTE

Post n°11 pubblicato il 23 Novembre 2009 da eials88
 

Dormii neanche due ore. 

I pensieri ormai sovrastavano la mia mente. Ripensai a quando la conobbi, al giorno in cui, tornando da scuola, nell’ascoltare la sua dichiarazione, camminai per le strade del mio paese tra la neve che, come un tappeto, accarezzava le strade,al sorriso di mia sorella quando mi disse d’aver capito tutto riguardo alla mia vera entità sessuale, alla difficile decisione presa di rivelarmi a mia madre, alle lotte continue con mio padre che non perdeva occasione di rivangare l’episodio del diario o che non perdeva occasione per fare battute maliziose in merito all’accaduto. Vi è mai capitato di ascoltare le canzoni che hanno segnato il percorso della vostra vita o qualche passo fondamentale proprio in un momento buio che state passando?!?! Bhe… mentre la mente vagava rivangando tanti, forse troppi pensieri, nelle orecchie, i Savage Garden cantavano la nostra canzone “Truly, medley deeply” e le lacrime, ormai stanche di scorrere, continuavano incessanti a rigare il mio volto. Quella mattina non andai a scuola… ma cercai lei, Barbara, quella che allora, era la mia più cara amica e che, oltretutto fu stata la prima tra le miei amicizie a sapere di me. Le raccontai tutto e con lei cercammo di focalizzare e capire molte cose. Aspettavo però con ansia il momento in cui mia sorella arrivasse da scuola. Mi feci trovare a casa e ne parlai con lei che, ovviamente, non voleva crederci. Cercai così di trovare l’impossibile da fare affinchè mi ritrovassi impegnata e non pensassi più a lei.. anche se, inevitabilmente, accadeva.

Fino al giorno in cui, come accennato precedentemente, un’amica in comune mi diede modo di capire il reale motivo per il quale Patrizia mi aveva lasciata. Non mi aveva lasciata solo per quello, c’era un motivo molto più grave alla base ma non aveva avuto, a quanto pare, il coraggio di rivelarmelo. Mi aveva tradito con un uomo e successivamente, ne rimase incinta. I mesi passarono velocemente. Dapprima non fu semplice non pensare a lei. E quasi in me era subentrata la convinzione che mai più avrei avuto una storia con un’altra donna… che dovevo negare la mia vera entità… perché amare mi faceva stare troppo male…e non volevo più soffrire. Troppe domande, troppi perché… volevo il silenzio, il silenzio nella mia testa, volevo la pace… la pace nel mio animo, nella mia vita. Non tardò ad arrivare, comunque, la decisione presa da parte di mia madre, stanca ormai dei continui comportamenti avvizziti da parte di mio padre, della separazione. Ad agosto del 2005, mio padre, non era più in casa.

 
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STADIO INTERMEDIO

Post n°10 pubblicato il 23 Novembre 2009 da eials88
 

Ormai il matrimonio dei miei genitori stava lentamente andando degradandosi da anni. Benchè il tema della separazione fosse ricorrente di giorno in giorno, nessuno pensava che si sarebbe arrivati davvero alla decisione finale. Il clima quindi in casa si era fatto sempre più pesante, tant’è vero che, sia io che mia sorella, tendevano a stare il più tempo possibile fuori casa per evitare discussioni inutili. Ma, inevitabilmente, le tensioni familiari finirono con l’influire all’interno delle nostre vite private. Con patrizia non c’era giorno in cui non si litigasse. Cercavo di stare tranquilla e di trarre in lei la serenità di cui necessitavo, ma sebbene le domandassi sempre quali fossero le motivazioni dei suoi continui cambiamenti d’umore, la risposta non lasciava adito ad altre strade … “è soltanto un periodo difficile per entrambe”diceva … senz’aggiungere altro. Una sera in cui ero particolarmente di malumore e avevo bisogno di distrarmi un po’, entrai in chat. Non so cosa effettivamente mi sia passato per la testa… ma sicuramente il grado d’accettazione di me stessa, assimilato alle tremila incertezze causate dalla situazione familiare e di coppia, mi spinsero a fare un errore irreparabile. Inventai un’identità inesistente.  Conobbi Sabrina. Non c’era alcuna cattiva intenzione da parte mia nei suoi confronti, se non quella di fare due chiacchiere in chat con una persona che tanto neanche conoscevo e che quindi, di certo, non avrebbe potuto giudicarmi. Quando però la cosa si protrasse, mi resi conto d’esser arrivata agli estremi e che ormai era troppo tardi per tornare indietro e rivelare la mia vera identità. Nacque una bella amicizia… senza alcun secondo fine. Le cose con Patrizia andavano sempre peggio, le parlai della conoscenza di Sabrina, perché ero finalmente contenta d’aver potuto trovare un’amica… anche se in maniera errata, ma lei non diede peso più di tanto alla cosa, tant’è vero che, il reale motivo della sua reazione, lo capii solo due settimane dopo. Ci eravamo distaccate molto, ma quel sabato e quella domenica ci saremmo dovute rivedere. Il giovedì sera della stessa settimana, mi arrivò un messaggio in cui mi scriveva che così non si sarebbe potuto andare avanti, perché le cose tra noi non andavano più bene e che comunque, i suoi sentimenti nei miei confronti non erano più quelli di un tempo, quindi voleva troncare la relazione. E così fece, con un messaggio, senza quella sera rispondere alle mie tremila telefonate, senza una spiegazione verbale… senza più farsi vedere e sentire. La prima cosa che mi venne in mente di fare, quella sera, stando troppo male, fu quella di chiamare mia sorella per sfogarmi con lei. Ma d’altro canto, poverina, lei era andata in discoteca quella sera quindi di certo non avrebbe potuto rispondermi avendo lasciato il telefono a casa che infatti, risultava spento. Andai in camera nella speranza di chiuder occhio e di poter affrontare la nuova giornata rendendomi conto che il suo fosse stato un semplice sfogo…ma così non fu. A distanza di mesi, tramite amicizie in comune, venni a sapere che era rimasta incinta dall’uomo con il quale, praticamente, mi aveva tradito. Ma non ebbe mai il coraggio di ammetterlo anche quando tornò a cercarmi.

 
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