Sempre più frequenti gli incendi sulle colline: a Graffignana un gruppo di pronto intervento
Avevano salvato la collina da un incendio prima di partire per l’Abruzzo. Tale è l’impegno dei volontari della protezione civile di Graffignana: 34 componenti totali, di cui 24 operativi, 11 suddivisi in due squadre di secondo livello addestrate per l’intervento immediato in caso di incendio boschivo, 4 fuoristradisti certificati dalla regione, 2 coordinatori di alto livello, la maggior parte esecutori del “118” e uno anche istruttore. Il responsabile operativo Luigi Remigi osserva: «Possiamo fare del nostro meglio grazie al costante supporto di Regione Lombardia, Provincia di Lodi e Comune ma anche dell’intera cittadinanza». Da venerdì 17 luglio cinque operatori graffignanini sono stati operativi in Abruzzo, nel campo Paganica 5, con la stessa reperibilità offerta a Graffignana e quindi 24 ore al giorno: «Ci svegliamo alle 6.30 e fino alle 20.30 monitoriamo i presidi di osservazione locali per intervenire in caso di incendio. Di notte, al contrario, restiamo a disposizione presso il campo». Sono tornati il 2 agosto. E la presenza nelle zone terremotate ha dato i suoi frutti perché al loro arrivo i volontari hanno iniziato il lavoro domando ben tre incendi di cui uno piuttosto importante sulla riva di un torrente, tra i boschi e poco distante da una tendopoli. Il tutto con il supporto di un modulo antincendio del Parco del Ticino e del Corpo forestale dello Stato. Ma anche il Lodigiano è comunque rimasto coperto: «Abbiamo lasciato a casa una squadra e un modulo antincendio per eventuali necessità. Inoltre continua il piano di controllo della collina e se servirà sfrutteremo ancora gli idranti nascosti nel verde, una stazione di pompaggio, il fiume Lambro, la vasca dietro l’azienda Riccardi e le piscine limitrofe». Poche ore prima della partenza infatti i volontari erano intervenuti con il solo ausilio della polizia locale, su un incendio propagatosi a Graffignana in Località Vignazze, a lato della strada provinciale 189: «Qualcuno aveva gettato un mozzicone di sigaretta su una riva. Il nostro merito è stato quello di aver impedito che la combustione travolgesse il campo di mais annesso» ricorda Remigi. E alla qualità del personale si aggiunge un parco mezzi di tutto rispetto: un Mitsubishi L200, acquistato nell’ottobre del 2007, e un pick up Ford Ranger la cui efficiente attrezzatura è stata studiata dai volontari Raffaele Granata, Massimo Pandini e Emilio Suardi.Paola Arensi
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il 10/08/2018 alle 18:31
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