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Sai Paolo T. ?

Post n°29 pubblicato il 18 Marzo 2010 da Luisella1948

Sai Paolo, tu affermi che i miei scritti sono rosei,ma quante sofferenze ho conosciuto negli ultimi dieci anni di questa mia ventennale malattia, prima di arrivare all' attuale pseudo serenità? Un mare di lacrime piante di nascosto per non addolorare i miei. E poi vergogna, imbararazzo, disagio a iosa: camminare sfiorando i muri delle case per mantenere l' equilibrio, per non sbandare a destra e a sinistra e cercare l' aiuto di un passante per attraversare la strada,  le favolose cadute in posti pieni di gente, mangiare facendomi imboccare: a casa, al ristorante,nelle feste di paese, dappertutto, il cateterismo eseguito dall' infermiere maschio, la inaudita gelosia per  mio marito tanto esasperata da confonderlo e non sapere più cosa fare per aiutarmi, l' imbruttirmi infagottandomi con vestiti  senza gusto, perchè non mi piacevo, perchè non mi riconoscevo più, le cavolate sul lavoro con i vari direttori didattici e le colleghe, la prima uscita con la carrozzina, l' attracco in tutti i porti conosciuti in cerca d' aiuto e l' immancabile relativa delusione.
Come potevo pensare agli anni futuri  sotto a quel mucchio di miserie?  Non sarebbe stata più vita. Il mio cervello funzionava bene, il mio cuore era pieno di sentimenti: potevo ragionare ed amare ancora .  Allora come avrei potuto accettare di dipendere da quel groviglio di nervi difettosi, quando fuori continuava a splendere il sole?
Così sono andata da uno psichiatra, vecchiotto, ma che sapeva il fatto suo, che con medicine e sedute, alle quali voleva che partecipasse anche mio marito(la solida roccia che mi sorreggeva e mi avrebbe sorretta sempre), mi sono riconciliata con me stessa.
Alienate quelle miserie, o perlomeno, considerate nel loro giusto valore, ho ricominciato a vivere. Diversamente da prima come è logico, dando valore alle tante cose, esistenti da sempre, ma snobbate fino allora.
Mi sono sentita di valere ancora e ho riassaporato  il gusto della vita.
Oggi, le mie giornate sono allietate dai nipotini, che adorano la nonna Lella che gioca con loro e guarda con loro la televisione commentandola. Vado in giro(vado? Paolo mi spinge sulla carrozzina)per il paese e tutti mi riconoscono e mi salutano volentieri, anche perchè i miei scritti vengono pubblicati sul Bollettino Parocchiale. Nonna Carmela mi aspetta con trepidazione ogni lunedì alla Casa di Riposo per scambiare due parole e sentirsi amata. Con mio marito andiamo sovente a zonzo per scoprire luoghi sconosciuti, come due fidanzati. E molto altro.
Sai Paolo cosa ti dico? Sono orgogliosa di aver costruito il mio oggi con mattoni nuovi e non riciclati che,essendo rotti, non avrebbero garantito alcun sostegno.
Però devo confessarti che una piccola parte di me è rimasta fragile. Basta ancora poco per farmi piangere. Non sarei sincera se  dicessi diversamente, sono un essere umano come tutti, alla continua ricerca dello star bene fisico ed interiore.

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