CANE: istruzioni per l'uso
Benvenuti in questo blog.
Una prima, fondamentale ed imprescindibile precisazione: se avete un cane e siete desiderosi di comprenderlo al meglio e di rispettarlo quanto merita così da godere di lunghi anni in (reciprocamente) piacevole compagnia, questo blog condivide le vostre aspirazioni.
Se avete un cane e sapete solo che deve mangiare due volte al giorno ed uscire ogni tanto per sporcare, qui potreste imparare qualcosa.
Se non avete un cane, ma lo vorreste e tutto quello che sapete e pensate di dover sapere su di un cane é che deve mangiare due volte al giorno ed uscire ogni tanto per sporcare...FERMATEVI!
Prima documentatevi seriamente, poi chiedetevi se DAVVERO volete un cane. In questo blog troverete qualche indicazione, su testi ed argomenti.
Questo blog é contro l'adozione irresponsabile di cani.
I prossimi argomenti
In questo box trovate i prossimi argomenti che verranno trattati nel blog.
- Trentino: 'non é un paese per cani'.
- Gli allevatori: "brutta razza"...
- Educatori e ri-educatori cinofili: panorama della professsionalità in Italia di queste figure
- Anatomia: l'apparato della masticazione
- Anatomia: la coda
- Imparare il "canese". Gli strumenti della comunicazione canina: la coda.
- Anatomia: le orecchie
- Imparare il "canese". Gli strumenti della comunicazione canina: le orecchie
- Anatomia: gli occhi
- Imparare il "canese". Gli strumenti della comunicazione canina: gli occhi ed il muso
- Anatomia: il pelo
- Imparare il "canese". Gli strumenti della comunicazione canina: il pelo
- Anatomia: l'apparato della fonazione
- Imparare il "canese". Gli strumenti della comunicazione canina: le vocalizzazioni
- Imparare il "canese". Gli strumenti della comunicazione canina: utilizzo del resto del corpo
- Imparare il "canese". Gli strumenti della comunicazione canina: ormoni e feromoni
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...Esemplare...
19/07/08 Speedy
Sabato la mia ragazza, il mio cane ed io abbiamo conosciuto una ragazza (dall'accento, francese) ed i suoi tra cagnini al Parco Nord. Tre piccoli cagnetti, ognuno proveniente da una situazione disagiata di canile. La piccola terrier in età avanzata, la femmina di Cirneco dell'Etna con le zampe davanti deformate e lui, Speedy, un meticcino di forse un paio di chili con le zampe posteriori devastate da un investimento. Vederlo correre (sì, correre!) su e giù per la collinetta del parco, trascinandosi sull'erba morbida come un tappeto, festoso ed allegro, mi ha dato da pensare su quanto possiamo imparare dalla forza e semplicità d'animo dei nostri cani. Forse, avere obiettivi semplici e chiari nella vita e riuscire a perseguirli nonostante 'gli incidenti di percorso', é la chiave di ogni serenità e felicità...
Ipotesi
Da "Il mondo senza di noi", di A. Weisman
Il biologo di Harvard Edward O. Wilson parla del ripopolamento della terra da parte delle specie animali, subito dopo un'ipotetica sparizione della razza umana:
"[...] La megafauna sopravissuta si espanderebbe molto in fretta. Soprattutto i carnivori. In quattro e quattr'otto farebbero fuori il nostro bestiame. Dopo un paio di centinaia d'anni rimarrebbero pochi animali domestici. I cani si inselvatichirebbero, ma non durerebbero molto: non sono mai stati competitivi".
Strana opinione, quella di Wilson. Eppure i canidi esistevano da prima di noi (inteso come sapiens) e non si capisce perché dovrebbero sparire dopo di noi...
Il mitico Kong
Rappresentano un passatempo utilissimo per i nostri cani; permettono loro di tenere allenate le mascelle e puliti i denti e grazie alla resistenza davvero rimarchevole, possono essere lasciati a loro disposizione in nostra assenza.
Ecco il link della casa produttrice: http://www.kongcompany.com/
Da leggere assolutamente!
Università degli Studi di Bologna
Morfofisiologia Veterinaria e produzioni Animali
Università degli Studi di Milano
Psicologia
Università degli Studi di Parma
Biologia evolutiva e funzionale
Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca:
Pier Attilio Corsi (Università di Bologna)
"La qualità della relazione uomo-cane: valutazione del benessere dell'animale attraverso parametri etologici e fisiologici"
Il testo di obiettivi, risultati, bibliografia, etc. all'URL:
http://www.ricercaitaliana.it/prin/dettaglio_completo_prin-2004078103.htm#obiettivi
Lettura vivamente consigliata agli operatori di canili e rifugi!
Attenti ai cancelli!
Questa mattina, mentre camminavo verso l'ufficio, ho incontrato un mio collega (oggi in ferie) assieme alla sua bassottina con la testa tutta fasciata: é stata azzannata da un altro cane che si é sporto da una recinzione ed é riuscito ad addentarle un orecchio, recidendogliene parte.
Prestate sempre la massima attenzione alle recinzioni, quando siete a passeggio col vostro cane: soprattutto se il vostro é piccolo, essere azzannato all'improvviso da un grosso cane che riesce a sporgere la testa da una cancellata, potrebbe essergli fatale! Insegnate quindi ai vostri cani a non infilare mai la testa tre le sbarre di cancelli e recinti per brucare erba o annusare qualcosa: potrebbe rivelarsi un vizietto estremamente pericoloso.
Idiozie dai forum...parte 1
Domanda di un utente sul collare a strozzo: "ma non fa male al cane?"
Risposta: "Non fa male al cane, é solo il nome che fa impressione"
L'idiota risposta é stata gentilmente fornita da una donna che si presenta come 'Professional Handler e Groomer' nel suo blog personale.
Complimenti vivissimi! Che sensibilità e cultura cinofile encomiabili!
DA LEGGERE
Animali e sentimenti.
Da Repubblica.it:
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/scienza_e_tecnologia/animali/animali/animali.html
Lo 'psicologo dei cani'...
Intendiamoci, almeno sul nome...
Cercando in Google “comportamentismo” (da cui ‘comportamentista’), troverete agevolemente che questo è un approccio alla psicologia, il cui massimo esponente fu tale John Watson che lo sviluppò ai primi del Novecento (http://it.wikipedia.org/wiki/Comportamentismo).
Viceversa, le parole ‘comportamentalista’ e 'comportamentalismo’ non hanno alcuna ricorrenza se non in siti dove si parli di cani! Il De Mauro Paravia (che, pure, di solito è attento ai neologismi) non ne parla minimamente, Wikipedia nemmeno,…
In pratica, si tratta di un termine inventato di sana pianta da qualcuno e prontamente adottato acriticamente da tutti.
Termine, oltre che inventato su due piedi, decisamente non eufonico.
CINOFILIA + ITALIA = ?...Un disastro...
Su di un sito di domande & risposte (che non cito a scanso di equivoci e perché comunque l'idea in sé sarebbe lodevole per incentivare un sapere condiviso...), mi iscrivo per partecipare alla sezione "Animali da compagnia - Cani".
Dopo aver visto l'andazzo dei temi trattati e delle domande poste (per non dire delle risposte date!!!), decido di pubblicare una domanda leggermente polemica, ma che vorrebbe alimentare un dibattito un po' più serio: chiedo quante persone abbiano letto un saggio di etologia o di educazione cinofila in vita loro prima o dopo aver preso un cane. Ottengo in tutto 8 (otto) risposte in 48 ore; una delle quali praticamente pari ad una 'non risposta'; le altre sono molto interessanti ed accorate, ma restano 8 (otto) in tutto.
Per contro, queste di seguito sono alcune delle domande poste in questo sito (giuro che sono tutte vere!) con il numero relativo di risposte ottenute:
- Come si chiama la razza del cane della pubblicità della Heineken? (3 risposte in 9 minuti)
- Perché alcuni cani sono più calmi di altri? (7 risp. in 21")
- Meglio un pastore tedesco o un rottweiler? E perché? (21 risp. in 5h)
- Se tieni un cane in casa e non gli dai un nome né lo educhi ufficialmente non é tuo? (...no comment...11 risp. in 17h)
- Se dai della cioccolata ad un cane e gli fa male, la prossima volta che gliela dai la mangia ancora? (questo sarebbe da denunciare, 14 risp. in 17 h)
- E' normale che il cane fa la cacca verde? (W cani & 'itagliano'...16 risp. in 1 giorno)
- ...
Mi fermo qui. Il 90% delle domande riguarda consigli su razze, allevamenti e altre futilità del genere. Chi chiede che nome dare al proprio cane (God!, nemmeno il nome sanno scegliere in autonomia!) e poi ci sono le/gli adolescenti isteriche/ci che supplicano via web gli utenti di dare loro consigli su come convincere il padre/la madre a prendere loro un cane...
Sono demoralizzato. Molto.
Poveri cani. Comprendo benissimo l'esistenza di problemi che affliggono la nostra società molto più pressanti della mancanza di sensibilità cinofila; ma tutta questa arroganza, ignoranza e cinismo ai danni di creature senza possibilità di autodeterminazione ed alla nostra mercé, non é, in fondo, uno spaccato del declino di qualsiasi senso di responsabilità nella nostra società?
Letture consigliate
Ecco in ordine sparso alcuni titoli di diversa caratura. Alcuni testi sono sorpassati, altri poco condivisibili o non sempre. Anche prendendo le distanze da posizioni che non condividete o ritenete di poter contestare in modo argomentato (come é accaduto a me), leggerli vi permetterà di decidere che padroni o educatori o cinofili volete essere, misurandovi con idee che spesso (anche se appaiono ingiustificate o, a volte, addirittura assurde), sono le più diffuse.
- Patricia B. Mc Connell, “All’altro capo del guinzaglio”, ed. Tea, 2003
- John Fisher, “Come capire il tuo cane”, ed. Sperling & Kupfer, 1994
- Stanley Coren, “L’intelligenza del cane”, ed. Mondatori, 1996
- Patrick Pageat, “Cani si nasce, padroni si diventa”, ed. Tropea, 2005
- Giorgio Vallortigara, “Altre menti. Lo studio comparato della cognizione animale”, ed. Il Mulino, 2000
- Nicholas H. Dodman, “Il cane che amava troppo. Comportamento e psicologia dei cani”, ed. Tea, 2008
- Turid Rugaas, “L’intesa col cane: i segnali calmanti”, ed. Haqihana, 2005
- Alexa Capra, Daniele Robotti, “Educare il cane con gentilezza”, ed. Il Sole 24 Ore Ed agricole, 2006
- Konrad Lorenz, “L’aggressività”, ed. Il Saggiatore, 2008
- Konrad Lorenz. “E l’uomo incontrò il cane”, ed. Adelphi, 1973
- Alessandro Paronuzzi, “Meglio con loro. Diario di un veterinario libertario”, ed. Nuovi Equilibri, 2005
- Barry Lopez, "Lupi. Dalla parte del miglior nemico dell'uomo", ed. Piemme, 2000
- Christina Sondermann, "Giocare con il cane. Divertimenti e passatempi per cani e padroni", ed. De Vecchi, 2007
- Simon Whaley, "Cento modi per il cane di addestrare il proprio umano", ed. Tea, 2005
Letture consigliate
...segue...
- Anders Hallgren, "L'educazione mentale del cane. Per sviluppare la sua intelligenza", ed. De Vecchi, 2008
- Jan Fennell, "Ascolta il tuo cane", ed. Salani, 2000
Blog di riflessioni cinofile
Motivi ed obiettivi di questo blog sono ampiamente esposti nel primo messaggio ('Incipit').
Chiunque trovasse significativi i temi trattati ed avesse contenuti interessanti da aggiungere o segnalare, sarà il benvenuto ed il suo contributo estremamente gradito.
Buona lettura a tutti.
***** BREVISSIME *****
10/07/2008 Cani in libertà - zone con divieto di caccia / zone di rifugio
Non so se vi sia mai capitato, ma l'altro giorno una sedicente guardia zoofila (aveva una divisa, ma non si é qualificato in alcun modo rivolgendomisi) mi ha chiesto di legare il mio cane mentre facevamo la nostra consueta passeggiata serale in una zona di aperta campagna. La zona é sì zona con divieto di caccia e zona di rifugio, ma la Legge 157 del 2002 non vieta in alcun modo di portare il proprio cane in libertà in suddette zone. Tra l'altro, nessuna norma regionale (Lombardia) o provinciale (Milano) modifica quanto detto.
La persona in questione mi ha quindi fatto un vago e poco chiaro richiamo all'ordinanza del Min. della Salute del 12/12/06 ("Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione di cani"), imponendomi di mettere il guinzaglio al mio cane perché "non piccolo" (nella fattispecie, é 20 kg. giusti). Vi ricordo che l'ordinanza cita (fatta esclusione la questione delle "razze pericolose"):
"Articolo 2.
1. I proprietari e i detentori di cani, analogamente a quanto previsto dallo articolo 83, primo comma, lettere c) e d) del Regolamento di polizia veterinaria, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320, hanno l’obbligo di:
a) applicare la museruola o il guinzaglio ai cani quando si trovano nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico;
b) applicare la museruola e il guinzaglio ai cani condotti nei locali pubblici e sui pubblici mezzi di trasporto."
Un campo di aperta campagna é sì un luogo "aperto al pubblico", nel senso che non é privato (almeno, non nel caso del mio episodio), ma non é frequentato dal pubblico (sempre nel mio caso), quindi decade anche l'obbligo del guinzaglio o museruola e resta solo l'obbligo della custodia guidata dal buon senso.
Quindi, se vi dovesse capitare qualcosa di simile, fate come me: chiedete al presunto pubblico ufficiale di specificarvi in virtù di quale legge ed articolo dovreste portare il vostra cane al guinzaglio in una zona di aperta campagna e non frequentata dal pubblico...E quando non vi saprà rispondere (come nel mio caso) salutate e passate oltre...
17/07/08 Passeggiate - Parco Nord Milano
Un posto veramente bello, ben tenuto e ben organizzato, dove trascorrere delle piacevoli ore coi vostri quadrupedi e permettere loro di socializzare con molti consimili. Le aree destinate allo sguinzagliamento dei cani sono ben indicate lungo i percorsi e distinte da quelle riservate alle sole persone, evitando qualsiasi contenzioso con chi ha paura dei nostri quadrupedi. Il parco é immenso (più del Parco di Monza, che resta il più grande d'Europa tra quelli recintati) e molto curato.
Per qualsiasi info, date un'occhiata alla home page: http://www.parconord.milano.it/
Passeggiate & percorsi
Brianza e province limitrofe
- Parchi di Monza e Brianza - http://www.monzacity.it/parchimb/index.htm
- Parco della Valle del Lambro - http://www.parcovallelambro.it/content/index.aspx?s=30&st=65
- Perco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone - http://www.parcocurone.it/?sent=01
- Parco di Monza - http://www.parcomonza.org/
- Parco Nord Milano - http://www.parconord.milano.it/
- Parco Est delle Cave - http://www.provincia.milano.it/pianificazione_territoriale/parchi/parchi_locali_di_interesse_sovracomunale/Parchi_in_costruzione/Parco_estcave.html
- Parco Adda Nord - http://www.parks.it/parco.adda.nord/iti.html
"Signora con cane" - Giuseppe De Nittis, 1878
« Randagi. | Miti da sfatare. » |
Ovvero chi fa soldi coi cani senza essere allevatore e chi infanga gli ideali che finge di difendere – parte 2
Cercherò di essere il più conciso e diretto possibile nell’esposizione della realtà del canile presso il quale ho operato, consapevole anche della strenua (e cieca) opposizione che potrei trovare nei (molti) fautori del “fare tanto, non importa come”, che probabilmente si aggirano a frotte negli uffici e canili di ENPA, perlomeno nella sezione in cui ho operato io. Prego chiunque legga di non considerare questo resoconto come qualcosa di avulso dalla normalità della realtà ENPA in generale. Ho due buoni motivi per ritenere che ‘in generale’ l’ente sia mal gestito ed abbia un pessimo approccio agli animali ospitati come ho potuto sperimentare di persona. In primis, qualche mese fa mi è capitato di condividere i miei ricordi con gli utenti del forum di un’altra sezione dell’ente: cercavo conferme o sollievo, rispetto a quella che era stata la mia esperienza. Ho avuto – dai toni di alcuni utenti, dell’admin in particolare – solo conferme (letteralmente: “se hai finito di piangerti addosso, rimboccati le maniche che c’è tanto da fare”…Detto da un esponente del partito dell’iperattivismo ignorante, è proprio quello che mi spaventa). In secondo luogo, ai tempi ancora del mio impegno all’interno dell’ente mi occorse di contattare un responsabile della sezione provinciale cui credevo facesse riferimento la mia sezione (più piccola), deciso a denunciare il caso di un affido assolutamente errato fatto dai responsabili del mio canile (l’affidatario era stato visto in un’area di sguinzagliamento dai genitori di una volontaria mentre picchiava il cane affidatogli da pochi giorni ‘perché disobbediente’): ne ottenni una risposta sostanzialmente del tipo ‘cane non mangia cane’ (perdonate il calembour) e non se ne fece nulla.
Dopodichè, ripudiai (parola desueta, ma corretta in questo caso) l’ente ed abbandonai il servizio in canile.
Di seguito, elencherò gli aspetti assolutamente lacunosi dell’organizzazione della sezione nella quale prestavo servizio.
Questo, forse, potrà essere uno spunto per chi è ancora attivo in questo settore e, magari, riconoscendo la sua struttura in questa descrizione ed essendo animato da vera buona volontà, vorrebbe fare qualcosa per migliorare concretamente quanto viene fatto per i cani ospiti del suo rifugio.
- Zero formazione comportamentale, anche per responsabili
Considerato che responsabili e capiturno, spesso, erano persone di provenienza assolutamente altra rispetto al mondo dei rifugi per animali abbandonati e senza alcuna esperienza preventiva se non quella di “padroni”, ci si attenderebbe un percorso formativo che, se è vero che si rivela necessario per i volontari, è addirittura indispensabile per i responsabili, che oltre alla responsabilità della salute e (per quanto possibile) del benessere integrale dei cani ospiti, hanno anche la responsabilità della salute e sicurezza di tutti i volontari e collaboratori. La manifesta mancanza assoluta di conoscenze anche basilari in fatto di cinofilia, mi ha permesso di rilevare situazioni facilmente evitabili (per la verità anche con un minimo di buon senso). Esempi banali: raggruppamenti errati nei box (con troppi cani in alcuni e molti meno negli altri, raggruppamenti fatti senza alcuna valutazione dei soggetti costretti nel medesimo box); quello che ne conseguiva talvolta erano le aggressioni tra i cani.
Esistono corsi tenuti da Regioni e Province per gli operatori di canile e testi che possono dare la giusta dimensione dell’operare in un canile. Esempio, ”Il canile come presidio zooantropologico. Da struttura problema a centro di valorizzazione del rapporto con il cane” di Marchesini Roberto. Corsi e testi, chiaramente, non valgono per chi ritiene il peso della propria “esperienza” superiore a qualsiasi insegnamento (questa era l’indiscussa linea di pensiero all’interno della sezione in cui operavo io). Ricordo che l’”esperienza”, per definizione, può essere ‘positiva’ o ‘negativa’ e che la semplice frequenza per mesi o anche anni di un canile, non fa di nessuno un ‘cinofilo’, a meno che l’attività di canile non sia sostenuta da una robusta passione e curiosità per la cinofilia e da un serio approfondimento del cane come essere vivente e sociale e del modo di rapportarsi ad esso.
- Zero formazione sanitaria, anche per responsabili (sia per terapie ai cani, sia in caso di morso)
La prima volta che mi presentai in canile, un volontario (per la verità, scioccamente e sempre a causa, probabilmente, dell’ignoranza totale nella quale i volontari si trovavano ad operare) si fece mordere. Oltre al danno, la beffa: venne deriso dagli altri volontari e mandato via da solo, senza alcun aiuto o soccorso. Al di là della deprecabilità in generale dell’atteggiamento generale del corpus volontario in quell’episodio, in ogni caso nessuno aveva vigilato su quanto stesse facendo quel ragazzo, nessuno aveva previsto che quel cane avrebbe morso se approcciato in quel modo. Nessuno era stato in grado di prevenire e nessuno aveva avuto la correttezza e preparazione per curare.
- Zero assicurazioni
Uno degli articoli del regolamento della sezione ENPA nella quale prestavo servizio, recitava:
“i volontari prestano la propria opera a loro rischio e pericolo, sollevando l’Ente da eventuali responsabilità in merito a incidenti che dovessero occorrergli durante lo svolgimento del servizio. Tutti i volontari sono comunque coperti da polizza assicurativa durante il periodo del loro turno in sede, in canile/gattile o nei compiti esterni” (Art.9).
Resta da capire come far quadrare le due cose, ovvero la garanzia (firmata dal neo volontario all’atto dell’iscrizione) di sollevare l’Ente da qualsiasi responsabilità e la possibilità di ottenere un risarcimento in caso di lesioni (non imprevedibili, viste e considerate le condizioni di lavoro tratteggiate più sopra…).
- In canile e fuori dal canile: come infangare un ideale.
A questo punto, entriamo nel merito delle lacune morali della sezione dove ho prestato servizio, ovvero di quelle occasioni (per la verità, per nulla rare) nelle quali il personale di quella sezione è mancato nei confronti degli ideali stessi dei quali l’Ente dovrebbe farsi garante per loro tramite.
Premesso che la sezione nella quale operavo accoglieva anche molti (troppi!, in relazione alla già diffusa ignoranza sul corretto rapporto coi più “banali” cani e gatti) altri animali oltre a cani e gatti, potrei raccontare un sacco di aneddoti al limite dell’assurdo, dall’iguana alla quale è stata staccata la coda nel tentativo di tirarla giù da un armadio sul quale si era arrampicata, alla scimmietta lasciata in una gabbia per gatti, all’aperto, a febbraio (in quel mese – 2006 – mediamente di notte faceva – 3/5° C) con una sola lampada a riscaldarla…
Ma qui mi limiterò a parlare di quanto visto e riguardante i cani.
Chi si occupava degli affidi erano generalmente i responsabili di canile o i capiturno (v. sopra per le loro competenze). Personalmente, ho visto cani affidati e riportati con le scuse più banali e nuovi cani affidati, in cambio, alle stesse persone. Ho visto cani dati in affido a persone che li maltrattavano ed ho visto insabbiare la segnalazione da chi quel affido l’aveva fatto. Ho visto addirittura volontari portarsi a casa cani e riportarli perché non potevano/sapevano/volevano gestirli o perché non andavano d’accordo col cane/gatto già di casa. Ho visto cani trattati dai volontari come se fossero già loro, presi nei w-e e portati a spasso e poi riportati in canile, senza alcuna considerazione per il peso psicologico che per il cane poteva avere questa alternanza di semi-libertà e ritorno in gabbia (io stesso ho commesso questo errore un paio di volte, prima di cominciare ad interrogarmi seriamente sulla sensibilità di un cane e le implicazioni che questa comporta). Tutto consacrato alla vanità di persone ignoranti ed egoiste. Ho visto cani lasciati a marcire nei box per anni, anni!, solo per l’ostinata opposizione dei volontari all’eutanasia di cani entrati per aggressione, mai recuperati dal punto di vista comportamentale, mai nemmeno valutati sotto questo aspetto da un esperto. Cani lasciati semplicemente a marcire in box di due metri per uno per anni, per il folle egoismo di volontari che volevano trovarli là quando arrivavano ad inizio turno. Ho visto zuffe tra cani coi volontari totalmente inetti ed incapaci di intervenire, nella completa ignoranza di cosa fare: ho visto volare sprangate, calci e maledizioni per separare cani che si separavano comunque poi solo quando ne avevano abbastanza o uno dei due era morto. Ho visto box stracolmi e box semivuoti, nello stesso momento, e mi sono sentito rispondere “devono stare così”. Semplicemente, senza alcuna ragione. Solo perché “qualcuno” l’aveva deciso, a sua discrezione e senza ragione. Ho visto cani anziani lasciati fuori sotto pioggia e neve d’inverno, in box senza nemmeno una tettoia e cani giovani ed in buona salute ritirati nei settori riscaldati. Ho visto volontari di primo mattino pulire in fretta e furia i box per avere il tempo di portare il proprio cane preferito a fare due passi al guinzaglio e poi andarsene a fine turno, contenti di essere “persone buone”, incuranti del fatto che il loro beniamino stava già di nuovo sguazzando nelle sue deiezioni, nel suo miserabile box, che certamente queste persone non pulivano di nuovo, poiché, semplicemente, il loro turno era finito. Ho visto archiviare le schede di affidi ormai non più verificabili, semplicemente perché l’animale, in un rimbalzare dall’affidatario originario a parenti ed amici, era sparito. Ho visto cani fatti arrivare nella struttura dove operavo fin dai paesi dell’est, in adesione ad appelli di altre associazioni di volontariato, nonostante il canile fosse già stracolmo, solo per un deviato senso della pietà e per avere di che scrivere sul bollettino periodico inviato via mail a volontari e sostenitori della sezione. Ho visto sul sito del canile schede dei cani in adozione scritte come se fossero il tema di un bambino: tutta una profusione di eufemismi e vezzeggiativi. Tutte schede scritte da persone assolutamente non in grado di certificare quello che scrivevano. Schede scritte da persone che ignoravano la responsabilità di dare in affido un cane che non conoscono a persone che non conoscono ed il rischio di nascondere tutto questo dietro frasi sciocche come “è buonissimo, va d’accordo con tutti, animali e persone”. Soprattutto se gli affidatari hanno dei bambini. Ho conosciuto direttamente il caso di un dobermann dato in affido ad una coppia residente in appartamento e con un figlio alla soglia dell’adolescenza: la prima volta che il ragazzino provò a prendere l’osso al cane, ci rimise quasi un orecchio. Per colpa della sprovvedutezza di chi ha gestito l’affido, della leggerezza dei genitori che hanno scelto un cane del genere (probabilmente, come status symbol) e, in ultimo, forse, di qualcosa di ignoto nel passato del cane, che lo ha spinto a reagire così. Episodi, forse marginali rispetto alla maggior parte degli affidi andati a buon fine. Ma non credo un’attività tanto delicata possa essere lasciata a dipendere dalla buona sorte. Inoltre, affidi del genere, portati a termine senza nessun controllo sull'aspirante affidatario, contravvengono a quanto disposto dalla Legge Regionale 20 luglio 2006, n. 16 ("Lotta al randagismo e tutela degli animali d'affezione" - http://www.lav.lombardia.it/pages/osservatorio/archivio-osservatorio/legge-regionale-1606.php), che vieta cessione ed affido a cani e gatti a coloro che abbiano riportato condanne per maltrattamento di animali. In ultimo, dirò che ho visto cani morire in canile, per colpa delle decisioni errate del personale ENPA. In almeno un paio di casi (durante il mio anno di servizio), un maschio ed una femmina (tra l’altro arrivata in canile coi suoi cuccioli) sono morti per setticemia, dopo essere stati sterilizzati per decisione dei gestori ENPA del canile (che avrebbero potuto tranquillamente attendere l’affido del cane ed imporre la sterilizzazione all’affidatario) e poi rimessi nelle loro gabbie, lorde di escrementi (come è normalmente la gabbia di un canile) e con i punti ancora freschi. Senza contare i cani sterilizzati e che hanno dovuto essere ricuciti dopo essersi morsi i punti (nessuno, infatti, in un canile ha il tempo di controllare continuamente un cane che ha appena subito un'operazione...).
Forse nei canili lager succede di peggio, ma di questi fatti ENPA dovrebbe certamente vergognarsi.
- Poca chiarezza nei conti. Entrate: dai comuni (9), da donazioni, da banchetti, da vendita gadget, da affidi a distanza,…
Già, la sezione nella quale operavo era abbastanza ricca. All’unica assemblea di bilancio cui partecipai, i contabili dichiararono entrate nell’anno appena trascorso per circa 150.000 euro (2005) ed uscite… per altrettanto. Trattandosi di associazione no profit, la cosa è ovvia.
Ma non mi sono mai spiegato dove potessero finire 150.000 euro in un anno, circa 12.500 euro al mese, in una struttura fatiscente come quella, con le esigenze alimentari degli animali ospiti largamente coperte dalle donazioni (un magazzino perennemente colmo e cibo per cani e gatti che talvolta faceva a tempo a scadere), con cucce, coperte, guinzagli, collari, tutto regalato dai borghesi “animalisti” delle zone limitrofe. E, per contro, una cronica mancanza di materiale d’utilizzo come scope e palette (talvolta, durante il turno, capitava che i volontari dovessero fare un salto al supermercato più vicino a comprare ciò che loro occorreva immediatamente, pagando di tasca propria).
Certo, c’era da considerare lo stipendio dei quattro dipendenti: stipendio netto, 1.000 euro al mese, diciamo 1.300 coi contributi, per 4, uguale 5.200 euro al mese. E le bollette per acqua ed elettricità (ma, considerate che i turni finiscono alle 19:00 e quindi luci ed acqua vengono spente…). Anche volendo considerare le spese periodiche (segatura per i box, poche centinaia di euro per la scorta di due o tre mesi o medicinali, generalmente solo antibiotici – l’onnipresente Sinulox - o le spese per manifesti, volantini e gestione degli uffici), davvero resta impossibile giustificare la spesa di 12.500 euro al mese.
Salvo presumere che qualcuno se ne intaschi parte.
Detto tutto questo, spero chi di voi ancora opera in strutture gestite da grandi enti protezionistici si guardi attorno con occhio critico ed obiettivo e trovi la forza di denunciare tutte le incongruenze, gli abusi fino, addirittura, ai reati che dovesse riscontrare. Le possibilità intrinseche in un simile processo (qualora dovesse prendere piede), sostanzialmente, sono due: una defezione di massa da parte di chi non fosse più disposto a contribuire ad azioni e condotte contrarie agli ideali che dovrebbero animare queste associazioni, oppure un generale miglioramento, una “moralizzazione” ed un vero ritorno all’etica ispiratrice di queste realtà.
Inviato da: credoquiaabsurdum978
il 15/12/2008 alle 12:15
Inviato da: Anonimo
il 11/12/2008 alle 16:05
Inviato da: almostblue.84
il 21/10/2008 alle 11:17
Inviato da: almostblue.84
il 27/08/2008 alle 23:17
Inviato da: credoquiaabsurdum978
il 27/08/2008 alle 16:54