Genoa ti amo!

Qualcuno è genoano perché è nato vicino al mare. Qualcuno è genoano perché il bisnonno, il nonno, lo zio, il padre e la madre erano genoani, il cugino no! Qualcuno è genoano perché ha visto perdere quasi tutte le partite fondamentali. Qualcuno è genoano perché quelle poche che ha visto vincere le ha cantate in gola fino alla fine di quella notte ed ancora al ricordo si scopre le lacrime agli occhi. Qualcuno è genoano perché ha solo visto vendere giocatori. Qualcuno è genoano perché la maglia rossoblu è bellissima sullo sfondo di un prato verde. Qualcuno è genoano perché quando da bambino diceva di tenere Genoa, negli occhi degli adulti vedeva quella malinconia e quell'orgoglio che non avrebbe più ritrovato se non nei suoi occhi di adulto. Qualcuno è genoano perché a Natale gli avevano regalato il disco dell'inno. Qualcuno è genoano perché non vede l'ora che entrino le squadre per cantare l'inno. Qualcuno è genoano perché si va in serie C con una festa allo stadio in diecimila. Qualcuno è genoano perché c'è la gradinata nord. Qualcuno è genoano perché quando in gradinata si tendono le braccia all'urlo Genoa sembra di essere su di una locomotiva che trancia i binari. Qualcuno è genoano perché il mare di Nervi è blu e le creuze di Carignano sono rosse. Qualcuno è genoano perché da bambino credeva che al mondo esistessero solo due colori. Qualcuno è genoano perché si va a Modena a salvarsi dalla C in 8.000. Qualcuno è genoano perché si va a Ravenna a perdere la serie A in 12.000. Qualcuno è genoano perché si va ad Amsterdam in 6.000 sapendo di non potercela fare. Qualcuno è genoano perché Iorio l'ha buttata dentro e vuoi vedere che. Qualcuno è genoano perché Genova si colora di rossoblu quando altri vincono lo scudetto.

Creato da pulvaz il 29/07/2006

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Marco Borriello

Post n°512 pubblicato il 08 Ottobre 2007 da pulvaz
 
Tag: Genoa..





GENOVA. E' semplice il segreto di SuperMarco. Fin troppo semplice,
quasi da non credere, e che non è ne cessario nascondere in un forziere
per non farselo rubare. La svolta nel rendimento dell'attaccante
napoletano è l'ambiente, il nido rossoblù dove Marco Borriello si sente
coccolato. Insomma sembra abbia provato l'emozione di essere un
giocatore di calcio e, si sa che quando ti giri e palpi sulla pelle la
fiducia dell'ambiente che ti circonda, riesci a fare cose che fino a
qualche tempo fa tutto l'ambiente del calcio nazionale pensava
impossibili per il bel Borriello.
La rivelazione arriva da chi gli
vive a fianco giorno dopo giorno, ne vive le gioie e ne subisce le
tensioni. Sono orgogliosa di quello che sta facendo ammette Belen
Rodriguez, la splendida modella argentina. Lei non si perde una gara a
Marassi anche se io di calcio non capisco nulla. Non mi rendo conto
neanche quando fa gol.
Sorride Belen, e il suo sguardo è contagioso
tanto è bello, quanto semplice. Sai, sono scaramantica e quando la
palla va verso la porta avversaria mi giro dall'altra parte e incrocio
le dita. Dai gesti che simula Belen, il rito è continuativo e più vario
possibile con le corna (per la fidanzata di un napoletano poteva essere
diversamente?) a farla da padrona.
Anche ieri, la prodezza del
fidanzato gliel'ha raccontata il futuro cognato, Piergiorgio. Non l'ho
visto, e quando mi ha detto che era gol ho gridato per la gioia ammette
Belen Rodriguez che aggiunge come al Milan sentiva poca fiducia,
giocava poco e non è mai stato valorizzato appieno.
Il Genoa si è
rivelato la miglior medicina per un giocatore da sempre considerato un
talento, ma che non era mai riuscito ad esprimere al meglio il suo
potenziale. Sta bene qui ammette Piergiorgio, il fratello maggiore di
Marco ha trovato la sua dimensione e il pubblico lo accetta, lo
acclama. E lui si sente bene, si accorge che la squadra gioca per lui e
sono fattori che influiscono sulle sue prestazioni.
Il segreto del
boom di Borriello (cinque gol in cinque partite) è quindi nella testa,
in quella molla che si arrotola per mesi e quando salta fa danni.
Agli
avversari. Sposa questa tesi anche Marco Fortin, portiere del Cagliari,
che Borriello lo ha visto da vicino. "Che gol ha fatto" racconta "Ha
calciato forte, all'improvviso. Ho provato a toccare la palla, ma era
troppo forte e non sono riuscito a deviarlo"
Fin qui il racconto
della prodezza borrielliana, la quinta di questa stagione, ma Fortin
conosce bene Borriello, dai tempi del Treviso.
Anche il portiere
sardo finisce lì, alla testa, per spiegare il rendimento
dell'attaccante: "L'ha messa a posto, si vede", anche se l'avversario
di turno sposta l'orizzonte anche su un altro aspetto: "Aveva bisogno
di continuità, fiducia e ora sta maturando."
"Sta attraversando un periodo di grazia, ma soprattutto l'ho trovato migliorato fisicamente."
Testa
e fisico: ecco i due volti del nuovo Marco Borriello, o forse del
Borriello che aspettava il momento giusto per sbocciare ed illuminare
la piazza che avesse deciso di dargli fiducia. Sicuramente anche Belen
lo ha aiutato: Hanno messo la testa a posto entrambi rivela Piergiorgio
Borriello. L'unico dei tre che lavora scherza riferendosi a Marco e
Fabio (attualmente al Lugano) entrambi calciatori. Sarà, ma quello che
mostra il campo è un giocatore ritrovato, un giocatore in grado di
tenere in apprensione l'intero reparto difensivo avversario. Corre,
lotta (con i piedi e le braccia), ripiega, difende il pallone per far
salire i compagni, lo gioca di prima: insomma un campionario che
sicuramente Roberto Donadoni non può trascurare.
Per questo giro
ancora niente. E' ancora presto chiarisce Piergiorgio, ma se continuerà
così anche i più scettici dovranno ricredersi.


 
 
 
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