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La festa dei Morti nella tradizione ligure

Post n°61 pubblicato il 29 Ottobre 2009 da genovalasuperba

LA FESTA DEI MORTI "Resta ai vivi il vino ai morti il nulla…"
questo lessi tempo fa su di una lapide, epigrafe forse di
dubbio gusto ma il significato è fin troppo chiaro.
Genova e la Liguria tutta sono particolarmente legate alla
triste tradizione di questo 2 Novembre. Anticamente, la
sera precedente si rifacevano i letti con lenzuola di
bucato, si preparava la casa accogliente e pulita, anche
con le finestre aperte per agevolare la visita delle anime
trapassate.
E' oggi consuetudine visitare le tombe dei propri cari nei
Cimiteri cittadini ed in particolare alla Necropoli di Staglieno
ove, fin dal primo mattino si svolgono una serie di cerimonie
anche dedicate ai Caduti Francesi, Inglesi, Italiani, fino alla
solenne funzione del pomeriggio con la presenza del
Cardinale Arcivescovo ed Autorità cittadine. Simbolo
gastronomico della ricorrenza le fave, che con il loro unico
 fiore nero simboleggiano la mestizia della giornata; piatto
tradizionale Stoccafisso con bacilli, piccoli, scuri, una via
di mezzo tra le fave ed i ceci. Veniva servito semplicemente
bollito con i bacilli appunto ed irrorato dal nostro favoloso
olio extravergine d'oliva.
Per tradizione era piatto unico e dopo si consumavano i
"balletti" castagne bollite in acqua con rametti di finocchio
selvatico. Le nonne confezionavano un piccolo regalo per
i nipoti, una "resta" una collana fatta con filo forte o sottile
spago composta di castagne bollite alternate a mele carle
ormai quasi introvabili.
Altro piccolo dono era "L'Officieu" una sottile candela
multicolore e multiforme che doveva ardere nel corso delle
orazioni serali e dell'immancabile, obbligatoria, recita del
S.Rosario con la famiglia riunita davanti alle immagini dei
propri cari defunti.

          

 
 
 
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