L'ATTENTATO A GEXEssendo fermamente convinto che Corrado Gex fu vittima di un attentato, intendo pubblicare i punti più salienti della vicenda, nonché denunciare strani ammanchi ed occultazioni di alcuni importanti documenti e falsificazione di altri. A questo scopo, ogni settimana, pubblicherò un post corredato da documenti ufficiali e commenti esplicativi e, nell’ultimo, rivelerò le modalità con cui gli esecutori materiali agirono. I mandanti, invece, potrebbero essere individuati dalle autorità competenti, se decidessero di indagare a fondo su fatti e comportamenti a dir poco sospetti. Igino Melotti |
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Post n°22 pubblicato il 10 Novembre 2008 da igino.melotti
COMMENTO ALLA 2a PARTE RELAZIONE COMMISSIONE D’INCHIESTA Al paragrafo f) del punto 3. si legge che non esiste il certificato di manutenzione. Il fatto che le commissioni d’inchiesta si siano limitate a con statere la mancanza di un documento così importante, in cui sono certificate le manutenzioni ordinarie e straordinarie di un velivolo destinato al trasporto di passeggeri, mi induce a pensare che dette commissioni siano state nominate solo per salvare la facciata e che non abbiano svolto con meticolosità e coscienza il loro compito, che era quello di indagare su tutti i minimi particolari, trattandosi di una strage in cui perirono ben otto persone. Per fare comprendere alla maggior parte dei lettori la gravità di questo fatto, cioè che non si sia indagato sui motivi della mancanza di tale importante documento, mi risulta utile esprimermi con un esempio esplicativo. Supponiamo che la Guardi di Finanza esegua un controllo presso un commerciante e che questi, alla richiesta di esibire il registro dei corrispettivi, rispondesse che non esiste. Voi pensate che gli agenti si conformerebbero a tale fatto limitandosi a scrivere sui verbali che il registro dei corrispettivi non esiste? Tutte le commissioni d’inchiesta di questo mondo, quando indagano su un disastro aereo, spulciano meticolosamente i documenti personali del velivolo per verificare se le manutenzioni siano state effettuate e, soprattutto, se siano state eseguite in accordo alle norme dettate dal costruttore. Allora, invece, entrambe le commissioni, composte da fior di tecnici, sorvolano allegramente e stupidamente sull’inesistenza di un documento importantissimo, che non sono in grado di visionare. A maggior ragione, se si considera il fatto che l’aereo era stato revisionato proprio un mese prima, esattamente il 25 marzo 1966, come riportato al paragrafo k) e l) del punto 3della relazione. La cosa veramente assurda, per non dire demenziale, è che al paragrafo m) alla voce Storia degli accessori è riportato che in data 4 aprile 1966 presso la sede dell’Aero Club di Aosta vennero eseguiti degli interventi, che sono riportati minuziosamente. Ora, mi chiedo, come è possibile che le commissioni da una parte affermano che il libretto delle manutenzioni non esiste e dall’altra descrivono minuziosamente l’intervento effettuato un mese prima del disastro? La conoscenza dei particolari dettagliati di un intervento straordinario, effettuato a seguito di una manomissione volontaria effettuata da sconosciuti (notizia resa ufficiale v. allegati), presuppone esclusivamente la lettura preventiva del libretto delle manutenzioni. Queste, a mio avviso, sono le possibili conclusioni: o i componenti delle commissioni avevano ricevuto dall’alto ordini perentori di non dar risalto a fatti così importanti, oppure erano tutti dei perfetti idioti e incompetenti. È, comunque, certo che quell’importantissimo documento è scomparso solo dopo essere stato visionato dai membri delle commissioni. Ma per quale ragione quel documento è stato occultato? La risposta è semplice: perché in esso sono annotati tutti gli interventi effettuati dalle officine autorizzate del settore, dalla nascita alla morte dell’aereo, e qualcuno non voleva che fosse resa pubblica la traiettoria vitale del Pilatus Porter, forse perché le persone che lo hanno utilizzato hanno fatto fare a quel velivolo una vita un po’ birichina. Mentre la scomparsa del registro delle manutenzioni può essere attribuita a diversi soggetti, relativamente a quella dell’archivio fotografico dell’Aeroclub si hanno le idee più chiare, giacché uno dei massimi dirigenti dell’epoca, sig. Cesare Balbis, mi confidò che a requisire l’archivio furono dei poliziotti giunti da Roma, che ritengo trattarsi del colonnello Rocca e dei suoi uomini dei servizi segreti italiani. Di questo parlerò in dettaglio nei prossimi post. La confisca di quelle foto fu effettuata allo scopo che non si venisse a conoscenza dei rapporti che esistevano tra elementi dei servizi che saltuariamente bazzicavano l’aeroporto e quelli che lo frequentavano abitualmente. Con l’alienazione dell’archivio fotografico storico, dalla nascita dell’Aeroclub fino alla morte di Gex, fu eliminata qualsiasi traccia di rapporti compromettenti. Tutti quelli cui ho fatto presente tale anomalia non si sono scomposti più di tanto ma, ai lumi della ragione, risulta alquanto sospetto che l’Aeroclub di Aosta sia l’unico sodalizio al mondo a non possedere le foto significative degli eventi più importanti che si sono succeduti dalla sua nascita. È molto evidente che la mano dei servizi segreti è costantemente presente e, nei prossimi documenti, farò rilevare costantemente tale presenza. Sono assolutamente certo che le due commissioni d’inchiesta abbiano operato agli ordini dei servizi segreti, i quali volevano assolutamente che la conclusione dell’inchiesta fosse che l’incidente era stato causato dal maltempo. Anche questa ipotesi sarà smantellata nei documenti di prossima pubblicazione. |
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