OCCHI AL CIELO

Giano, il dio bifronte, come me. Contraddizione e complementarietà. Il racconto della mia strada, quella che sto costruendo verso i miei sogni. E di me.

 

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Post N° 324

Post n°324 pubblicato il 07 Ottobre 2006 da GianoReloaded

Pre-avviso.. è un post scritto a braccio, d’impeto e di getto. O si legge tutto o nulla.

Strani giorni. Ieri sono uscito tardi dall’ufficio, sono andato a fare la spesa.. fortunatamente esistono gli ipermercati aperti fino alle 22! Fare la spesa mi è sempre piaciuto, anche perché il supermercato è sempre uno strano meltin pot di gente. E mi prende la solita mania di guardare i visi e le espressioni delle persone per partire con la fantasia ricamando le loro storie. In uno strano gioco in cui mi son messo a riflettere su di me, senza volerlo mi si è presentato come un quadro il bilancio della mia vita.

La mia vita. Oggi.

La mia vita oggi di cos’è fatta? E’ fatta di un lavoro che amo, che mi stimola e che mi carica. Un lavoro per cui non è un peso finire tardi la sera, con persone che stimo. Poi sono a contatto con gente diversa. Ho conosciuto dai medici agli imprenditori. Poi sto imparando un sacco di cose in un sacco di campi. Dall’Ortopedia ai nanocomputer, dalla procreazione medica ai mobili, la medicina nucleare e il geomarketing. Poi dalle idee realizziamo prodotti, creeremo il sogno di qualcuno e gli diamo forza di crederci. Un po’ galoppini un po’ deus-ex-machina. A volte fomenti la fiducia altrui, vedi intangibili entità crescere grazie a te e a volte ti ritrovi ad esser cinico e spietato. Come potrei non amare un lavoro che mi da così tanto? E’ fatta di persone nuove. Sul mio baretto scherzo molto, ma credo sia stato in effetti uno dei primi posti in città in cui mi sentivo a casa, in cui mi chiamavano per nome. E anche se a dolci e gesti, mi coccolano viziandomi, come se sapessero che così mi han conquistato. Così è accaduto anche qualche sera fa con il commercialista. Lo incrocio per strada, scambiamo due chiacchiere e ci salutiamo. Fino a ieri le uniche persone qui erano compagni di università delle mie stesse zone. E queste cose mi hanno fatto capire pian piano che in fondo anche le relazioni che mi sto costruendo fanno parte di qualcosa di mio, ma di tremendamente nuovo e potrebbero essere le radici di un lungo cambiamento. E’ fatta di donne. Desiderate, ammirate. Curioso di conoscerne i mal di pancia, e di capire perché. Donne da viziare, donne eteree oppure semplici. Donne di cui scoprire le vanità, di cui apprezzare il narcisismo. Donne di cui impreziosire la proiezione di se stesse. E’ fatta di amici. Il motociclista, principalmente. Che non vedo da due settimane e ogni tanto sento. Di Sissi con cui sto recuperando il piacere di parlare, seduti sui scalini come ai bei tempi, seppure ci sia meno di condiviso di tanto tempo fa. Di Lady, che porta sempre con se del bel tempo da passare insieme ed un bel legame. Di Elena che tornerà. Di chi mi tiene compagnia su msn. Dei miei amici di su che si vedono oramai poche volte ma che è sempre bello ritrovare. E’ fatta del mio appartamento. Bello ma che non sento mio, personalizzato e spazioso, ma troppo vincolato. E mi chiedo se presto non venga il momento di cominciare a pensare a qualcosa di mio. Solo mio. E’ fatta di una tesi da finire per gennaio, a quanto pare. E’ fatta della mia musica, che mi accompagna in ogni momento della giornata. Di Jeff Buckley che la sera mi toglie ogni bugia, della musica che mi carica e che presto tornerò a mettere a palla sul tapisroulant. Delle Pipettes che ogni mattina ascolto in macchina e che mi danno allegria. E’ fatta della mia macchina, che mi sta portando dappertutto. Che oramai si fa il nord-est su e giù troppe volte a settimana.

E tutti questi sono pilastri che si ergono e compongono la mia vita. Solo guardando in giù guardo dove poggiano. Vedo una città in cui sto cominciando a mettere qualche paletto, ma che a volte mi rendo conto essere totalmente inesplorata nelle persone. Vedo che da dove vengo trovo sempre meno motivi per tornare. Gli amici a volte mi mancano, ma poco altro. Con la mia famiglia vedo che alcune incomprensioni col tempo e la distanza si son amplificate. E ho la terribile sensazione che non sarà un seme che germoglia sulla pianta e ci cade vicino per ricresce più forte, ma come se il ramo che mi porta linfa stesse per spezzarsi, e crescere altrove richiederà sacrifici non previsti. Che preferirei evitare. Ma i pilastri non possono poggiare su fondamenta fragili. E poggiare i piedi sul terreno solido, rimane la mia priorità. Dovunque sia, per me.

La mia vita. Quel che vorrei.

Vorrei. Vorrei ogni tanto avere qualcuno con cui uscire la sera a fare due chiacchiere. Vorrei svegliarmi con lei che dorme sul mio petto. Vorrei un’auto sportiva. Vorrei quell’appartamento con soppalco in centro. Vorrei una che mi salti addosso. Vorrei avere più tempo per la palestra. Vorrei prendere un rudere in campagna e restaurarmelo da solo. Vorrei quel maglioncino della Brema con i bottoni grandi. Vorrei una bomba a letto. Vorrei due cani. Vorrei averle lei rannicchiata su di me con i suoi piedi congelati sotto il piumone caldo. Vorrei fare il guardiano del faro. Vorrei un figlio maschio e una bambina. Vorrei una Ducati. Vorrei guardare la città di notte da una vetrata enorme bevendo un vino rosso. Vorrei fare l’amore tutta la notte in lenzuola di raso nere e candele. Vorrei girare il mondo. Vorrei la cintura marrone di Dior Homme. Vorrei capire perché per i miei è tanto difficile capire. Vorrei una donna piena di perle. Vorrei sdraiarmi su un prato con le mani dietro la testa a guardare il cielo con in bocca un filo d’erba. Vorrei arrivare subito in cima. Vorrei il Tag Heuer Monza sfondo nero cinturino marrone. Vorrei mettergliela in quel posto ad un paio di persone. Vorrei ancora l'estate. Vorrei tornare in Duna a ballare. Vorrei una maniaca delle scarpe. Vorrei il libro fotografico sui loft. Vorrei un loft. Vorrei una cena con tutti i miei amici. Vorrei recuperare il fienile di mio nonno e farci un appartamento. Vorrei farmi viziare. Vorrei guardare un film sul divano sotto la coperta e vederla addormentarsi. Vorrei un abito su misura. Vorrei una donna da fare mia. Vorrei sorridere a qualcuno che non conosco e sapere che gli ha fatto bene. Vorrei fare il portiere di notte. Vorrei regalare un fiore ad una sconosciuta ed andarmene. Vorrei una donna che mi seducesse con la lingerie nera. Vorrei un vespino nero e cromato col faro tondo. Vorrei dare un abbraccio che sappia scatenare un sorriso. Vorrei salire in cima ad un grattacielo e sedermi. Vorrei sentirmi chiamare papà. Vorrei sentirmi chiamare amore. Vorrei un divano rosso. Vorrei che mi guardasse, sorridesse e si stringesse a me. Vorrei una piadina in romagna. Vorrei guidare da solo per giorni. Vorrei arrivare.

Quel che ho lo so. Ho un lavoro splendido e che mi da sicurezza e stimoli. Ho l’ambizione. Ho un problema a casa. Ho voglia di vivere, e come dice la frase sopra, ho voglia di trascorrere il resto della mia vita nel futuro che mi costruisco.

Voglio quel che vorrei. Nessuna difficoltà mi sbarrerà la strada, può solo allungarla.

…. le persone sono limitate dalle loro credenze, e da quello che permettono a se stesse di credere sia possibile …
Carver Mead

 
Rispondi al commento:
animasvelata
animasvelata il 08/10/06 alle 03:15 via WEB
Sono senza fiato..ho letto il post di getto....e mi è venuta un'irrefrenabile voglia di scriver i miei vorrei...e di non aver paura di realizzarli. :)
 
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