L'aquilone

Anch'io,come te,spesso mi fermo a pensare e ricordare i nostri cari vecchietti.Gente semplice e laboriosa; con poche parole e tanti fatti ... ma che con una stretta di mano ed un sorriso t'allargavano il cuore, gente schietta che ben conosceva il valore della parola data, che li impegnava,più di una firma posta su un atto notarile ... uomini e donne che per un amico sapevano trovar tempo per ascoltare e tendere una mano ... forse, perché non dovevano toglier tempo al PC o alla puntata di una qualche soap opera Ma forse,oggi come oggi non è solo l'indifferenza,almeno per qualcuno, a farli andare a capo chino,quasi assenti ...forse sono questi tempi così difficili in cui il senso della precarietà sembra inghiottire ogni pensiero e l'unico che rimane fisso nella mente è " riuscirò a pagare le bollette?" sai,penso ai tanti padri di famiglia che hanno perso un lavoro o che non prendono stipendio già da un paio di mesi ... mi si stringe il cuore! Son d'accordo con te Antonio,e ne scriviamo e parliamo spesso nei nostri blog dell'importanza di un sorriso ed un saluto..che sembrano di per se stesse piccole e inutili cose..ma così importanti per chi li riceve ... a volte fan tornare la voglia di continuare a sperare che forse,si,riusciremo a farcela!Un caro saluto Antonio,e continuiamo noi stessi a sorridere e per quel che possiamo a dare una mano ed una parola d'incoraggiamento ... non spegniamo le cose buone,ma continuiamo a mantenerle vive,praticandole ......un abbraccio Carla

come sempre, Carla, dai vita a quello che scrivi...sei esauriente e profonda nelle parole e sento sintonia di pensiero...non scrivo altro perchè chi passa di qui possa leggerti così, come ti ho letto io,con la pienezza di una coscienza certa di fare la cosa giusta anche solo a porgere un sorriso..un abbraccio e grazie..

E' verissimo Antonio, che il dramma di questi tempi è l'indifferenza e la mancanza di un sorriso.Dico dramma, perchè dall'indifferenza sia nelle piccole cose, come nelle grandi si generano le grandi tragedie familiari e collettive fino ad arrivare alle guerre. Quando si arriva al fondo ci si meraviglia e non si riesce a capire come sia potuto succedere. Vorrei dire a Carla che la precarietà è cosa recente, e si può comprendere le persone in quelle condizioni, ma la indifferenza è di lunga data.Un abbraccio. Enza

grazie a te Enza, di essere passata...e di avere così realisticamente commentato...è un piacere rileggerti...un caro saluto a te e buon fine settimana.antonio