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« SconvoltaPENSIERI PER MARGHE E FILIPPO »

LA FORZA DI RESISTERE AL DOLORE

Post n°357 pubblicato il 03 Gennaio 2006 da Brigitta78

Sono in uno stato emotivo di agitazione... non riesco a togliermi dalla mente l'episodio di Viviana...



... e da lì tutta una serie pastosa di altre cose confuse e arruffate mi si agitano in mente.



Sto leggendo un libro forte, ' La donna abitata', dove c'è una donna, in realtà ha 23 anni, che è convinta di aver
raggiunto una metà già molto alta: è architetto, vive in una casa da
sola, mantenendosi del suo lavoro. Si sente forte, autonoma, realizzata
come donna, in quanto capace di sorreggere se stessa.



Poi, un giorno, entra in contatto con " il movimento"... in un modo che
nn avrebbe mai immaginato, nella sua vita lineare di ragazza-bene,
nicaraguense, si dice?,ma educata in Europa, a Bologna per la precisione.

La morte le entra dentro casa, nell'incarnazione di un compagno ferito,
da proteggere per un paio di giorni, contro la morte del regime del '
Grande Generale'...il suo sistema di valori va in tilt...il suo mondo
borghese va in tilt.



Dentro di lei, rivive lo spirito di una donna india guerriera, morta
presumibilmente di morte violenta, nell'estremo tentativo di difendere
il suo popolo dall'invasore spagnolo, molti molti anni prima.

Questa donna-albero incarna il femminino, la terra, la madre, la vita...



...qui mi si sovrappone il dolore di Viviana, per aver perso il suo
bambino, la sua femminilità mometaneamente annullata, il suo terrore di
non riuscire più a dare la vita, la sua bellissima rotondità nel basso
ventre svuotata...un dolore che mi sento pungere io in mezzo al petto
per lei.



E poi mi vengo in mente io, che sto per cambiare vita, che come la
protagonista del libro sto per diventare una donna autonoma che vive da
sola e si sostiene del suo lavoro... e mi viene in mente da una parte '
la Milano da bere'...dall'altra , su recente stimolo di
Manualeperdonne
Anna Kuliscioff, la 'dottora', e mi viene da riflettere sul vivere

 non voglio sbagliarmi a vivere una vita che si regga sul nulla, anche se mi sento tirata da più parti...la mia provenienza è borghese, tutta la mia vita lo è stata, quando guardo un negozio, quando desidero un oggetto, un vestito, uno status ...sono borghese, profondamente... eppure sento, eppure noto, eppure mi dilanio dentro perchè se ci rifletto mi sembra vacuo, mi sembra un'impalcatura sopra qualcos'altro che invece è la verità...

ci sono tutta una serie di cose che non sono vere, che non contano niente in soldoni... invece il dolore di Viviana, qullo è tremendamente vero, ed è lo stesso dolore vero di tantissima altra gente che soffre per qualcosa di oggettivo, di grande, per cui la maggiorparte di noi non fa niente, di cui la maggiorparte di noi non vuole sapere niente.

... la mia coscienza politica, sociale si sta scrollando di dosso, forse, un paio di decenni di sonno

 
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