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« L'era del figocentrismo...Sessismo femminista »

L'era del figocentrismo (prima parte)

Post n°58 pubblicato il 03 Settembre 2007 da Giubizza

La campagna ideologica figocentrica concilia al femminismo più spinto il maschilismo più sciovinista. Mi vengono a mente le parole di Warren Farrell (http://www.warrenfarrell.org/; http://www.warrenfarrell.com/) nel suo libro “Il mito del potere maschile (http://www.amazon.com/Myth-Male-Power-Warren-Farrell/dp/0425181448) quando asserisce che “il femminismo più estremo va sulla stessa linea d’onda dello sciovinismo maschilista: proteggere al donna a ogni costo, fondandosi sulla figura della donna-bambina”. Ecco le donne, adagiatesi su di un protezionismo estremo.
Il femminismo paritario aveva come scopo la liberazione della donna dal giogo di un vero o presunto dominio maschile e patriarcale, la sua emancipazione e la parità e uguaglianza col sesso maschile. Secondo questo ideale le donne avrebbero dovuto interagire attivamente e fattivamente con gli uomini sotto tutti gli aspetti, mettendo al bando ogni sorta di passività e inerzia, la donna avrebbe dovuto divenire, da quel mero oggetto passivo e inerte, un essere umano attivo e fattivo, intraprendente e indipendente.
Le cose sono andate diversamente invece. Quel fenomeno chiamato “rivoluzione sessuale” non pare abbia preso piede come doveva, si è invece andati verso una deriva sessista fondata sull’esaltazione della donna fine a se stessa, un esasperato protezionismo verso il sesso femminile a scapito degli individui maschi dei ceti popolari.
La donna si è vista così cullare in una bambagia che di certo non l’aiuta ad assumersi quel ruolo di responsabilità e di crescita che le competerebbe. Le è stato concesso di poter uccidere i figli che porta in grembo, di scaricare le proprie frustrazioni sul partner, delle quote in parlamento in alcuni paesi, non pochi favoritismi sul posto di lavoro, ma non credo che queste cose abbiano davvero a che fare con una vera e propria emancipazione. Abbiamo visto crescere la colpevolizzazione, la denigrazione, la ridicolizzazione e la iperresponsabilizzazione del sesso maschile. Colpevolizzazione, ridicolizzazione, denigrazione e iperresponsabilizzazione dal sapore di dispetto infantile, ma che di certo non l’aiuta a guardarsi in faccia, farsi una vera e genuina autocritica al fine di potersi veramente migliorare e crescere sotto tutti i punti di vista.
Basti pensare ai provvedimenti protezionistici e antidemocratici volti a favorire le donne, provvedimenti che derogano ai più elementari principi di democrazia e dello stato di diritto. Così le cosiddette “quote rosa” storpiano la composizione del parlamento che non rispecchia più la volontà popolare; la presunzione di colpevolezza prevista per le molestie sessuali prevede che sia l’accusato a dimostrare la sua innocenza e non l’accusante la colpevolezza di quello, il tutto basandosi non sulle oggettive circostanze, ma su ciò che ha percepito la “vittima”, l’accusato deve dimostrare che per la vittima non c’è stata molestia! E le innumerevoli iniziative realizzate solo per donne derogano al principio del divieto della discriminazione sessuale. Si è stabilito che la maternità sia una scelta che può comportare anche il sacrificio della vita del figlio, ma fino a che punto la paternità è anch’essa una libera scelta? Per non parlare della questione degli alimenti che i mariti divorziati più “ricchi” delle loro ex mogli non versano a queste, e della casa coniugale che spetta in genere alla moglie anche in caso di divorzio per sua colpa. Mentre difficilmente si parla di tutti quei padri divorziati le cui madri impediscono loro di vedere i propri figli. E che dire, poi, degli innumerevoli casi di favoritismo sessuali verso le donne nell’ambito del lavoro, ma anche in altri campi del vivere quotidiano? Sembra di vivere in un’epoca di dispotismo femminile gestito dagli uomini.
Mentre le donne devono sempre essere destinatarie di particolari attenzioni, gli uomini devono sempre andare in automatico, cavarsela da sé. Così mentre gli uomini devono sempre conoscere la propria partner, le donne non hanno alcun obbligo di conoscere il proprio partner. Le donne possono dare tutto per scontato, sparare cazzate sul modo di essere e sulla sessualità maschile. Gli uomini devono approfondire le problematiche delle donne della sessualità femminile e non dare niente per scontato. Gli uomini a 40 anni chiedono ancora cosa piace o non piace alle donne, una ragazzina di 20 anni già sa tutto sugli uomini!
Non credo siano queste le basi per un miglior rapporto tra i sessi. La vita sociale sia unione, scambio, comunione, conoscenza reciproca. Crediamo che chi voglia attenzioni debba essere disposto (e anche disposta…) a darle e spesso ad anticiparle, magari sperando di riceverle in cambio. Sperando ma non pretendendo perché in amore nulla va preteso. Crediamo che vi sia il bisogno di un nuovo modello di sessualità umana di comprensione reciproca basata non su stereotipi e generalizzazioni banali, ma sul vissuto personale, sull’individuo nella sua specificità e nella sua complessità, nonché sulla conoscenza e la comunicazione psicofisica reciproca. Crediamo altresì che ogni individuo, maschio o femmina, sia un mondo da scoprire ognuno diverso dall’altro, spesso sorprendente nella sua complessa specificità.
Come ho già esposto, negli ultimi decenni si avverte sempre più forte la pressione di una sorta di senso di colpa storico che si cerca in tutti i modi di far ricadere sui maschi occidentali. Si cerca sempre più di creare una cultura dei rapporti di coppia oltre che e sociali a misura di donna in cui la parte maschile, fin negli aspetti più intimi, è sempre più colpevolizzata e stretta nell’osservanza di regole rigidamente incentrate sulle esigenze, vere o presunte, femminili.
Tutto questo si riflette, oltre che nei rapporti sociali, economici, personali, culturali, anche nell’ambito della vita di coppia. Da un punto di vista relazionale, le donne devono sempre essere comprese e capite senza mai comprendere e capire. Mentre troneggia la filosofia “gli uomini fanno schifo ma il mio uomo è diverso dagli altri” facilmente convertibile in “il mio uomo fa più schifo degli altri perché non ha capito al volo una mia piccola esigenza”. Per non parlare della propensione di tante donne di volersi impossessare dell’anima del proprio compagno, di essere padrona dei suoi sentimenti, di pretendere la massima dedizione, la massima perfezione, il massimo rispetto non curandosi che tutto ciò sia ben ricambiato. Spesso sono perfino gelose del suo passato, però poi sono gli uomini a essere gelosi e possessivi. Poi quando capiscono che il proprio partner ha conservato la sua autonomia, in quanto è impossibile impadronirsi di un altro essere umano, allora, ferite nel loro stupido e ottuso orgoglio di femmina, vanno via, fuggono vigliaccamente per non affrontare la realtà.
Negli aspetti più intimi, la moda che ultimamente ha preso piede nella cultura sessuale odierna è che l’uomo dovrebbe sempre seguire e adattarsi alla donna e mai la donna all’uomo. Dare soddisfazione a una donna pare sia diventata quasi una missione scatologica, il fine ultimo della vita di un uomo. Tanto che l’accusa del non soddisfare costituisce spesso una grande offesa, senza tener conto che chi non è soddisfatto una buona dose di colpa potrebbe benissimo averla. Questo perché si vorrebbe far intendere che il piacere femminile sarebbe più “difficile”, più complesso e più misterioso di quello maschile. Ora, a parte il fatto che non è affatto vero che il piacere maschile sia così facile e scontato come lo si vuol far credere dall’attuale ideologia sessuale figocentrica, vi sarebbero delle annotazioni al riguardo da fare.
Direi che, anche ipotizzando una coppia composta da A e B, in cui supponessimo che A abbia un piacere più “difficile” di B, ciò non vorrebbe dire che i rapporti sessuali tra i due debbano essere unilaterali e B debba “accudire” A mentre questo (o questa) non dovrebbe fare più di tanto. Non giustificherebbe A nel pensare solo al proprio piacere, seppure quello di B fosse più “facile”. Figuriamoci ora nel mondo reale, nella sua complessità e varietà, in cui il grado di difficoltà del piacere non solo non è così legato al sesso, ma è piuttosto individuale, ma nello stesso individuo varia continuamente a seconda di elementi non sempre individuabili. Figuriamoci quanto possa valere tale asserzione.
Molti articoli sul sesso fanno venire in mente la distinzione che facevano i giuristi del XIX secolo tra stato legale e stato reale: gli articoli affermano una cosa, ma la realtà dei fatti ne dimostra un’altra. Forse sembreremo un “complottisti” ma abbiamo la sensazione che la sessuologia più che una scienza sia una propaganda di un’ideologia sessuale che da un lato glorifica e complica la sessualità femminile e dall’altro si dà a una macabra campagna di banalizzazione e grettizzazione di quella maschile. Così mentre la sessualità femminile viene deresponsabilizzata, spogliata di ogni autonomia individuale e sottoposta a un’assurda potestà del partner, quella maschile viene abbandonata a se stessa, privata di qualsiasi sensibilità nei riguardi degli input femminili e soprattutto spacciata per una sorta di meccanismo automatico. Si vuole imporre una sessualità a misura di femmina, figocentrica, attenta solo alle esigenze femminili, vere o false che siano, privando i maschi di qualunque bisogno e qualunque necessità. Oggi parlare di sessualità vuol dire praticamente parlare di sessualità femminile.
La terminologia è importante. I termini utilizzati per definire un dato modo di essere o un comportamento influiscono sulla percezione che si ha di essi. La campagna ideologica figocentrica utilizza differenti termini per indicare ciò che è o fa un uomo o una donna.
Ecco alcuni esempi di questa terminologia discriminatoria:
• Se una donna innamorata non si dichiara è astuta; se un uomo innamorato non si dichiara è un vigliacco
• Se una donna divorziata si rifà una vita ha una buona capacità di recupero; un uomo è debole e non sa vivere da solo
• Se una donna divorziata resta sola è forte e affronta la vita in solitudine; un uomo non è riuscito a riprendersi
• Se una donna tradisce spesso ha il gusto del sesso; un uomo è debole, depravato e mascalzone
• Se una donna tradisce è per chissà quali motivazioni sublimi, magari perché è sessualmente insoddisfatta (così è pure colpa del partner, cornuto e mazziato…); se un uomo tradisce è perché è un porco (gli uomini sarebbero sempre sessualmente soddisfatti…)
• Se una donna si arrabbia perché tradita è offesa nella sua dignità personale; un uomo è ferito nel suo orgoglio di maschio (ben pochi uomini saprebbero definire in cosa consista questo presunto orgoglio “maschile”. Che sia un’invenzione femminile?)
• Se una donna è sessualmente insoddisfatta è colpa del partner (gli uomini sono sempre colpevoli); se un uomo è sessualmente insoddisfatto ha qualcosa che non gli funziona (le donne sono sempre innocenti)
• Se una donna guarda un uomo con desiderio se lo mangia con gli occhi; se un uomo guarda una donna con desiderio la “spoglia” con gli occhi (gli uomini fanno i “guardarobisti”?)
• Se una donna non fa bene il sesso è per l’inesperienza del partner; se un uomo non fa bene il sesso è per la “propria” inesperienza
• Se una donna vuole fare sempre sesso è una donna calda e passionale; se un uomo vuole fare sempre sesso è un arrapato cronico
• Se una donna ha uno scarso appetito sessuale è perché il desiderio femminile va nutrito e stimolato; se un uomo ha uno scarso appetito sessuale è freddo di chiamata e mezzo impotente
• Se una donna vuole passare subito all’atto sessuale ha un desiderio prorompente; se un uomo vuol passare subito all’atto sessuale è frettoloso e disattento
• Se una donna guarda gli uomini è perché ha il gusto verso il bello; se un uomo guarda le donne è un guardone
• Se una donna fa sesso in modo convulso è passionale; un uomo è un imbranato
• Se una donna ama i giochi erotici ha un erotismo complesso, se un uomo ama i giochi erotici è perché ha una sessualità primitiva o, peggio, infantile
• Se una donna ama il sesso orale è perché ha una sessualità intensa; un uomo è un fissato
• Se una donna (e questo è il pezzo forte, tenetevi!) ha difficoltà a eccitarsi è sessualmente demotivata; un uomo fa cilecca o ha “disfunzioni erettili” (sempre il concetto macchinistico della sessualità maschile!)
• Se una donna ha l’eccitazione lenta è perché va “scaldata” lentamente (il sesso è una partita di calcio…); se un uomo ha l’eccitazione lenta è “moscio” e ha bisogno del viagra (l’uomo deve sempre “funzionare” come si “deve”…)
• Se una donna ha difficoltà orgasmiche si parla di anorgasmia; se un uomo ha lo stesso problema si parla di “incompetenza” eiaculatoria (per eiaculare bisogna fare un master?)
• Se una donna viene dopo due secondi dall’inizio del rapporto (non è affatto impossibile, anzi…) è perché ha una sessualità impetuosa; gli uomini hanno l’eiaculazione precoce
• Una donna che si masturba scopre il suo piacere e il suo corpo e arricchisce la sua sessualità; un uomo è un segaiolo frustrato
• Una donna va accettata come è; un uomo deve cambiare per amore.
Insomma per gli uomini c’è sempre il terminuccio “simpatico”, c’è sempre la motivazione e la causa più grezza, più bassa, più ridicola per ogni loro cosa. Mentre per le donne è sempre tutto sublime, divino, gaudioso. È come se l’essenza femminile fosse lasciata libera di spaziare in vasti campi, ogni cosa che fa una donna è sempre sublime, divina, misteriosa. Mentre l’essere maschile deve sempre attenersi a rigidi protocolli e quando sgarra scatta la pena ingiuriosa. L’uomo deve sempre conformarsi ai tempi e ai metodi della donna e mai la donna ai tempi e ai metodi dell’uomo. Ogni cosa faccia un uomo è sempre per ragioni di grettezza e bassezza, spesso portata al ridicolo. C’è questo macabro gusto di ridicolizzare il maschio e tutto ciò che è maschile, questo considerare gli uomini come se non fossero di carne ed ossa. Oppure, peggio ancora, il compatirlo con toni materni e di un’inopportuna quanto ipocrita “pietà”, come se fosse un bambino impacciato.
Anche le soluzioni proposte per risolvere i medesimi problemi sono diversi più per motivi di pregiudizi che non per necessità reali. Se una donna ha difficoltà in qualcosa ha bisogno di qualcosa che le venga dato dagli uomini in generale o dal partner in particolare, se un uomo ha lo stesso problema deve trovare da sé la soluzione. Un esempio attinente la vita sessuale lo abbiamo oggi col viagra: sono convinto che la maggioranza degli uomini che prendono questa stupidissima pillola non ne abbia bisogno veramente. È solo in ossequio allo stereotipo culturale del maschio arrapato che viene consigliato questo orribile farmaco. Questi ritrovati non ci propongono maggior piacere, un orgasmo più intenso, un'esperienza sessuale più appagante, ma ci garantiscono di non sfigurare con la nostra partner, di non lasciarla delusa, di poter emulare le performance di un attore porno. La donna prima e al centro di tutto!
Nel sesso oggi c’è chi è “precoce” e chi è “tardivo”, vi sono “competenze” e “incompetenze”. Non vi sono tempi che variano a seconda degli individui, delle situazioni e dei momenti.
Se diamo uno sguardo ai tempi coitali negli altri mammiferi possiamo notare come la cosiddetta eiaculazione precoce o ritardata siano mere invenzioni della sessuologia figocentrica che pretende di conformare l’uomo ala donna, storie volte a conformare il piacere maschile a quello femminile.
Come ben sappiamo oggi è di moda spacciare la sessualità femminile per un qualcosa di estremamente complesso e quella maschile per un meccanismo automatico semplicistico.

 
 
 
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