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Post n°468 pubblicato il 04 Settembre 2009 da LICURSI.110
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Post n°467 pubblicato il 01 Settembre 2009 da LICURSI.110
Il bello, il giusto e il vero nel mestiere di comunicare Autore: Contri, Alberto
"Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo", è la confessione dalla quale traspare un potente desiderio di ricercare un accordo tra la felicità e il metodo, tra l'intelligenza e la volontà, facendosi ad un tempo carico dei problemi di tutti gli uomini. Penso sinceramente che chi lavora in un servizio pubblico si debba a suo modo sentire responsabile, come l'imperatore Adriano, della bellezza del mondo.
Trasferito in campo televisivo, potremmo dire che al concetto di utilità si sostituisce quello di gradimento; al concetto di bene, quello di ascolto. Per la verità non si tratterebbe di una sostituzione grave se il concetto di "bello" ed in generale le categorie dell'estetica avessero conservato ancora una loro intima relazione con il concetto di verità e di giustizia. In questo caso ci troveremmo dinnanzi ad una accentuazione diversa, ad una graduazione mutata di elementi all'interno della stessa scala di valori. In realtà è venuta meno, sembrerebbe irrimediabilmente, la stessa solidarietà che in tutto il pensiero classico e in molta parte del pensiero moderno ha caratterizzato il rapporto tra il vero, il bello, il giusto. L'utilizzo massiccio delle procedure di consenso, l'utilizzo massiccio dell'estetica e degli obiettivi sociali implica che gli uomini conoscano che cosa è l'uomo, a cosa serve, a cosa tende.
In quella lettera che consiglio di rileggere, si sottolineava il fatto che l'uomo è prima ancora che un creatore del bello, uno che lo cerca e che ne segue le epifanìe. Oggi invece prevale un concetto di bello come pura realizzazione tecnica, come montaggio: TV e cinema per loro stessa natura possono essere i luoghi supremi di questa ambiguità. Non che non occorra la tecnica e il "labor", ci mancherebbe, ma l'esperienza della bellezza si connota innanzitutto come apertura a un livello del gratuito e del misterioso che opera nel mondo. E proprio la TV con i suoi meccanismi così simili a quelli del procedimento artistico (sintesi, taglio, montaggio, compresenza di più livelli cronologici e semantici, pluralità dei punti di vista) potrebbe essere un grande fattore di educazione al bello… ma il fatto che invece oggi si avvicini sempre più spesso alla parola TV l'aggettivo spazzatura dovrebbe farci riflettere. Così come dovrebbe far riflettere che ci siano alcuni "maitre a penser" che hanno grandi responsabilità nel servizio pubblico, che con grande serenità e lucidità fanno addirittura delle separazione, della scissione del vero dal giusto e dal bello la loro bandiera culturalprofessionale. Fonte: CulturaCattolica.it Curatore: Buggio, Nerella continua ....
Post n°465 pubblicato il 26 Agosto 2009 da 1carinodolce
Post n°464 pubblicato il 25 Agosto 2009 da 1carinodolce
LA SUOCERA E IL VICINO Non scocciarmi col tuo "amore per l'umanità". È da dieci anni che è morto, eppure noi suoi amici lo ricordiamo ancora con affetto per il vigore della sua testimonianza di fede, di intelligenza e di cultura. Parlo dello scrittore Italo Alighiero Chiusano (1926-1995) che, accanto a pagine altissime di critica letteraria e di prosa, sapeva allineare, soprattutto in una rubrica che teneva sul mensile Jesus, riflessioni mordenti, sferzanti, ironiche, sempre però pacate e autentiche. Ne ho scelto una, quasi a caso. A partire da noi sacerdoti, passando attraverso uomini pubblici e persone semplici, quante volte - in indubbia buona fede - si esalta l'«amore per l'umanità». È quasi un motto adatto a tutte le situazioni, capace di placare i (ri)morsi della coscienza e di generare quel "buonismo" che effettivamente è talora un po' ipocrita.L'amore in realtà è tutt'altro che generico ed etereo. Esige di essere verificato con la suocera petulante, col vicino maleducato, con l'anziano noioso, col bambino piagnucoloso, ossia con quel terreno della quotidianità ove stanno ben piantati i piedi della vera vita. Amare non è guardare nel sole per restarne abbagliati, diceva lo scrittore austriaco Robert Musil tanto caro a Chiusano, ma è scoprire la vita illuminandola con l'amore. È, dunque, una scelta paziente e costante che deve piegarsi a tutte le curve dell'esistenza, senza sognare di librarsi in alto, in un volo lieve e fulmineo, come pure può accadere in qualche momento di grazia.
Grazie a citazioni_bellisssss
Post n°463 pubblicato il 09 Agosto 2009 da 1carinodolce
Ravasi La conquista del superfluo dà un'eccitazione spirituale più grande che la conquista del necessario. L'uomo è una creazione del desiderio, non del bisogno.Alcuni anni fa, dovendo scrivere un articolo sul simbolo, avevo letto con interesse un saggio del filosofo francese Gaston Bachelard (1884-1962), intitolato La psicanalisi del fuoco (egli poi aveva studiato anche "l'acqua e i sogni" e "la poetica dello spazio"). Sfogliando ora di nuovo quel volume, m'imbatto in questa frase che mi colpisce. Ci si stupisce quando si atterra su una grande metropoli dell'Africa, dell'Asia o dell'America Latina perché dall'aereo si vedono immense baraccopoli tutte però segnate da una selva di antenne e persino di parabole televisive. E ci si domanda: ma è proprio necessario patire la fame e sacrificarsi per avere un televisore? La risposta è proprio nella riflessione di Bachelard: ciò che domina in noi è il desiderio, che è capace persino di dominare e sopravanzare il bisogno.
Post n°462 pubblicato il 09 Agosto 2009 da 1carinodolce
Post n°460 pubblicato il 09 Agosto 2009 da 1carinodolce
SARÒ BREVE a cura di Gianfranco Ravasi Si potrebbero classificare le attività umane secondo il numero di parole di cui hanno bisogno: più gliene occorrono e più c'è da pensar male del loro carattere. Nitido e tagliente è questo giudizio che anni fa avevo annotato sull'edizione einaudiana di quel capolavoro incompiuto che è L'uomo senza qualità dello scrittore austriaco Robert Musil (1880-1942). Spesso c'imbattiamo in persone aureolate da un alone di parole e proprio attraverso questo fumo dorato riescono a nascondere il vuoto che sta nel loro pensiero e nel loro agire. «Ci sono tipi che esordiscono: Sarò breve- Tu guardi smarrito la trentina di fogli che tengono in mano. Non te ne risparmiano neppure uno. Non una virgola. Non una parola. Bisognerebbe, a un certo punto, alzarsi tutti in piedi e dire a uno di questi chiacchieroni incontinenti: Quando hai finito, ricordati di spegnere la luce». Lo sproloquio è il vizio della comunicazione del nostro tempo che, da un lato, ha adottato un linguaggio semplificato e fatto di slogan e, dall'altro, ha imboccato la via del talk show, e non dimentichiamo che talk in inglese è "chiacchierare". Ritroviamo, allora, sobrietà e sostanza nel nostro parlare.
Post n°458 pubblicato il 09 Agosto 2009 da 1carinodolce
NON HO MOLTO TEMPO, ED HO DIVERSI OSPITI.... QUINDI QUESTA è SOLO UNA PRE-BOZZINA... MOLTO BREVE E MOLTO GREZZA, DA AGGIUSTARE, MODIFICARE, CORREGGERE, OK, PARLIAMO ANCHE DI CINEMA... CHE NON CREDO SIA UNA COSA IMPORTANTISSIMA ( VOGLIO DIRE TROPPO, TROPPO IMPORTANTE), MA NEANCHE trascurabile, INSIGNIFICANTE ...
QUAL è STATO PER TUTTI VOI IL FILM PIù BELLO DEL 2008? IL + BRUTTO, IL PEGGIORE? IL + DELUDENTE? ED, INVECE, QUELLO + SORPRENDENTE (IN POSITIVO, OF COURSE)? IL + DIVERTENTE IN ASSOLUTO ?
IL FILM PER VOI PIù 'UTILE', QUELLO CHE VI HA ARRICCHITO DI PIù, STIMOLATO, IL + EMOZIONANTE, COMMOVENTE ... ?? QUELLO CHE VI HA FATTO PENSARE, RIFLETTERE, DISCUTERE, CONFRONTARVI MAGGIORMENTE? QUELLO CHE VI HA MESSO UN PO' PIù "'IN CRISI'" , PER DIR COSì ... QUELLO CHE VI HA ESALTATO, STIMOLATO, TRASMESSO + ENTUSIASMO, POSITIVITà, CARICA, ENERGIA, MAGARI ANKE SPERANZA ...... ....è SOLO METà POST......MA NON POSSO CONTINUARE ORA.....A DOPO, CON MOLTI ALTRI SPUNTINI DI CONFRONTO, DI DISCUSSIONE (RIFLESSIONE) E SPERO MOLTI, TANTI, PIACEVOLI, INTERESSANTI, UTILI E SIMPATICI PARERI, PUNTI DI VISTA, OPINIONI, SUGGERIMENTI, SPUNTI, CONSIGLI, RISPOSTE, IDEE, PENSIERI, INDICAZIONI, ......... PER VOI IL CINEMA è + UN MOMENTO '''CULTURALE''' O DI SVAGO, INTRATTENIMENTO, DIVERTIMENTO?
PREFERITE ANDARE AL CINE O GUARDARE LA TV ??
PER VOI QUAL è, QUAL è STATO IL MIGLIOR FILM TRATTO DA UN LIBRO ? .... UN FILM MIGLIORE DEL LIBRO, ROMANZO O ALTRO, DA CUI è STATO TRATTO O ISPIRATO ?
è GRADITISSIMO QUI QUALSIASI QUALSIASI PENSIERO SUL CINEMA, ANCHE COMPLETAMENTE A PIACERE, 'LIBERO'....... ( ^__* )
un salutone alla bravissima giornalista lucia checchia di termoli, super simpatica vecchia fan dei bon jovi
Post n°457 pubblicato il 30 Luglio 2009 da 1carinodolce
Pontificia Università dela Santa Croce – Roma Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale Don Giovanni D’Ercole: Chi è felice riesce a comunicare ROMA, 3 NOVEMBRE 2004 – “Comunicare è un dono di natura” correlato inevitabilmente alle “tecniche che vanno acquisite con il tempo” per affinare la propria attività. Lo ha dichiarato don Giovanni D’Ercole, capo ufficio della Segreteria di Stato vaticana, nel corso del primo dei tradizionali “Incontri sulla comunicazione istituzionale” della Facoltà di Comunicazione. Quando si comunica “non è tanto importante quello che si dice, quanto l’immagine che si trasmette agli altri” – ha proseguito don D’Ercole, tra l’altro già vice direttore della Sala Stampa della Santa Sede, autore di trasmissioni televisive per la Rai e di numerose rubriche religiose su diverse testate ed emittenti radiofoniche. Il sacerdote ha ricordato che quando si parla in televisione occorre farlo con la convinzione di avere di fronte uno strumento “importantissimo per trasmettere ciò che si ha dentro di sé”. Comunicare, infatti, richiede soprattutto “essere se stessi, avere dentro di sé qualcosa da dire al prossimo, sentirsi felici nonostante i propri limiti e avere una serenità di fondo che anima la nostra discussione. Quando si comunica non ci si deve preoccupare di ripetere ciò che si è imparato a memoria, piuttosto trasmettere se stessi, ciò che nasce dal profondo di ciascuno di noi”. Molto apprezzata dagli astanti è stata la metafora sportiva: “la comunicazione è come un ping pong dove ci sei tu che lanci la palla e attendi un feedback, un ritorno da chi sta dall’altra parte. Se questa risposta tarda ad arrivare significa che la palla è caduta, è andata persa e subito cerchi di individuarla. Così nella comunicazione: occorre proporre qualcosa che ha un valore per l’altro e che stimoli nello stesso la volontà di risponderti. Occorre inoltre saper adattarsi ed entrare in sintonia con l’altro, aprire un varco, stabilire un ponte”. L’ospite ha ribadito, con parole di Pier Paolo Passolini, che con la tv “c’è un passaggio tra la valorizzazione dell’uomo e la commercializzazione dell’immagine”. Non siamo più di fronte ad un’opera d’arte come il cinema o il teatro o la radio, piuttosto in prossimità di un “fuoco d’artificio che vuole incollare il telespettatore attraverso una esasperazione dell’immagine”. “Quando vado in tv io devo sapere queste cose, per esempio che appaio tra una reclame e un’altra, tra la diva di Hollywood e scene di violenze. Dunque, come comunicatore della fede, come faccio a convivere con queste cose? – si è chiesto don D’Ercole -. Come prima cosa, e parlo di una scelta che riguarda la mia personale sensibilità, mi guardo bene dal partecipare a programmi di intrattenimento e abbastanza frivoli che oggi abbondano in tv, proprio perché sono convinto che la tua immagine si deve caratterizzare non solo per quello che dici ma per quello che riesci a trasmettere”. Se una delle regole oggi in voga è la spettacolarizzazione “è pur vero che la tv non ha una grande capacità di impatto sulla nostra intelligenza ma colpisce piuttosto le nostre emozioni. Questo è molto pericoloso, ma anche molto interessante”. Ecco perché quando si è davanti alle telecamere – ha suggerito – “è importante che il tema che vuoi proporre sia comprensibile nelle prime 5 parole che pronunci e che con esse tu abbia già catturato il telespettatore, altrimenti lo hai perso per sempre e quando ti vede la prossima volta ti cambia”. Quello che ha colpito molto gli studenti presenti è la capacità del relatore di discorrere fluidamente: “uno dei miei segreti è l’esercizio della memoria, pratica a cui mi dedico quotidianamente per almeno un’ora. Bisogna essere allenati, oltre a possedere quel dono di natura di cui parlavo per comunicare con profitto in tv. Io, per esempio, non uso più fogli di carta da quando, ancora diacono, mi apprestavo a dare la mia prima omelia. Chiamata una parrocchiana le chiesi di ascoltarmi prima di procedere davanti ai fedeli. Avevo preparato il mio scritto in modo elaborato. Dopo cinque minuti ella mi disse di non aver capito nulla e da quel momento quando parlo non ricorro più ad appunti scritti. Devo fare mio quello che c’è scritto sulla carta, trasmettere quello che sento dentro di me e che il Signore mi suggerisce”. Il personale segreto comunicativo di don Giovanni –ha confessato alla fine- “consiste nel fare un’ora di adorazione al Santissimo Sacramento ogni mattina”. Senza quello, ha concluso, “sono sicuro che la mia parola perderebbe la sua efficacia”. GIOVANNI TRIDENTE
Post n°456 pubblicato il 30 Luglio 2009 da 1carinodolce
dio e non le divinità Il mondo è colmo di frustrazione perché ci siamo affidati alle divinità invece che a Dio. Ci siamo genuflessi davanti al dio della scienza, solo per scoprire che ci ha regalato la bomba atomica, suscitando paure e ansie che la scienza non potrà mai mitigare. Abbiamo venerato il dio del piacere, solo per accorgerci che il brivido svanisce e le sensazioni sono di breve durata. Ci siamo inchinati al dio del denaro, solo per apprendere che esistono cose come l'amore e l'amicizia che il denaro non può comprare e che il denaro è una divinità piuttosto precaria. Sotto il titolo Il sogno della non violenza Feltrinelli ha raccolto un'antologia tematica dei pensieri di Martin Luther King, il famoso artefice della lotta afro-americana per i diritti civili, assassinato a 39 anni nel 1968. Abbiamo scelto questa riflessione che contrappone limpidamente Dio e le divinità, ossia il vero Signore, Creatore e Salvatore e gli idoli che si chiamano: Scienza, Piacere, Denaro, ai cui piedi tutti ci prostriamo con venerazione, salvo poi scoprire che essi sono impotenti a salvarci. Era suggestiva la distinzione che il nostro scrittore L. Sciascia introduceva nell'umanità: c'è chi è convinto che la ricchezza è bella, anche se morta, e chi, invece, è certo che la ricchezza è morta, anche se bella. La differenza è evidente e la scelta necessaria: si può anche riconoscere che scienza, piacere, denaro abbiano un loro fascino, ma in sé sono realtà che non possono spiegare il senso della vita, colmarti l'anima, rendere la persona felice in modo profondo.
Continuava, infatti, King: «Queste effimere divinità non possono salvare e portare felicità al cuore umano. Solo Dio può farlo». Il risultato terribile di questa religione della Scienza, del Piacere e del Denaro lo esprime icasticamente il Salmista: «Chiunque confida in essi diventa simile ad essi», cosa tra le cose (Salmo 195, 8). È un triste destino che si rivela in tanti ridotti ad esseri freddi e gretti, aridi e insensibili.
Post n°455 pubblicato il 30 Luglio 2009 da 1carinodolce
ESSERE SE STESSO
Qual è il primo dovere dell'uomo? La risposta è breve: essere se stesso. Quando si cominciava a fare i primi passi nella cultura classica, ci si ricordava la celebre scritta greca sul tempio di Delfi: gnóthi seautón, «conosci te stesso!». Monito sempre valido, soprattutto ai nostri giorni in cui la superficialità impedisce ogni scavo nella coscienza. Ma il conoscere non basta, bisogna anche essere se stessi, come insegna nella nostra odierna citazione il celebre drammaturgo norvegese Henryk Ibsen nel suo dramma Peer Gynt (1867). In quell'opera il consiglio ha, però, un esito sorprendente: il protagonista è, infatti, un giovanotto spaccone che vive seguendo i suoi impulsi immediati e la sua fantasia, andando così a finire in un mondo irreale. Certo, questo è un rischio su cui bisogna rimanere sempre in guardia; dobbiamo sorvegliare e guidare il moto delle passioni, la pulsione dei sentimenti, i fremiti del temperamento. Ma compiuta questa auto-educazione, è necessario ricordare sempre la parabola evangelica dei talenti.
Ognuno di noi, in gradazioni differenti, possiede un dono che dev'essere impiegato, ha capacità che devono essere esercitate, ha doti che devono fruttificare. Nella storia, sia per inerzia personale sia per condizionamenti sociali, si assiste a uno spreco immenso di risorse umane. Esse rimangono congelate e inutili, mentre potrebbero trasformare vaste aree del mondo e della vita di molti. Ecco, allora, in queste righe di Ibsen un appello all'impegno personale ma anche alla sincerità: essere se stessi, infatti, vuol dire coerenza, consapevolezza dei propri limiti.
Finisco con una battuta ironica, dei noti cartoni B.C. di Johnny Hart: «Conoscere se stessi è la cosa più importante per l'uomo. Tu però lascia stare: potresti avere una brutta sorpresa!».
;-)))))))))))))))))
Post n°454 pubblicato il 30 Luglio 2009 da 1carinodolce
IN AFRICA Dal primo viaggio in Africa torni che gridi, del secondo parli, dopo il terzo taci. E' Claudia Koll, la notissima e bella attrice, a citare questo proverbio in un'intervista rilasciata tempo fa a Famiglia Cristiana. Sì, perché Claudia ha scelto un paio d'anni fa di scendere in Africa e non con la solita troupe al seguito per farsi riprendere in mezzo a torme di ragazzini affamati e ritirarsi subito a sera nel solito hotel a cinque stelle che anche nelle capitali africane non manca mai. Ha voluto, invece, iniziare un'azione di testimonianza per il Volontariato internazionale per lo sviluppo, soggiornando a più riprese presso i Salesiani in Etiopia e Burundi, paesi scossi da disordini. L'attrice commenta così quel proverbio: quando si torna tacendo dall'Africa - dopo la retorica dello sdegno ("gridare") e la banalità del turista ("parlare") - «significa che forse si è divenuti consapevoli del fatto che occorre innanzitutto cambiare mentalità e stile di vita». E' probabile che già in questi giorni molti staranno programmando le loro vacanze verso mete esotiche. Ho provato spesso vergogna anch'io per il modo infame con cui si comportano i turisti in paesi sofferenti. Certo, le ferie devono essere anche svago, ma non di rado sono ostentazione di spreco, di arroganza, di insensibilità e persino di volgarità.
Riuscire a ritagliarsi anche un'esperienza di attenzione, di ascolto e di generosità che scuota la nostra superficialità da benessere è possibile a tutti. Perché costruire un mondo diverso è opera di tutti e una presa di coscienza non "televisiva" ma dal vivo è un'occasione da non sciupare.
Post n°453 pubblicato il 21 Luglio 2009 da 1carinodolce
LA FESTA ROVINATA
Ma ci penserebbero subito gli operatori turistici a farci evitare questi spiacevoli incontri Ma subito dopo, ecco il servizio sulla moda, con bellezze statuarie, scenari superbi, cene sontuose, mondanità eccitanti. Anzi, chi ci ricorda quelle "falangi nere" e scarne che s'aggrappano al nostro benessere, sembra che voglia solo rovinarci la festa"
Post n°452 pubblicato il 17 Luglio 2009 da 1carinodolce
FANTASMAGORICO RAVASI, GRANDISSIMO, THE BEST!!
Post n°451 pubblicato il 17 Luglio 2009 da 1carinodolce
Post n°450 pubblicato il 14 Luglio 2009 da 1carinodolce
Oggi è il primo giorno del resto della tua vita, non sprecarlo
Mia madre tracciava una distinzione tra conquista e successo. Sosteneva che la conquista è la consapevolezza di aver fatto del proprio meglio. Il successo è essere lodato da altri, e anche questo è positivo ma non altrettanto importante o soddisfacente. Mira sempre alla conquista e dimentica il successo!!
Post n°448 pubblicato il 14 Luglio 2009 da 1carinodolce
– Voi ! Avete origliato ! – Naturale. Quando non assisto, ascolto. Quando assisto non ascolto. Quando non assolvo acquisto. Posso continuare, se volete.
La sai quella del Tizio e del Bonzo? Il Tizio porge un pacchetto di sigarette al Bonzo e gli chiede:" Fumi?". E il Bonzo risponde:" Solo quando brucio". Non ridi ? E' straordinaria la tua capacità di trattenerti.
Groucho ad una ragazza:"la vita e' bellissima,per non palare del resto"
Una gallina va dal veterinario, e intanto che e' li' fa l'uovo.Ariva il veterinario e chiede "Chi di voi due e' arrivato per primo?"
Non c'e' nulla sul giornale. Tranne che un vandalo si e' introdotto nottetempo al Louvre e ha riattaccato le braccia alla Venere di Milo
La mattina faccio molta ginnastica:mi tocco per duecento volte la punta delle scarpe.Poi mi alzo dal letto e me le infilo
Chico:"Questa storia fa acqua da tutte le parti" Groucho:"Bene,allora chiama un idraulico e spera in Dio.Anzi chiama direttamente Dio, lo trovi piu' facilmente"
Chico:"Di un po'..hai trovato il giornale di domani?Di sicuro c'e' sotto qualcosa" Groucho:"Certo che c'e' sotto qualcosa, non ho mai visto un giornale sospeso in aria" Chico:"Neanch'io, pero' una volta ho visto una gallina fare lo stesso uovo 24 volte:si era messa controvento
Post n°447 pubblicato il 14 Luglio 2009 da 1carinodolce
Abile nel cambiare discorso, eh? Come quel tizio che continuava a fare gaffe e non sapeva come rimediare, allora un amico gli dice: "Quando fai una gaffe devi immediatamente cambiare discorso". Allora questo la sera dopo va a una cena e ad un certo punto fa: "Che schifo questa zuppa! Vorrei sapere chi è la cuoca." E la signora seduta accanto dice: "Sono io" e lui: "Ah, ma lo sa che il suo vestito è proprio un orrore?". – Freddina, eh, l'aria del mattino ? – Sfido, io ! E' stata fuori tutta la notte !
C'è un ragno che al ristorante ordina il primo e quando arriva grida :"Cameriere c'è una mosca nella minestra ! Complimenti allo chef !"
Post n°446 pubblicato il 14 Luglio 2009 da 1carinodolce
La sapete quella del Lord che telefona a casa e chiede al maggiordomo di passargli la moglie? Il maggiordomo fa: "Spiacente signore, ma milady è a letto con un altro uomo". "Molto bene" dice il Lord. "Allora prendete una pistola, uccideteli entrambi e poi sbarazzatevi dell'arma". Dopo un po' il maggiordomo torna al telefono e dice: "Fatto, signore". "Benissimo. E vi siete sbarazzato della pistola?". "Si, signore, l'ho buttata nella piscina." "Piscina? Ma che numero ho fatto?".
Comunque, se hai cinque minuti da dedicarmi, ti posso raccontare tutte le avventure amorose della mia vita. C'è un solo problema: cosa fare nei quattro minuti e mezzo che avanzano.
Post n°445 pubblicato il 14 Luglio 2009 da 1carinodolce
La sai quella dello scheletro che va dal medico? Il medico apre la porta, lo vede e fa :"Però potevate venire prima !" Nel caso vi interessi, il mio nome è pinco pallino. Scommetto che mi avete già sentito nominare. La sai quella dell'astronauta che va su Marte ? Beh, quando ritorna tutti gli chiedono:"Allora, c'è vita su Marte?" E lui risponde :"Mah, un po', il sabato sera".
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