Scrivere

Quell'illustre signora
non sapevo chi fosse
L'annunciava talora
un colpetto di tosse

E dovetti imparare
la distanza infinita
tra il vedere e il toccare
tra la voglia e le dita

Quale fu il bel frutto
della mia educazione?
alla fine di tutto
mi vollero guardone

Che sia fatta di fuoco
o sia fatta di gelo
una donna per gioco
discende dal cielo

Come un dolce veleno
ti s'insinua dagli occhi
e ti fa venir meno
ma guai se la tocchi

E io brucio d'amore
mi consumo a distanza
ma resisto, Signore
perciò dammi Costanza 

Sublimando l'impulso
riparai nei musei
e dal mondo già avulso
mi votai agli dei

Al mio sguardo arrossivano
le Anadiomene
sospiravan le ninfe
per le dure mie pene

Ora m'hanno interdetto
ma io no non disarmo
Quelle dee le aspetto
sul mio letto di marmo

Si permetta all'autore
un giudizio sommario:´
Questa vita, Signore,
scorre proprio al contrario

Ma pensate: Dal nulla
alla carne, alla vita
alla prima fanciulla
quel bacio all'uscita

E dal seno materno
al suo ventre, all'amplesso
all'amore in eterno
al trionfo del sesso.

Nicolò