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« LA NAVELE PERLE E I PORCI »

LA RICREAZIONE DELLA DONNA

Post n°14 pubblicato il 18 Agosto 2009 da graphitis
 

LA RICREAZIONE DELLA DONNA
(Canovaccio)
da "VERONICA" di Nicolò Gueci  (ilmiolibro.it)

Aula magna o auditorium. Sul podio un conferenziere. Tra il pubblico, gli attori: sono tutte donne vestite da uomo, così come il conferenziere. Sul palco, le “dimostrazioni” mimano simulazioni al computer.

Conferenziere: - Illustri colleghi!  Ho l’onore di aprire questo simposio con un caloroso, benvenuto. Voi rappresentate la scienza, la politica, l’economia. Voi siete stati scelti per la vostra alta competenza e rappresentatività perché arduo è il compito che la nostra epoca ci affida. Siamo allo spartiacque dell’umanità. Se il nostro progetto avrà successo, la storia si conterà a partire da noi. Io so che ai non iniziati le mie parole appariranno blasfeme: voi sapete che esse sono obiettive, seppure ancora sorrette dalla speranza. Fidandomi dei mezzi offertici dalla scienza, oso dire che l’evoluzione dell’uomo imbocca oggi il suo percorso definitivo.  Perché solo oggi? Perché prima gli uomini non erano sufficientemente predisposti ad un cambiamento radicale. Il tempo perduto ci sprona; il rischio che ulteriori ritardi comporterebbero ci obbliga ad affrettarci.

Per troppo tempo l’uomo è stato soddisfatto di se stesso; ha magnificato le tappe percorse e fidato nel progresso. Ma noi sappiamo che un vulnus, una debolezza costitutiva ha impedito all’umanità non solo di progredire, ma persino di realizzarsi. Qual è questo vulnus? Quello che impropriamente si chiamava “il sesso debole” e che bisognava più correttamente chiamare “la debolezza dell’uomo”. Applicando le nostre conoscenze scientifiche, noi oseremo debellare questa debolezza costitutiva e dare all’umanità una potenza indisturbata da considerazioni emotive. Per troppo tempo abbiamo considerato la donna una parte di noi, una proiezione di noi, una nostra costola, secondo il racconto biblico della creazione. Una costola vicina al cuore, alla quale abbiamo perdonato di essere, perché il cuore, purtroppo, ha delle ragioni estranee alla ragione. Noi vogliamo dare inizio alla nuova creazione, vogliamo creare un essere simile a noi e degno di noi. Noi aspiriamo alla perfezione. Dovremo perciò stabilire i parametri della nuova donna; parametri che non si riferiscano a quelli conosciuti, ma attingano al massimo desiderabile, ottimizzino la donna. Ma permettetemi qui di esprimere un desiderio, anzi, una necessità metodologica: rinunciamo a questo termine “donna”, inficiato di connotazioni negative, inventiamone uno nuovo! Inventiamo un essere ed un nome che siano veramente nuovi, che chiudano con le deficienze passate e si proiettino nel futuro! Perciò il tema di ricerca è semplicemente: come vogliamo che sia questo essere? Come vogliamo chiamarlo? Ricordiamo ancora il racconto biblico: “In qualunque modo l’uomo avrebbe chiamato gli esseri viventi, quello doveva essere il loro nome”. Il futuro dipende da noi. (Applausi).

Prima di porci al lavoro, dobbiamo essere radicali -  tabula rasa! – e chiederci: abbiamo veramente bisogno della donna?
(Qualcuno in platea si agita).
Se la risposta emotiva è “sì”, essa va precisata: quale funzione riteniamo indispensabile nella “donna”?
La procreazione, la gestazione? – dice Lei, collega? Suvvia! Vogliamo affidare il futuro dell’uomo al caso, alla lotteria genetica che ha causato il pasticcio collettivo della… “metà del cielo”.
(Risate).
La clonazione è un metodo più sicuro. Pensate poi al rischio sovversivo della maternità: per quanto insignificante nei confronti dell’uomo, la donna - madre pretende di essere datrice di vita e rialza la testa.
(La platea rumoreggia).
-         Il sesso.
Ecco un elemento importante. Ma anche un “punctum dolens”. Siamo proprio soddisfatti del sesso che ci offrono le donne? Non intendo analizzare un tema così vasto. Lo faremo senz’altro in sede di ricerca in base ai vari aspetti. Chi si offre?
(Molti alzano la mano).
Bene, bene! In fondo, anch’io sono interessato. Il segretario prenda nota.
-         La donna è uno status symbol.
Certamente. Ma è insostituibile? Si può anche ipotizzare di mantenerlo, se le mode non cambieranno. Ma, in tal caso, la ricerca si avvia sulla dignità del simbolo: come deve essere una donna degna di accompagnare un uomo?
-         Importanti sono i criteri estetici.
Giusto. In questo senso, una spider risponde a tali criteri. Ma torniamo alla domanda fondamentale: a che cosa serve una donna? 

Si rimuove il podio. Come uno studio fotografico. Sfondo di drappi o carta. Donna – manichino. Designer e assistenti modellano il corpo, aggiungendo posticci secondo le richieste.

-         I seni sono troppo piccoli. La mia tata aveva tette così.
-         (Gli assistenti gonfiano seni enormi). Ora potrebbe produrre dieci litri di latte al giorno.
-         I seni grandi mi fanno paura. Sapete quel film di Fellini?
-         Il nostro modello è modificabile a richiesta (sgonfia i seni).
-         Ma queste non sono spalle femminili!
-         Possiamo ingentilirle (toglie le spalline).

-         Il mio lavoro comporta frequenti spostamenti. Che soluzione avreste, ad evitare costi dispendiosi e tempi morti per il mantenimento della donna in mia assenza?
-         Per Lei avremmo il rent-a-girl, un sistema di servizio globale. In qualsiasi parte del globo, Lei potrà rivolgersi ai nostri agenti e richiedere la donna di sua scelta, pronta consegna.
-         Mi perdoni. Non si verifica una qualche promiscuità?
-         Le nostre donne vengono rapidamente riciclate e fornite di marchio di extraverginità.
-         Costi?
-         Secondo il modello, cioè la modella. Ne abbiamo per tutti i buget.

-         Io ho divorziato per motivi d’incompatibilità. Mia moglie mi contraddiceva continuamente. Anche l’ultimo modello di serie…
-         Come saprà, l’abbiamo ritirato. Nel suo caso possiamo garantire un consenso del 99%.
-         Perché soltanto 99?
-         Per inevitabili necessità fisiologiche. Sa? Abbiamo dovuto mantenere funzioni paraumane.

-         A me piace conquistare le donne. Io sono il classico cacciatore.
-         Benissimo. Per Lei avremmo i modelli “Raptor” e “Violence”. Potrà scegliere a piacere le modalità d’uso, preordinando le piste di caccia e il grado d’impatto. Se invece del leasing preferirà l’acquisto, con un piccolo sovrapprezzo le procureremo porto d’armi e assistenza legale.

-         Io non voglio bambole gonfiabili o biondine. Non avreste qualcosa d’intellettuale?

-         I nostri prodotti sono costantemente aggiornati per mezzo di corsi audiovisivi fino ad un massimo d’ascolto di 24 ore /TV su 24. Perciò sono à la page per ogni impegno mondano.
-         Capacità culinarie?
-         Dal modello “massaia” al “tre stelle”. Quest’ultimo, si capisce, non è disponibile in molti esemplari.
-         E per il lavoro?
-         Desidera il modello “segretaria” o quello “stagista”?
-         Fa differenza?
-         Le segretarie sono più funzionali, ma anche più esigenti; le stagiste, invece, un po’ usa e getta.

-         Io rivesto un’alta carica di Stato. Ho bisogno di qualcosa di molto rappresentativo.
-         Per Lei abbiamo pensato il programma “Harem” con avvicendamento mensile e spostamenti su auto blu e aviogetti di stato. Dato il numero del contingente, appena sotto il reggiseno abbiamo tatuato il nome d’ogni ragazza, così non potrà scambiarle. Sembrano bamboline, ma se si sentono trascurate mostrano i denti. Fa parte del gioco.
-         E quelle?
-         Sono ancora allo stadio immaturo, infantile. Sanno dire solo “papi”.
-         È proprio quello che m’interessa.

-         Modello casalinga: gambe e braccia instancabili, in attività giorno e notte. Stiamo studiando l’applicazione di altre due braccia supplementari; ma comporterebbero un aumento della massa grigia: un rischio che ancora non possiamo correre.

-         Modello operaia, pensato per un’alta produzione di serie. Estrema tolleranza, tempi di sonno particolarmente ridotti, alimentazione in pillole. Tempo di lavoro utile: 18 ore al giorno. Specializzazione programmabile.

Temi di ricerca scientifica

È utilizzabile il materiale genetico tradizionale della donna, duttilità, affidabilità, subalternità, tolleranza, sopportazione?

  • Specializzazione o multiuso?
  • Che cosa fare delle donne preesistenti?
  • Si pongono problemi sociali per le nuove “donne”?
  • Sono utilizzabili le donne a scopi educativi?
  • Quali spazi devono essere assolutamente preclusi alle donne?
  • Il rapporto con la donna rientra nell’etica e nel diritto civile e penale o ne rimane escluso?
  • Potrebbe ipotizzarsi un riciclo proteico a scopo alimentare degli esemplari usurati?

 
 
 
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