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Scopo e significato: un legame trasparente, possibile e non

Post n°9 pubblicato il 17 Gennaio 2015 da GreenLyrics

Cosa sia il significato e il senso delle cose se lo era chiesto già il filosofo della logica Gottlob Frege, e ispirato ci scrisse anche un saggio brillante ma di difficile comprensione per i non addetti ai lavori. I ricordi fanno rivivere ancora un rapporto difficile con le sue parole, apparentemente unite e chiare. Ero uno studente alle prime armi di fronte a impavide aporie. Il significato delle cose dove risiede? è utile un trattato o un libro noto come classico.

Immagino che la sua portata semantica abbia a che fare con il nostro personalissimo modo di comprendere la vita e il suo svolgimento. Il significato rimanda anche al modo in cui le cose accadono liberamente, al di là del loro effettivo risultato. Il nostro modo di intenderlo è collegato con il nostro Io e la nostra Weltanschaaung (visione del mondo), non con il ruolo delle cose. Se la nostra comprensione "cosale" dipende anche dall'esperienza avuta sinora, il significato delle cose e delle nostre priorità nel qui ed ora non può che esservi collegato

Ma se il significato riguarda concetti aperti e si lega alla nostra personalità ed esperienza, il senso che dovrebbe esservi racchiuso non mantiene un legame diretto con uno scopo "x".

Avere uno scopo chiaro in mente può portare ad elaborare una comprensione maggiore dei significati delle cose che possono contornarne la fattibilità, o quantomeno la sua pensabilità. Ma se non si ha uno scopo (o non si è in grado di individuarne uno) i significati saranno certamente meno utili. Un esempio diretto è che la mappa più precisa che ci sia, è inutile se non si desidera andare da nessuna parte per rimanere comodamente sul proprio divano.

Caso diverso è se non si è ancora certi della meta che si vuol raggiungere, pur essendoci la voglia e la volontà di partire per "andare al di là" del proprio confine urbano. Si presenta un punto focale: dipende da noi il senso offerto al significato e allo scopo presente nelle cose.

Cose semplici possono essere molto significative e cose inspiegabili (e prima che ci accadessero, apparentemente inesistenti in quanto ignari della nostra possibilità di pensarle) possono proporsi come alti scopi di vita. Mi lego a due citazioni per ampliare la riflessione:

«Una mappa non è il territorio che essa rappresenta ma, posto che sia esatta, ha una struttura simile a quella del territorio, ed è in questo che risiede la sua utilità.»

- Alfred Korzybsky -

«Io abbraccio il comune, esploro e siedo ai piedi del famigliare, dell'umile. Di che cosa potremmo sapere davvero il significato? Il pasto nella pentola; il latte nel tegame; la ballata sulla strada; le notizie sulla nave»

- Ralph Waldo Emerson -

Nella nostra quotidianità se abbiamo uno scopo siamo più orientati al raggiungimento di un qualcosa che possa recare in noi soddisfazione, senso di appartenenza, significato di ideali, e così via. Ma non si può negare l'evidenza che, molte cose dotate di significato e di grande senso non rientrano affatto nella nostra volontà di esperirle sulla pelle, e mediante l'attività. Così come è possibile percepire che intorno a qualcosa che nutre la nostra curiosità, sia racchiuso un bacino di significato, anche se noi magari non riusciamo a coglierne il senso.

Probabilmente siamo anche contornati di molta "insignificanza", pur cercando di rimanere concentrati sui nostri scopi vitali da perseguire ogni giorno, con tanta pazienza e voglia di fare. Ed ecco che si arriva a comprendere che gli scopi, seppur idealizzati con la minima cura dei particolari con cui dovrebbero materializzarsi, non danno certezze per vite ricche e significanti. Anche perchè uno scopo non può durare per sempre, per via della costante tensione che spinge l'essere umano al cambiamento e all'abbandono di elementi che hanno segnato la sua esistenza. I modi con cui hanno impresso segni, sensi o un significati sono i più diversi. Cosa è importante fare? probabilmente operare la loro chiarificazione, secondo una libera messa a fuoco che segua una prospettiva. Una continua analisi di tutto è inutile.

Si apra allora l'orizzonte alle esperienze e a scopi possibili, ai significati inaspettati o fin troppo chiari nelle cose e nell'insieme di espressioni che caricano l'emotività dell'animo umano. Non esiste un'unica strada da percorrere.

Molti filosofi, a partire da Eraclito fino a Lao Tzu, hanno detto che il cambiamento è l'unica costante della vita e tutti possono avere "alti e bassi". Ciò è legittimo e si deve ri-conoscere.

In quanto legati ad intenzioni ed esperienze, impariamo ad accettare e comprendere (nel senso di cum-prendere, prendere con noi, per poi fare un piccolo spazio nella nostra sensibilità) le cose che ci accadono. Non siamo dei super uomini capaci di governare tutto.

Gli avvenimenti che ci accadono sono più o meno piacevoli o tristi ma la loro caratteristica ontologica è la possibilità di accrescere la libera evoluzione del nostro animo , operando cambiamenti semantici per ciò che si può intendere con le parole di senso e di significato.

Non è possibile sapere prima la vasta gamma di sfumature presenti nei fatti, e forse non è neanche necessario. Ma mgari accettando il ruolo dei sensi, la mente ci saprà ringraziare.

 

LH

 

 

 

 

 

 

 
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