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« Una proposta di etica medicaOsservare le cose second... »

A proposito di etica in medicina, ricordando Ippocrate da Cos

Post n°12 pubblicato il 24 Gennaio 2015 da GreenLyrics
 

Ippocrate da Cos medico e filosofo viene consoderato il padre della medicina. Fu lui il creatore della teoria degli umori, i quattro liquidi (sangue, flegma, bile gialla e bile nera) contenuti in un corpo organizzato che ne determinavano la qualità delle condizioni fisiche e mentali.  Inoltre trattò nelle sue opere di medicina, la virtù curativa del (sor)riso nella cura.

Nell'antichità la medicina di Ippocrate considerava il corpo umano aperto e incompleto. Ciò significava che i rapporti con il mondo esterno erano sempre considerati durante la formulazione della diagnosi e della cura. Del resto la sua dottrina dei quattro elementi rappresentava il luogo dove le frontiere tra il corpo e il mondo circostante non avevano chiari confini, cessando quasi di esistere. Leggendo un passo del suo Trattato sull'Aria, l'Acqua e i Luoghi si può provare a capire cosa voleva intendere il nostro Ippocrate mentre:

«Per quanto concerne la terra, nei luoghi in cui le stagioni dell'anno producono cambiamenti molto grandi e frequenti, gli ambienti sono molto selvaggi e differenti. Se le stagioni non mutano notevolmente, la regione geografica è più uniforme»

Un attento osservatore potrebbe riscontrare somiglianze con questo fenomeno e il carattere  degli esseri umani. In effetti ci sono personalità simili alle regioni montagnose, coperte di boschi e fiumi d'acqua e altre che assomigliano di più a luoghi aridi e privi di risorse idriche. Alcune hanno la stessa natura di prati e laghi, mentre altre assomigliano alle terre degli altipiani. Tutto ciò perchè le stagioni, che rendono gli ambienti differenti, si distinguono a loro volta con precise peculiarità.

Come avrebbe detto Baktin «quanto più grande è la variazione fra le stagioni, tanto più grande sarà il numero delle differenze nella formazione degli uomini».

E come le stagioni si susseguono e si incontrano, così dovremmo fare noi, senza esitare un attimo per perpetuare il naturale processo dell'incontro, che mette la (nostra) vita in movimento e da significato alle nostre azioni, mostrandoci la presenza di un cambiamento.

 

LH

 

 
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