Creato da icedada il 09/11/2005
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MEDAGLIA D’ORO A LUIGI RENDE

Post n°52 pubblicato il 30 Maggio 2008 da icedada
 

MEDAGLIA D’ORO A LUIGI RENDE, LA SODDISFAZIONE DI CORBELLI
(AGI) -
Reggio Calabria, 29 mag. - Il leader del Movimento Diritti Civili,
Franco Corbelli, esprime soddisfazione per la consegna, dopodomani,
sabato, a Reggio, della medaglia d’oro al giovane vigilante calabrese
Luigi Rende, rimasto ucciso mercoledi’ 1 agosto dello scorso anno a
Reggio Calabria, mentre coraggiosamente affrontava e si opponeva ad una
banda di rapinatori. L’assegnazione della medaglia d’oro alla guardia
giurata reggina e’ stata ufficialmente chiesta, lo scorso anno, e
ottenuta dallo stesso Corbelli. “Una importante battaglia, la definisce
il leader di Diritti Civili, per non dimenticare, ma per ricordare e
onorare degnamente la memoria di quanti hanno perso la vita in Italia
per un gesto di coraggio e di eroismo e nell’adempimento del proprio
dovere, come nel caso del vigilante reggino”. Corbelli, aveva
presentato, il 5 agosto, una istanza al Presidente della Repubblica,
chiedendo il conferimento della Medaglia d’oro per la guardia giurata
reggina Luigi Rende “per il gesto di coraggio e di eroismo”. La
Presidenza della Repubblica aveva, con una missiva, comunicato
ufficialmente a Corbelli il 27 ottobre scorso la notizia della
concessione della medaglia d’oro alla guardia giurata. L’ok definitivo
era stato il 23 ottobre, dalla Competente Commissione per le ricompense
al Valore e Merito Civile. Questo il testo della lettera, a firma del
Consigliere del Presidente della Repubblica per gli Affari Interni,
dott. Alberto Ruffo, recapitata il 27 ottobre a Corbelli. “Egregio
Dottore, di seguito all’unita nota del 20 settembre scorso, Le comunico
che la Commissione per le ricompense al Valore e Merito Civile, nella
seduta del 23 c.m., ha espresso parere favorevole alla concessione
della Medaglia d’oro al Valor Civile alla memoria di Luigi Rende.
L’occasione mi e’ gradita per inviarle cordiali saluti. Alberto Ruffo”.
Il Quirinale aveva precedentemente comunicato al leader di Diritti
Civili, con due missive, una del 7 settembre scorso, che “per la
richiesta di Diritti Civili per la medaglia d’oro a Luigi Rende era
stato subito interessato il Prefetto di Reggio Calabria per l’avvio
dell’istruttoria di rito” e nell’altra missiva del 20 settembre che
“l’istanza era passata all’esame della competente Commissione per le
Ricompense al Valore e Merito Civile del Ministero dell’Interno”. (AGI)

stato-oggi.it 29/05/08

 
 
 

Stipendi più alti per chi lavora in prima linea

Post n°50 pubblicato il 20 Aprile 2008 da icedada
 

IL GAZZETTINO.it

Edizione Udine

Sabato 19 Aprile 2008

Stipendi più alti per chi lavora in prima linea

Lavori?
Tutti uguali i lavori? Forse sì. Dal momento che i lavori si dividono
in due categorie. Lavori pubblici e privati. O meglio lavori statali e
lavori non statali. Uomini e donne che lavorano per lo Stato e prendono
lo stesso stipendio. Uomini e donne che si siedono con aria più o meno
annoiata dietro ad una scrivania di un ufficio e che non vedono l'ora
che finisca l'ora del lavoro per poter rientrare a casa, mettersi le
pantofole e sdraiarsi davanti alla televisione e non pensare più al
lavoro che li deprime e li irrita. Uomini che si considerano dipendenti
statali e che si siedono in un ufficio al caldo in inverno e al fresco
grazie ad un condizionatore in estate e che sbuffano mentre un cliente
si avvicina allo sportello e chede semplicemente: «Mi scusi come dovrei
fare per compilare questo modulo?» oppure «Dove dovrei andare per
inoltrare questa richiesta?». Sguardi irritati che si mascherano dietro
a un sorriso e a una espressione di contrito risentimento per tutto
quello che rappresenta la clientela e la relazione con il pubblico.
Persone che non vedono l'ora di tornarsene a casa e di togliersi gli
abiti del lavoro per poter assumere un atteggiamento più libertino e
meno spartano.

Dall'altro fronte ci sono le persone che lottano
per la vita e combattono contro la sofferenza, il dolore e la tensione
psicologica che li pone sempre nel dubbio se ci saranno domani. Quelle
persone che sembrano non avere né presente né tanto meno domani sono
equiparate, economicamente, alle persone che si trastullano e non sanno
come tirare avanti la vita. Ci sono uomini e donne che hanno a carico
una famiglia. Un uomo che con il suo stipendio deve provvedere al
sostentamento di una moglie e di uno o due bambini. Siamo in piena
campagna elettorale. Ma la fatica dell'uomo comune ad arrivare alla
fine del mese non ha nome né bandiera. Non è di destra e nemmeno di
sinistra. All'uomo che ha lavorato una vita intera e si è spezzato la
schiena per riuscire a dare una vita decorosa alla propria famiglia non
importa se la voce della verità, della libertà e della giustizia
sociale sia di destra o di sinistra. All'uomo che ha sofferto per una
vita intera non importa se chi governerà sarà di centro o di destra o
di sinistra. A quell'uomo umile e abbattuto delle tempeste del vivere
quotidiano interessa solamente che la sua vita sia migliore e che la
sua esistenza non si squalificante ed aberrante.

Se l'uomo che
governerà l'Italia sarà di destra o di sinistra non importa. All'uomo
comune e libero che ha pianto per riuscire a dare lo stretto necessario
per la sua famiglia non interessa quale sia la bandiera del potere. A
quell'uomo insignificante, sconosciuto, umiliato dalla vita e dalle
vicissitudini dell'esistenza importa solamente una cosa: che la vita
dei suoi figli sia migliore di quella che egli ha vissuto. Se egli ha
patito ed ha sofferto, se egli non è andato a scuola, ma è stato
costretto ad andare a lavorare fin da bambino, se egli ha dovuto
rinunciare al piacere di essere giovane e di divertirsi, perché simili
sofferenze devono patire anche i suoi figli? Se un figlio chiede a suo
padre la scheda del telefono come negargliela? Se un figlio chiede un
paio di jeans, anche non firmati, come negarglieli? Non si può! L'uomo
che ha uno stipendio da fame, però, è costretto in qualche modo a
rinunciare a tutto quello che è superfluo pur di riuscire a dare
qualcosa ai propri figli che non chiedono il mondo, ma chiedono
semplicemente di avere il minimo indispensabile per vivere e
soprattutto per essere ascoltati e capiti.

Ma un uomo che vive
per lavorare e che non ha il tempo materiale per prendersi cura dei
suoi figli come può essere presente pur essendo assente? Come può un
uomo che mette a repentaglio quotidianamente la sua vita essere
presente sul palcoscenico della sua vita quando è impegnato nella lotta
continua contro il crimine e la corruzione? Ci sono lavori e lavori. Ci
sono lavori soft. E lavori che urlano. Ci sono lavori morbidi e lavori
duri che mettono a repentaglio costantemente la vita delle persone.
Eppure per lo Stato tutti i lavori sono uguali perché per lo Stato ci
sono soltanto i lavori statali per i quali gli stipendiati prendono
1200 euro al mese e i lavori non statali che dipendono dai privati. Chi
lavora in un ufficio, però, non può prendere lo stesso stipendio di chi
è una guardia giurata o un poliziotto che rischia di morire ogni giorno! Se succede una tragedia e una guardia giurata
o un poliziotto viene ucciso, allora e soltanto allora lo Stato si
sveglia e si ricorda di loro! Soltanto allora lo Stato prepara il
teatrino della parata funebre che vede moglie, figli e parenti piangere
dietro al feretro e lo Stato che depone la bandiera dentro la bara del
defunto. E dopo la bella rappresentazione teatrale dello Stato che cosa
rimane? Resta soltanto il ricordo di un uomo morto per lo Stato e la
salvezza dei suoi cittadini, una famiglia distrutta dal dolore e
accanto a loro il nulla più totale.

Il giorno dopo la vita
riprende avvolgendo tutto e tutti nell'ignominia della indifferenza più
totale. Eppure per lo Stato, e per quei i politici che lottano per un
voto in più e che sono disposti a vendere l'anima al diavolo per quel
voto in più, esiste soltanto una cosa: il potere. Non esiste la vita
dell'uomo. Non esiste la Natura oltraggiata e bruciata. Non esiste la
vita degli umili lavoratori che hanno dato tutto, ma proprio tutto di
loro stesso al lavoro e allo Stato. Per i politici falsi e corrotti,
qualunque sia la loro bandiera, esiste soltanto la propria
autoaffermazione ed il loro potere di dire: «Votami, perché se mi voti
ti renderò la vita più facile!». Sono soltanto bugie! Quale vita
migliore! Da un politico!? Da un misero corrotto politico ci si può
aspettare una vita migliore! No! Soltanto da chi lavora onestamente ci
si può aspettare una vita ed un futuro migliore. E da quelli onesti,
che si contano sulle dita di una mano, tutti noi, miseri lavoratori,
dipendiamo, nella speranza che il futuro sia non una mera suddivisione
di stipendi statali e stipendi non statali, ma sia una vera e propria
constatazione che esistono lavori che andrebbero meglio retribuiti di
altri proprio perché chi lavora in prima linea mette costantemente a
repentaglio la sua vita, mentre ci sono lavori di uomini e donne
stipendiati che dietro alle pareti di un ufficio non vedono l'ora che
arrivi sera per poter ritornare alle proprie abitazioni e stravacarsi
sul divano di casa. E tutto per 1200 euro al mese! E per tutti coloro
che lottano in prima linea ci sono solo 1200 euro al mese!

dottoressa Carla Avanzi

Magari 1200 euro al mese!!!
Ho visto la busta paga di un finanziere, prende almeno 1600 euro (per stare in ufficio)
ed un agente di polizia con qualche anno di esperienza che lavora in ufficio non va mai sotto i 1400 euro.
Un
vigile del fuoco di prima nomina o discontinuo (i più sottopagati) non
scende comunque sotto i 1200 euro, per lavorare solamente qualche
giorno al mese.
Per non parlare di altri impiegati statali (o di
altre amministrazioni locali) senza rischiare nulla, quando vanno a
lavorare, prendono almeno 1200 euro per fare 6 ore al giorno.
Noi
Guardie se facciamo solamente le nostre ore senza straordinarie
prendiamo in media dai 950 euro ai 1050 euro. (con il 4 livello e senza
scatti e se viene rispettato il CCNL se no si scende a 800 euro
comprese le straordinarie) solamente dopo anni di lavoro forse con 3 o
4 scatti d'anzianità arriviamo alla grandiosa cifra di 1100 1200 euro.
VERGOGNA!!!! :evil:

 
 
 

Un sms sbagliato Così l’errore allunga la vita

Post n°49 pubblicato il 16 Aprile 2008 da icedada
 

sabato 12 aprile 2008, 07:00

Era
seduto in cucina in mutande. Da più di un'ora guardava fuori dalla
finestra. Abitava al primo piano. Se non usciva sul terrazzino, non
riusciva a vedere nemmeno una striscia di cielo. Quel pomeriggio non
gliene importava niente del cielo. Aveva altro a cui pensare. Quando
era bambino aveva mille sogni, come tutti i bambini. Non ne era rimasto
in piedi nemmeno uno. Si erano spenti uno dopo l'altro, come candele
consumate... scrittore, astronauta, esploratore, pilota, perfino grande
chef. Adesso lavorava come guardia giurata davanti a una banca. Su e
giù sul marciapiede, centinaia di volte ogni giorno. Conosceva ogni
pietra dell'edificio, ogni macchia dell'asfalto, ogni particolare dei
palazzi di fronte. Se li sognava la notte. Ma in quel momento non
gliene fregava nulla della banca. Aveva altro a cui pensare.
Guardò
la sua pistola appoggiata sopra il tavolo, accanto alla bottiglia di
grappa. Vederla lì davanti era un sollievo. Si riempì di nuovo il
bicchiere e finì la bottiglia. Non era ubriaco, si sentiva solo la
testa un po' calda. Cercò di riprendere il filo dei pensieri. Era
proprio alla banca che l'aveva conosciuta. Wanda. Capelli neri, lunghi,
lisci. Lavorava agli sportelli. Carina, aveva pensato. Ce n'erano di
più belle, in quella specie di manicomio. Wanda. Occhi neri che
brillavano di luce. Un neo sul labbro. Piano piano gli era entrata nel
sangue. E un giorno capì che l'amava. Wanda era diventata tutto ciò che
non aveva mai avuto. Avendo lei, avrebbe avuto tutto. Sarebbe diventato
un astronauta, uno scrittore, un pilota... C'era solo un piccolo
inconveniente, pensò, con un sorriso amaro: lei non ne voleva sapere.
Bevve
un sorso di grappa. Una mattina si era fatto coraggio e le aveva detto
che l'amava, fissandola negli occhi. E lei era scoppiata a ridere.
Aveva un sorriso magnifico, Wanda. Due manine grassottelle che veniva
voglia di mangiarle. Un pomeriggio l'aveva aspettata fuori. Le aveva
detto di nuovo che l'amava, e lei lo aveva guardato con le braccia
incrociate sul seno. Non sento assolutamente nulla per te. Proprio così
aveva detto. Non sento assolutamente nulla per te. Si era voltata e se
n'era andata via. Per lui era stato come precipitare nel vuoto. Se lui
fosse stato il direttore della banca, lo avrebbe rifiutato? Era solo
una squallida questione di prestigio?
Si vuotò in bocca il bicchiere
di grappa. Se non poteva avere lei non voleva avere più nulla. Ma lei
non ne voleva sapere. Si sentiva prigioniero, e la pistola era la
libertà. Ma lei doveva sapere. Si alzò barcollando e andò a prendere il
cellulare. Si erano scambiati i numeri molto tempo prima, senza nessun
motivo. Scrisse un messaggio: Ciao Wanda, sono Mario. Senza di te la
mia vita è un incubo. Ma ho risolto la questione. (Gli scappò un
sorriso amaro). Sto per uccidermi. Finalmente sarò libero. Verrai
almeno al mio funerale a darmi un bacio? Quell'ultima frase lo
commosse, e il mento prese a ballargli. Lo sguardo gli si velò di
lacrime. Prima di cambiare idea cercò il suo nome sulla rubrica.
Messaggio inviato. Spense il cellulare e lo gettò via. Prese in mano la
pistola. Bastava infilarsela in bocca e bum. Finalmente libero.
Immaginava
lei che riceveva il messaggio. Avrebbe gridato, avrebbe cercato
sull'elenco il suo indirizzo, sarebbe corsa da lui per cercare di
fermarlo... Troppo tardi, lui era già morto. Continuava a ripetersi in
mente quella scena. Finalmente aprì la bocca e c'infilò dentro la
canna... In quel momento sentì dei passi frettolosi sul pianerottolo e
dei colpi alla porta. Era lei. Era venuto a salvarlo. Ci aveva messo
pochissimo ad arrivare. Sfilò la canna dalla bocca e si sentì scoppiare
di gioia. I colpi sulla porta erano sempre più forti. Wanda, amore mio.
Moriva dalla voglia di vedere il suo neo sopra il labbro. Si alzò con
la pistola in mano e andò di corsa ad aprire... si trovò davanti
Walter, un collega di lavoro che abitava nello stesso quartiere.
«Mario, che ca**o fai? Non vale la pena di morire per una donna».
«Che ci fai qui?».
«Il messaggio per Wanda... lo hai mandato a me, devi esserti sbagliato».
«Che?»
Era colpa delle lacrime che gli avevano offuscato la vista: il numero
di Walter era subito prima di quella di Wanda. Si appoggiò al muro, con
le gambe che gli tremavano. Se il messaggio lo avesse ricevuto lei, a
quest'ora era già morto.
il giornale

 
 
 

L'altra Casta

Post n°48 pubblicato il 16 Aprile 2008 da icedada
 

10 aprile 2008 - 09:10
L'altra casta

Le allegre finanze del
sindacato, un libro denuncia: la sola Cgil ha un giro d'affari valutato
in un miliardo di euro. I delegati delle tre centrali sindacali sono
700 mila, sei volte più dei carabinieri

«Fatturati
miliardari. Bilanci segreti. Uno sterminato patrimonio immobiliare. E
organici colossali, con migliaia di dipendenti pagati dallo Stato. I
sindacati italiani sono una macchina di potere e di denaro. Temuta
perfino dai partiti»: così esordisce la denuncia scottante di Stefano
Livadiotti, firma de L'espresso, che da oltre venti anni si occupa di
economia e di politica con inchieste, interviste e reportage.

I
permessi dei rappresentanti sindacali equivalgono a un milione di
giornate lavorative al mese e costano al sistema-paese un miliardo e
854 milioni di euro l’anno, ricorda Livadiotti, che mette il coltello
nella piaga di una profonda crisi di legittimità - evidentessima nella
vicenda Alitalia - che, a causa dello strapotere (e dell'arroganza,
dice Livadiotti) delle tre grandi centrali confederali, rischia di
cancellare i meriti storici del sindacato tutto. Solo un italiano su
venti - secondo alcuni recenti sondaggi - si sente pienamente
rappresentato dalle sigle sindacali e meno di uno su dieci dichiara di
averne fiducia. Dalle ceneri dell'immagine del sindacalista come di uno
che si preoccupa in primo luogo degli interessi dei lavoratori, emerge una casta iperburocratizzata, autoreferenziale e spesso connivente con le aziende stesse.

«La
maggiore risorsa economica di Cgil, Cisl e Uil ("I tre porcellini",
come ama chiamarli in privato il vice premier Massimo D'Alema) - scrive
Livadiotti - sono le quote pagate ogni anno dagli iscritti: in media
l'1 per cento della paga-base; di meno per i pensionati, che danno un
contributo intorno ai 30-40 euro all'anno». Se a questo si aggiungo le
proprietà immobiliari, lo strapotere dei Caf, la forza lavoro gratuita
a disposizione del sindacato e la diffusa convinzione che chi prende la
tessera faccia carriera, è facile capire come il sindacato non goda più
di grandi simpatie presso i lavoratori stessi.

«La Cisl ha
conquistato la seconda carica dello Stato con Franco Marini alla
presidenza del Senato - scrive ancora Livadiotti -. La Cgil s'è
accaparrata la terza con Fausto Bertinotti sullo scranno più alto di
Montecitorio. In Italia il sindacato è un buon trampolino di lancio».
«I sindacati dei lavoratori sono sotto accusa - ribadisce Bernardo
Giorgio Mattarella -. Si rimprovera loro di coprire comportamenti
fraudolenti, come gli scioperi formalmente mascherati da malattie
collettive; di opporsi a misure che comportano sacrifici nell'immediato
e benefici maggiori nel lungo termine, come la ristrutturazione di
imprese in crisi; di tutelare interessi parziali a danno di quelli
generali». Insomma: denunce populistiche e demagogiche o allarme reale?
A voi la parola. (Libero News)

 
 
 

La FIBA CISL Chiede più sicurezza

Post n°47 pubblicato il 16 Aprile 2008 da icedada
 

Dopo la rapina alla Banca Intesa in via Roma a Rimini i sindacati
riminesi dei bancari tornano a rivendicare maggiori misure di
sicurezza. Pubblichiamo l'intervento della Segreteria Provinciale della
FIBA/CISL a firma di Giuseppe Mangiacasale. Ancora l’ennesima rapina!!!
Con
la rapina di oggi nella filiale di Via Roma di Intesa Sanpaolo sono ben
cinque le rapine che hanno colpito gli istituti di credito della
provincia nei primi mesi di quest’anno e non sono cosa di poco conto;
tra l’altro questo sportello era già stato rapinato l’anno scorso.
Non possiamo che essere fortemente preoccupati per l’escalation di questo fenomeno nella nostra Provincia.
Non
è più un evento stagionale ma riguarda tutti i mesi dell’anno. Nel 2007
si sono verificate 30 rapine (27 nel 2006) ai danni degli istituti di
credito della provincia di Rimini e sono stati interessati tutti i mesi
dell’anno (come si evince dalla tabella allegata).
Tra l’altro uno sportello bancario dei cinque rapinati di quest’anno aveva fino a poco tempo fa la guardia giurata
considerata l’ubicazione dello sportello e sostanzialmente per ragioni
di costi è stata dismessa, nonostante le proteste delle Rappresentanze
Sindacali Aziendali che già da tempo, lo avevamo denunciato alle
autorità competenti.
Molte banche ultimamente non stanno facendo
abbastanza sul fronte della sicurezza considerando le rapine come un
fenomeno fisiologico e l’incorporazione del rischio come semplice costo.
Noi
siamo convinti che si possa e si debba fare meglio e di più per
limitare questo inquietante fenomeno che ha delle gravi ripercussioni
sulla integrità psico-fisica dei lavoratori.
Fare entrare a pieno
titolo le rappresentanze Sindacali nel comitato provinciale permanente
sulla sicurezza bancaria, è un atto dovuto, infatti senza la presenza
dei lavoratori interessati non sono possibili soluzioni valide.
D’intesa con le altre Organizzazioni Sindacali del settore abbiamo individuato e proposto misure operative ben precise.
Anni
fa si erano sperimentate delle ronde consorziando le banche che avevano
portato a risultati lusinghieri; le idee ci sono, bisogna che tutti i
soggetti interessati siano coinvolti.
I Prefetti che si sono
succeduti sono stati puntualmente informati delle difficoltà e dei
pericoli che corrono sia i lavoratori del settore, sia i cittadini
clienti.
Alle banche i soldi non mancano debbono investire di più per tutelare i lavoratori e la clientela.
Noi
come Rappresentanti dei Lavoratori nella parzialità del nostro ruolo,
ma nella consapevolezza dei nostri doveri, perseguiremo con ostinazione
al miglioramento delle condizioni complessive di sicurezza e di
salvaguardia psico-fisica dei lavoratori.
14/04/08 newsrimini.it

 
 
 
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