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Stipendi più alti per chi lavora in prima linea

Post n°50 pubblicato il 20 Aprile 2008 da icedada
 

IL GAZZETTINO.it

Edizione Udine

Sabato 19 Aprile 2008

Stipendi più alti per chi lavora in prima linea

Lavori?
Tutti uguali i lavori? Forse sì. Dal momento che i lavori si dividono
in due categorie. Lavori pubblici e privati. O meglio lavori statali e
lavori non statali. Uomini e donne che lavorano per lo Stato e prendono
lo stesso stipendio. Uomini e donne che si siedono con aria più o meno
annoiata dietro ad una scrivania di un ufficio e che non vedono l'ora
che finisca l'ora del lavoro per poter rientrare a casa, mettersi le
pantofole e sdraiarsi davanti alla televisione e non pensare più al
lavoro che li deprime e li irrita. Uomini che si considerano dipendenti
statali e che si siedono in un ufficio al caldo in inverno e al fresco
grazie ad un condizionatore in estate e che sbuffano mentre un cliente
si avvicina allo sportello e chede semplicemente: «Mi scusi come dovrei
fare per compilare questo modulo?» oppure «Dove dovrei andare per
inoltrare questa richiesta?». Sguardi irritati che si mascherano dietro
a un sorriso e a una espressione di contrito risentimento per tutto
quello che rappresenta la clientela e la relazione con il pubblico.
Persone che non vedono l'ora di tornarsene a casa e di togliersi gli
abiti del lavoro per poter assumere un atteggiamento più libertino e
meno spartano.

Dall'altro fronte ci sono le persone che lottano
per la vita e combattono contro la sofferenza, il dolore e la tensione
psicologica che li pone sempre nel dubbio se ci saranno domani. Quelle
persone che sembrano non avere né presente né tanto meno domani sono
equiparate, economicamente, alle persone che si trastullano e non sanno
come tirare avanti la vita. Ci sono uomini e donne che hanno a carico
una famiglia. Un uomo che con il suo stipendio deve provvedere al
sostentamento di una moglie e di uno o due bambini. Siamo in piena
campagna elettorale. Ma la fatica dell'uomo comune ad arrivare alla
fine del mese non ha nome né bandiera. Non è di destra e nemmeno di
sinistra. All'uomo che ha lavorato una vita intera e si è spezzato la
schiena per riuscire a dare una vita decorosa alla propria famiglia non
importa se la voce della verità, della libertà e della giustizia
sociale sia di destra o di sinistra. All'uomo che ha sofferto per una
vita intera non importa se chi governerà sarà di centro o di destra o
di sinistra. A quell'uomo umile e abbattuto delle tempeste del vivere
quotidiano interessa solamente che la sua vita sia migliore e che la
sua esistenza non si squalificante ed aberrante.

Se l'uomo che
governerà l'Italia sarà di destra o di sinistra non importa. All'uomo
comune e libero che ha pianto per riuscire a dare lo stretto necessario
per la sua famiglia non interessa quale sia la bandiera del potere. A
quell'uomo insignificante, sconosciuto, umiliato dalla vita e dalle
vicissitudini dell'esistenza importa solamente una cosa: che la vita
dei suoi figli sia migliore di quella che egli ha vissuto. Se egli ha
patito ed ha sofferto, se egli non è andato a scuola, ma è stato
costretto ad andare a lavorare fin da bambino, se egli ha dovuto
rinunciare al piacere di essere giovane e di divertirsi, perché simili
sofferenze devono patire anche i suoi figli? Se un figlio chiede a suo
padre la scheda del telefono come negargliela? Se un figlio chiede un
paio di jeans, anche non firmati, come negarglieli? Non si può! L'uomo
che ha uno stipendio da fame, però, è costretto in qualche modo a
rinunciare a tutto quello che è superfluo pur di riuscire a dare
qualcosa ai propri figli che non chiedono il mondo, ma chiedono
semplicemente di avere il minimo indispensabile per vivere e
soprattutto per essere ascoltati e capiti.

Ma un uomo che vive
per lavorare e che non ha il tempo materiale per prendersi cura dei
suoi figli come può essere presente pur essendo assente? Come può un
uomo che mette a repentaglio quotidianamente la sua vita essere
presente sul palcoscenico della sua vita quando è impegnato nella lotta
continua contro il crimine e la corruzione? Ci sono lavori e lavori. Ci
sono lavori soft. E lavori che urlano. Ci sono lavori morbidi e lavori
duri che mettono a repentaglio costantemente la vita delle persone.
Eppure per lo Stato tutti i lavori sono uguali perché per lo Stato ci
sono soltanto i lavori statali per i quali gli stipendiati prendono
1200 euro al mese e i lavori non statali che dipendono dai privati. Chi
lavora in un ufficio, però, non può prendere lo stesso stipendio di chi
è una guardia giurata o un poliziotto che rischia di morire ogni giorno! Se succede una tragedia e una guardia giurata
o un poliziotto viene ucciso, allora e soltanto allora lo Stato si
sveglia e si ricorda di loro! Soltanto allora lo Stato prepara il
teatrino della parata funebre che vede moglie, figli e parenti piangere
dietro al feretro e lo Stato che depone la bandiera dentro la bara del
defunto. E dopo la bella rappresentazione teatrale dello Stato che cosa
rimane? Resta soltanto il ricordo di un uomo morto per lo Stato e la
salvezza dei suoi cittadini, una famiglia distrutta dal dolore e
accanto a loro il nulla più totale.

Il giorno dopo la vita
riprende avvolgendo tutto e tutti nell'ignominia della indifferenza più
totale. Eppure per lo Stato, e per quei i politici che lottano per un
voto in più e che sono disposti a vendere l'anima al diavolo per quel
voto in più, esiste soltanto una cosa: il potere. Non esiste la vita
dell'uomo. Non esiste la Natura oltraggiata e bruciata. Non esiste la
vita degli umili lavoratori che hanno dato tutto, ma proprio tutto di
loro stesso al lavoro e allo Stato. Per i politici falsi e corrotti,
qualunque sia la loro bandiera, esiste soltanto la propria
autoaffermazione ed il loro potere di dire: «Votami, perché se mi voti
ti renderò la vita più facile!». Sono soltanto bugie! Quale vita
migliore! Da un politico!? Da un misero corrotto politico ci si può
aspettare una vita migliore! No! Soltanto da chi lavora onestamente ci
si può aspettare una vita ed un futuro migliore. E da quelli onesti,
che si contano sulle dita di una mano, tutti noi, miseri lavoratori,
dipendiamo, nella speranza che il futuro sia non una mera suddivisione
di stipendi statali e stipendi non statali, ma sia una vera e propria
constatazione che esistono lavori che andrebbero meglio retribuiti di
altri proprio perché chi lavora in prima linea mette costantemente a
repentaglio la sua vita, mentre ci sono lavori di uomini e donne
stipendiati che dietro alle pareti di un ufficio non vedono l'ora che
arrivi sera per poter ritornare alle proprie abitazioni e stravacarsi
sul divano di casa. E tutto per 1200 euro al mese! E per tutti coloro
che lottano in prima linea ci sono solo 1200 euro al mese!

dottoressa Carla Avanzi

Magari 1200 euro al mese!!!
Ho visto la busta paga di un finanziere, prende almeno 1600 euro (per stare in ufficio)
ed un agente di polizia con qualche anno di esperienza che lavora in ufficio non va mai sotto i 1400 euro.
Un
vigile del fuoco di prima nomina o discontinuo (i più sottopagati) non
scende comunque sotto i 1200 euro, per lavorare solamente qualche
giorno al mese.
Per non parlare di altri impiegati statali (o di
altre amministrazioni locali) senza rischiare nulla, quando vanno a
lavorare, prendono almeno 1200 euro per fare 6 ore al giorno.
Noi
Guardie se facciamo solamente le nostre ore senza straordinarie
prendiamo in media dai 950 euro ai 1050 euro. (con il 4 livello e senza
scatti e se viene rispettato il CCNL se no si scende a 800 euro
comprese le straordinarie) solamente dopo anni di lavoro forse con 3 o
4 scatti d'anzianità arriviamo alla grandiosa cifra di 1100 1200 euro.
VERGOGNA!!!! :evil:

 
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