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La coppia e la fede..

Post n°29 pubblicato il 28 Giugno 2010 da hengelucedivita
 

La coppia umana, per la sua stessa natura, è destinata a vivere in una situazione esistenziale dall’equilibrio perennemente instabile.

Si tratta infatti di un sistema in continua evoluzione, come lo sono i membri che la compongono, che è sbilanciato in avanti, aperto ai cambiamenti e alle sorprese e che, se è vivo e vitale, non conosce riposo e neppure, per fortuna, il grigiore dell’abitudine.

L’avventura incomincia quando due persone decidono di rinunciare al loro splendido isolamento per farsi coinvolgere in un rapporto di amore.

Subito, se la ricerca dell’altro è sincera e profonda, ci si deve accorgere di quanto siano messe in crisi tante sicurezze da tempo acquisite e gelosamente possedute, quanto sia difficile (oltre che bello, ovviamente) non essere più due, ma una carne sola.

E’ naturale che questo processo di adattamento, di reciproca disponibilità alla rinuncia di sé per amore dell’altro, susciti, specialmente all’inizio del rapporto, perplessità e insicurezza.

Si comprende così come il legame coniugale incuta un certo timore e come tanti giovani siano indecisi e non si sentano mai pronti a realizzarlo.

A questo punto, per aprirsi a un’esperienza così totalizzante e irreversibile come il matrimonio, è necessario possedere una buona dose di fede che ci permetta di opporci agli esempi che la nostra società quotidianamente ci offre e ai messaggi negativi che ci trasmette.

Diciamo che prima di tutto bisogna aver fiducia in se stessi, cioè stimarsi, pur riconoscendo obiettivamente tutti i nostri limiti, credersi in grado di vivere e trasmettere dei valori che diano positività al nostro rapporto.

Se manca questa fiducia di fondo in se stessi, non si potrà neanche avere quella fiducia nell’altro che è così essenziale perché si possa costruire insieme un progetto di vita..

Credere in sé e nell’altro vuol dire in sostanza avere un concetto positivo dell’uomo, della vita e della legge divina che la governa, sapere che il bene che abita in noi e ci spinge verso l’altro ha la sua radice in un Bene più grande di noi, che chiamiamo Dio.

Solo questa fede in un Creatore e in un Legislatore buono può giustificare un scelta così impegnativa come quella di intraprendere una vita coniugale e la può sostenere nei momenti di crisi che comunque verranno.

“Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e imperversarono contro quella casa, ma essa non rovinò…”   Mt.  7, 25

Una cosa è certa: vento e tempesta non saranno risparmiate alla coppia cristiana, ma essa saprà dove trovare il sostegno per continuare il suo cammino.

La coppia nasce dunque da un atto di fede.

Anche chi non si professa cristiano lo compie inconsapevolmente, perché uno è l’amore che fonda e sorregge la vita, ma il cristiano è chiaramente avvantaggiato, perché sa in Chi crede: non in una generica volontà di bene, non in una simpatia o in una attrazione, che può essere passeggera, ma nella forza dell’Amore che è Dio e rimane in eterno.

E a questa forza la coppia attingerà lungo tutto il suo percorso, durante le diverse stagioni della sua vita.

Una prima scossa all’equilibrio raggiunto della vita a due si ha quando gli sposi decidono di diventare genitori.

Anche per questa scelta ci vuole un ottimismo che non può essere indotto dalla visione della società attuale: essa non ci promette niente di buono, non può offrirci che perplessità, insicurezza, previsioni catastrofiche a breve o a lungo termine.

Ci vuole del coraggio per aprirsi ad un progetto di generatività, ci vuole fede nella vita che, nonostante tutto, è degna di essere vissuta, perché si realizza sullo sfondo del trascendente.

Inoltre, diventare padri e madri mette in discussione l’identità degli sposi stessi, che devono “aggiornarsi” senza perdere niente della loro armonia, aprendosi ad una dimensione più ampia, che richiede nuove capacità di comprensione e di abnegazione.

Anche qui viene in aiuto agli sposi la fiducia reciproca, rafforzata dalle realizzazioni raggiunte come coppia, e la fede in un Dio che è Padre e Madre e dà vita ai loro figli più e prima dei genitori stessi.

Quanti atti di confidenza, di abbandono in Lui dovranno essere compiuti durante il difficile percorso della crescita dei figli, quando, in tante occasioni, si sperimenterà la propria inadeguatezza!

Le tre virtù teologali si richiameranno a vicenda, ma soprattutto sarà la fede che darà origine alla speranza e impegnerà nella carità, in un esercizio che durerà tutta la vita e darà i suoi frutti.

E ora lasciatemi accennare al momento terribile in cui la coppia sembra venir distrutta dalla morte di uno dei suoi membri.

Nulla di più naturale della conclusione di una vita per degli uomini che sono per definizione mortali, nulla di più inatteso e tragico quando avviene.

Allora occorre un’impennata più forte della fede per chi sopravvive.

Allora tutto quello che si è costruito insieme viene spostato bruscamente e misteriosamente in una dimensione nuova e forma quel patrimonio prezioso di amore che ci aspetta in un regno dove saremo giudicati sull’amore.

Veramente le stagioni della coppia devono essere illuminate dalla fede in un Dio fedele, che non verrà mai meno alle promesse che ha fatto risuonare nel cuore degli sposi, nel giorno della loro vocazione.

http://www.amoreconiugale.it/amore_e_la_fede.html

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