Creato da impazient il 21/10/2007

La mia Honduras

Se stai bene con te stesso... stai bene in qualsiasi parte del mondo!

 

 

SAN PEDRO SULA   ....PARTENZA

Post n°26 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da impazient

Una mattina...tornavo a casa dopo aver fatto la spesa. Un giorno come tanti? Insomma... quando arrivai d'avanti al cancello, c'era Tony, con la tipica faccia di chi deve dire qualcosa di importante, nervosamente in giardino fumava... mi aspettava...
<Que pasa hombre?>
<Lucilla, si va da un'altra parte, prepara le casse, imballa tutto, tra dieci giorni si parte, tu e i bambini per un pò rimanete in Italia io andrò in Indonesia>
Credo che in quel momento la mia anima si distaccò dal mio corpo!... un macigno che saltava, dal cuore al cervello...per finire nello stomaco... dovetti sedermi, incamerare la notizia, elaborarla, e trovare in un angolo della mia mente il posto per questa novità.
Tony ed io ci guardammo, ci abbracciammo, anche se eravamo consapevoli, che un giorno saremmo andati via, via per sempre... non immaginavamo di provare un dolore così intenso, profondo...e per quanto  mi riguarda non era solo per il fatto di lasciare la mia casa, il mio letto,  la mia macchina, la scuola, il vigilante, gli amici, il ron, la musica, le tortillas, il pediatra, il mercato, le mie piante. Ma forse si... era tutto questo, la mia vita.
...e fù in una notte, con il caldo più umido, che mi giravo e rigiravo nel letto, qualcosa mi svegliò,  nel dormiveglia, sentii in lontananza una musica, una melodia...bellissima! forse era per il mio stato d'animo... ma la sentivo dentro, fino al cuore, mi avvolgeva, mi accarezzava, era un lamento dolce, ma con la grinta di quelle tipiche canzoni dei mariachi messicani, per ore fui coperta, coccolata da questa musica... fu una notte magica...!
All'indomani, mi informai da dove veniva quella musica, mi dissero che avevano celebrato un matrimonio, di una famiglia messicana. Il mio obiettivo era solo uno, cercare quella canzone! Ma come? montai in macchina, raggiunsi il primo centro commerciale, entrai in un negozio, dove vendevano cassette e cd, al proprietario gli spiegai la situazione, e quanto era importante per me...mi aiutò, aprì una decina di cassette, mi diceva nomi di cantanti messicani, ma io non ne conoscevo nessuno. Tentai di intonare la canzone...me ne fece ascoltare almeno una trentina...prima di arrivare finalmente alla mia canzone, mi emozionai! non parlai più, era mia per sempre.
In dieci giorni svuotammo casa, mettemmo a all'asta le cose di valore, con beneficio dell'associazione, di cui facevamo parte "Amor y Vida" (bambini malati di Aids), tutto il resto lo regalammo, sono stati i dieci giorni più tristi della mia vita, l'ultimo fine settimana, salutammo il mare...salutammo tutti... salutammo tutto.
Quell'ultimo viaggio all'aereoporto...neanche l'autista emozionato ci aiutò, quella mattina tutto sembrava ancora più bello, solo i bambini non capivano cosa stava succedendo...Tony mi prese per mano...
<Lucilla, non ti preoccupare adrà tutto bene>, lui con la mente, era già in Indonesia...con i suoi progetti di lavoro...
<Si Tony,  ricomincerò tutto da capo con un'altra diversità, un'altro mondo... mi proccupa, ma nello stesso tempo mi affascina...sò già che andrà tutto bene! perchè l'importante è stare tutti insieme! In qualsiasi parte del mondo>.
 
Partii, con la promessa di ritornare un giorno...quel giorno non è ancora arrivato, lo sto aspettando...per il momento sogno...sogno con la mia canzone.
 
 

 
 
 

Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 02 Febbraio 2008 da impazient

                  

...Per un giorno che passò il Papa...

costruirono questo...!

Si alimenta lo spirito.. ma non lo stomaco!

 
 
 

                      30 Uomini in mensa

Post n°24 pubblicato il 25 Gennaio 2008 da impazient

                     

A volte, non si riesce ad accontentare un solo uomo (in cucina) figuriamoci 30! Accontentare tutti, era veramente difficile...Uomini con venti anni di Africa alle spalle e forse qualcosa di più, per lo più erano del nord Italia, molti friulani, piemontesi, liguri...Con qualcuno proprio non mi ci capivo, per il loro dialetto, spesso si parlava in spagnolo! (a volte mi sembravano più stranieri loro che gli honduregni). Mi chiedevano piatti tipici ... ma io non li conoscevo. Una volta, su loro richiesta, feci la polenta...sbagliai, la feci come quella di mia nonna (ciociara), con il sugo e non piacque a nessuno.
Si cucinava spesso pesce, ma non per tutti, c'era a chi non piaceva... Chi con le lenticchie ci era cresciuno e non le poteva più vedere! chi mangiava tanto e non lasciava niente a nessuno...Chi non poteva sopportare i funghi porcini, chi il pollo ne aveva mangiato troppo...Chi voleva succo di tamarindo, chi voleva il pane croccante e chi per motivi di salute...mi richiedeva una dieta particolare, di verdure...per poi vederelo la sera entrare nella sua stanza, con due ragazze! Pensai di valorizzare la sua dieta anche con delle uova e del formaggio.
 
E poi venivano "i soliti quattro affezionati"...Arrivavano in mensa alle 9 del mattino, per il primo grappino! Uomini forti, uomini che non li ferma nessuno, uomini di una certa età, uomini con grinta, con gran voglia di lavorare, di risolvere anche le situazioni più estreme, uomini che se mancavano al lavoro era perchè li aveva colpiti un attacco di malaria...Uomini lontani dalle proprie famiglie, non sempre soli lì in Honduras, lontani dai problemi, dai pensieri, lontani dallo stress italiano...Uomini ringiovaniti! Felici! Uomini generosi con il popolo femminile honduregno...Uomini di un'altra generazione!
 
Conclusioni: 
Ho conosciuto un popolo di uomini!
...E non venitemi a dire...che le donne sono "radio serva"...por favor! :-)

 
 
 

Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da impazient

Platano è il nome di questa banana... la si può mangiare ed è veramente ottima,  si prepara fritta o nelle zuppe.

Mangiarla così è praticamente impossibile!!! E' dura come un pezzo di legno.

 
 
 

Dona Irma

Post n°22 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da impazient

Irma,
una donna, come tante lì in Honduras. Con la sofferenza nel viso, donne senza cultura che in nome della religione sfornano figli di padri diversi, mamme a 15 anni e nonne a 30, maltrattare, violate, tradite. Donne forti per i figli, ma deboli difronte all'uomo, l'uomo padrone, l'uomo macho... 
 
Irma, di qualche anno più grande di me, magrissima, un viso scarno, occhi meravigliosi, pelle rovinata dal sole. Invecchiata prima del tempo. Con modi dolci, composta, discreta...preziosa! Grande Irma!
Tre figli, e una specie di marito che le girava intorno (un hijo de... che penso non mi dimenticherà più).
Irma, è stata per me, una madre, una sorella, una consigliera, una maestra, un'amica, un'infermiera, una nonna, oltre che naturalmente una "schiava".
Per anni mi sono svegliata la mattina, con il profumo di caffè, fatto da lei, o con il profumo di tortillas cotte al comal.
Lavorava dalle otto di mattina alle cinque del pomeriggio, sei giorni su sette. 60 dollari al mese, faceva tutto, faceva di più.
Ci misi due mesi per convincerla a stare a tavola con me e i bambini all'ora di pranzo, si vergognava di mangiare con me, con il tempo lo superò, ma con don Antonio...jamas! (mai)
Irma imparò a cucinare all'italiana, lasagne, pasta alla carbonara, salame di cioccolata, polpette, sapeva anche quanto cruda volevamo la pasta, fantastica! facemmo un patto, ogni volta che mi faceva un dolce, la metà se lo portava a casa.
Sono certa che si sentiva in colpa verso i suoi figli (lei mangiava, i figli non sempre) capii questo quando i primi giorni la vidi prendere da dentro il secchio un pezzo di cipolla che avevo buttato...mi vergognai, presi coscienza della realtà...dell'abisso che ci divideva.
Cominciai il mio lavoro...invece di cuocere due etti di pasta, ne cuocevo mezzo chilo, le compravo riso e fagioli,  le portavo i figli al cinema, in pizzeria, Tony le ha praticamente costruito una casa, solo una volta sono riuscita a portarla dal parrucchiere, e sempre solo una volta varcò la soglia della "casa de la mujeres" (movimento femminile di Tegucigalpa). Dopo vari mesi capii, che non era herpes quello che Irma aveva sulle labbra...masticando meglio lo spagnolo e con un pò di confidenza, piangendo mi confidò che il marito le alzava le mani...le parlai tanto, credo di aver fatto anche qualche comizio, (in cucina con lei) le facevo leggere tutto ciò che riguardava le donne, le raccontavo come erano le donne in Italia, le attaccai un articolo di giornale sul frigorifero "la casa de las mujeres". Dopo una settimana fù lei a chiedermi di andare. Citò il marito, lui dovette firmare un foglio: non avrebbe dovuto più maltrattare moglie e figli, e contribuire economicamente. Dissi a Irma di andare a casa e di parlarne con le sue vicine, di dire loro che può fare, si può migliorare...
Portai Irma in Italia per tre mesi...
<Signora Lucilla posso uscire stasera per andare a vedere San Pietro?>
<Irma, mi chiedi il permesso!? Ma da quale pianeta vieni... vai, dopo parleremo del contratto dei lavoratori>.
Mando ad Irma ogni tanto pacchi e soldi, lei mi telefona puntuale ai compleanni.
Per lei non ho ancora fatto abbastanza, non finirò mai di ringraziarla, spero tanto di riabbracciarla un giorno.
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"Quando venne mia sorella a trovarmi in Honduras mi chiamò schiavista, (non sapevo se ridere o piangere) cercai di spiegarle che purtroppo era un meccanismo  assurdo, ma reale. Era veramente un'altro mondo, sembrava di essere in un'altra epoca. Non era facile cambiarlo. Anzi impossibile. Avrei voluto aiutare tutti, ma come potevo!"
 
 
 

 
 
 

Post N° 21

Post n°21 pubblicato il 10 Gennaio 2008 da impazient
Foto di impazient

...Sana...sana, curita!
...se no sanarà hoy...
...sanarà manana...
 
 
Filastrocca latinoamericana, un invito a stare tranquilli!!!
Canticchiata ai bambini quando cadono e si fanno male.
Mi è sempre rimasta in mente, non la dedico solo ai bambini!!!
 

 
 
 

Il Comedor  (la mensa)

Post n°20 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da impazient

 

Ho lavorato...in Honduras, ho lavorato per quasi due anni. Non sapevano chi scegliere, per gestire una mensa...chiamarono me.
<Non ti preoccupare...ti auteremo, sarà facile!>.
 
Non parlavo bene lo spagnolo, appena lo masticavo, sapevo ben poco di cucina...
Mi diedero le chiavi della mensa, (una villa) vicinissima alla diga, notai con preoccupazione che della mensa avevo solo le chiavi, il resto lo dovevo fare io, cioè comprare praticamente tutto: tavoli, tende, frigoriferi, congelatori, macchine a gas, solo le masserizie della cucina arrivarono dall'italia. E una volta ogni sei mesi arrivava il container con parmigiano, pelati Cirio, pasta Voiello, tonno Star, acqua San Benedetto, olio Bertolli...nutella, per noi... oro colato!
Per questa avventura, ottenni, un cuoco Josè, tre aiutanti Fermin, Rosa y Suyapa...e un autista Luis (un fio de na ballerina!) uno scugnizzo napoletano, sapeva tutto, conosceva luoghi, posti, negozi... mi serviva come il pane...troppo sveglio!
Alt!...mi chiamo Signora Lucilla... no Lucilla. 
Durò solo due mesi, fu licenziato, rubò un'auto della compagnia, per accompagnare la madre in ospedale! Tentai di ribellarmi, non c'è stato niente da fare! Mi diedero Manzia, che mi faceva venire il latte alle ginocchia per come guidava. Come poteva... dormiva! Un giorno fece un incidente...dissi che ero stata io...altrimenti lo avrebbero licenziato! L'addormentato riusci a mettere incinta Rosa fece addirittura gemelli, che grinta! Mi adattai a lui. Luis mi aveva insegnato la strada.
Andavo in giro con vocabolario e calcolatrice...tra yarde e libre, ho imparato...quello che non avevo fatto a scuola!
Josè...il cuoco, veramente bravo a cucinare, per fortuna! Seppi solo dopo un anno che era omosessuale, non mi ero accorta di niente, tutti lo sapevano, meno che io. Con Josè si andava tutti i giorni al mercato Majoreo, sapeva scegliere, sapeva trattare...sapeva le quantità, gli insegnai a fare i gnocchi, lui mi insegnò molte cose, eravamo due donne andavamo in sintonia.
Si viaggiava con un busito, tutti i giorni, su quella strada non asfaltata, 15 chilometri di polvere, 800 operai, un centinaio di italiani, macchine autocarri, gru...quelli che vivevano al bordo della strada ci odiavano, non ne potevano più di respirare polvere...le loro case erano diventate bianche, ogni giorno ce ne era una nuova per non farci passare.
E ricordo un giorno...carichi di spesa e sempre di corsa...vedo in lontananza, 8 o 9 galline...speravo che Manzia si fermava...rallentava! niente... le prende tutte in pieno...mi sento le ossa scricchiolare  sul mio corpo, strilli di dolore.
<Manziaaaa Noooooo! fermati!>
<Non posso, ci ammazzeranno!>
<Santo Dio...come? ci sparano?>
Mi volto...le vedo spiaccicate... in un secondo un polverone  le fa più sparire. Vedevo gente uscire dalle case,  ho avuto paura.
Manzia, mi fa un cenno con le spalle, come per dire, <y que!? che succede...ma lei da dove viene?>.
<Manzia!...sparisci! Essere ignobile!!!!>.
Scoppiavo...ma dove sono? Mi chiedevo, ma dove mi trovo?, mi guardavo dall'alto!...io piccolissima, su una stradina di Tegucigalpa nel centro america, con un emerito sconoscuto...ma chi sei? Che mi fai provare l'ebbrezza dell'uccisione!...aiuto...ma che ci faccio io qui?
Sono questi i momenti... più forti, accettare usi e costumi... anche nei momenti più critici, in momenti particolari, in momenti importanti...momenti, di un'altro mondo.
Ho lavorato, 30 uomini venivano a mangiare all'ora di pranzo, c'era anche uno spaccio, si vendeva solo alle famiglie italiane,  quello che arrivava dall'Italia costava il triplo. Ho cercato di fare del mio meglio, ho organizzato il menu settimanale, si faceva il dolce quando c'era un compleanno...si organizzarono feste, balli, cerimonie...
L'ho fatto con gusto, ho imparato tantissimo,  ho preso padronanza della citta, della lingua, della cucina hondurengna e non solo, rapporti, amicizie...ero a casa.
 
Ringrazio tutte le persone che hanno lavorato con me.
 
 
 
 
 

Scene di un'altro mondo... 

Post n°19 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da impazient

... per fortuna gli avvoltoi fanno piazza pulita!!!!!

 
 
 

UN MONDO DI AUGURI A TUTTI!!!!!

Post n°18 pubblicato il 01 Gennaio 2008 da impazient

 
 
 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 21 Dicembre 2007 da impazient

... Ci avevano consigliato di comprare una pistola... per stare più tranquilli!!! Ma... io con l'idea di averne una in casa... non stavo tranquilla per niente. Contraria sempre!!!

 
 
 

Meraviglie della natura

Post n°16 pubblicato il 14 Dicembre 2007 da impazient

Devo dire che ho vissuto nel mondo di "Quarck"...
Non sempre è stato facile! Ho visto nascere questa farfalla a casa mia... emozione!

 
 
 

Il popolo della mensa

Post n°15 pubblicato il 06 Dicembre 2007 da impazient
Foto di impazient

Rubavano a tutto spiano!
Dovevo avere 100 occhi, rubavano...ma non per possedere o avere!...rubavano per fame!...è un pò diverso!...come potevo colpevolizzarli...
Con me presente, direi che non rubavano... prendevano, era più che giusto che mangivano quello che volevano, mangiavano... ma sempre con l'aria di chi ruba, si vergognavano farsi vedere!
Qualcuno ingrassò alla grande!
Con loro ero una regina...caffe, tortillas, hugo de naranja, mi servivano, la sedia, la porta, lo sportello.  Quando ero con altri italiani, mi trattavano ancora con più servilismo...ma quando stavamo  tutti insieme, in cucina o in macchina... mi facevano mille domande...mi vedevano strana! li incuriosivo! 
Mi volevano buggerare  sempre!...
Con la scusa che non capivo lo spagnolo!
Vedevo movimenti strani..che con il tempo lì capivo a naso. Il giorno di paga?
Era sempre un problema, c'èra sempre qualcosa che non andava, dovevo battere cassa all'amministrativo italiano...per farli stare calmi.
Erano i miei ragazzi guai a chi li toccava! quello che era giusto! era giusto!.
Tre volte a settimana a quacuno di loro gli moriva: un padre, una madre, una nonna, un fratello, uno zio, questo per assentarsi dal lavoro...Le prime volte rimanevo dispiaciuta...perplessa. Ma poi capii...che non era vero! Si approfittavano di me!.
Dissi loro che ero romana (non so se capivano il concetto dei romani e cioè che io ero furba come loro!) e che non intendevo farmi prendere in giro!...ridevano mi chiedevano scusa, ma dopo venti minuti erano all'attacco.
 
Sono stati fortissimi.... hanno lavorato come matti, hanno sudato sette camicie, non li dimenticherò!

 
 
 

Meravigliose...

Post n°14 pubblicato il 04 Dicembre 2007 da impazient

 
 
 

Grazie

Post n°13 pubblicato il 01 Dicembre 2007 da impazient

...Correvo verso casa, in macchina...un giorno a San Pedro Sula. Ero terribilmente in ritardo, il bus della scuola mi avrebbe lasciato Andrea, davanti casa, da solo...impensabile in Honduras.
 
Tra italiani, spesso si parlava di brutte storie, di bambini, rapiti, per poi essere rilasciarli... senza un rene.
 
...Correvo, come una pazza, nessuno mi avrebbe fermato! Nessuno.
Da furba romana...ho pensato bene, per evitare un semaforo rosso di entrare in un benzinaio all'angolo della strada, per passare dall'altra parte, ma non faccio in tempo ad entrare che un polizziotto mi fa cenno di fermarmi...
Nooo! le cose si complicano, pensai, mi armai di pazienza, feci un bel respiro...abbassai il finestrino...lo guardai, lo fulminai...credo!
Gli dissi che c'erano solo due cose da fare... O mi lasciava andare, o montava in macchina con me, per spiegargli tutto, fino a casa...
 
Lui mi guardo...prima preoccupato, poi si sistemò il fucile, si guardò intorno, mi sorrise con tutti i suoi denti e mi disse
<Signora vada non si preoccupi!!!>
 
Rimasi...sconcertata e sorpresa nello stesso tempo, di me stessa e di quel poliziotto, che mi aveva capita, mi lasciò andare. Cosa rara in Honduras per una straniera.
Avrei voluto dirgli di più, ma dissi solo grazie e scappai via...ma sentivo che era successo qualcosa di straordinario.
 
Di nuovo, corro...arrivai a casa...Andrea non c'èra... aspettai qualche minuto...finalmente arrivò il bus, vedo Andrea, l'autista mi dice che era già passato due volte, e che non avrebbe mai lasciato Andrea (6 anni) da solo.
 
Quel giorno...lo ricordo come se fosse adesso...provo la stessa sensazione, di riconoscenza verso il popolo honduregno. Grazie a tutti.
 

 
 
 

35 litri di latte

Post n°12 pubblicato il 22 Novembre 2007 da impazient

 
Quando lavoravo, in mensa avevo un compito ingrato... dovevo comprare, ogni giorno 35 litri di latte. Missione da 007 in Honduras, lavoro ingrato, per me,  svuotavo un supermercato, lasciavo un barrio (quartiere)... senza latte!
35 litri di latte...per 60 operai che lavoravano in diga con vernici tossiche. Cercare tanto latte, è stata una vera tortura, quando arrivavo nei negozi...i commessi, li vedevo correre...povera gente! mi ci mettevo pure io a togliergli, un alimento importante, soprattutto... per i bambini.
<Manzia... spremi le tue meningi... informati dove si trova la centrale del latte "Leyde">.
Lui mi guarda, con la faccia, di chi non sà neanche di essere un honduregno! Che pazienza che ho avuto!
 
Mi informo, la troviamo, gli dico di aspettarmi davanti all'entrata...e che se non tornavo dopo un'ora, mi doveva venire a cercare.
 
Ho bussato una porta...mi hanno aperto un portone!
Mi presento, dritta dal direttore... gli dico la pura e semplice realtà... non era logico, che mio marito lavorava in diga per dare acqua potabile al popolo honduregno ed io tolglievo latte a un barrio intero, toglievo latte ai bambini. 
Il direttore  mi guardò... sorrise.
<Senora... no se preocupe vamos a resover esto>.
Mi mandò latte con trasporto fino in diga, per i tre mesi successivi e con lo sconto di 10 centesimi.
 
<Manzia...è finito l problema del latte!>
<Finalmente... Signora! ero stanco di cercare tanto latte!>
<Lò sò, Manzia...lò sò!>.
 

 
 
 

Donne

Post n°11 pubblicato il 17 Novembre 2007 da impazient

Questa donna... si chiama Cruz

Questo fiume... Rio Grande.. non esiste più, ora c'è un lago!

 
 
 

Santiago Rivera

Post n°7 pubblicato il 14 Novembre 2007 da impazient
Foto di impazient

...quando arrivai in Honduras... lo capii subito, già dal primo giorno in casa, che ero circondata da dipendenti che lavoravano per servirmi...!
 
Il concetto è semplicemente questo, c'è una sorta di servilismo, in primo luogo perché eravamo italiani,  perché gli portavamo acqua potabile nelle loro case, perché eravamo "bianchi", perché eravamo "ricchi", perchè... ti fanno sentire superiori. (di questo devo approfondire) 
E con queste premesse,  io a 25, quando a Roma litigavo con mia sorella per lavare i piatti.... 
ho vissuto una luna di miele i miei primi 4 anni nella mia prima meravigliosa casa a Tegucigalpa, (Carretera del Norte, plantel Columbus, quattro villette, una mensa, 12 case per scapoli, uno spaccio, uffici amministrativi, officine, con friulani, piemontesi, toscani, noi unici romani... questa era la nostra Italia)  in cima ad una montagnetta... con il verde più bello.
Mi sentivo un pò Heidi e un pò imperatrice Maya.
 
Mi ritrovai ad avere chi mi lavava, chi mi stirava, chi mi cucinava, chi mi portava acqua elettro pura (bottiglioni enormi), chi mi puliva il giardino, chi mi lavava la macchina, chi mi faceva la spesa, chi mi toglieva le iguane di torno...chi mi vigilava la casa di notte e di giorno...chi mi riparava il lavandino, chi mi controllava le scadenze della mia patente di guida e il passaporto... ecc. ecc. ecc. ecc. 
 
Tutto questo ha comportato il fatto di convivere quotidianamente con persone umili, semplici e belle. Santiago è una di quelle.
 
Santiago,   originario di Olancio, un pueblesito in mezzo alle montagne un pò a nord di Honduras, aveva, credo la mia stessa età, il suo dialetto spagnolo era così stretto che a volte non lo capivo. Occhi profondi, e con un sorriso smagliante e furbetto,  per quattro anni, tutte le mattine  mi portava acqua con i bottiglioni di elettro pura, quando usciva si portava via la mondezza, si faceva quattro chiacchiere alla finestra con la muchacha che lavava i piatti, poi andava via.
Dopo una settimana lo misi subito in guardia, doveva bussare la porta prima di entrare...e così fù. Lavava tutti giorni la mia macchina, la puliva, la lustrava, la lucidava, ci si sedeva dentro, sognava...!Lo prendevo in giro, gli dicevo che a forsa di lavarla mi consumava la vernice, lui rideva. Gli insegnai a guidarla, era una automatica, imparò presto, e quando vedeva che mi preparavo ad uscire, lui mi portava la macchina davanti casa (un ulteriore servizio).
Gli tagliavo i capelli (non aveva soldi per questo) gli curavo le ferite, gli regalavo scarpe e vestiti, gli davo da mangiare, parlavamo tanto, eravamo su due mondi diversi, ma lo sapevo solo io.
Certe volte mancava per giorni, mi dicevano che era stato preso, io non capivo, che significa preso? Era preso per fare il sevizio militare!
 
(Devo spiegare come ci si arruola al servizio militare in Honduras: Visto che la maggior parte della popolazione non iscrive all'anagrafe i propri figli, è chiaro che non ti mandano a chiamare ne per le vaccinazioni ne per la scuola, di conseguenza,  non arriverà mai la cartolina per il servizio militare...e allora che si fà? Così a caso... fermano un bus di linea, o in una discoteca prendono tutti gli uomini,  gli tagliano subito i capelli, e dopo vedono se ha già fatto il militare o qualcuno viene richiamato dal datore di lavoro). (Sconvolgente!)
 
Ritornava, con la testa rasata, si vergognava...
ma felice di averla scampata, perché un italiano lo aveva ripescato da un inferno...
 
Con il tempo e con un pò di confidenza, cominciò a chiedermi soldi prestati, perchè si stava costruendo una casa, era preciso, il giorno di paga, che avveniva ogni 15 giorni, lui puntuale mi riportava i soldi, guadagnava 80 dollari al mese, (quello che noi spendevamo in una volta al supermercato) non faceva un lavoro specifico, lui faceva tutto anche quello che poteva dire di no, e spesso erano lavori duri, sotto quel sole cuocente. Una volta al mese ci disinfettava casa, ci affumicava, per liberarci da insetti, formiche giganti, ragni e le maledette chucarache, per lui un divertimento, ma neanche lontanamente sapeva che quel veleno faceva male, lo costringevo a bere latte, lui non voleva... e rideva.
L'ho coperto tante volte, facevo finta di non vederlo, quando dormiva dietro qualche albero, magari stanco o con i postumi di una sbronza, (come la maggior parte degli honduregni) per mettere una lampadina ci poteva mettere anche una giornata intera, e quando il suo capo (capo campo Omar) lo veniva a cercare arrabbiato, bastava che gli dicessi che aveva avuto problemi con la corrente...parola di italiana (indiscutibile).
 
Credo che oltre Santiago altre persone, del posto capirono che ero diversa da altri italiani, del resto, Tony era li per il lavoro, io per puro amore, verso tutto e tutti. Mi dicevano che ero troppo buona! Ma buona di che? Di trattarli come persone?
 
Una mattina avevo urgenza di acqua, per dare il latte ad Andrea, Santiago non arriva...ma dov'è?...quasi mi arrabbio...!
 
Ma...Santiago non tornò più, lo trovarono morto in un dirupo...mi dissero che gli avevano sparato, e che lui probabilmente era un bandillero...
 
Rimasi...di pietra! dispiaciuta! incredula.
 
Non crederò mai che Santiago era un bandillero! 
 
E chiunque sia... lo ricorderò per sempre.
 
 
 

 
 
 

Andres

Post n°6 pubblicato il 06 Novembre 2007 da impazient
Foto di impazient

...Era talmente piccolo Andrea che non era neanche vaccinato...quando lo portai per la prima volta in Honduras, nella nostra casa a Tegucigalpa.
Avevo mille paure, mille incertezze, che ne potevo sapere io di pappe e pannolini...con la maturità di oggi, mi oserie chiamare incosciente!
Arrivai a Tagucigalpa, con Andrea che non ero io... ero un'altra persona, ero doppia, persi la mia libertà di pensiero, perchè l'unico pensiero era lui, Andrea il re in un popolo indio, lui non aveva il  ciuccio, lui aveva le braccia di Irma (a lei dovetti spiegare che Andrea era mio figlio e che certe cose, spettavano a me!), quando era nel passeggino lo prendevano per un disabile, se no a che serviva una sedia con le rotelle!...tutti i giorni veniva Luis (il tutto fare) giocava con lui, il columpio (altalena) gli portava regali e carammele...uno zio honduregno!
Andrea, con spada e mantello da zorro a caccia di iguane...montava sugli alberi come una scimmia...spirito libero, indipendente da sempre, non camminava... ma già nuotava, Andrea nel suo ambiente più consono, adatto a lui... un bimbo della jungla...
A tre mesi Andrea cade dal letto... sbatte la testa...volevo morire! Attimi terribili, momenti senza respiro, mio marito era lontano in diga, non potevo aspettare! Arriva finalmente Cleto, l'autista del big boss italiano,  Cleto... con modi sempre gentili, un buono buono, sempre con il sorriso sulla bocca, mi portò in ospedale correndo...attimi interminabili, Cleto mi guardava dallo specchietto retrovisore...io piangevo!  Non ci divideva la lingua, ma il fatto che lui era honduregno ed io italiana, due concetti totalmente diversi sull'argomento figli!
Ad un semaforo Cleto si voltò...mi guardò e mi disse <Signora, io ho otto figli>. Non riuscii a rispondere, volevo solo essere in Italia.
In quel momento non ci feci neanche caso a quella frase...ma con il tempo  capii tante cose.
Andrea lo visitarono, e lo curarono in quell'ospedale il Viera, con ottimi medici, (stile americano, per un figlio questo ed altro). Purtroppo diverse volte abbiamo fatto visita in quell'ospedale, si perche Andrea era un bimbo sin miedo, travesio, era soprannominato Gianburrasca...lui che a un anno masticava canna da zucchero congelata (per le gingive) svezzato con faggioli neri, tortillas e manghi, così mi aveva detto di fare il pediatra locale!...lo hanno imbottito di vaccini come un ventenne in Italia. Andrea a scuola...che dovette imparare a memoria l'inno honduregno...vestirsi da indio nel giorno della commemorazione della razza...tenere alta la bandiera honduregna. Persi qualche ora a spiegargli che eravamo italiani, non è stato facile, era confuso, gli parlavo italiano e lui rispondeva in spagnolo...
Andrea...che a otto mesi, un'onda anomala nel Mar Pacifico, (che tanto pacifico non è) ce lo portò via dalle braccia...per ritrovarlo a 2o metri più in là, un pesce che voleva capire dove si respirava... mio marito,  spaventato, io...dieci anni di vita in meno.
Guai a chiamarlo Andrea, lui era Andres, non era mica una femmina...!
Andrea è tutto questo e ancora di più...è cresciuto, è cambiato ma è sempre lui... uno spirito libero... non a caso gli amici, lo chiamano Moogly.
 
Mi debilidad.

 
 
 

Armadillo

Post n°5 pubblicato il 31 Ottobre 2007 da impazient
Foto di impazient

Armadillo: Nome comune dei mammiferi maldentati, il corpo è rivestito da una corazza di piastre ossee. Si cibano di vermi e formiche, le specie più importanti si trovano nelle savane americane ed è diffuso dagli Usa all'Argentina.
 
Vi posso assicurare... che al forno con le patate...è ottimo!!!
Buone feste a tutti!

 
 
 

Los Vigilantes 

Post n°4 pubblicato il 29 Ottobre 2007 da impazient
Foto di impazient

Avete mai vissuto con un'uomo armato fino hai denti, giorno e notte, davanti la  porta di casa?
 
All'inizio mi sentivo una "osservata speciale". Il vigilante,  già vederlo metteva paura armato di coltello, machete, pistola e fucile...Lui era lì per difendermi!
Ma da che?... pensai, provai a dire che non lo volevo, ma soprattutto mio marito, non mi fece neache parlare, era cosi e basta. Dovetti abituarmi a questa figura del vigilante, non sempre è stato facile, ne ho avuti tanti, troppi per ricordarne i nomi. Ma lì ricordo ognuno per il suo modo di essere, più o meno  buono, gentile, devoto, attento, invadente, scattante, chiacchierone...
Ognuno con la sua storia... la sua vita.
 
Quasi subito proibii loro di urinare e sputare a cento metri intorno casa  mia. Sembra incredibile ma è così. Farà parte di una cultura...o non conoscono il galateo...non l'ho sò!  Ma io non potevo accettare questo, soprattutto con due bambini.
Li ho visti radersi, li ho visti dormire, li ho visti sparare,  annaffiare i fiori, li ho visti giocare a pallone con mio figlio,  chi predicava il vangelo, chi mi raccontava i suoi problemi di soldi, di figli... di donne, chi scappava al primo giorno di lavoro con il fucile, chi rubava nelle macchine, chi di notte tempo ci guardava dalla finestra...e vi dico che ne ho proprio viste di tutti i colori! 
Davo loro da mangiare, da bere, mi facevano conoscere le proprie famiglie, mi regalavano manghi verdi, mi chiedevano la bicicletta di mio figlio, il passeggino di mia figlia, mi chiedevano soldi, sigarette, giornali (un parente).
 
Che cosa fà un vigilante? che cosa è un vigilante? E' come avere un portiere tutto fare...E' un'uomo che protegge la mia casa, la mia famiglia, ma nello stesso tempo, è inevitabile, si sviluppa un rapporto oserei dire di amicizia e fiducia, se si raggiunge questo il vigilante sarà per sempre "tuo". Se non si raggiunge, hai un nemico in casa.
 
Luis, Jorge, Josè, non ricordo...
ma un bravissimo ragazzo, si vedeva che aveva studiato, educato, fine. Dopo tre mesi che lavorava per noi, mi mandò i saluti da Irma.
 
<Segnora, Jorge le manda saludos, el se fue, se fue mojado a los estados> .
 .
 
Cosa significa? si è fatto la doccia prima di partire? non capivo...! mi veniva da ridere
 
Irma mi spiegò...
Era uno dei tanti modi di arrivare negli Stati Uniti clandestinamente, mojado (bagnato) perche si attraversava un fiume  al confine tra Messico e Texas. Un viaggio allucinante, pericolosissimo, fatto da donne incinte e bambini, da uomini con un unico scopo il dollaro, la ricchezza. Non sò di preciso (ma vi assicuro tante!) quante persone sono annegate in questo fiume, quante persone sono morte perdendo l'orientamento nei deserti, giorni e giorni di cammino sotto il sole, quante persone morivano...con pallottole... per così dire vaganti... 
 
Non tutti ce la fanno...è terribile!
 
guardai lontano tra le montagne, lo immaginavo in questo viaggio di speranza, dissi tra me e me
.
<Jorge se fue mojado...!?> guardai lontano tra le montagne, lo immaginavo in questo viaggio di speranza, dissi tra me e me
<Que te vaya bien, Jorge, mucha suerte>.
 
Seppi che arrivò negli stati uniti, e trovò anche lavoro, non l'ho mai più rivisto.
 
 

 
 
 
 

FIGLIA DEL MONDO

 

Sono atea
credo solo nell'uomo
che fà del bene...
che fà del male.
Non esiste niente altro!

 

LUCILLA AUGUSTA

 

GALLERIA D'ARTE

 

AREA PERSONALE

 

NON POTEVA ESSERE ALTRIMENTI... :-)

 

IO

Sostanzialmente... giro il sugo!!! Ultimamente mi capita spesso di bruciarlo. Sono qui per parlare dell'Honduras... delle mie emozioni (sale della vita!) vissute in un altro mondo... posso dare consigli pratici di viaggio. Mi scuso per la qualità delle fotografie... carta kodak honduregna, tutto un programma!!!

 

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