Creato da indiana_63_883 il 12/08/2008

Vita On The Road

Storia di un uomo e della sua moto..."In Viaggio"

 

 

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Giretto dei Campi Flegrei

Post n°89 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da indiana_63_883
 
Foto di indiana_63_883

E’ il trenta novembre, una domenica come tante altre, il tempo è strano, non prende una direzione.

Né bello, tanto da invogliare un bel run, né brutto tanto da caldeggiare il pensiero di restare a letto a poltrire e a ricaricare le batterie.

In due parole la peggiore situazione: “Quella Ignava”.

Odio “l’ignavia”, odio i mezzi toni, le mezze cose, come evidentemente la odiava Dante Alighieri che condannava gli ignavi ad inseguire un’insegna per l’eternità punzecchiati da vespe e mosconi, proprio perché nel corso della loro vita non avevano fatto né il bene, né il male.

Detto ciò, e considerato il fatto che sono un’estremista, in un senso o in un’altro cerco sempre di prendere una posizione netta e definita.

Alle nove decido…

Invio un sms a Marino (new entry e felice possessore di una sportster 1200) nel quale scrivo:

“Allora che facciamo? Un breve giretto te la senti di farlo e ritorno per pranzo?” –  pochi secondi e mi squilla il cellulare: “Com’è il tempo? Pensi che regga?” – ed io: “ regge, regge, non ti preoccupare” – Ok allora ci vediamo tra un’ora, al solito posto.

Stesso messaggio lo invio a Gigi, che però… non risponde… e allora… Lo chiamo!

Hola, che fai ti aggreghi per il giretto domenicale?

E la moglie: “Un attimo te lo passo…”

Hola Gi, tutto a posto? Dove ci vediamo per il giretto domenicale?

Chi, dove, giretto? Ma chi è?

Hola “Gì” sono indiana… ma di cosa ti stavi occupando?...

No, niente, stavo così, nel letto, guardavo il soffitto…

Vabbuò jà, agg capit…(va bene su, ho capito) ci vediamo alle undici davanti ai D… va bene?

Va bene.

Puntualissimo (più di me) Marino, già pronto, bardato e in procinto di imboccare la tangenziale in direzione di Pozzuoli.

Ci salutiamo al volo, un pollice alzato, una prima ingranata e via.

Ci immettiamo sulla tangenziale, il tempo regge, c’è molto vento, ma la mia “Dark princess” vuole andare, vuole camminare dopo una lunga settimana trascorsa sotto l’acqua e il vento, si piazza sui novanta con la sesta che canta.

Anche se per pochi chilometri, assaporo il bello del rettilineo, il vento laterale, il sole a sprazzi misto a nuvoloni grigi, le gallerie, il casello.

Marino mi segue, e lo vedo nello specchietto.

Arriviamo all’appuntamento, ma Gigi ancora non è arrivato.

Ci sistemiamo all’interno di un’area di servizio e mentre aspettiamo, commentiamo un po’ sulle ultime modifiche apportate, un po’ di cromo qui e lì, un po’ di nero lì e qui…

D’un tratto, sento un rombo grintoso e caricato arrivare da lontano.

Un motore in scalata da quarta a terza e una moto enduro grigia e nera che imbocca il curvone  stretto intorno alla pompa di benzina inclinata di quarantacinque gradi.

E’ Gigi.

Ormai mukkista convinto (in gergo,  proprietario di BMW) arriva da noi nella sua livrea nera, giacca tecnica in goretex da endurista convinto, casco nero, sottocasco e occhiali bollè da run.

Ci siamo, eccoci qui nuovamente riuniti, e per la prima volta in tre.

Al di là della  marca, del modello e dell’abbigliamento, siamo tre appassionati motociclisti pronti a fare un giro, a staccare con la routine, a vedere un po’ di asfalto sotto le ruote.

Due commenti al volo, presentazione di Gigi a Marino e via.

Partiamo,  come sempre in formazione sfasata, andiamo…

Le moto sono belle, tutte e tre hanno il loro fascino.

La grintosa e atletica F800 gs di Gigi è una gazzella allo stato brado, scalpita e avanza come una pazza, lasciando per terra segni neri di derapata.

Io lo seguo, grazie al Big twin che mi da coppia e allungo a richiesta.

Marino si adegua, perché è la sua prima uscita con noi, e deve capire il “ritmo giusto”.

Il senso di sincronia e affiatamento che da sempre c’è  tra la mia e la moto di Gigi è quello di un tempo, di quando “L’ottimo” scalpitava sulla 883 R nera con le marmitte talmente aperte da sembrare un’aliscafo.

Percorriamo delle belle strade secondarie, statali con vista mare, camminiamo sulla cresta di una collina che guarda il mare agitatissimo e nero come le nuvole.

Pennelliamo curve e tornanti, senza esagerare ma con il giusto brio.

Marino con lo sterzo custom e le pedane avanzate da “easy rider” ha qualche difficoltà nelle curve strette.

Ci guardiamo e continuiamo a rasserenarci da moto a moto con frasi tipo: “Regge, regge, non ti preoccupare, il tempo mantiene…”

Ci godiamo la passeggiata e ci divertiamo.

Sosta per un caffè, due battute sulle moto, sui viaggi, sulla vita on the road, sulle nuove tecnologie e sulla old school delle moto americane.

Poi parliamo di BMW e della sua leggendaria affidabilità nei lunghi viaggi ed il suo essere stata creata per i raid.

Ultima tappa, uno stupendo faro che guarda il golfo di Baia, nel cuore dei campi flegrei.

Facciamo delle foto e poi decidiamo di tornare per evitare un inutile bagno d’acqua.

Tutto va bene fino a cinque minuti da casa… poi… irrimediabilmente e senza tuta addosso, ma opportunamente riposta nella borsa laterale… becco acqua a catinelle.

Questa volta mi gusto anche questo fuori programma, tanto tra cinque minuti sarò sotto una stupenda doccia calda; preferisco provare l’imprevisto del jeans appiccicato addosso che fermarmi un quarto d’ora per infilarmi una inutile tuta antipioggia.

Beh, questo è il bello dell’imprevisto, amarlo e accettarlo come uno stato dell’arte.

L’imprevisto mette alla prova la vera capacità di un uomo.

Quando tutto è scontato che divertimento c’è?

Indy

 
 
 
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"La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo."
Carlo Talamo

 

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POESIA DI CARLO TALAMO.


Non vivo per te.

Vivo con te.

Da tanto tempo,sono abituato ai tuoi difetti e ai tuoi capricci.

Da cent'anni sopporto gli scherzi e la malattie immaginarie che tanto inquietano chi

non ti conosce.

Sto qui.

Sto con te.

Me ne vado a spasso con te.

Traffico con tutti quei pezzi che hai.

E mi diverto.

E vibro.

E vivo.

 

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Perché io viaggio su una moto

E assaporo il vento

Si è vero…è piena di bulloni…

Ma quando mi perdo nei miei pensieri

Lungo questo asfalto

Non c’è nessuno che

Mi può fermare!

 

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