Creato da indiana_63_883 il 12/08/2008

Vita On The Road

Storia di un uomo e della sua moto..."In Viaggio"

 

 

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Cavalieri Teutonici

Post n°124 pubblicato il 10 Novembre 2009 da indiana_63_883
Foto di indiana_63_883

Ai miei amici mukkisti

Spesso, per una serie di motivi, non si riesce ad organizzare un gruppo per fare un giro in moto.

Non dovrebbe essere una cosa particolarmente difficile o complicata, ma ciò nonostante, mettere d’accordo le teste ed i cervelli, i desideri di ognuno, i tempi, gl’impegni familiari, il meteo, i percorsi e loro durata con tanto di  mete finali,  diventa sempre più difficile e complicato.

Ma l’intreccio dei destini non perdona e non lascia spazio alla casualità.

Domenica I° novembre, giorno di tutti i santi, le strade di alcuni amici, tutti motociclisti si dividono  e prendono direzioni diverse.

Gigi con i suoi nuovi amici “mukkisti” (in gergo i proprietari di BMW) opta per un itinerario di circa 500 km. da farsi in un giorno per metà in autostrada con medie abbastanza sostenute e un’altra parte di strade statali.

Marino esce con i suoi amici “hard biker” personaggi da film “interceptor” tipo era post atomica.

Mario ha da fare in famiglia e gli altri chi per un motivo chi per un altro sono impegnati.

Personalmente, poco dopo aver riflettuto soltanto su quale autostrada prendere e in che direzione andare, mi vesto e scendo.

La bambina è lì, fedelissima mi aspetta, e come sempre mi regala ancor prima di partire grandi soddisfazioni, visive, olfattive e sensitive.

Imbocco la tangenziale, l’aria si è un po’ raffreddata rispetto al week-end precedente, ma il fedele dainese di pelle mi tiene caldo e assolve in pieno il suo compito.

Mi da un po’ fastidio il vento sotto la visiera, ce n’è veramente tanto in autostrada, allora mi accosto e metto una bandana arancione a protezione del naso e della bocca, guardandomi nello specchietto sembro un bandito dall’assalto alla diligenza, nel west alla fine dell’ottocento che attraverso le praterie cavalca il suo fedele mustang.

Imbocco la napoli-bari, ignaro dei percorsi che avrebbero fatto i miei amici, dell’orario della loro partenza e delle loro destinazioni.

Comincio a rilassarmi nella guida, a svuotare la mia mente dai pensieri che come dice il mio amico Roberto, “diventano come pesci in un acquario senza meta e senza direzione”.

Guardo davanti e vedo la strada, sempre lei, dritta e lunga, a destra pianure ancora verdi e non intaccate dal giallo dell’autunno, a sinistra le prime montagne e i primi rilievi irpini.

La storia di questi posti mi rimanda indietro di alcuni secoli, nel medioevo, al tempo dei cavalieri.

Non sono più un cow-boy nel vecchio west, ma un cavaliere che in sella al suo fido destriero attraversa la terra che  ospitò i sanniti ai tempi dei romani.

Cavalco fiero e il vento mi taglia il viso, guardo avanti e sono concentrato.

D’improvviso sento lo scalpitìo di quattro o più cavalli alle mie spalle, e da buon cavaliere solitario, mi preoccupo di guardarmi le spalle per capire cosa succede.

Vedo quattro cavalieri teutonici, bardati di tutto punto e pronti a combattere una crociata.

Io, sul mio piccolo ma veloce cavallo, sono una goccia nel mare al cospetto di questi cavalieri, alti sulle loro cavalcature, maestosi e imponenti.

Li vedo passare al mio fianco, e lo spostamento d’aria mi fa sbandare leggermente, ma tengo la linea e gestisco il cavallo.

Poco più avanti, c’è una stazione di posta, e lì, è obbligatorio fermarsi per rifocillare i cavalli e riposarsi un po’.

Scorgo tra gli elmi ancora chiusi degli altri cavalieri, il volto di Gigi, che sceso dal suo destriero grigio e nero mi guarda, mi riconosce e mi saluta.

Mi avvicino in groppa alla mia fedele puledrina e saluto anch’io.

Ci si ferma a parlare un po’, della coincidenza e della casualità che ci ha visti ancora una volta protagonisti e amici on the road.

Si parla del più e del meno, delle loro nuove moto (i cavalli teutonici) e della meta che raggiungeranno nel corso della giornata.

La mia bambina è alta la metà delle bmw e pure in lunghezza sembra un modellino rispetto alle “mukke”, ma ha la sua personalità e non sfigura.

Facciamo il pieno di benzina, due battute e via di nuovo on the road, ognuno per la sua strada, ma sempre amici, cavalieri, motociclisti.

Loro vanno… ad una velocità improponibile per la mia 883.

Il cavaliere solitario, ha la strada davanti, l’aria sul viso, i pensieri come pesci in un acquario... sta bene con se stesso, guarda avanti e va…

Penso: tutto questo, è meglio di qualsiasi cura, meglio di qualsiasi medicina, è meglio di qualsiasi terapia, ognuno di noi in tutta amicizia, ha scelto ciò che gli fa bene al cuore, alla testa, alla salute.

Ognuno ha scelto, la passione della sua vita.

Ognuno è felice così e sta bene così.

Carry on, live to ride….

 

 
 
 
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"La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo."
Carlo Talamo

 

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POESIA DI CARLO TALAMO.


Non vivo per te.

Vivo con te.

Da tanto tempo,sono abituato ai tuoi difetti e ai tuoi capricci.

Da cent'anni sopporto gli scherzi e la malattie immaginarie che tanto inquietano chi

non ti conosce.

Sto qui.

Sto con te.

Me ne vado a spasso con te.

Traffico con tutti quei pezzi che hai.

E mi diverto.

E vibro.

E vivo.

 

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Ma quando mi perdo nei miei pensieri

Lungo questo asfalto

Non c’è nessuno che

Mi può fermare!

 

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