Vita On The Road
Storia di un uomo e della sua moto..."In Viaggio"
LA STRADA DAVANTI A ME
Vedo la strada davanti a me, infinita, a perdita d’occhio.
L’aria sul viso è bollente e fa sbandierare le maniche del mio giubbotto dainese nero, nonostante la pelle sia più che aderente alle braccia.
I guanti mi proteggono le mani, i pantaloni mimetici sventolano e immagino la loro ombra dietro di me sul selciato.
All’orizzonte vedo le montagne dell’Oregon, mi sento come un pioniere che attraversa le praterie in sella al suo cavallo alla fine dell’ottocento diretto nel west.
Il mio cavallo è d’acciaio e si chiama Harley Davidson.
Sto bene con i miei pensieri.
Vedo l’asfalto scorrere sotto di me e la distanza dal suolo è così poca da farmi sentire un tutt’uno con la terra che mi circonda.
Ai miei lati il deserto, sabbia, terra rossa, piante e cespugli, aria di fuoco.
WAY OF LIFE... LA MIA VERA STRADA...
Felice di incontrarti sulla mia strada, che percorro da anni, ma la meta è ancora lontana...
Assapora tutti i contenuti di questo blog, musica, video, racconti e aforismi, ogni cosa ha il suo "perchè" e la sua ragione di esistere in questo spazio.
E' un pò come venire a casa mia...
E poi... è bello sapere cosa pensa chi passa di qui..
Lascia pure un segno del tuo passaggio, una frase, un commento, un pensiero, se vuoi anche un racconto, puoi "l i b e r a r e" i tuoi pensieri come fossi "Sulla Strada"...
Indiana
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E' domenica, la "mia" domenica libera, esco presto, più presto del solito, da solo.
Fa freddo, ma va bene così.
Come sempre non ho un programma, né una meta né un itinerario preciso.
Lascerò al caso la scelta.
Come sempre, in autostrada, dalle mie parti ho tre possibilità: nord, sud, est, oppure la costiera.
Sono in sella da pochissimi minuti e già la "terapia" harley, fa effetto.
I miei pensieri per adesso sono solo strettamente pratici: raggiungere la giusta temperatura del motore, fare il test dell'abbigliamento per vedere da dove passa il vento e dove devo intervenire per stare bene, la ricerca del prossimo benzinaio per fare il pieno, e poi lascerò che la mia mente vada, vada via libera...
Per strada non c' è quasi nessuno, è troppo presto per i motociclisti da bar.
La moto non è perfettamente pulita, ma non importa, oggi non sono le poche cromature tirate a lucido di questa moto che m'interessano, oggi devo capire altre cose, ben più importanti.
Non mi accorgo di nulla mentre in automatico la mia fedele compagna di avventure imposta da sé la giusta andatura, mi rendo conto di andare piano, molto piano, forse anche troppo per essere su un'autostrada, ho una marcia alta, forse l'overdrive, e il ritmo del motore è basso, cupo, corposo, quasi dormiente, però gira bene e mi piace, non mi stressa, la moto non richiede particolari attenzioni da parte mia, né tanto meno quella concentrazione che stamattina sento di non avere.
Mi rendo conto di non aver mai guardato il tachimetro da quando sono partito, cosa che abitualmente faccio d'istinto, né per verificare il chilometraggio, azzerare il trip, o controllare la velocità.
Ah, la velocità... dimenticavo.
Un concetto astratto che riempie le nostre vite, sempre, in ogni istante.
Ognuno di noi combatte dal primo risveglio contro il pochissimo tempo che non basta mai, contro gli orologi, contro le sveglie, contro i ritmi esageratamente stressanti, contro i budget che oramai tutti devono rispettare, contro i clienti, contro il lavoro, contro le persone che viaggiano lente quando invece dovrebbero correre, e non parlo solo di velocità "fisica" ma anche "mentale".
Allora mi domando: "Ma perché una persona che corre e combatte contro tutto e tutti dal lunedi al sabato, dovrebbe correre anche la domenica"?
Perché?
E' una libera scelta o solo una stupida emulazione?
E di chi poi?
Di chi corre per professione come il 46 nazionale?
Mi viene in mente una canzone di Fabio Concato di qualche tempo fa: "Guido piano" le cui parole regalano ancora qualche emozione.
Ognuno è libero di percorrere la propria strada come vuole, è ovvio che cinquant'anni fa per fare un tratto di strada ci voleva un giorno, a piedi, a cavallo e poi con la bici qualche ora.
Il mezzo meccanico ci aiuta a ridurre le distanze, ed è giusto usarlo nella sua massima accezione quando serve per spostarsi; ma se invece serve per "curare" la malattia del secolo che è la mancanza di stimoli, di interessi, di introspezione, di relazioni sociali, di contatti umani, di domande, di curiosità, di voglia di sapere, allora no, il mezzo meccanico diventa solo il prolungamento di arti e pensieri per colmare appunto, queste ed altre lacune.
Se devo andare a Milano per lavoro, prendo l'aereo o la freccia rossa, parto alle sei del mattino alle otto sono a linate, alle nove in riunione fino alle quattordici, poi un giro in centro, un taxi, l'aereo delle diciassette e in meno del tempo che ci impiega un bancario di Napoli, Roma o Milano nelle ore di punta per raggiungere il suo posto di lavoro in centro, beh, sono a casa.
Comodo, veloce, poco stressante, molto operativo, forse un pò costoso, ma in fondo se volessi mettere in conto di andarci con l'Harley dovrei partire alle sei del giorno prima per stare a Milano alle otto del giorno dopo fresco, docciato e risposato.
E allora?
Che voglio dire?
Voglio solo trasmettere un pensiero, uno su tutti: "La vita è fatta di scelte e di strade".
Le scelte e le strade spesso o quasi sempre si somigliano moltissimo.
C'è chi ha venti moto in garage e non ricorda nemmeno la targa di una di esse, non ricorda quando le ha comprate, quanto le ha pagate, perché le ha (forse solo per sfizio o per emulazione), c'è chi con la moto ci lavora, chi ci va al bar la domenica, chi indossa la tuta con il quarantasei e ti sfreccia in autostrada a trecent' allora, magari nella corsia d'emergenza che fa più "pilota", c'è chi ha lo scooter... scooterone, ma poi lo prepara, ci mette la centralina, le marmitte aperte, le gomme a profilo ribassato per andare a"bonneville" e poi resta impilato nel traffico a sgasare con la ruota appoggiata al bus davanti e a fare i "burn out" sull'asfalto umido, per dimostrare che ha la "moto".
C'è poi il guzzista, il mukkista, il moto retrò, l'harleysta (da aprire un capitolo a parte sulle mille sottospecie di harleysti, di sicuro non sono solo gioie ma anche tantissimi dolori...) ci sono i chapter, i viaggiatori solitari, i mods del ventunesimo secolo e tanti altri.
Ognuno di loro, a modo suo ha operato una scelta.
Le scelte vanno rispettate, ed io rispetto quelle di tutti.
Dice un mio carissimo amico, ma non lo dice solo lui: "il mondo è bello perché è vario".
E' anche verissimo ciò che dice il mio amico Mario in arte "Merio" che per andare dove dobbiamo andare... dove dobbiamo andare... è meglio arrivarci presto e bene e poi divertirsi sul posto "usando" l'autostrada solo come mezzo di "grande comunicazione" per giungere a destinazione.
E' verissimo, non ho nulla da dire, è anche vero che se si ha a disposizione un solo giorno, torna complicato fare cinquecento chilometri andata e ritorno, con pranzo annesso e rilassamenti vari se la media è di "ottantallora", più che vero!
Ma resta il fatto che a ottantallora, a sessantallora, a quarantallora, si vedono cose, si sentono odori, si osservano situazioni, si ricordano oggetti e immagini che già a centoventiallora non si notano nemmeno.
Conosco tanti motociclisti che dalla ducati, dalla suzuky, dalla MV e da tante altre moto, per "loro" naturale scelta, sono passati ad altre marche più "Lente" "riflessive" e ne sono felici.
Ma guarda un pò... pensando pensando, e senza accorgermene... sono arrivato a Vietri sul Mare... sai che faccio... esco e mi vedo la costiera Amalfitana, tanto sono solo le nove, la gente dorme ancora, sono andato pianissimo, eppure, alle nove sono già qui... ho tutto il giorno davanti, eppure sono le nove.
Il big twin procede cupo, massimo tremilacinquecentogiri, ottantallora, Vietri sul mare, la costiera amalfitana, io sono a cavallo di centootto anni di storia sulla mia harley, qui ed ora, sono felice.
Indy_loner
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Sesso: M Età: 61 Prov: NA |
IO E L'HARLEY
"La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo."
Carlo Talamo
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POESIA DI CARLO TALAMO.
Non vivo per te.
Vivo con te.
Da tanto tempo,sono abituato ai tuoi difetti e ai tuoi capricci.
Da cent'anni sopporto gli scherzi e la malattie immaginarie che tanto inquietano chi
non ti conosce.
Sto qui.
Sto con te.
Me ne vado a spasso con te.
Traffico con tutti quei pezzi che hai.
E mi diverto.
E vibro.
E vivo.
IL VIAGGIO DEI PENSIERI....
Are You Going With me?
Pat Metheny e Anna Maria Jopek
PINK FLOYD - HIGH HOPES
Per Viaggiare... anche oltre la strada...
Copyright EMI records
PERCHÉ IO VIAGGIO SU UNA MOTO
Perché io viaggio su una moto
E assaporo il vento
Si è vero…è piena di bulloni…
Ma quando mi perdo nei miei pensieri
Lungo questo asfalto
Non c’è nessuno che
Mi può fermare!
PINK FLOYD - SHINE ON CRAZY DIAMOND LIVE
L'AMORE E LE PASSIONI NON DORMONO...
Niente è più brutto di una parola d'amore pronunciata freddamente da una bocca annoiata.
(Nagib Mahfuz)
VAGABONDO - I NOMADI
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