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« Le canzoni della cronacaIl cinema della vendemmia »

Travaglio e lo sport dello Slurp

Post n°39 pubblicato il 05 Luglio 2015 da mimmo.parisimp0
 

 

Nel maggio scorso, nelle librerie, ha fatto capolino un testo che parla di giornalismo e giornalisti. Forse più di giornalisti. Forse più di ‘alcuni’ giornalisti.
Insomma, diciamola tutta, come dice l’ottimo Piero Ottone, fare il giornalista può anche significare creare la fortuna di chi cerca un posto al sole o la sua decadenza, anche se, quest’ultimo, non ha nemmeno avuto occasione di albergare sotto i raggi della fortuna.

Comunque, i protagonisti del libro che ci occupa in questo frangente, per anni hanno decantato le lodi dei potenti di turno (spesso e volentieri di Silvio Berlusconi, ma non solo le sue), scrivendone sui giornali, parlandone in tivù, o esprimendo le loro lusinghe nel corso di interviste e dibattiti. Marco Travaglio, nel suo scritto, non usa mezzi termini per definirli. Sono giornalisti, soprattutto, ma non solo. Il famoso e pericoloso virus, individuato dagli ‘scienziati del sociale’ e definito con un eufemismo “baciafondoschiena”, si è diffuso a macchia d’olio, invadendo ogni campo della società e della cultura.
In Slurp, questo il titolo che non è sfuggito a quelli che hanno sott’occhio la società nella quale vivono, Marco Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, mette insieme alcuni di questi esercizi adulatori, quelli che secondo lui sono i migliori, costruendo la sua personalissima antologia.

Travaglio dichiara che è colpa di queste figure, che hanno asservito penna e lingua al potere, se l’Italia non è ancora una democrazia. È colpa loro se l’opinione pubblica è stata narcotizzata. E non è ancora finita, anzi, l’esercito dei lecchini non è mai stato così nutrito come negli ultimi tempi.
Se Slurp non fosse un libro ma una canzone, sicuramente sarebbe una composizione di Edoardo Bennato. Il cantautore campano, durante la sua lunga e fortunata carriera, non ha mai lesinato accenni con l’indice accusatore verso chiunque appoggi lo status quo del più forte (a creare problemi).
Più vicino a noi nel tempo, è sicuramente il cantautore emiliano Mimmo Parisi che tiene alto il vessillo dell’attenzione verso quello che succede in politica o nella più ordinaria società. Del cantautore ricordiamo Arrendetevi siete circondati, un brano del 2013, tuttavia sempre attualissimo.

 
 
 
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