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IMPRINTING???
Molti avranno sentito parlare di Konrad Lorenz e diversi avranno sicuramente letto il suo famoso libro: L'anello di re Salomone.
Una cosa che mi ha sempre interessato delle teorie di questo etologo e premio nobel, è proprio la sua teoria sull'imprinting.
Egli studiò da molto vicino, sin dalla giovanissima età, la vita di molti animali a noi noti come animali da cortile, anatre, galline, pavoni ecc. Arrivò a formulare varie ipotesi sul comportamento dell'uomo, proprio osservando gli animali.
Studiando le anatre, Konrad Lorenz formulò la teoria dell "imprinting", ossia quel processo attraverso il quale, quando un piccolo riceve le cure e l'affetto di una madre diversa da quella biologica, riconoscerà quest'ultima come la madre vera, anche quando appartine ad una specie diversa...
Questo mi ha portato a due considerazione:
1) ecco perchè in moltissime religioni, tendono ad accaparrarsi l'attenzione dei bambini.
Vedete per esempio il battesimo dei neonati nelle chiese del cristianesimo o l'importantissimo modo di fare dei musulmani, che appena nasce un figlio il padre devoto (e anche non) ripete all'orecchio del cucciolo d'uomo la frase "Allah è grande".
Ecco perchè molti tendono ad insegnare ai piccolissimi le basi religiose, perchè queste formeranno un'impronta nella mente dalla quale difficilmente ci si discosterà, anche nel corso di decenni. Ho conosciuto diverse persone che si professano atei, ma che nelle feste canoniche od occasioni speciali, vanno lo stesso a messa: in quei casi quell'impronta, anche se questi dichiaratamente sono contro il deismo o il clero, non è stata rimossa...
2) ritengo fondamentale per i bambini la vicinanza dei genitori. Niente, niente, NIENTE è più importante per i figli dell'attenzione che un genitore può riservare loro nei primissimi anni di vita. Non a caso quando un grande sovrano fu interpellato da un genitore su cosa dovesse fare affinchè il suo figlio di cinque anni potesse un giorno divenire grande come il sovrano, questi rispose: "lei ha già perso 5 anni".
Molti tendono a pensare che il periodo più brutto per i figli sia l'adolescenza e per molti versi è vero. Avvengono in quella fascia di età degli sconvolgimenti fisici, psicologici ed ormonali che potrebbero essere paragonati a un cataclisma devastante.
Ma il cataclisma avviene su una struttura già esistente: l'adolescente ha già delle idee sue e vuole già affermare una sua individualità o personalità.
Perciò come considerazione finale, ci tengo a dire che non ritengo appropriato che i figli piccolissimi vengano portati all'asilo materno o all'asilo prescolastico. Ogni genitore deve essere il primo e diretto protagonista della vita del proprio figlio/a. Infatti in molti casi avviene che i genitori si trovano in casa un/a figlio/a che è un perfetto sconosciuto e l'impronta creata nella loro mente è molto distante da quella che loro potessero pensare.
Chiaramente ci sono molte situazioni che rendono impossibile non mandare il figlio all'asilo, vedi il problema economico, ma... dovrebbe (a mio avviso) essere una soluzione estrema e non la regola....
...E qui dovrebbe entrare in scena lo stato, ma... questo è un altro discorso...
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