Il Castello

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... in mezzo all'oceano...

Post n°323 pubblicato il 03 Giugno 2009 da ascoltaliconilcuore

Stesa a pancia in su lasci che il calore del sole ti bruci la pelle e quelle leggero vento ti sfiori asciugando quella goccia di sudore che il troppo caldo crea.

Sei immobile incantata a guardare quei due aerei che viaggiano sopra la tua testa.

Li guardi meglio e nel momento in cui si frappongono tra te ed il sole ti accorgi che non sono aerei come pensavi. Li vedi entrare in un looping che non sai perché ma si svolge in senso antiorario e cominci a vedere salire sempre più quelle due immense sagome… sembrano danzare tra di loro.

Il sole ti brucia gli occhi e sei costretta a chiuderli mentre lacrime cercano di sanare la violenza di quei raggi.

Aspetti alcuni istanti nella speranza non sparisca quello spettacolo meraviglioso.. riapri gli occhi e capisci che hanno preso una corrente che le ha portate verso terra… due splendide e maestose aquile che ora sfrecciano velocissime verso ovest.

La meraviglia invade il tuo essere. Erano anni che non vedevi un volo in coppia di aquile. Sono alcuni anni che vedi spesso un’aquila volteggiare altissima e solitaria… Avrà trovato compagno anche lei.

E ricordi quell’immenso blu in cui ti perdevi tra i tuoi monti, a guardare il cielo sempre in attesa di lei ed il suo urlo. La perdevi di vista quando il suo piumaggio si confondeva con lo sfondo di montagne d’acciaio. Le facevi eco con il tuo richiamo sperando che un giorno ti rispondesse.

E ritorni a quei giorni in cui ti sembrava di volare quasi con lei mentre con l’elicottero guardavi da un altro punto di vista le tue montagne. Lassù con lo stomaco in gola al passare di ogni cresta, lassù con tutta la tua famiglia a giocare ad esser sopra al cielo.. con il tuo pilota del cuore anche lui parte di queste montagne… tutti noi parte di queste rocce di questi profumi. E loro? Loro sono nati qui quindi sono frutto di questo cielo e di tutto questo. Anche loro per qualche ora felici di toccare il cielo in modo diverso dal solito. Un padre ed una figlia felici di questa possibilità che capita poche volte nella vita ai più fortunati. Vent’anni… vent’anni che ti tornano alla mente mentre ascolti il tg. Vent’anni che sembrano ieri ed invece son passati tutti  e tutto è cambiato… per noi. Ora purtroppo tanto cambia anche per voi…. E guardi quel volto conosciuto e ti pare impossibile. Prendi il telefono per sentire da chi, proprio in quel momento, si trova lassù all’eremitage.

Poche parole di conferma. Il paese è piccolo e le notizie corrono veloci come l’acqua di sorgente che si trova ad ogni fontana.

E riguardi quella foto che nuovamente passa sullo schermo e ti chiedi cosa starà passando quella famiglia, quei figli che ricordi bambini e che ora saranno uomini e donne. Il mormorio del paese, la tristezza su tutti i volti. Lo choc nel constatare che anche li, alla fine del mondo, certe tragedie possono arrivare.

Torni a guardare le aquile… torni a pensare alle aquile lassù nei tuoi monti… lassù dove oggi è arrivata una tragedia internazionale che farà parlare per anni.

Un eterno riposo a lei sig. L. con la speranza che non si sia accorto di ciò che accadeva….

 

 

 

 

 
 
 

... ospiti...

Post n°322 pubblicato il 27 Maggio 2009 da ascoltaliconilcuore

Apri il balcone, è una splendida mattinata. Il cielo ha quell’azzurro intenso che ti fa sentire i polmoni pieni d’ossigeno. L’erba grazie alla pioggia notturna sfoggia un verde talmente violento che ti avvolge gli occhi.

Quanto sono splendidi quel verde e quell’azzurro oceano uno accanto all’altro.

 

Qualcosa si muove tra i rami bassi dell’alloro. Due fessure consentono agli occhi di ripararsi da quei raggi di sole che come spilli attraversano il cielo e si riflettono sull’erba. Guardi meglio e ti chiedi che cosa sarà mai…

E resti incantato… incantato a guardare un nuovo ospite a castello. Trattieni il respiro e blocchi ogni piccolo movimento. E guardi quello strano animale e al primo momento non riesci a capire come sia fatto! E’ li, zampetta tra l’erba, nessun pericolo in agguato, con quello splendido becco rovista tra i fili d’erba... e quella pinna sopra il capino che pare quasi un altro becco. E tu ancora li sulla finestra a bocca aperta, sorpreso da quell’ospite mai visto prima… vi guardate un attimo e spicca il volo. E sorridi a quel buffo uccello che sta mattina ti ha salutato dal prato.

 

E sorridi pensando a quante ore perderei per scoprire chi poteva essere…

E sorriderai ore dopo quando scoprirai d’aver avuto in regalo la visita di un upupa nel giardino del castello!

 
 
 

Maggio..

Post n°321 pubblicato il 13 Maggio 2009 da ascoltaliconilcuore

L’erba alta si lascia accarezzare e schiaffeggiare dal vento. E’ il momento.

Senti il profumo di verde sta mattina, vedi gli steli adagiarsi delicatamente gli uni sugli altri mentre le lame tagliano l’ultimo loro respiro.

Ti sembra quasi di sentire nel silenzio degli insetti la lenta agonia di quegli steli d’erba… e pensi… anche loro “sono vivi”.

Guardi quel tralci di gelsomino trovatisi sulla strada della falciatrice, il colore ruggine della morte se ne sta impadronendo.

E’ quasi sera e tutto sembra diverso. Le fila d’erba si stanno lentamente asciugando. Il primo profumo di fieno. Ma tu lo sai che profumo ha il fieno?

Ma tu lo sai di come cambia il suo profumo durante il giorno ed i giorni?

Respiri a pieni polmoni e tanti ricordi ti trascinano lontano, mentre guardi il gatto ospite balzare da uno groviglio all’altro. E controlli i lupi.. che purtroppo sai che ora non potrebbero più ascoltare la tua voce, il tuo richiamo… il tuo ordine.

Parole che ti frullano per la mente, discorsi che trovi “limitati”… io avrei paura di animali così grandi e vecchi… io invece ho paura dei discorsi che fai, delle convinzioni che hai.

Ma tu in fin dei conti chi sei? Cosa te ne importa di quello che faccio io?

Ah vero socialità… così viene chiamato il conversare tra vicini di casa, una volta ogni sei mesi forse… scusa ma invece di preoccuparti dei miei animali… non è meglio se ti preoccupi degli affari tuoi? Scambio di idee e di opinioni, di conoscenze o fantasie…

E son soddisfazioni.

Si son soddisfazioni aver una testa e farla funzionare bene o male, farla girare vorticosamente alla ricerca della conoscenza della sperimentazione, del soggettivo che niente ha a che fare con l’oggettivo.

Dell’imparare a vivere sulla propria pellaccia, di sbagliare da soli senza bisogno che siano gli altri con il loro consigli a fartelo fare.

La parola che più mi piace da tanto tempo è: dipende.

In una realtà in cui tutto chissà come mai è a comparti stagni, in cui si fa così perché lo dice chissà chi… io dico no, e me ne viaggio contro corrente.

Associale? Si può essere ma a te onestamente che te ne frega?

Ci son tante cose che ancora non capisco di questa vita, e non so se quella che mi manca da vivere sarà sufficiente per capirle… so solo che come il giaguaro non cerco il branco, e preferisco starmene sugli alberi fuori dai guai.

 
 
 

... forse un domani.... chissą.

Post n°320 pubblicato il 30 Aprile 2009 da ascoltaliconilcuore

Ma non c’è un posto anche per te.

 

Guardi con il nodo allo stomaco quello che hai costruito con anni di sacrifici.

Sacrifici fatti in nome di “volere è potere”. Denti stretti quasi a spezzarsi sotto la pressione che saliva. La soddisfazione di avere il tuo castello… l’espressione di te. Fuori freddo, austero, lineare possente, dentro un mondo ai più sconosciuto.

Guardi il parco, cresciuto centimetro dopo centimetro. E li dove ieri c’era quella piccola quercia oggi c’è una quercia quasi degna del suo nome. Guardi coppie di uccelli tornare ai loro nidi tra i rami di quegli alberi ormai adulti. Luoghi sicuri dove riposare al riparo. Guardi le rondini tornate ad occupare il sotto tetto, vociare e volare spiritose.

Guardi il pascolo, l’erba alta verde e carnosa ormai pronta per il primo sfalcio, senti già nelle narici l’odore del fieno che verrà.

Guardi il tuo piccolo regno, gli ultimi undici anni di fatiche. Guardi tutto e per la seconda volta ti chiedi perché solo tu…

Solo tu lo trovi un piccolo regno incantato.

Forse è ora di abbandonare castello, abbandonare se stessi e il sogno realizzato per andare verso l’ignoto, lasciare il certo per l’incerto.

Ripartire da zero… come dieci anni fa… con già dieci anni di fatiche sulle spalle, già mezza vita vissuta.

Lasciare tutto quello che hai, per cercare di costruire qualcosa di nuovo.

Guardi la mano del vento accarezzare il pascolo…

… lo sguardo corre indietro agli ultimi sette mesi… a com’è evoluta la vita altrui e la tua…

Guardi quello che potresti offrire…

Guardi l’evoluzione di vita che altri portano avanti… e tu te ne stai ferma nel tuo castello…

 

 

Un castello che per cambiare qualcosa sarebbe da mettere in vendita…

 

Chi mai vorrebbe comperare il castello….?

 
 
 

Rewind…

Post n°319 pubblicato il 10 Aprile 2009 da ascoltaliconilcuore

 

A volte basta anche un sorriso, per farti scivolare la fatica dalle spalle, per cancellare la polvere dal tuo viso… basta quel debole sorriso fatto di ultime forze rimaste…

 

 

… era maggio e tu avevi l’età che ho io ora… ed io avevo l’età di quei bambini che non sorrideranno più al sole.

… era settembre e tu avevi l’età che ho io ora…. ed io avevo la stessa età di quei bambini che oggi chiedono perché…

Quella bambina che oggi è cresciuta e si è resa conto della realtà di allora… realtà che allora, per fortuna, le era stata fatta scivolare addosso quasi con leggerezza.

 

Altri anni, addirittura un altro secolo.

Tutto era diverso… tutto era uguale.

Dopo le prime avvisaglie spesso ci si trovava con il naso all’insù a controllare se il lampadario dondolava… in quel caso dovevamo assolutamente scappare lontano dalle case.

Scappare… ti resta dentro quella sveglia che al rumore sordo, quasi di un aereo grosso e pesante che vola a bassa quota, ti fa cercare subito qualcosa di appeso per vedere se devi fuggire.

Ti resta nelle orecchie quel rumore… è impresso a fuoco nel tuo cervello… tanto che dopo anni ti farà passare dallo stato di quiete alla fuga prima che chi si trova vicino a te si renda minimamente conto di cosa può esser accaduto.

Ti resta talmente dentro che durante la guerra nell’ex jugoslavia, passi la notte all’erta cercando di capire se quel cargo che sfiora il tetto è un aereo o qualcosa d’altro.

 

Altri anni…

Anni in cui lo zaino era sempre pronto nel piano basso dell’armadio, sopra c’è la tua tuta fosforescente ed assieme alla tua divisa c’è anche la loro… una pettorina che sarà il loro lascia passare ovunque. Schedati loro come te allora, volontari loro come te.

Resti volontario nell’animo anche se non sei più operativo ne tu ne loro… eppure la scintilla si sveglia ancora, anche oggi dopo anni.

 

Come cambia la vita…

 

… è aprile e la terra reclama un sacrificio…

… è aprile e chi ha già provato cosa vuol dire è già pronto ad aiutare… quasi una sorta di liberazione aiutare chi sta vivendo un dramma conosciuto. Com’è assurda la mente umana… o com’è talmente speciale che per sanare vecchie ferite fa correre in aiuto di chi è appena stato violato.

Quasi a mostrare che si può andare avanti, che si può ricostruire, che si può tornare a vivere nonostante tutto… e che nonostante tutto il dolore e la sofferenza passati si ha la capacità, la forza e la voglia di aiutare.

Quasi a far vedere all’orcolat che la sua cattiveria ci ha reso persone ancora migliori.

 

Quando la “colpa” di quel che accade è della natura non ci sono se... ma… però… c’è solo da pensare che tutto può accadere e mai si è preparati.

 

Coraggio… dignità… forza… e perseveranza devo animare tutti nel momento della disgrazia.

Tutti possiamo fare qualcosa anche di piccolo nei confronti di chi ha bisogno ora anche della cosa più piccola.

 
 
 

... piove ...

Post n°318 pubblicato il 30 Marzo 2009 da ascoltaliconilcuore

Movimenti veloci e maldestri scivolano in quel cielo con tutte le tonalità di grigio presenti. Leggere gocce d’acqua riempiono gli invisibili spazi lasciati dalle piogge precedenti. Piccoli laghi ovunque nella campagna, e il cielo promette ancora acqua, forse a completare la sua opera di distruzione. E li a giocare tra le gocce d’acqua tre papere si inseguono. Sembrano ragazzini che giocano a libera alta.. loro forse giocheranno a libera bassa. Le vedi tuffarsi in quel canale che ormai è troppo pieno. Quasi che il tuffo faccia uscire dagli argini qualche goccia.

La piccola mosca incollata allo specchietto laterale dell’auto pare entusiasta del passaggio fornitole. Le ali ora si alzano e si spostano e mantenere l’equilibrio a quella velocità… chissà dove andrà…

E mentre assorta guardi quella mosca, e mantieni la velocità costante quasi a tenerla ancora un po’ con te, a farti compagnia per un pezzo di viaggio… qualcosa ti sfreccia davanti all’auto. Il tempo di voltare lo sguardo e vedere altri due uccelli rincorrersi giocosi… un sorriso allarga lo sguardo..

......le prime due rondini sono arrivate! Anche quest’anno la primavera le ha aspettate… anche quest’anno sono tornate.

Guardi la mosca nello specchietto e mentalmente le passi la tua gioia… tutto normale.. tutto che si ripete… che meraviglia ritrovare anche quest’anno la solita natura che ti avvisa del passare delle stagioni.

 

Dopo tre chilometri allo stop credi la tua compagna di viaggio sia bella che moribonda... ed invece volge la testa apre le ali e se ne va. Tre chilometri per una mosca quanti potrebbero essere per noi uomini?

Continui il tuo viaggio guardando quello splendido airone bianco con le zampe completamente immerse nell’acqua… speriamo smetta di piovere ed il sole dia quell’energia che serve a tutte le piante per sfoderare la loro bellezza.

 

… le rondini controllano i loro nidi… speriamo tornino tutte le coppie dello scorso anno a castello.

 
 
 

E se volesse la patente?

Post n°317 pubblicato il 25 Marzo 2009 da ascoltaliconilcuore

La preoccupazione che, man mano che gli abitanti di castello giungono alla maggior età, chiedano il salto di qualità… la maggior età porta a sentirsi padroni del mondo… a sentirsi alla pari di tutti gli altri… il giorno prima sei minorenne… il giorno dopo non più.

 

Ti guardo e mi guardi con quegli occhi d’ambra… diciotto anni piccola. Diciotto anni di vita insieme.. giorno dopo giorno.

Il ricordo di quel minuscolo topolino di poche ore tutto spelacchiato e bagnato nascosto nella cuccia del cane… mamma gatta ancora incapace di capire cos’era accaduto… ed il suo immenso orgoglio quando vi abbiamo messe nella vostra cesta. Il biberon a dieci quindici pasti al giorno, che mamma gatta non sapeva che doveva pure allattarti… la foto di te, piccolo essere con il pelo irto a dieci giorni di vita, sul piumone bianco… tu una piccola macchiolina nera.

 

Diciotto anni di vita insieme… quanta vita vissuta insieme. Quasi tutto abbiamo condiviso. E tu adesso hai raggiunto quella che per noi umani è la maggior età… l’età in qui finisce la fanciullezza e si diventa adulti… o lo si dovrebbe diventare… e tu? E tu invece amica mia sei nella fase discendente della vita ormai. Eppure… a guardarti… si beh diciamo che si vede che sei un gatto campagnolo, che non frequenti beauty farm, o toilette per gatti e quindi la tua pelliccia lascia molto a desiderare… però… i tuoi occhi da sempre perfidi splendido contrasto con la tua dolcezza, i tuoi denti bianchissimi ed aguzzi… mai usati contro qualcuno o qualcosa di diverso dai tuoi croccantini. Insomma a guardarti in faccia potresti ancora esser scambiata per una giovanotta!

Eppure diciotto ormai son compiuti! E ti guardo mentre avanzi zoppicando per la tua artrite, e ti guardo mentre controllo se siamo arrivati al momento in cui per farti salire sul divano dovrò intervenire in tuo aiuto.

 

E tu mi guardi.

Il tuo sguardo in cui non son mai riuscita a leggere nulla ed alla fine ci ho pure rinunciato.

Diciotto anni… tre mesi fa ci ha lasciato tuo fratello di quattro mesi più giovane di te…

 

Un sospiro…

 

… speriamo veramente tu non mi chieda la patente!

 
 
 

... sarą primavera..

Post n°316 pubblicato il 18 Marzo 2009 da ascoltaliconilcuore

…. Taglia!

…. °@*# … davvero?

… si! TAGLIA!

 

Gli occhi si illuminano attraverso lo specchio, e riflettono quella vena di sana pazzia che attraversa la mente in quell’istante. Sorridono come quelli di un bimbo che ha appena fatto una marachella e cerca di nasconderla.. nonostante sia palese che è stato lui.

 

La forbice in una mano, nell’altra una coda selvaggia… due colpi netti… “vedrai che non te ne penti”.

Ciocche dal colore dell’autunno ed inverno appena passati, dal biondo scuro al quasi bianco, riccioli ormai contorti su se stessi adagiati sul pavimento.

 

… saranno venti centimetri, quasi quasi me ne tengo una ciocca… saranno anche trenta centimetri.

 

Io li taglierei ancora sai? Si uno di quei tagli sbarazzini leggeri e primaverili… che se poi torna il freddo come minimo ti servono tre sciarpe a proteggere gli acciacchi dell’età…

… o forse ormai non hai più l’età per portare uno scoiattolo in testa. O forse la sanità di mente altrui ti aiuta a non commettere imprudenze esagerate.

 

E ti guardi allo specchio e pensi a come sarà il risultato quando a metterci le mani sarai tu…

Mah… proviamo… tanto poi con pazienza ricrescono.

 

Ti specchi negli occhi delle persone… hai tagliato i capelli?!? Ebbene si! Non sono stati spuntati… sono proprio stati tagliati!

 

E quel dolce e delicato angelo dai fluenti capelli ondulati biondi ha lasciato posto ad un dispettoso putto dal cascetto selvaggio.

 
 
 

Primavera... forse

Post n°315 pubblicato il 09 Marzo 2009 da ascoltaliconilcuore

Visioni periferiche. Captando un movimento al di fuori dello spazio visivo, la testa non si muove per far rientrare quel movimento all’interno del suo spazio visibile.. attende il prossimo lieve passo per poi girarsi di scatto, e capire che quel movimento verde fluorescente esiste veramente.

Ah eccoti li finalmente!

 

Sono mesi che spero ed aspetto pazientemente di vedere se uscirai dalla tua tana e potrò finalmente salvarti da morte certa. Sicura quando avevo ritirato la piccola foresta, che abita il castello nei gelidi mesi invernali, che nessuno si fosse rifugiato all’interno di contorti rami, mi accorgevo dopo qualche settimana che qualcuno invece vi si era fatto una tranquilla tana.

Quel giorno il panico nel momento in cui, bagnando una delle tante piante, sentivo quello stridio che poteva lontanamente assomigliare ad un topo.. una talpa… o forse una biscia?!!? L’abbandonare immediatamente il bagna fiori, allontanarsi di qualche metro ed attendere che chi aveva “parlato” facesse mostra di se. Chi aveva più paura in quel momento non saprei… so quanta adrenalina scorreva nelle mie vene!

 

Due minuti… cinque… dieci… il cuore si era calmato e la razionalità aveva nuovamente preso il sopravvento… e con la pila in mano mi apprestavo a controllare tra le liane chi si fosse intrufolato. Due enormi occhi neri spalancati su quella luce che li dentro non filtrava mai… e tu piccola raganella quasi a implorare di poter restare in quell’angolino tranquillo. Molti occhi sono venuti a curiosare nel tuo angolino, molte luci hanno infranto il tuo dolce riposo… tu sempre li, io sempre a sperare di poterti un giorno restituire la libertà.

 

E ieri sera finalmente ci sono riuscita.

Enorme raganella verde fosforescente, te ne sei uscita chissà quando dalla tua piccola tana e chissà da quanto vagavi beata per i pavimenti del castello. Sei in ottima forma a quel che vedo, nulla di questo pessimo inverno ti ha toccata.. ma adesso piccola mia… prima che comincino i tuoi concerti notturni ti porto nel prato.

Nel prato in cui troverai un’altra piccola tana qualora la temperatura esterna non fosse ancora di tuo gradimento, ma troverai anche la giusta umidità che ti permetterà di vivere.

 

Ciao piccola amica… buona primavera!

 
 
 

... castello

Post n°314 pubblicato il 06 Marzo 2009 da ascoltaliconilcuore

Guardare da lontano nella notte buia e nebbiosa castello. Ora completamente illuminato a dar di se completa visione. L’unico perso li in mezzo alla campagna, l’unico ad attirare attenzione con la sua illuminazione.

Gli abitanti della valle preoccupati per tanta visibilità… pensieri tipo “…meglio tenere spente le luci così i ladri non vedono…” e già perché i ladri aspettano che castello sia ben illuminato per “vedere”… e pensare che le luci son messe apposta per poter vedere da dentro castello cosa accade al di fuori… mah

Pensieri contorti negli abitanti del castello.

Pensieri contorti per gli abitanti della valle.

Chi avrà mai ragione?

E chi lo sa…

 

Castello ha finalmente un altro ponte elevatoio funzionante. Dopo anni ed anni in cui quel ponte è sempre stato “aperto” oggi si chiude. Si chiude verso chiunque in questi anni abbia approfittato dell’assenza degli abitanti per entrare a curiosare, ma soprattutto a prendere cose non loro… si temo il termine esatto sia rubare… ma siccome la proprietà privata sembra non esistere più e non può esser protetta diciamo che tali cose hanno cambiato posto di loro spontanea volontà.

 

Prossimo atto.. chiudere il cancelletto del lato campagna.

Pensare quante abitudini altrui cambieranno… pensare come si inizierà a chiedere di poter entrare o meglio avvisare quando si dovrà entrare.

 

Abitanti del castello pronti a blindare il loro regno.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: ascoltaliconilcuore
Data di creazione: 07/10/2006
 
 

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