Creato da: enrico.passani il 26/05/2010
Racconti tra le Apuane e il Mare Tosco-Ligure

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

enrico.passanipgmmanatsannRaineriRenatocalleguadianaemmefishlo.svizzerodaniela19712011MarquisDeLaPhoenixgianniristoledydellanottebenjamin_longbowcarlartenorman.stansfieldGenndy
 

Ultimi commenti

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« L'Angelo SeneseLa Collina degli Dei »

L'Angelo Senese

Post n°154 pubblicato il 26 Ottobre 2013 da enrico.passani

 

 

 

D’improvviso un vento di brace  che   dal mare investiva  la pianura, sfogando sulla collina la sua ira, penetrò dalla  finestra aperta, trasportando odore di salmastro e di bosco, investì le nostre facce , scosse il nostro silenzio.

-  Non chiuda la finestra -, frenò il mio gesto d’accostare le persiane.

. - questa atmosfera da  “Cime Tempestose”  mi piace  -. .La casa godeva ancora di  un  fascio di sole, dimenticato dal temporale in arrivo,  sotto di noi, nuvole opache, imprigionavano la luce di luglio. Forse sul mare, le naiadi cavalcavano onde furiose e le ninfe del paese, inseguite  invano da Pan, s’erano già rifugiate nel laghetto del bosco.

Un fulmine saettò nel cielo, seguito da un tuono secco, come lo scoppio di una granata. Lei tremò di paura, riducendo lo spazio tra noi.  Non osai ancora abbracciarla, ma era  il momento di  chiederle se era pronta  a compiere un atto volontario di reciproco amore.. Il rombo del temporale aveva dissolto le remore caratteriali del mio passato, non esitai  più a dirle: - Facciamo all’amore? . Sorrise: - Te lo dirò dopo che mi’avrai baciato -.

Non disse altro, parlò per lei la sua natura appassionata.  Non trascurammo i nostri corpi, .mentre ci liberavamo dei vestiti,  Le mani, labbra, le bocche, s’ immersero in ogni cavità segreta, assaporarono ogni sporgenza. Ci trascinava la spinta   di un’intimità straordinaria,  la voglia d’aggrapparsi ad un’occasione erotica che non avremmo goduto più, la certezza dell’inizio e della fine di un breve incontro irripetibile.  Forse, almeno io m’illudevo,  che. l’amore che  mi offriva, che io le davo, aveva la forza di un sentimento che non sarebbe svanito  nei ricordi della vita.

Mentre la penetravo, sentii sulla schiena  goccioloni  freddi  di pioggia, portati dal vento che sferzava le persiane ancora aperte. Avrei sopportato ben altro, mentre mi perdevo nella felicità di sentirmela intera tra le braccia, sopra e sotto di me. Non ci pervadeva l’inconscia inquietudine degli amanti, la loro fretta di scordare  l’angoscia esterna del mondo. Per me era  come  sesso coniugale,  cadenzato con il ritmo del cuore,  simile ad un rito pagano di fertilità, che mi ricompensava di lunghe attese,  nella solitudine crepuscolare della mia vita. Nessun rimpianto  d’innocenza perduta, niente senso penitenziale del peccato, rimasto come un eco dell’adolescenza, solo quella gioia del corpo, la libertà sensuale, di una reciproca  passione..

Quando   avvertii i palpiti dell’orgasmo. per una frazione infinitesimale di secondo  cercai di ritrarmi, un meccanismo abituale, che scattava nelle mie saltuarie relazioni sessuali, un po’  per l’egoismo di non cercarmi guai, un po’per il rispetto di non guastare l’integrità fisica della partner, qualche volta già dotata di prole.

Lei invece mi strinse a se con forza, inarcò i fianchi, come per non perdere una sola goccia de mio seme.

     

       Il vento che stava cessando, spingeva pigramente le nuvole  verso altri paesaggi.  Dal  letto d’amanti in riposo, le vedemmo scorrere nel riquadro della finestra. Lei  sembrava assorta a seguirne il  viaggio silenzioso. Sentivo il dovere di parlarle,  invece,  fu  lei a sorprendermi con una domanda: -  Perché hai chiuso il tuo simpatico negozio e abbandonando la tua città per isolarti qui?-.

-  Te lo spiegherebbe meglio di me il mio psicanalista di fiducia, se mai  avessi trovato il coraggio d’andare in analisi da uno strizzacervelli,  comunque ci proverò.   Un inverno dopo l’altro, mi sentivo sempre più circondato da ombre impenetrabili.  Gli abitanti del centro storico mi passano davanti come fantasmi, sempre più vecchi, e poi qualcuno  spariva, non lo vedevo più salutarmi, dall’esterno della mia vetrina.

Le sere, all’ora di chiusura, anch’io mi affrettavo come un ricercato verso casa per immergermi nella luce di un lampadario, sperando di liberarmi da una sensazione di freddo interiore, presagio di “thanatos”,  pulsione di morte, come direbbe in buon vecchio Freud, da una ragnatela di fastidiosi ricordi di passate relazioni sentimentali, finite male.

Per guarirne era indispensabile cambiare aria, una decisione che presi percorrendo l’Aurelia in macchina, quando vidi questo paese sulla collina, uscire dalla foschia dopo una breve pioggia, mi tornò alla mente “Brigadoon”, un vecchio film  di Vincente Minelli, visto da ragazzo. L’hai mai rivisto in televisione? -.

-  No, mai -.

-  La storia fantastica di un villaggio  che appare  un giorno ogni cento anni, tra  la nebbia in una vallata remota della Scozia. Due americani,  gli attori Gene Kelly   e Van Johnson, in  gita nel luogo, fanno in tempo ad  innamorarsi di due fanciulle del posto, ma il paese scompare e non riapparirà che dopo un altro secolo. Rientrati  a New York con il cuore a pezzi, ,l’infelicità li spingerà  a tornare nella sperduta valle scozzese, dove l’intensità del loro amore  avrà la forza di vincere  il sortilegio  del tempo, Il paese riapparirà nella nebbia e  Gene Kelly e Cid Charisse  balleranno meravigliosamente  per un altro secolo -.

-  Così arrivasti quassù per incontrare una Cid Charisse, prima  che il paese  sparisse come “Brigadoon”? -.

-   Forse fu proprio così. Cambiai immediatamente itinerario per conoscere ed esplorare il paese. Mentre la macchina arrancava sulla strada, mi arrivavano i profumi di terra bagnata, d’erbe aromatiche, di piante e  d’aria sfumata di mare. A poco a poco percepivo un benessere che non avevo mai provato, iniziavo a scordare le mie paure, a sentirmi ottimista. Per me fu come immergermi nell’atmosfera magica, di un posto dimenticato dal mondo che lacerava la vita delle città in  pianura, d’ascoltare ancora   nel vento il canto antico della natura.

Ma  tu a quale fascinazione  hai ubbidito per cercarmi in questo villaggio, perché  a un angelo di legno colorato, devo il miracolo del tuo amore? -.

Si sollevò un poco, puntellandosi sul gomito per guardarmi meglio, per comprendere se  una sua confidenza l’avrei accudita   in segreto  Del  resto, chi meglio di me  poteva  ascoltarla senza giudicarla criticamente,  lei lo sapeva, aveva ascoltato  il mio bizzarro racconto  condito con le nevrosi adorate dagli psicanalisi del globo.      

 Aspirò un attimo  prima di parlare.

-  Desidero con tutto il cuore che la mia Madonna non resti sola, ha perso come me un figlio, mi ha visto piangere di disperazione, conosce la tristezza di una donna che al bagno fresca come una rosa spruzzata  di rugiada, dimentica del resto del mondo per guardare come un’innamorata l’angelo sopra il cassettone, che, la sera prima avevo spolverato con minuzia, e accarezzato con la manica di cachemire di un vecchio pullover, per ravvivarne la  patina colorata..

-  Cent non può più procreare, d’ora in avanti l’angelo le terrà compagnia  - .

-  E’ come lo ricordavo, bellissimo. Quanto è alto? -.

   Il suo seno nudo era come una calamità,  così perfetto che avrei voluto baciarlo di nuovo, ma nei suoi occhi spuntarono  lacrime di un dolore mai rimosso. Non era il tempo per una replica erotica. Allungai una mano per accarezzarle i capelli: - Sono sicuro che andrà tutto bene -. Non sapevo dirle altro.

Si asciugò gli occhi con il dorso della mano: -  Devo andarmene, ho una cena a Forte dei Marmi. Domani ti farò un bonifico bancario. Tra un paio di giorni un mio dipendente verrà a ritirare l’angelo, puoi fargli un soffice imballaggio? -.

-  Si, sta tranquilla arriverà senza danni -.

     L’accompagnai fino all’auto. Mi ringraziò prima di salire: - E’ stato un bel pomeriggio -.

    Le bacia la mano, osservai la sua partenza fino a che non sparì  dietro la prima curva, Se me l’avesse chiesto, avrei  abbandonato la magica solitudine del paese e molto altro, per seguirla ovunque nel mondo. Ma sapevo che il suo ambiente di vita era un altro, mi rimaneva  la consolazione  d’immaginarla nella villa rinascimentale, sulle colline della val  D’Orcia, sorridente tra ministri e ambasciatori. nel salone con l’angelo e la madonna.

Il mare luccicava lontano,  Sotto il sole, dalla pianura non veniva una voce, un suono collettivo, muto il nastro dell’autostrada e un treno che transitava..Quel silenzio per la prima volta mi sgomentò. Arrivò alle mie spalle Nicola: -  E’ andata via la bella signora? -, chiese , senza mostrare alcuna fastidiosa curiosità.

-  Si, é ripartita, è venuta per riprendersi un pezzo antico che avevo conservato per lei-.  

Non era per niente indiscreto, mollò il discorso “bella signora”  per informarmi: -:Sai che stasera c’è la festa in piazza, il paese compie  proprio oggi ottocento anni.   Verranno in parecchi  a ballare dai borghi vicini -.

 -  Proprio come a Brigadoon -, pensai.

Nicola continuò: - Vado a comprare il pesce, al porto  per la cena., mi accompagni?  Ci berremmo un  paio di aperitivi prima del tramonto  -. Colse un’esitazione:,  avrei preferito restare solo, continuando a respirare il suo profumo, che  sentivo addosso,inoltrarmi nel bosco bagnato, fino al laghetto, per provare con l’invisibile

Pan,  l’illusione di spiare le ,ninfe, pensando ancora a lei appassionatamente..

 - Allora vieni? -., Sollecitò ancora Nicola, l’amico di conversazioni  invernali, da anti ad una bottiglia del suo vino riserva.

.- Si,  andiamo -.

 

 

 

 

.

 

 

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/IlPuttoBarocco/trackback.php?msg=12449481

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
pgmma
pgmma il 01/09/16 alle 08:30 via WEB
non mi č chiaro l'intento di questo racconto, non perfettamente curato
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963