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«Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l'adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.» Pablo Neruda

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GIBRAN - IL DOLORE

 E una donna disse: Parlaci del Dolore.
   E lui disse:
   Il dolore è lo spezzarsi del guscio che racchiude la vostra conoscenza.
   Come il nocciolo del frutto deve spezzarsi affinché il suo cuore possa esporsi al sole, così voi dovete conoscere il dolore.
   E se riusciste a custodire in cuore la meraviglia per i prodigi quotidiani della vita, il dolore non vi meraviglierebbe meno della gioia;
   Accogliereste le stagioni del vostro cuore come avreste sempre accolto le stagioni che passano sui campi.
   E veglieresti sereni durante gli inverni del vostro dolore.
   Gran parte del vostro dolore è scelto da voi stessi.
   E' la pozione amara con la quale il medico che è in voi guarisce il vostro male.
   Quindi confidate in lui e bevete il suo rimedio in serenità e in silenzio.
   Poiché la sua mano, benché pesante e rude, è retta dalla tenera mano dell'Invisibile,
   E la coppa che vi porge, nonostante bruci le vostre labbra, è stata fatta con la creta che il Vasaio ha bagnato di lacrime sacre.

 

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« La Ruota dell'Anno Celtico...I Santi Angelo Branduardi »

Samhain

Post n°248 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da siriusblack.v
 

LA TRADIZIONE CELTICA E I DRUIDI: 

LA NOTTE DI "SAMHAIN" 

La notte tra il 31 ottobre e il 1° Novembre era il momento più solenne di tutto l'anno druidico e rappresentava per i Celti la più importante celebrazione del loro calendario ed era chiamata la notte "notte di Samhain".
Samhain era il primo giorno dell'inverno e la fine di un anno pastorale.
Era il tempo in cui la notte era più lunga del giorno, le ultime mele erano raccolte, e l'anno iniziava di nuovo con la sua fredda metà oscura. Era chiamato anche Samhiunn, Hallowe'en o Trinoux Samonia, cioé "Tre Notti di Fine Estate".
"Samhain" significava "tutti i morti" o "tutte le anime" e rappresentava la fine dell'estate e l'inizio del periodo invernale.

La "Notte di Samhain" era, in pratica, il Capodanno dei Celti.

Tutte le leggende più importanti in cui si narrano cicli epici, antiche saghe, grandi battaglie e si racconta di re e eroi, si svolgevano nella notte di "Samhain". Molte di queste leggende riguardavano la fertilità della Terra e il superamento cosmico, il terrore e il panico e l'inizio del regno semestrale del Dio delle Tenebre: "Samhain" (Samain, Samhuin). 
In verità non esistono testimonianze archeologiche o letterarie per poter affermare esattamente se "Samhain" indicasse solamente un periodo dell'anno o fosse una divinità.

Per i Celti, che erano un popolo dedito all'agricoltura e alla pastorizia, la ricorrenza che segnava la fine dei raccolti e l'inizio dell'inverno assumeva una rilevanza particolare in quanto la vita cambiava radicalmente: i greggi venivano riportati giù dai verdi pascoli estivi, e le persone si chiudevano nelle loro case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali passando il tempo a raccontare storie e a fare lavori di artigianato, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende.

I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno (31 Ottobre) "Samhain", Signore della Morte, Principe delle Tenebre, chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti e temevano che in tale giorno tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese, permettendo agli spiriti dei morti e anche ai mortali di passare liberamente da un mondo all'altro (Altromondo o Sìdh). Nel giorno di Samhain il velo fra il mondo dei viventi e l'aldilà si faceva più sottile, permettendo alle anime di mostrarsi o di comunicare con i viventi.
Credevano, infatti, che i morti risiedessero in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge e ritenevano che a volte i morti potessero soggiornare assieme al Popolo delle Fate nelle collinette di cui il territorio scozzese ed irlandese è contornato.

In alcune regioni, in particolare nelle Highlands scozzesi, i giovani uomini percorrevano i confini delle fattorie, dopo il tramonto, tenendo in mano delle torce fiammeggianti per proteggere le famiglie dalle Fate e dalle forze malevole che erano libere di camminare sulla terra quella notte. Samhain era visto come un momento il cui si poteva facilmente prevedere il futuro e i Druidi lo consideravano uno dei momenti migliori per predire la fortuna.

Una leggenda riferisce che tutte le persone morte l'anno precedente tornassero sulla terra la notte del 31 ottobre, in cerca di nuovi corpi da possedere per l'anno avvenire, così nei villaggi veniva spento ogni focolare per evitare che gli spiriti maligni venissero a soggiornarvi.

La sacra relazione della vita con la morte era consacrata nella vigilia di "Samhain". Questo rito consisteva nello spegnere il Fuoco Sacro sull'altare e riaccendere il Nuovo Fuoco (che simboleggiava l'arrivo del Nuovo Anno) il mattino seguente al quale si attingeva per assicurarne di nuovo la presenza e il calore in tutte le case. I Druidi si incontravano sulla cima di una collina in un'oscura foresta di querce (albero considerato sacro) per accendere il Nuovo Fuoco e offrire sacrifici di sementi e animali. Danzando e cantando intorno al focolare fino al mattino, si sanciva il passaggio tra la stagione solare e la stagione delle tenebre. Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del fuoco presso ogni famiglia che provvedeva a riaccendere il focolare domestico, che veniva poi tenuto sempre acceso per il resto dell'anno. Un'altra ipotesi è che fossero i membri di ciascuna famiglia ad accendere le torce da riportare indietro per alimentare il focolare domestico. Spegnere il fuoco simboleggiava che la metà oscura dell'anno (quindi la morte) stava sopraggiungendo mentre l'atto di riaccenderlo era simbolo di speranza e di ritorno alla vita, dando così a questo rifiuto la rappresentazione ciclica del tempo.
Coincidendo con il momento in cui il bestiame doveva essere messo nelle stalle a trascorrere la stagione fredda, la celebrazione di Samhain coincideva con la sua selezione e con una "macellazione generale" (aspetto della morte), occasione di un solenne banchetto (aspetto della vita).
Le riunioni delle cinque province irlandesi a Tara Hill, la dimora del re irlandese, avevano luogo a Samhain. Durante questi raduni si tenevano corse di cavalli, fiere, mercati, assemblee e discussioni politiche, gare di poesia e tutti i rituali per la fine dell'estate.
In molte culture pastorali, l'inverno era considerato con una miscela di anticipazione e timore. Samhain era l'ultimo anelito dell'estate, un tempo di banchetti disinibiti, balli e festeggiamenti. Era un tempo di abbandono; il momento di abbandonare ogni bagaglio non desiderato, paure ed attitudini, proprio come gli alberi lasciano cadere le loro foglie. Così le vite degli uomini venivano allineate ai cicli sacri della natura.

Alcune leggende narrano di come i Celti bruciassero coloro che ritenessero "posseduti" come avvertimento per gli Spiriti. Gli spiriti maligni potevano infatti prendere forme differenti, anche di animali, la più malvagia era quella di gatto. Quindi al crepuscolo veniva riacceso il fuoco con il quale si bruciavano offerte, si facevano scongiuri e si lanciavano incantesimi per allontanare dal villaggio le anime dei morti, e guidarle nelle Terra dei Morti. Infatti gli antichi Celti temevano specialmente il momento del crepuscolo poiché credevano che gli spiriti potessero vagare sulla Terra.
Con il loro aiuto "Samhain" (la terribile divinità della notte) avrebbe potuto imprigionare e uccidere il Sole, senza il quale tutto sarebbe tutta la vita sarebbe terminata. Era quindi necessario offrire dei sacrifici per placare gli spiriti erranti e per ossequiare la divinità. Un'antica leggenda medievale riporta che in Irlanda al tempo di San Patrizio in un luogo denominato Mag Sleht ogni primogenito fosse sacrificato nella notte di "Samhain" in onore di Cromm Cruac che era una divinità maligna.

 
 
 
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LUIS ROYO

 

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GIBRAN-LA LIBERTà

E un oratore disse: Parlaci della Libertà.
   E lui rispose:
   Alle porte della città e presso il focolare vi ho veduto, prostrati, adorare la vostra libertà,
   Così come gli schiavi si umiliano in lodi davanti al tiranno che li uccide.
   Sì, al bosco sacro e all'ombra della rocca ho visto che per il più libero di voi la libertà non era che schiavitù e oppressione.
   E in me il cuore ha sanguinato, poiché sarete liberi solo quando lo stesso desiderio di ricercare la libertà sarà una pratica per voi e finirete di chiamarla un fine e un compimento.
   In verità sarete liberi quando i vostri giorni non saranno privi di pena e le vostre notti di angoscia e di esigenze.
   Quando di queste cose sarà circonfusa la vostra vita, allora vi leverete al di sopra di esse nudi e senza vincoli.

   Ma come potrete elevarvi oltre i giorni e le notti se non spezzando le catene che all'alba della vostra conoscenza hanno imprigionato    l'ora del meriggio?
   Quella che voi chiamate libertà è la più resistente di queste catene, benché i suoi anelli vi abbaglino scintillando al sole.

   E cos'è mai se non parte di voi stessi ciò che vorreste respingere per essere liberi?
   L'ingiusta legge che vorreste abolire è la stessa che la vostra mano vi ha scritto sulla fronte.
   Non potete cancellarla bruciando i libri di diritto né lavando la fronte dei vostri giudici, neppure riversandovi sopra le onde del mare.

Se è un despota colui che volete detronizzare, badate prima che il trono eretto dentro di voi sia già stato distrutto.
   Poiché come può un tiranno governare uomini liberi e fieri, se non per una tirannia e un difetto della loro stessa libertà e del loro orgoglio ?
   E se volete allontanare un affanno, ricordate che questo affanno non vi è stato imposto, ma voi l'avete scelto.
   E se volete dissipare un timore, cercatelo in voi e non nella mano di chi questo timore v'incute.
   In verità, ciò che anelate e temete, che vi ripugna e vi blandisce, ciò che perseguite e ciò che vorreste sfuggire, ognuna di queste cose muove nel vostro essere in un costante e incompiuto abbraccio.
   Come luci e ombre unite in una stretta, ogni cosa si agita in voi.
e quando un'ombra svanisce, la luce che indugia diventa ombra per un'altra luce.
   E così quando la vostra libertà getta le catene diventa essa stessa la catena di una libertà più grande.

 

RAIN

 

GIBRAN...L'AMORE

Allora Almitra disse: parlaci dell'Amore.
   E lui sollevò la stessa e scrutò il popolo e su di esso calò una grande quiete. E con voce ferma disse:
   Quando l' amore vi chiama, seguitelo.
   Anche se le sue vie sono dure e scoscese.
e quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui.
   Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire.
   E quando vi parla, abbiate fede in lui,
   Anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.

   
Poiché l'amore come vi incorona così vi crocefigge. E come vi fa fiorire così vi reciderà.
   Come sale alla vostra sommità e accarezza i più teneri rami che fremono al sole,
   Così scenderà alle vostre radici e le scuoterà fin dove si avvinghiano alla terra.
   Come covoni di grano vi accoglie in sé.
   Vi batte finché non sarete spogli.
   Vi staccia per liberarvi dai gusci.
   Vi macina per farvi neve.
   Vi lavora come pasta fin quando non siate cedevoli.
   E vi affida alla sua sacra fiamma perché siate il pane sacro della mensa di Dio.

   Tutto questo compie in voi l'amore, affinché possiate conoscere i segreti del vostro cuore e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della vita.
   Ma se per paura cercherete nell'amore unicamente la pace e il piacere,
   Allora meglio sarà per voi coprire la vostra nudità e uscire dall'aia dell'amore,
   Nel mondo senza stagioni, dove riderete ma non tutto il vostro riso e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
   
   L'amore non da nulla fuorché sé stesso e non attinge che da se stesso.
   L'amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
   Poiché l'amore basta all'amore.
   
   Quando amate non dovreste dire:" Ho Dio nel cuore ", ma piuttosto, " Io sono nel cuore di Dio ".
   E non crediate di guidare l'amore, perché se vi ritiene degni è lui che vi guida.
   
   L'amore non vuole che compiersi.
   Ma se amate e se è inevitabile che abbiate desideri, i vostri desideri hanno da essere questi:
   Dissolversi e imitare lo scorrere del ruscello che canta la sua melodia nella notte.
   Conoscere la pena di troppa tenerezza.
   Essere trafitti dalla vostra stessa comprensione d'amore,
   E sanguinare condiscendenti e gioiosi.
   Destarsi all'alba con cuore alato e rendere grazie per un altro giorno d'amore;
   Riposare nell'ora del meriggio e meditare sull'estasi d'amore;
   Grati, rincasare la sera;
   E addormentarsi con una preghiera in cuore per l'amato e un canto di lode sulle labbra.

 

PREMIO1

Premio Brillante WeBlog

Ricevuto da:

Dracula56


Che cos' è il Premio Brillante Weblog?

Il Premio Brillante Weblog

viene assegnato a siti e blog che si

distinguono nella loro

brillantezza sia nei temi che nel design

il suo scopo è di promuovere e gratificare

più o meno tutti nella blogsfera mondiale

 

PREMIO2

Premio brillante weblogive

Questo premio mi и stato assegnato da  DRACULA56

 Il premio "Brillante Webloglive" ha lo scopo di promuovere la bloglive nel mondo. Viene assegnato ai siti o blog che risaltano per la loro  brillantezza nel design e nei contenuti.

 
 
 

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