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Creato da: Lucien.Chardon il 26/03/2009
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“Quella che non sei”

Post n°134 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da Lucien.Chardon

 

Se c'è una cosa che mi meraviglia e sconcerta, quella è il fato.

Eh già, già, già ... proprio così il fato.

E' proprio il fato che ancor oggi riesce a sollecitare in me sentimenti contrastanti e intensi, che mi fanno dubitare della forza della ragione, che mi portano ad irridere “le impennate del logos” degli illusi: gli uomini flemmatici e razionali che pensano di dominare completamente la propria vita.

E non mi venite a raccontare che a voi il fato  non vi fa questo effetto perchè non ci credo ...

Non ci credo e basta!

Se siete delle persone sensibili, di certo in queste righe avrete sicuramente scorto qualcosa di strano, incongruente, inconcludente ... è  vero?

No, non sono sotto l'effetto del vino e neanche di qualche altra sostanza particolare, ma sicuramente queste parole sono un pochino confuse, scritte con un linguaggio sciatto, trito … sapete perchè?

Perchè quando sento parlare del fato o semplicemente mi soffermo a pensarci, mi si accappona la pelle ed il mio organismo subisce uno strano cambiamento: orripilazione, dilatazione delle pupille, irrigidimento  muscolare, perdita di controllo…

Insomma avete presente Fantozzi quando prende la scossa, ecco proprio così!

Il fato, il fato...

Dalle mie parti, quando un  tapino rimane vittima di qualche increscioso incidente del quale non ci si sa dare la spiegazione, la gente che commenta il fatto adopera sempre la stessa frase: "Mmm fu u distinu, mischinu!" (cfr. è stato il destino, poveretto!).

Ecco quando sento questa frase entro in ambascia e vorrei trovarmi in Antardide, al riparo di un igloo, o in Messico sotto un sombrero, appisolato sul gradino di un patio, intorpidito di tequila e indolenza.

Perchè il destino piove dall'alto, non ci puoi fare niente, è come una tegola che ti piomba in testa mentre te ne vai in giro bel bello, spensierato e con bei proponimenti!

Sono cazzi, chè qualsiasi discettazione filosofica o razionalizzazione è impossibile con la testa sfasciata!

Il destino è ineluttabile, invincibile, invulnerabile, è la più  grande potenza militare del pianeta, cosa ci puoi fare?

Nulla!

Ecco, a me il fato ... fa paura veramente.

Lo so, lo so che qualcuno di voi mi ritiene una pellaccia, incapace di temere qualcosa o qualcuno, ma di fronte al fato, beh cedo il passo, mi taccio deferente.

Ora voi mi direte, “poco male e a noi di tutto ciò che ce ne cale?”.

Ve ne deve importare, miei cari, non solo e non tanto perchè la questione a me solleva un certo sgomento, ma soprattutto perchè nessuno, dico nessuno, può dichiararsi veramente immune dal destino.

Qualcuno di voi mi obietterà che l’uomo è l'artefice del proprio destino.

Conosco l'argomento, ma esso, oltre ad essere sbrigativo e superficiale, è capzioso, subdolo, insopportabile ed offensivo, poiché sottintende che al mondo vi siano due schiere di persone: la prima fila, costituita dagli eletti, marcia con la fronte alta verso la gloria, la seconda,  infittita dagli ignari sventurati, brancola nel buio e con passo incerto si avvia verso il baratro.

Ah no ... non potete dirmi questo!

Il baratro no, non lo accetto, proprio!

Non voglio accreditarmi citando quei filosofi e gli scrittori che spiegano la storia attraverso la teoria del determinismo (come non ricordare la sublime spiegazione dell’ascesa e caduta di Napoleone data da Tolstoj in Guerra e pace), non mi dilungherò con noiose citazioni o argomentazioni raffinate ed esaustive; anzi invito gli intellettuali ad interrompere la lettura di questo post rinviandoli al saggio breve “Epistemologia della topa” di Leopold Mentula.

Voglio andare oltre, in modo pragmatico e diretto, ponendo ai miei pazienti lettori alcune domande:

  1. Non vi è mai capitato di vedere scombussolati tutti i vostri piani per il verificarsi di una strana serie di coincidenze o anche per un piccolo errore o una semplice distrazione?

  2. Non vi è mai capitato di chiedervi “come caspita è potuto accadere ciò?”

  3. Non vi è mai capitato di trovarvi per caso in un luogo, ivi incontrarvi  il vostro ammore (con due emme, per dare maggior pathos) e inguaiarvi in modo più o meno irrimediabile?

E allora miei cari adesso che avete letto queste “mitiche parole”, sono sicuro che siate persuasi; sono certo che quando vi menzioneranno il destino non potrete fare a meno di scappare in qualche porto sicuro alla ricerca della salvezza ...

E farete bene, perchè di fronte al fato l'unica arma di difesa per evitare la sciagura è la fuga!

Nota di servizio per una mia cara e spudoratissima lettrice: “Questo post è per te: non sono disposto ad essere il tuo guru!”:-)))

 

 
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