Creato da: ligabue872002 il 29/07/2006
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« I maschi innamorati, come me.Messaggio #45 »

Almeno, finchè reggo.

Post n°44 pubblicato il 24 Dicembre 2006 da ligabue872002

Mi si allontana Paola nei giorni della festa: “il mondo non capirebbe ancora”.

Mi si deve presentare, sapere chi sono, subire una schedatura.

Il mio nome ed il mio cognome non contano, non li dirò, tanto non sono mai importati a nessuno. Sono solo io.

Sono una persona che ieri, saputa la notizia, ha pianto praticamente tutte le lacrime che ci sono su questo mondo; una persona che ha singhiozzato per non so quante ore di fila; una persona che nella strada del ritorno ha dovuto fermarsi 2 volte perché aveva gli occhi talmente pieni di lacrime da non riuscire a vedere la strada; la stessa persona che si è fermata anche una terza volta, ma questa volta in più ha vomitato anche l’anima.

Una persona che una volta a casa ha continuato a piangere, a vomitare, a piangere ancora ed ancora vomitare. Una persona che non ha dormito mai in tutta questa notte.

Una persona che ha anche provato ad andare a dormire in macchina, perchè in un letto non sono riuscito ad entrare per tutta la notte. Ma il ricordo di lei in macchina era talmente forte da farmi piangere anche più forte di prima.

Una persona che ha detto “buona notte” ed invece è andata a sedersi nel buio sul tappeto di un bagno, in attesa del prossimo conato e continuando ad ingoiare lacrime su lacrime su lacrime su lacrime su lacrime.

Una persona che persino il gatto di casa si chiedeva, guardandomi con il volto completamente distrutto, cos’avessi. Una persona che dal sabato è uscito felicissimo per la serata con lei, completamente distrutto dal resto.

“Non è giusto”, me lo ripeto da talmente tante ore da non riuscire a ricordare bene quante. Una persona che se continua cosi non arriva sicuramente al 6 gennaio.

Una persona che non c’e la può fare, solo è troppo fragile. Una persona che cercava di passare sul margine della strada, in modo da rimanere nell’ombra e non far vedere gli occhi umidi. La stessa persona che aspettava intelligentemente proprio un’illuminatissima galleria per asciugare gli occhi.

La stessa persona che nel ritorno a continuato ha picchiare pugni sul voltante, ma non ha picchiato sull’acceleratore solo perché l’aveva promesso a lei. Una persona che senza di lei farebbe meglio a lasciarsi cadere in qualche guardrail.

Non so come chiudere questa lettera, perché questo non è un momento poetico, è solamente tragico. Mi sento stupido a reagire cosi, ma sono anche stufo di farmi spiegare al tavolino come reagire nelle varie situazioni. Da ora reagisco come voglio, e se il cuore mi dice di fare cosi, farò cosi. Almeno finché reggo.

Eppure anche questo non basta: vomitare, piangere, sentirti morire talmente si abbia la gola chiusa e non riuscire ne a dormire ne a pensare ad altro, non è abbastanza. Non per queste feste, non è sufficiente. Io forse non sono sufficiente, so solo che la amo, e che non riesco a smettere.

E non smetterò, almeno finchè reggo.

 

 
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