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Il Visconte di Valmont alla Marchesa di Merteuil

Post n°38 pubblicato il 30 Agosto 2011 da Just_for_today
Foto di Just_for_today


È incredibile, mia cara amica, come appena ci si allontana, non ci si riesca più a capire. Finché vi ero vicino avevamo sempre lo stesso modo di sentire, di vedere, ora, siccome da tre mesi non vi vedo più, non andiamo più d'accordo su niente. Chi di noi due ha torto? Certo, voi non esitereste un istante a dar la risposta: ma io più saggio, o più educato non decido. Risponderò solo alla vostra lettera, e continuerò a raccontarvi quello che ho fatto.
Prima di tutto vi ringrazio dell'avvertimento circa le voci che corrono sul mio conto; ma non mi preoccupo ancora; sono sicuro che avrò ben presto di che farle cessare. State tranquilla, ricomparirò in società più celebre che mai e sempre più degno di voi. Spero che verrà pur tenuta in qualche conto l'avventura con la piccola Volanges, a cui voi sembrate non far quasi caso, come se fosse cosa da niente portar via, in una sola serata, una ragazza al suo amato bene, farne ciò che si vuole e assolutamente come cosa propria, e ottenere da lei senza alcuno scrupolo quello che non si osa nemmeno esigere da tutte le ragazze che lo fanno per mestiere; questo senza distoglierla dal suo tenero amore, senza renderla incostante e nemmeno infedele: perché difatti, io non possiedo il suo cervello, vero? Così, quando mi sarà passata la fantasia, la rimetterò nelle braccia del suo innamorato, per così dire, senza che lei si sia accorta di niente. È dunque una cosa che succede tutti i giorni? E poi credetemi, una volta uscita dalle mie mani, i princìpi che le inculco continueranno a svilupparsi e predico che la timida scolara prenderà presto il volo e in modo da fare onore al maestro.
Se tuttavia si preferisce il genere eroico, mostrerò la Presidentessa, questo modello di virtù, citato da tutti, rispettato perfino dai nostri più audaci libertini. Così virtuosa, insomma, che si era perfino abbandonata l'idea di provar ad attaccarla. La mostrerò, vi dico, immemore dei propri doveri e della propria virtù, decisa a sacrificare la propria reputazione e due anni di onestà e prudenza per correre dietro alla felicità di piacermi, per inebriarsi di quella d'amarmi, trovandosi sufficientemente ripagata da tanti sacrifici, da una sola parola, da un solo sguardo che per giunta non sempre otterrà. Farò di più: la lascerò, e, o non conosco questa donna o non avrò successori. Resisterà al bisogno di farsi consolare, all'abitudine al piacere, al desiderio stesso della vendetta. Insomma, non sarà esistita che per me, e, sia breve o lunga la sua carriera, io solo l'avrò aperta e la chiuderò. Una volta raggiunto questo trionfo, dirò ai miei rivali: «Guardate la mia opera e cercate un altro esempio nel secolo».
Voi mi chiederete da dove viene oggi tutta questa esagerata fiducia in me stesso. Il fatto è che da otto giorni ho la confidenza della mia Bella; lei non mi confida i suoi segreti, ma io riesco a carpirli. Due sue lettere a Mme de Rosemonde mi hanno informato quanto basta, e non leggerò le altre se non per curiosità... Per riuscire non ho bisogno che di avvicinarmi a lei e ho già trovato il sistema. Lo metterò immediatamente in atto.
Siete curiosa, vero? Ma no... per punirvi di non credere alla mia inventiva, non lo saprete. Davvero, meritereste che vi togliessi la mia confidenza, almeno per quel che riguarda questa avventura; in effetti, senza il dolce premio che m'avete promesso per il mio successo, non ve ne parlerei più. Come vedete sono arrabbiato; tuttavia nella speranza che vi correggerete, voglio limitarmi a questa leggera punizione e ritornando all'indulgenza, dimentico, un attimo, i miei grandi progetti per ragionare con voi dei vostri.
Eccovi dunque in campagna, noiosa come un sentimento amoroso e triste come la fedeltà! E questo povero Belleroche! Non contenta di fargli bere l'acqua dell'oblio, lo sottoponete anche alla tortura. Come sta? Sopporta bene le nausee dell'amore? Vorrei che si attaccasse a voi ancora di più; sarei curioso di vedere se riuscireste a trovare un altro rimedio ancora più efficace. In verità vi compiango di esser stata costretta a ricorrere a questo. In vita mia, una sola volta, ho fatto l'amore premeditatamente. Avevo certo, un motivo grave perché si trattava della Contessa di..., ma cento volte tra le sue braccia ero tentato di dirle: «Signora, rinuncio al posto che ho sollecitato, e permettetemi di lasciare quello che occupo.» così di tutte le donne che ho avuto è la sola di cui provo piacere a sparlare,
Quanto al vostro motivo, lo trovo estremamente ridicolo. Avevate ragione a pensare che non avrei mai indovinato il successore. Come?! È per Danceny che fate tutta questa fatica? Via, cara amica, lasciatelo adorare la sua virtuosa Cecile e non compromettetevi in queste ragazzate! Lasciate che gli scolari vengano svezzati dalle balie, o giochino giochetti innocenti con le collegiali. Come vi viene in mente di accollarvi un novizio che non saprà né prendervi, né lasciarvi e col quale dovrete fare tutto voi? Ve lo dico sul serio: disapprovo questa scelta, che, anche se restasse segreta a tutti, vi umilierebbe almeno ai miei occhi e a quelli della vostra coscienza.
Dite che vi piace molto: ma andiamo! Sicuramente vi sbagliate, e credo anche di aver capito la causa del vostro errore. Questo gran disgusto per Belleroche vi ha colto in un momento di magra, e siccome Parigi non vi offriva alcuna scelta, la vostra fantasia sempre troppo viva, vi ha indotto a pescare il primo che avete incontrato. Ma pensate che al vostro ritorno potrete scegliere tra mille, e se proprio temete l'inazione in cui rischiate di cadere rimandando la cosa, mi offro io per rallegrare i vostri ozi.
Da qui, fino al giorno del vostro ritorno, i miei importanti affari saranno risolti in un modo o nell'altro; sicuramente né la piccola Volanges né la Presidentessa, allora, mi occuperanno abbastanza da impedirmi di dedicarmi a voi tutto il tempo che vorrete. Forse da qui ad allora avrò già rimesso la ragazzina nelle mani del suo discreto innamorato. Non convengo con voi, checché ne diciate, che non sia un possesso attraente. Ma siccome ho intenzione che conservi di me, per tutta la vita, un'idea superiore a quella di tutti gli altri uomini, mi son messo con lei su un tono che non potrei sostenere a lungo senza danneggiare la mia salute; da questo momento non sono legato a lei se non dalle cure che si devono agli affari di famiglia. Non mi capite? Aspetto un secondo ciclo mensile per confermare le mie speranze e assicurarmi che sono pienamente riuscito nei miei progetti. Sì, mia bella amica, ho già un primo indizio che il marito della mia scolara non correrà il rischio di morire senza posterità e che il capo della famiglia Gercourt, non sarà, in futuro, che un cadetto di quella di Valmont. Ma lasciatemi finire come piace a me, quest'avventura che ho intrapreso solo dietro vostra preghiera. Pensate che se renderete infedele Danceny, toglierete tutto il sapore a questa storia; considerate, inoltre, che offrendomi di rappresentarlo presso di voi, mi sembra di aver qualche diritto di preferenza. Ci conto tanto che non ho esitato a contrastare i vostri progetti, concorrendo io stesso ad alimentare la tenera passione del discreto innamorato per il primo e degno oggetto della sua scelta. Infatti avendo trovato ieri la vostra pupilla intenta a scrivergli, e avendola distolta da questa dolce occupazione con un'altra più dolce ancora, le ho chiesto, dopo, di mostrarmi la lettera e siccome l'ho trovata fredda e poco spontanea le ho fatto capire che non era quello il modo di consolare il suo innamorato e l'ho convinta a scriverne un'altra sotto la mia dettatura; dove imitando il più possibile le sue piccole insulsaggini, ho tentato di rinfocolare l'amore del giovanotto con qualche speranza un po' più concreta. La piccola era estasiata, mi diceva, di ritrovarsi a scrivere così bene, e d'ora in avanti sarò incaricato io della sua corrispondenza. Che cosa non avrò fatto, alla fine per Danceny? Sarò stato contemporaneamente suo amico, suo confidente, suo rivale e la sua amante! E in più in questo momento gli faccio il favore di salvarlo dai vostri pericolosi legami; sì, senz'altro pericolosi, perché possedervi e perdervi è acquistare un istante di felicità con un'eternità di rimpianti.
Addio, mia bella amica; abbiate il coraggio di liquidare Belleroche il più in fretta possibile. Lasciate perdere Danceny e preparatevi a ritrovare e a restituirmi i deliziosi piaceri dell'inizio della nostra prima relazione.

P.S. Vi faccio i miei complimenti per il prossimo dibattito del vostro processo. Sarei molto contento che questa fortunata evenienza capitasse durante il mio regno.

Dal castello di... 19 ottobre 17...


CÉCILE VOLANGES AL CAVALIER DANCENY
(dettata da Valmont)


Credete, dunque, mio caro amico, che abbia bisogno di essere sgridata per essere triste, quando so che voi soffrite? E dubitate che io soffra quanto voi di tutte le vostre pene? Condivido perfino quelle che vi procuro volontariamente e in più soffro nel vedere che non siete giusto con me. Oh, questo è male! So bene perché siete arrabbiato; nelle ultime due lettere mi avevate chiesto di venir qui, e io non vi ho risposto. Ma era forse facile darvi questa risposta? Credete che non sappia che ciò che volete è male? E se è così difficile rifiutarvela da lontano, cosa sarebbe se voi foste qui? Per avervi voluto consolare un attimo dovrei soffrire tutta la vita?
Vedete, non ho niente da nascondervi, ecco le mie ragioni, giudicate voi stesso. Forse avrei fatto ciò che volete, senza quello che vi ho scritto, cioè che quel Gercourt che è la causa di tutti i nostri dispiaceri, non arriverà tanto presto, e siccome da qualche tempo Maman si dimostra molto più affettuosa con me, e da parte mia l'accarezzo più che posso, chissà che magari potrei ottenere qualcosa da lei. E se noi potessimo essere felici senza che io avessi niente da rimproverarmi, non sarebbe molto meglio? Se devo credere a quello che mi hanno spesso detto, gli uomini stessi non amano più tanto le loro mogli quando esse li hanno troppo amati prima di sposarli. Questo timore mi trattiene più di tutto il resto. Amico mio, non siete sicuro del mio cuore? E non ci sarà sempre tempo?
Ascoltatemi, vi prometto che se non posso evitare la disgrazia di sposare M. de Gercourt, che odio già tanto, prima ancora di conoscerlo, niente mi tratterrà più dall'essere vostra tanto quanto potrò e anzi prima di tutto. Siccome non mi interessa che di essere amata che da voi e che finirete col capire che se faccio del male non è colpa mia, non mi importa del resto purché voi mi promettiate di amarmi sempre come adesso. Ma, amico mio, fino allora lasciatemi continuare come faccio, e non chiedetemi più una cosa che ho buoni motivi per non fare, e che tuttavia mi addolora rifiutarvi.
Vorrei anche che M. de Valmont non fosse così insistente nei vostri confronti, ciò non serve che a rendermi ancora più triste. Oh, avete in lui un vero amico, ve lo assicuro. Fa tutto quello che fareste voi. Ma addio, mio caro, ho cominciato a scrivere tardi e ho impiegato una parte della notte. Vado a letto a ricuperare il tempo perduto. Vi abbraccio e non sgridatemi più.

Dal castello di... 18 ottobre 17...

 
 
 
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