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La Marchesa di Merteuil al Visconte di Valmont

Post n°44 pubblicato il 30 Agosto 2011 da Just_for_today
Foto di Just_for_today


Davvero, Visconte, siete proprio come i bambini a cui non si può dire niente, né si può far veder niente, se no vogliono impadronirsene subito! Una semplice idea sulla quale, vi avevo avvertito, non volevo neanche soffermarmi, siccome ve ne parlo, ecco, che subito ne approfittate per richiamare su di essa la mia attenzione per trasformarla in idea fissa, mentre io faccio di tutto per distrarmene, per indurmi in qualche modo a condividere i vostri strampalati desideri. Vi sembra generoso lasciarmi sopportare da sola il peso della prudenza? Torno a dirvelo, e lo ripeto ancora più spesso a me stessa, la soluzione che mi proponete è veramente impossibile. Quando anche ci metteste tutta la generosità che mi dimostrate in questo momento, credete che anche io non abbia alcuna delicatezza e voglia accettare dei sacrifici che nuocerebbero alla vostra felicità?
Insomma, Visconte, non capite che vi state facendo delle illusioni sul sentimento che vi lega a Mme de Tourvel? È amore, altrimenti l'amore non è mai esistito. Potete negarlo in cento modi, ma in mille me ne date la prova. Che cos'è, per esempio, questo stratagemma che usate per ingannare voi stesso, (perché credo siate sincero con me), per cui attribuite alla curiosità di indagare il desiderio che non potete né nascondere né combattere, di tenervi questa donna? Sembra che pensiate che finora non ne avete reso nessun'altra felice, perfettamente felice! Ah, se ne dubitate, avete davvero la memoria corta! No, non è questo. Semplicemente il vostro cuore inganna la vostra mente appagandola con pessimi ragionamenti. Ma io che ho tutto l'interesse a non lasciarmi ingannare, io non sono così facile da accontentare.
Perciò, pur avendo notato la vostra delicatezza nel sopprimere con cura tutte le parole che vi siete immaginato mi fossero dispiaciute, mi sono accorta tuttavia che forse, senza rendervene conto, mantenevate gli stessi concetti. Così non è più l'adorabile, la celestiale Mme de Tourvel, ma una donna straordinaria, delicata e sensibile con esclusione di tutte le altre; una donna rara, insomma, tale che non se ne può trovare un'altra simile. Lo stesso vale per l'incanto sconosciuto, che adesso non è il più forte. Ebbene, sia! Ma visto che non l'avevate mai provato fino a ora, c'è da credere non lo proverete mai più in avvenire, e la perdita sarebbe pur sempre irreparabile
Caro Visconte, o questi sono i sintomi sicuri dell'amore o bisogna rinunciare a trovarli. State tranquillo, vi parlo senza alcun malumore. Mi sono ripromessa di non prendermela più. Ho capito troppo bene che può diventare una trappola pericolosa. Credetemi, restiamo amici e basta. Siatemi solo grata del coraggio di resistervi, sì, per ché qualche volta ci vuole veramente coraggio per prendere una decisione che sentiamo dannosa.
È dunque soltanto per ricondurvi alla mia idea con la persuasione che risponderò alla domanda sui sacrifici che io esigerei da voi, e che voi non potreste farmi. Uso apposta la parola esigere perché sono sicura che tra un momento mi troverete davvero troppo esigente. Tanto meglio, non solo non mi arrabbierò per il vostro rifiuto, ma vi ringrazierò. E poi, ecco, con voi non voglio fingere: può darsi che abbia bisogno del vostro rifiuto.
Esigerei dunque, vedete che crudeltà, che questa rara, questa straordinaria Tourvel non fosse per voi che una donna qualsiasi, come realmente è: infatti non bisogna lasciarsi ingannare: quel fascino che crediamo trovare negli altri, esiste solo in noi stessi; è solo l'amore che rende tanto bello l'oggetto amato. Ora voi fareste magari lo sforzo di promettermi di soddisfare questa mia richiesta, per quanto sia impossibile, me lo giurereste anche, ma io, lo confesso, non mi fiderei di chiacchiere vane, sarei convinta solo dall'insieme della vostra condotta.
E non è tutto; sarei anche capricciosa. Non mi importerebbe niente del sacrificio della piccola Cécile, che mi offrite con tanta generosità, anzi, vi chiederei, al contrario, di continuare questo faticoso servizio, fino a un mio nuovo ordine, sia che volessi abusare del mio potere, sia che, più indulgente, o più giusta mi bastasse disporre dei vostri sentimenti, senza contrastare i vostri piaceri. Comunque sia vorrei essere obbedita; e i miei ordini sarebbero molto rigorosi.
È vero che allora mi sentirei obbligata a ringraziarvi e, chi lo sa, perfino a ricompensarvi. Sicuramente, per esempio, abbrevierei un'assenza che mi diventerebbe insopportabile. Vi rivedrei, finalmente, Visconte, e vi rivedrei... come?... Ma voi vi ricordate che queste non sono che chiacchiere, una semplice descrizione di un progetto impossibile e non voglio esser sola a dimenticarlo.
Sapete che il mio processo mi preoccupa un po'? Ho voluto finalmente conoscere esattamente quali sono le mie possibilità. I miei avvocati mi citano articoli di legge e soprattutto pareri autorevoli come li chiamano loro, ma non ci vedo in essi né ragioni ne giustizia. Sono quasi pentita di aver rifiutato la transazione. Tuttavia mi rassicuro pensando che il procuratore è furbo, l'avvocato ha la parlantina sciolta e la parte in causa carina. Se queste tre cose non dovessero aver più valore, bisognerebbe trasformare tutte le norme giudiziarie e dove andrebbe a finire il rispetto per le vecchie consuetudini? Questo processo è la sola cosa che mi trattiene qui, al momento. Quello di Belleroche è finito, senza tribunali, con le spese risarcite. È arrivato al punto di rimpiangere il ballo di stasera; non ha veramente nient'altro cui pensare. Gli renderò completamente la sua libertà al mio ritorno. Faccio per lui questo doloroso sacrificio e mi consolo pensando che lo troverà un gesto generoso.
Addio, Visconte, scrivetemi spesso, i particolari dei vostri piaceri mi compenseranno in parte dei fastidi che sopporto qui.

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