Creato da ariadnex il 27/04/2010
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Caro Monti ti scrivo...

Post n°40 pubblicato il 30 Maggio 2012 da ariadnex
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Caro Mario Monti e company,
(“caro” nel senso che per pagare la prossima bolletta della luce mi dovrò vendere un rene ) proprio oggi in occasione del mio ennesimo pellegrinaggio al distributore di benzina, perché oramai si tratta di pregare che il costo al litro della benzina non superi quello del Brunello di Montalcino , mi è venuto in mente di scrivervi e di riflettere insieme a voi su alcuni punti del vostro programma salva Italia/ salva banche che proprio mi lasciano l’amaro in bocca, e tra un po’ nemmeno quello.

È possibile che ancora ci fate credere che il costo dei carburanti dipenda da quello dei barili di petrolio? Lasciando da parte la questione IVA del 21% (la benzina già tassata con accise risulta tassata due volte), i costi di raffinazione, di deposito e trasporto, mi chiedo come sia possibile che ancora quando io Arianna Quartararo metto i miei 5 euro di benzina , che mi bastano per trovare posteggio intorno al palazzo, pago ancora:
lire 1,90 per la Guerra in Etiopia (1935)
lire 14  per la crisi di Suez (1956)
lire 10 per il disastro del Vajont (1963)
lire 10 per l’alluvione di Firenze (1966)
lire 10 per il terremoto del Belice (1968)
lire 99 per il terremoto in Friuli (1976)
lire 75 per il terremoto in Irpinia (1980)
lire 205 per la missione in Libano (1983)
lire 22 per la missione in Bosnia (1996)
lire 39 per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004)

 


Ricapitolando: se la prima accise imposta da Benito Mussolini non è stata in grado fino al 2012 di estinguere il debito con l’Etiopia, mi spiega come il progressivo rincaro dovrebbe risolvere il problema dello “spread”?
Come un fantasma: tutti ne parlano , tutti lo temono , ma nessuno sa cos’è.
Lo spread, io, me lo immagino come un mostro della mitologia greca: Spread, figlio di Crisi e Miseria. Un gigante in peplo e cravatta, che gira su cavalli Ferrari. Amante di Europa, ruffiano della gorgone Merkel, accettava ordini esclusivamente da quest’ultima. Soleva cibarsi dei risparmi della povera gente per nutrire gli dei della BDO (Banca dell’Olimpo).
Fantamitologia a parte, mi spiegate come un aumento delle tasse possa tirarci fuori dalla crisi? Non è che occorra essere grandi economisti per capire che per risolvere un problema non si può utilizzare il problema stesso, ma una soluzione. Se il problema è che la gente non ha più soldi per arrivare almeno alla prima settimana del mese, con quale logica si sottrae ricchezza? È come se, per risolvere il problema della fame in Congo, li facessimo morire tutti di fame, i congolesi
Perché non ci dite chiaro che stiamo pagando una crisi economico-bancaria che non abbiamo creato noi? Reagan aveva ragione quando diceva che un contribuente è uno che lavora per lo stato ,senza avere vinto un concorso pubblico. In Italia vale il principio del “chi rompe non paga e nemmeno i cocci sono suoi”.
Volete farci credere che questo immenso buco nero è alimentato dalla pescheria del sig. Lo Sardo di Canicattì che non fa lo scontrino a zia Rosalia? La stessa zia Rosalia che con la pensione non riesce nemmeno a comprarsi l’aspirina?

 

Oppure è pensabile che sia il Privilegio politico una delle concause dello sfacelo totale? Stipendi multimilionari, pensioni da nababbo, sconti e rimborsi spese. Poi c’è l’auto blu, il porta borse, i biglietto per la prima alla Scala che costa quanto uno stipendio di un operaio FIAT. L’irrinunciabile vitalizio, gli indispensabili stenografi, le agende speciali e il barbiere che per quanto vien pagato come minimo dovrebbe venire direttamente a piedi da Siviglia.
Mi spiegate perché per ridurre i privilegi ci vuole una farraginosissima e complicatissima riforma costituzionale e invece per tassare la prima casa c’è bastato un pomeriggio?
Ho la sensazione che pagando il doppio, i vostri privilegi aumenteranno il doppio , perché ruberete il doppio.
Fatemi dunque una cortesia: quando parlate di riduzione della spesa pubblica , dovreste precisare che la Spesa di cui parlate è quella che io tra qualche tempo non potrò più fare al supermercato.
Il panico ha gettato nella disperazione una moltitudine di imprenditori strozzati da Equitalia; ho sentito che addirittura anche Provenzano ha tentato di suicidarsi in carcere con un sacchetto della spesa. Avranno mica notificato anche a lui una cartella di pagamento?
A proposito di Provenzano, volevo sottolineare che se gli imprenditori stranieri non investono in Italianon è a causa dell’ articolo 18 -come il premier ha dichiarato- ovvero per il fatto che non ci si possa sbarazzare a propria discrezione degli impiegati , ma perché in Italia ci sono la camorra, la mafia e la ‘ndragheta. Perché abbiamo una burocrazia che fa rivoltare nella tomba Napoleone I.
Perché lo Stato assente nelle periferie del proprio territorio, lascia solo il popolo che teoricamente lo legittima a governare ; perché l’esercito non dovrebbe stare in Afghanistan , ma qui in Italia: perché cari governatori, la guerra ce l’abbiamo dentro i confini. A Brindisi, a Napoli, a Palermo. La guerra contro la criminalità e la guerra per la sopravvivenza. La guerra per la legalità.
Adesso attendendo , come Bruto attendeva le idi di marzo, le “IMU di giugno”, vi lascio con uno scambio di battute tratto dal film “c’eravamo tanto amati”(1974) con Aldo Fabrizi nel ruolo di Romolo Catenacci e Vittorio Gassman nel ruolo di Gianni Perego:
Romolo : “Secondo te chi è la persona più sola al mondo? Il Povero?”
Gianni: “Si!”
Romolo:” E invece no! È il ricco! Capisci? Il ricco é più solo perché é più raro. I poveri son tanti, tutti amici, sempre assieme, ‘sti lazzaroni che non ti fanno più campà!”

Cari Saluti,

Arianna.

 

 

pubblicato anche su: http://www.blogsicilia.it/blog/caro-monti-ti-scrivo/

 
 
 
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Maestra nell'altissima arte del brontolio, regina dei rimuginamenti, paladina del nichilismo da retrobottega...mia madre voleva darmi in affidamento a Satana.

Il mio secondo lavoro di casa preferito è cucinare. Il primo è sbattere la testa sulla sponda del letto fino a svenire.

Le certezze che gli altri mi mettono addosso mi fanno venire una voglia insopprimibile di deludere.

 

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