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Post N° 109

Post n°109 pubblicato il 13 Aprile 2008 da DionisaVime

A VOLTE VORREI VIVERE DI EMOZIONE SENZA VIVERE UNA VITA COMUNE
siamo così impegnati a vivere di nulla che la vera vita si nasconde davanti ai nostri occhi.





Titolo originale: The Piano

Regia: Jane Campion

Musiche: Michael Nyman

Anno: 1993


 
 
 

Vi ascolto e mi emoziono

Post n°108 pubblicato il 07 Aprile 2008 da DionisaVime

Ho solo due mani, una bocca e due occhi. Mi basterebbero se non amassi. Ma amo e l’udito è indispensabile per poter accogliere il bene. Allora ascolto te, lei, lui, l’altra, l’altro, egli, voi, loro. Ascolto e rifletto. Sono solo un po’ stanca ma l’amore per la curiosità che ho nei confronti dell’essere umano mi fa stare ben sveglia.
La lacrima scorrere sul mio viso, scivola, il pennello la dipinge.

 
 
 

unico respiro

Post n°107 pubblicato il 28 Marzo 2008 da DionisaVime

parlami o me ne vado. hai solo questo momento per farlo, per dirmi chi sei e cosa vuoi.ti ascolto, sono qui, voglio le tue parole nella mia carne. dimmele. dammele.
i tuoi occhi colmi di lacrime che non cadono mi stringono lo stomaco. quanta luce in quello sguardo. quanta semplicità complessa. quanta vita da vivere, quanta carne da mordere, quanta purezza e quanta sensualità da succhiare in un unico respiro. apri la tua bocca e fammi chinare a testa bassa sulla tua chiesa sconsacrata. sarò la tua unica credente, l’unica devota ad ascoltare la tua messa. ma devi ridere meno, perché voglio leccare le tue lacrime. stringerti a me al mio umile corpo caldo. caldo di noi.
si, voglio darti la mia saliva, voglio la tua. voglio che il tuo filtro si frantumi perché voglio nutrirmi con le tue paure. falle passare, le voglio mangiare.
mi sembra che tutto sia avvolto dalla nebbia: vieni, dammi tutte e due le mani, così saranno più dolci le nostre nubi di tristezza.

 
 
 

Le varie ATTESE

Post n°106 pubblicato il 14 Marzo 2008 da DionisaVime

Ore 20.00 circa. Al buio e al silenzio cammino sul marciapiede verso l’ospedale.
Il cuore picchia in petto, lo stomaco piccolo piccolo, tremo.
Nessuna lacrima mentre penso che solo il giorno prima aveva mangiato il gelato che le avevo portato io.
Mi avvicino al cancello del luogo dove “ti curano”e entro.
Chiamo mia madre al cellulare e le dico di raggiungermi in portineria per indicarmi la strada. Vedo mia madre arrivare dal corridoio, la raggiungo e la avvolgo in un abbraccio. Saliamo le scale, arriviamo al piano e prima di entrare in reparto capisco che devo aspettare sulla porta. Mi fermo. Mia madre mi dice: “non avvicinarti altrimenti la vedi”.
ATTENDO, sapendo che solo un mio passo in avanti mi avrebbe fatto stare ancora più male.
ATTENDO, ATTENDO…
Il puzzo d’ospedale mi penetra in corpo, la desolazione di quel posto mi angoscia. Attendo con il cuore e lo stomaco in confusione.
Ecco, arriva sua figlia A., mi vede, la vedo, viene verso di me.
Una sola parola interminabile, straziata dal pianto “ISSAABBELLLAAAA…”.
La stringo forte le bacio la testa e le dico che mi dispiace tantissimo.
Un abbraccio interminabile, coccolavo una donna di 56 anni che aveva bisogno della mia presenza. Guardavo mia madre e vedevo i suoi occhi lucidi, sentivo i miei occhi diventare colmi di lacrime che non volevo far cadere.
Vedo arrivare verso di me i figli di A.
Mi dicono: “grazie per essere arrivata subito”.
Non avevo parole ma tanto affetto da dare.
Convinco A. a sedersi e la faccio sfogare.
Sedute io A. e mia madre su delle sedie rosse in un corridoio d’ospedale con pareti color verde chiarissimo.
Quante lacrime e quanta verità in quelle parole.
“sai isa, io riesco a razionalizzare ma la mamma è sempre la mamma. Lei ti voleva bene. Mi hai fatto felice ieri perché lei voleva tanto vederti prima di morire e sei riuscita a farle mangiare il gelato. Sai che quando sei andata via, dopo qualche oretta, mi ha chiesto di portarle il gelato che le avevi regalato tu? Ne ha mangiato un bicchiere pieno!”
Che bello sentire quel mix tra “felicità e tristezza” .
Ero invasa dalle sue emozioni, non avevo respiro per sentirmi slegata da quella situazione.
“isa, vai pure adesso, non voglio che tu stia male. Grazie per essere venuta.”
Non volevo andare via, mi sentivo di famiglia.
(Mia madre e A. sono amiche da anni e sono questi i momenti in cui bisogna essere presenti). Rimango ancora una 30ina di minuti.

Saluto e esco dal reparto. Scendo le scale per raggiungere l’uscita e il telefono inizia a suonare. Guardo: Lei.
Mi sono sentita il cuore in gola. Rispondo e le dico cosa è successo. La raggiungo dove dovevamo incontrarci e le racconto della situazione mentre andiamo a cena. Parcheggio, scendiamo dalla macchina e mentre Lei prende la sua borsa la guardo e le dico che vederla è bellissimo. Avevo bisogno del suo volto, della sua voce e della sua allegria. Ceniamo e chiaccheriamo del mio nuovo lavoro, della sua Arte, delle patatine fritte e delle salse che a lei fanno schifo e che a me fanno impazzire di piacere. Finalmente mi rilasso. Usciamo e la porto verso casa sua.
Siamo quasi arrivate e lei mi dice di salire. Io le dico che non mi va, che preferisco tornare a casa, anche perché stanca e semi raffreddata. Lei insiste, quasi delusa dal mio “no”. Insiste ancora:”dai, almeno fai manovra nel mio cortile per girare la macchina”. Io:”Tesoro mio, non ho mai fatto manovra per girare la macchina, perché dovrei farlo oggi?” Insiste ancora e mi convince.
Saliamo e mentre saliamo la sentivo sempre più energica. Mi trasmetteva una felicità bellissima. Lei è sana, bella, vivace, intelligente, determinata, narcisa, ansiosa, indecisa, complessa, bambina, donna.
Ci avviciniamo alla porta di casa e mi dice:”aspetta ad entrare, prima guardo se c’è casino”.
Io ATTENDO… e penso di Attendere ancora.
Mi dice:”entra”.
Eccomi, per la prima volta in casa sua, dove è cresciuta, dove ha giocato, dove ha pianto, dove vive. Io e Lei sole. Mi fa vedere tutta la casa, le sue cose. Sembra una bimba felice. Che meraviglia, che serenità mi trasmette.
Pensavo, ecco cosa voglio, felicità nelle piccole cose.
Si avvicina alla scrivania dove si trova il suo pc e li, prende in mano un rotolone blu e si avvicina a me dicendo:” mi è arrivato per posta, vediamo di che si tratta”.
Andiamo in cucina e apriamo il rotolone.
Una bellissima sorpresa: contiene la sua Laurea.
Non potevo crederci. Abbiamo aperto insieme la sua Laurea, e pensare che non volevo salire! La stringo forte e ci coccoliamo perché ci vogliamo bene davvero.
Ascoltiamo la televisione sul canale Greco e la felicità mi pervade il corpo.
Due chiacchere ancora e poi vado via.

Nel viaggio di ritorno verso casa mia, pensavo a quanto sia strana la vita.
Nel giro di 5 ore circa mi sono trovata ad attendere sul ciglio di due porte per vedere due cose ben diverse. La Morte e la Vita.

Amo le emozioni , non potrei mai vivere senza.

 
 
 

Sarà creatività?

Post n°105 pubblicato il 06 Marzo 2008 da DionisaVime

Oggi guidavo e ascoltavo musica.
Il sole mi ha messo di ottimo umore.
Finestrini aperti. L’aria fresca entrava e mi carezzava capelli e volto.
Bella sensazione.
Mi sono detta:” mi basta così poco per sentirmi bene…”.
Ho iniziato a pensare alle persone che mi mancano.
Che mi hanno “abbandonata” perché mi vogliono con loro.
Pensavo a come è triste non poter voler bene in modo “originale” senza che l’altra parte si leghi a me.
Hanno ragione loro: Sono io ad essere poco normale.
Poco normale ma sicuramete interessante agli occhi degli altri. Va beh…

A giorni arriverà Diana, una nuova luce in questo mondo.
I suoi genitori sono due persone meravigliose.
Sono veramente lusingata di avere suggerito il nome della loro creatura.
Felice di sapere che Diana vivrà con due persone accanto che le daranno il meglio.
Due genitori creativi, dolci, attenti.

I miei pensieri si calmano, si scaldano al sole di oggi.
Il pensiero di essere stretta, coccolata, voluta bene mi avvolge i sensi.
Sono veramente “difficile”, testarda, complicata, insicura. Sono il risultato di errori dei miei genitori mischiati ai miei. Sono la copia di me. Sono un caos totale.
Sono una creatura caotica. Sono l’inadeguatezza nella società di oggi.
Sono la musica, l’arte, utopia pura.

Sono solo eternamente insoddisfatta.
Dicono si tratti solo di CREATIVITA’…
Siamo in continuo cambiamento.
Chi crede di essere felice non può esistere.
Io ho solo dei brevi momenti di felicità.
E diversamente da quello che dice il Filosofo Galimberti, io mi chiedo il perché della mia felicità non solo della mia tristezza.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: DionisaVime
Data di creazione: 11/01/2006
 

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guarda con soddisfazione il tuo lavorìo materiale e...
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