Creato da jennyk2 il 11/02/2005
La mia vita a metà tra due mondi
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Chi può scrivere sul blog
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
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In un’assolata mattina di giugno, te ne sei andato, in punta di piedi. E lui, tuo figlio, nel frettoloso viaggio in treno, per darti l’ultimo saluto, contro l’ineluttabile, si sentì invaso da un’immensa serenità, e forse, si rese conto che ormai non sarebbe arrivato in tempo. In quel preciso momento, tu avevi varcato la soglia...
Al suo arrivo, lui scoppiò in un pianto antico, per quell’uomo, che era stato suo padre, un tempo lontano, un tempo nemico… nel dolore, e solo nel dolore, l’equilibrio si era ricomposto…
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E come tornare bambina
la stessa identica sensazione di
fragilità
di essere messa in mezzo
merce di scambio
violata nel profondo
additata per gli sbagli commessi da grande nella vita
la stessa impotenza
di fronte a Lui
padre
datore di vita
a cui devi tutto
modello irraggiungibile
bambino cresciuto in fretta
nel disagio, nella povertà
all’ombra di un’autoritaria presenza materna dalla dura dolcezza
padre amato, ammirato
padrone dei sogni...
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Inviato da: jocuri dress up
il 07/09/2011 alle 19:21
Inviato da: la_fata_di_roma
il 13/03/2009 alle 22:56
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 15:25
Inviato da: Anonimo
il 25/12/2007 alle 21:31
Inviato da: scrittocolpevole
il 20/12/2007 alle 20:55