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Sinistra di governo, quale futuro

Post n°11 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da alflex0
 

(pubblicato su “IL CORSIVO “ del 11 ottobre 2008 n.39 pag. 11) 

partiti & potere 

Sinistra di governo, quale futuro 

Prosegue il dibattito sul futuro del centrosinistra, sulle scelte della sinistra radicale e sulle aspettative offerte da PD. In questo numero, ospitiamo l’intervento dell’avvocato Alf............, dopo quelli dei professori Giovanni Invitto, Luigi Spedicato, Giovanni Seclì e dell’onorevole Biagio Marzo 

Il patetico psicodramma di cui ormai da tempo la sinistra italiana è protagonista deve indurre ad una riflessione che vada al di là degli scontri più o meno celati che vedono da una parte gli esponenti di una sinistra massimalista ed antistorica e dall’altra il PD, all’interno del quale si fronteggiano, tentando di convivere pacificamente, culture politiche completamente diverse tra loro come sono quelle dei postcomunisti e dei postdemocristiani. Il popolo della sinistra, scopertosi giacobino, giustizialista e paladino della questione morale, si trova a scontrarsi quotidianamente al suo interno con una diversa realtà, che è quella dei forti legami con il mondo degli affari, con gli interessi nelle Coop, negli istituti di credito, nelle fondazioni, nelle assicurazioni, in Confindustria e più in generale in tutti quei settori dove è possibile l’inserimento di un sistema economico fortemente statalizzato. Se la sinistra vuole salvarsi dall’inesorabile deriva cui sembra destinata deve ripensare la sua cultura politica in senso autenticamente liberale, mettere in discussione lo strapotere del ceto politico e di quello economico, deve elaborare un progetto che preveda la graduale limitazione dell’interventismo pubblico, in una diversa visuale dei rapporti tra politica ed economia. Inoltre una sinistra moderna non può prescindere da un riformismo di ispirazione socialista. Attualmente, dopo la scomparsa del vecchio Psi non vi alcuna forza politica che rappresenti una sinistra moderata, liberale e di governo e questa è un’autentica anomalia nel panorama europeo. Soltanto una sinistra liberalsocialista potrebbe governare la trasformazione sociale, tutelare il lavoro ed affrontare le sfide sempre più ardue e difficili della globalizzazione e della crisi economica. Una cultura politica socialista potrebbe rappresentare più di ogni altro gli interessi e le aspettative di quanti sono disorientati, intimoriti e perseguitati da una società cambiata profondamente nei suoi costumi, negli obiettivi da raggiungere, nella concezione della democrazia, ridotta da forti spinte burocratiche e conservatrici legate a ferree leggi che regolano il mercato capitalistico, che mercificano ogni cosa, dalla cultura alla meritocrazia, dalla salute alla sfera individuale, dalla politica all’economia, il tutto aggravato dalla caduta di credibilità del sistema giudiziario. La presenza di una forza politica socialista potrebbe essere il lievito per la rinascita di una vera democrazia attraverso una effettiva partecipazione dei cittadini da protagonisti, come previsto dall’art.1 della nostra costituzione, potrebbe riavvicinare la politica ai cittadini, restituirle progettualità e dignità, nel suo significato di servizio da rendere alla collettività, svincolato da aspirazioni personali di potere. Nel contempo una sinistra riformista, autonoma e moderna dovrebbe affrontare la questione morale con la riduzione dei cospicui compensi che vengono generosamente erogati in favore di chi della politica ha fatto un mestiere. Quella sinistra non dovrebbe più consentire che una stessa persona ricopra contemporaneamente più cariche pubbliche e dovrebbe disciplinare una volta per tutte ed ad ogni livello il nodo dei conflitti di interessi, dovrebbe riconoscere il grave errore costituito dalle riforme degli enti locali cd. leggi Bassanini (separazione delle funzioni di gestione, demandate ai dirigenti, dall’indirizzo riservate ai politici) e la necessità di ripristinare i controlli sulla legittimità degli atti, la cui abolizione ha comportato una crescita esponenziale dell’indebitamento degli enti. C’è quindi ancora molto da fare per una società più democratica, più umana, più libera e più giusta ed in questa ottica il socialismo può ancora rappresentare quel valore aggiunto indispensabile per una sinistra che aspiri al governo del nostro paese.

Alflex

 

 
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Commenti al Post:
salamandraf
salamandraf il 07/11/08 alle 11:58 via WEB
Destra, Sinistra, Centro, mezzo di qua e mezzo di la'. C'e' una confusione che non se ne puo' piu'. Ma pensate davvero che la gente comune conosca il significato di Democrazia? Di Socialismo o altro?. Il popolo, la gente, ascolta solo il partito del " buon senso " = qualcosa che sa' di buono, una specie di Archetipo comprensibile a tutti.
(Rispondi)
 
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