Tornare a scrivere dopo tre.mesi -circa
e senza un motivo preciso. Senza motivo, ecco.
Perché scrivere significa[va] gettare paure, dubbi e paranoie altrove -fuori.
E sebbene questi siano presenze sicure da sempre,
nel caos di questo periodo finiscono da parte, insieme a molto altro.
Ma poi vedi cosa è arrivato di nuovo, che prima non c'era,
e capisci che i problemi e i castelli che costruisci sono futili e inutili,
che ci sono realtà più dure di ogni [im]perfetta costruzione mentale,
che tutto sommato [algebricamente] si può andare avanti,
nonostante le incomprensioni e le mancanze -le tue.
E sono i piccoli momenti che riempiono lo spazio, quello della vita e del cuore.
Come cantare canzoni in macchina ed essere tutte e tre stonate,
come un soufflè al cioccolato con vaniglia,
come prendere il sole e sentire il profumo della crema e aria d'estate,
come guidare di notte ed evitare un riccio che attraversa la strada,
come saperti ogni giorno al mio fianco, anche se sei lunatico -e non lo ammetti!
E sapere che il cuore non si [s]lega da certi affetti,
soffrirne per l'impossibilità di sottarsi da essi
ed essere fieri e orgogliosi -perché nonostante tutto si va avanti [insieme], ancora.
L'ultimo anno, il più difficile, il più lungo.
L'unico con te -per intero.
E dopo questo, chissà.